SAY YES TO THE DRESS - SPECIALE NATALE

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La mattina di Natale a Chesham è tradizione che tutti i maschi della famiglia si radunino per andare a giocare a rugby. Non importa quanti anni si abbiano: se sei un rappresentante di sesso maschile, devi necessariamente andare al campo, indossare gli scarpini e scendere in campo a placcare l'avversario. Era così con mio nonno, è stato così con mio padre e ovviamente lo è ancora con mio fratello. Tradizione vuole che a sfidarsi siano amici e parenti, giunti a Chesham con la scusa del Natale. In realtà, mia made e io abbiamo il forte sospetto che tutti tornino a casa soltanto per poter prender parte all'immancabile partita. E se pensate che non sia facile trovare quindici uomini per parte, allora forse avete sottovalutato l'ascendente di mio padre su familiari, amici e semplici concittadini.

Ecco dunque che anche oggi, come da quando ho memoria, papà, Thomas, Patrick e suo padre Robert si radunano in cucina per pianificare al meglio la strategia da adottare. Quest'anno la sfida è contro la famiglia del sindaco e si sa, sono giocatori di rugby da sempre, qualcuno ha persino sfiorato la maglia della Nazionale, quindi l'impegno dovrà essere maggiore.

«Io propongo di attaccare dalla difesa, rugby vecchia maniera!» Suggerisce un agguerrito Robert.

«I Foresyte sono forti, papà. Non basta difendere e rubar palla, dobbiamo puntare sul contatto fisico.»

Patrick punta sull'esperienza. Lui e Thomas hanno giocato a rugby per tutti gli anni della scuola e mio fratello ha smesso soltanto perché la passione per l'architettura era più forte e totalizzante rispetto a quella per lo sport. Ad ogni modo, da veri ragazzi inglesi, nessuno dei due perde mai un Sei Nazioni allo stadio e ovviamente io non posso certo rimanere esclusa. Mi sono appassionata a questo sport quando ero solo una bambina e sognavo di sposare Patrick che nel frattempo sarebbe diventato un campione mondiale. Non è andata proprio così ma ringrazio il Cielo che quello sport gli abbia forgiato il fisico, che è a mio uso esclusivo da quasi un anno.

Infatti, a ben pensare, esattamente un anno fa tornavo a Chesham con un test di gravidanza in una bustina e scoprivo che un esserino minuscolo si era depositato nella mia pancia. Emily era ancora soltanto una fagiolina e Patrick era lontano, eppure la mia vita stava già cambiando.

«Un penny per i tuoi pensieri.» Mi chiede Patrick, riportandomi alla realtà.

Non so quando mio padre e mio fratello abbiano lasciato la cucina, fatto sta che adesso siamo soli e lui mi sta porgendo una tazza di tè alla cannella che io adoro ingurgitare durante le feste natalizie. E Patrick lo sa, perché da ragazzini non facevamo che litigarci le tazze che mia madre preparava.

«Pensavo che lo scorso anno, ho scoperto di essere incinta la Vigilia di Natale.»

Patrick passa un braccio attorno alle mie spalle e mi attira a sé, chiudendomi in uno degli abbracci che ormai sono diventati una droga.

«Me lo ricordo bene. E mi ricordo anche quanto mi sono arrabbiato quando Thomas mi ha detto che sarebbe diventato zio.»

«Mi dispiace non avertelo detto subito.»

«La cosa che mi ha fatto più arrabbiare è che pensavo che non ti fidavi di me, che non mi reputavi importante abbastanza da potermi confidare una cosa del genere.»

«E invece non trovavo il coraggio di dirtelo proprio per l'esatto contrario. Ero già innamorata di te e avevo paura di deluderti e magari di perderti.»

Patrick inarca un angolo della bocca, in quel mezzo sorriso sexy su cui ho fantasticato per anni.

«Per quanto mi piaccia sentirti ripetere che eri già innamorata di me, non riesco a credere che tu abbia anche solo potuto pensare che potessi perdermi. Non sarebbe mai potuto succedere, perché anche io provavo già qualcosa per te, mia adorabile piccola Gilbert.»

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⏰ Last updated: Dec 27, 2018 ⏰

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