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Come al solito mi appassionai ai drammi di Laura tanto che il suo mondo si sovrappose al mio, rendendolo vuoto, nullo e banale.
Lo notò anche la professoressa Cristaldi, quando ci chiese, a uno a uno, a quale facoltà volessimo iscriverci l'anno successivo: avevo risposto Lettere, ma non l'avevo convinta, e perciò all'intervallo, mentre tutti uscivano dall'aula, mi chiamò alla cattedra.
《Tu lo fai per Laura, vero?》mi domandò.
《Io, beh...》farfugliai, confermando la sua tesi.
《Pensi che iscrivendoti a Lettere vivrai per suo conto tutto ciò che si è preclusa?》insistette.
《Prof, io sono preoccupata per mia sorella. Sta facendo un'idiozia dietro l'altra, temo che possa davvero rovinarsi con le sue mani prima di arrivare alla laurea...》confessai.
《Laura ha una mente eccelsa di cui, nella mia carriera, ne ho viste davvero poche uguali, solo che la sta impiegando per scopi sbagliati, materiali, che si esauriscono presto ed è come se non li avesse mai raggiunti. Non devi risarcirla di niente, Valeria. Lascia perdere i suoi casini, e pensa alla tua vita》mi rispose.
Forse solo in quell'occasione, dopo quel confronto con la Cristaldi, mi resi conto di quanto grande fosse la delusione che era stata Laura per lei; ricordava ancora di quando mia sorella giurava, insieme ad Antonio, che l'unica maniera per andarsene dal Quartiere fosse l'istruzione; e invece adesso se ne stava nella cucina di casa, a sgobbare con gli ingredienti cercando di fare più soldi possibile, soldi di cui una parte consistente finiva nelle mani di nostro padre.
Forse era stata anche colpa mia: avrei dovuto dirle che i suoi muffin ai frutti di bosco e fontina facevano schifo, in quel pomeriggio di novembre del 1996, per non metterle in testa l'idea di sperimentare ricette strane e farle capire che il suo futuro era nei circoli letterari, a sfruttare il suo cervello straordinario.
Ma allora non mi era venuto in mente niente di tutto ciò, e l'avevo incoraggiata.
In fondo, non avevo colpa di un bel niente; Laura era grande abbastanza per prendere decisioni - ed eventualmente sbagliare - da sola.
La Cristaldi aveva ragione: dovevo smettere di dipendere da lei, e pensare a me.***
Venne giugno e con esso il tempo degli esami di maturità: studiavo giorno e notte, senza sosta.
Certo, i rumori dentro casa e fuori non mi aiutavano molto, e ai miei un'altra figlia sempre sui libri dava fastidio, perciò spesso mi ritrovavo a chiedere asilo dai Leonardi; Antonio mi dava volentieri una mano, e io sentivo che la sua presenza mi turbava sempre meno perché concentravo tutte le mie energie sentimentali su Dario, con cui avevo cominciato ad uscire da un mese.
Il suo aiuto fu prezioso: nonostante avesse da studiare anche lui, non solo mi diede una mano con la preparazione delle prove scritte e di quella orale - sicuramente più di mia sorella, che aveva sempre qualcos'altroda fare - ma mi passò tutto il materiale che si era studiato per il test di ammissione alla facoltà di Lettere.
Il giorno in cui feci la prova orale venne anche Dario; era fiero di me, lo leggevo nei suoi occhi.
Quando uscirono i risultati, scoprii di essere uscita con 100/100, come Laura e Antonio due anni prima.
I miei non si opposero al fatto che volessi andare all'università: in fondo già ci erano passati con mia sorella, e adesso che lei faceva fiorire l'attività di famiglia con le sue ricette, non mi accusavano più nemmeno di essere una parassita spillasoldi solo perché volevo continuare a studiare; anche perché Laura aveva fatto una serie di scelte che avevano calmato soprattutto nostro padre, e metabolizzai che in tutti quegli anni lei avesse fatto molto rumore per nulla.
Tanta ribellione, per poi fare esattamente quello che voleva lui.
Ma dovevo entrare nell'ordine delle idee che non era un mio problema, e concentrarmi solo sul test d'ammissione a Lettere.***
L'11 settembre ci fu l'attacco alle Torri Gemelle.
Tutti i paesi del mondo rivolsero lo sguardo verso New York, sgomenti come quando ci si risveglia da un incubo.
E quello fu davvero un incubo: un terrorista di Al Qaeda si schiantò con l'aereo sulla Torre Sud del World Trade Center, portandosi appresso pure quella Nord; un altro invece colpì una parte del Pentagono, il Ministero della Difesa degli Stati Uniti.
Le vittime furono innumerevoli, e i danni a Ground Zero - il luogo dove sorgevano gli obiettivi distrutti - ci fecero prendere coscienza del fatto che il terrorismo non era più solo un fenomeno legato al Medio Oriente, e che un episodio del genere si sarebbe potuto scatenare dovunque.
Quel giorno avevo appena fatto il test d'ammissione, quando mia madre mi telefonò per informarmi dell'accaduto.
《È successo un casino, Vale》esordì.
《Che casino?》chiesi.
《Sono crollate le Torri Gemelle, in America》mi spiegò.
《Come sarebbe a dire crollate?》feci.
《Dicono che sono stati i terroristi. Sbrigati a tornare a casa!》replicò.
《Guarda che è successo in America, mica qua. Comunque stavo tornando》risposi.
Anche mia sorella, di ritorno dall'università con l'ennesimo 30 e lode, disse la sua.
《Il terrorismo colpisce finché c'è vita, speranza, libertà e cultura. Per questo un kamikaze non si schianterà mai sui casermoni》mi confidò, dimostrandomi ancora una volta, con le sue acute osservazioni, quanto potesse essere fondamentale lo studio, quale arma potesse risultare contro qualsiasi forma di ignoranza e violenza.
E quanto noi del Quartiere, invece, non fossimo troppo distanti dai terroristi.
Per quanto mi fossi imposta di rimanere al di fuori della sua vita, non potevo fare a meno di dispiacermi per lei, per quel cappio che stringeva attorno al suo collo e a cui, nel contempo, si opponeva; fortunatamente il primo ottobre cominciai l'università ed ebbi poco tempo da dedicare ai suoi drammi.
A dicembre andai a vedere al cinema "Harry Potter e la Pietra Filosofale" con Dario. Mi sentivo egoista, ma mi andava bene così. Mi dava soddisfazione.
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La bambina cattiva [Saga del Quartiere Anceschi]
General FictionQuesta è una storia che difficilmente può essere raccontata senza rifletterci sopra, una storia combattuta e sofferta, di menti eccelse, di luoghi problematici e d'amore. È la storia di Laura, del suo rapporto con Antonio, della sua voglia di cambi...
Capitolo 41
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