Astaroth si sedette sul letto con un tonfo, facendo rimbalzare i cuscini.

«Sembra che sia un po' troppo scrupoloso. Cioè il bianco è un colore come un altro, siamo noi che lo associamo alla purezza e quant'altro.»

«Per aver questo regno, Lucifero ha sacrificato tanto, per cui non lo biasimo di certo se pretende che tutto sia come vuole lui. Il tutù bianco andava bene alla Golden Crystal, dove Lucifero poteva fingere di non vedere, perché eri fuori dal suo regno. Ora sei nel palazzo del generale delle sue truppe. Deve salvare anche le apparenze con la corte, la quale è subdola e basta anche un minimo passo falso per far suscitare rivolte e lamentele» borbottò Astaroth, facendo trasparire il suo disprezzo per i cortigiani.

«Posso chiederti il tuo rango? Lucifero vi chiama sia cavalieri che principi, ma non capisco se ci sia una distinzione o meno.» Non ero molto propensa a voler far conversazione, ma dovevo raccogliere parecchie informazioni per sapere con chi avere a che fare.

«I cavalieri sono demoni di qualunque tipo ritenuti da Lucifero abbastanza potenti da poter sedere alla tavola, che, seppur rotonda, riconosce maggior importanza al re. Il trono di Lucifero, infatti, è più grande, mentre quelli dei cavalieri sono identici, cambiano solo i colori. I principi sono i primi angeli caduti, coloro che hanno scelto per primi l'Inferno al posto del Paradiso e coloro di cui il re ha riconosciuto un titolo più che nobile per dimostrare che avessero preso la decisione giusta. Dunque io e Azael, insieme a molti altri, siamo sia cavalieri che principi.»

Annuii, comprendendo di più la situazione.

«Iniziamo da subito con le lezioni di magia, così da ergere subito la tua difesa. Non ci sono molte persone ospitali qua, anche se solo il re ha questa capacità, potrebbero presentarsi altre complicazioni.» dichiarò Astaroth dopo un po' di tempo.

«Perché? Chi c'è qui?» chiesi, avendo il timore di sapere già la risposta.

«Oltre ad Azael, c'è anche la servitrice a cui è stato promesso, Adele.»

Ero atterrita e disgustata. «Che cosa?! Dovrei stare sotto lo stesso tetto di quella, che si è data al diavolo in persona e che, inoltre, desidera la mia morte? Quella ragazza che ha venduto la mia famiglia per incastrare un demone?»

«Sì, proprio lei. Ora capisci perché devi iniziare subito a poterti difendere?» rispose Astaroth quasi annoiato.

«Quindi anche lei ha dei poteri demoniaci?»

«Non ancora. Tuttavia lei non uguaglierà mai la potenza dell'aristocrazia demoniaca e sono fortemente sorpreso che Lucifero abbia scelto proprio lei per un uomo di illustre importanza come Azael. Ma, dopo tutto, il re è lui. Sue scelte. Iniziamo?»

Annuii, decidendo di non continuare questo spinoso argomento.
Mi sedetti sul tappetto e mi misi con le gambe incrociate, pronta per la meditazione.

«Perfetto. Adesso concentrati sul silenzio, dopodiché avverti solo il più minimo dei rumori e poi ascolta te stessa. Infine pensa alla tua stessa mente ed ergi le difese, come se fosse una roccaforte da difendere.»

Inizialmente il silenzio che sentii fu banale, il solito, quello in cui non si avvertiva nulla, poi cominciai a captare diversi suoni: la tempesta di sabbia fuori, il respiro di Astaroth e i passi di qualche demone in corridoio. Calmai il respiro e continuai a pensare ad essi, avvertendoli con più profondità.

Un altro rumore catturò la mia attenzione, un battito che si presentava con regolarità, il mio cuore. Ascoltando solo la dolce musica di quel suono, risalii con la mia mente verso il collo, dove si poteva sentire ancora la frequenza cardiaca.

Concentrai l'attenzione su un punto ancora più in alto, la mia testa.
Eressi delle barriere a mia difesa, che circondarono la mia mente. Mattone per mattone, a livello figurativo, andarono a coprire ogni parte della mia mente: ricordi, emozioni, pensieri. Ogni più piccolo tassello mentale e personale venne celato da enormi mura, come quelle in difesa dei palazzi più bellicosi.

Riaprii gli occhi, felice di esserci riuscita, ma quello che vidi dopo mi fece rimanere a bocca aperta.

La mia meditazione aveva attirato molti oggetti nella mia direzione, che mi accerchiavano come dei muri. Erano tutti sospesi in aria, ma non si avvicinarono troppo a me, poiché Astaroth li stava bloccando con una sorta di magia, che proveniva da piccole scintille fra le sue mani.

«Ci sei riuscita al primo colpo! Non credevo fosse possibile, ma la magia che c'è in te è forte, anche se è quasi tutta quella di Azael.»

«Ovviamente il mio potere è molto forte.» La voce di Azael mi fece sobbalzare e causò anche la perdita della mia attenzione, nonché la caduta degli oggetti in sospensione.

Voltai lo sguardo in direzione del generale infero e fui sorpresa quando lo vidi appoggiato allo stipite della porta con indosso una maglietta nera con scollo a V. Rimasi ancor più colpita quando il mio sguardo incontrò il suo e notai che il suo viso, dopo tanto fosse privo di maschera.

«Cosa ci fai qua, fratello?» chiese Astaroth.

Azael fece qualche passo avanti, con andamento controllato e dei jeans scuri ad avvolgerli le gambe. «La parte della mia anima che ho concesso ad Abigail, sta svanendo, sono qua per dargliene ancora. In più, ora che ha utilizzato parecchia magia, ne ha più bisogno che mai.»

Era un modo carino per dire che avrebbe dovuto baciarmi di nuovo.

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