Non capivo cosa gli passasse per la testa, continuava a fare avanti e indietro torturandosi i capelli.
«Ricapitoliamo, tu vuoi diventare stilista giusto?» annuii «e questa sei tu? Cioè la vera te? Niente treccia, occhiali...»
«SI SONO COSÌ! QUALCHE PROBLEMA?»
«Direi che il carattere di merda non è cambiato» disse con un mezzo sorriso.
«In realtà mi sono sempre trattenuta. Senti ti chiedo solo di darmi il tempo di trovare un altro posto dove stare e magari di non dire niente a Simone» non mi rispose e questo mi faceva impazzire. Era lì, che mi fissava con quegli occhi che sembravano scrutarmi nel profondo.
«Tu non vai da nessuna parte e io non dirò niente a Simone»
«Come?» non ci capivo niente.
«Tu hai qualcosa che io non ho, un sogno. Sono qui da tempo e non ho ancora capito cosa voglio dalla vita, i miei vorrebbero che diventassi medico ma non voglio farlo solo perché dovrei seguire la loro strada, voglio qualcosa per cui lottare, come fai tu, perciò non dirò niente. Hai tutto il diritto di realizzare i tuoi sogni, ma cerchiamo di essere un Po meno liberi» disse indicando i miei vestiti «puoi essere te stessa ma magari con vestiti un po più lunghi»
Aspetta… mi ha appena detto quello che credo? Sono libera? Niente più vestiti fuori moda, stupide trecce e trattenersi dal dire quello che penso? Non riuscii a trattenermi dall’urlare e dal saltare per la gioia.
«Grazie, grazie!» gli saltai addosso «non ti sarò mai grata abbastanza per questo!» in realtà avevo una mezza idea. Era da tanto che volevo fare una cosa, misi la mano sinistra tra i suoi capelli, avvicinai le mie labbra alle sue e lo baciai. All’inizio non rispose al bacio ma alla fine cedette. Muoveva le labbra in armonia con le miei, era un bacio dolce ma volevamo entrambi di più. Percorsi con la lingua il contorno del suo labbro inferiore, facendomi accogliere da lui. Il bacio divenne profondo, il respiro sempre più affannoso, erano anni che volevo queste labbra, erano anni che volevo la mia vendetta.
Dario
Questo profumo mi fa impazzire, le sue labbra mi fanno impazzire, tutto di lei mi fa questo effetto, la desideravo con tutto il cuore. Le sue labbra morbide come il burro erano poggiate sulle mie, è sbagliato, lo so, ma era stata lei ad iniziare e come avrei potuto resistere a quelle labbra che sanno di ciliegia, a quel profumo di pesca. Ad un tratto si staccò da me, era una tortura stare lontano da quelle delizie, mi avvicinai ma lei mi bloccò. Mi mise una mano sul petto, mi fece indietreggiare lentamente fino ad arrivare fuori dalla sua stanza, mi sorrise e chiuse la porta.
Ma cosa era appena successo? Ci siamo baciati! Cazzo non doveva succedere. Andai in camera e mi stesi sul letto, il mio sguardo si posò su una foto, c’eravamo io e Simone con un gruppo d’amici, mi avrebbe ucciso se avesse saputo la verità.
Sono passati quattro giorni da quando Katlin mi ha baciato e tutto è come prima, come se niente fosse successo, tranne il peggioramento del suo carattere. Era stato un errore, niente di più, le cose non sarebbero mai cambiate ed era giusto così. Dovevo fare una lista dei perché era stato un errore: punto uno, due anni fa “era necessario che fosse il punto principale”, punto due, era la sorella del mio migliore amico, punto tre, l’avevo vista crescere “forse anche troppo”...
«Pronta per domani?» è sul divano con solo una mia felpa, mi vuole far impazzire ne sono sicuro.
«Assolutamente! Non vedo l’ora di iniziare i corsi» da quando mi aveva svelato il perché era a Milano non faceva altro che parlare di moda e soprattutto commentava i miei vestiti fatti di materiali ecologici. Che c’era di male nel voler aiutare la natura?
«Vuoi che ti accompagni?»
«No mi accompagna Alex, anzi mi sono dimenticata di dirti che viene a dormire qui stasera» mi sentii bruciare lo stomaco.
«Non dormirà qui!»
«Te l’ho detto solo per avvisarti, non per chiederti il permesso»
«Questa è casa mia!»
«Nostra! Se non rimane lui qui vado io da lui» punto quattro, era fidanzata.
«Per essere una fidanzata baci molti ragazzi»
«Siamo una coppia moderna» disse alzando le spalle. Altro che moderna. Ero tentato di farle una bella predica ma suonarono alla porta, era Alex, ti pareva. Aspetta un attimo, ora che ci penso…
«Tu eri in discoteca!» entrambi sbiancarono.
«E se anche fosse?» disse Katlin evitando il mio sguardo.
«Potrete essere la coppia più moderna del mondo ma non penso che ti lasci baciare un altro davanti a lui e soprattutto quando sei uscita non ti ha seguito, eri sola»
«Non vuol dire niente»
«E se ti fosse successo qualcosa?»
«Non ho mica tre anni»
«Secondo me si!»
«Ora basta!» esplose Alex « È vero non sono il suo ragazzo, sono gay»
«Sei un brutto bastardo traditore!» urlò Katlin.
Aspetta, loro non sono fidanzati e per di più lui è gay? Ma che sta succedendo? È come se un peso invisibile si fosse tolto dal mio cuore, non riuscii a trattenermi dal ridere. Katlin era lì con il broncio e le braccia incrociate mentre Alex cercava di farla calmare.
«Perché mi hai mentito?» dissi asciugandomi le lacrime.
«Non lo so!» disse nervosa.Non lo sapeva?
«Sei proprio una bambina» ricominciai a ridere «Alex puoi rimanere, io vado a lavoro. Buonanotte Kitty» le sfiorai il naso con un dito ed uscii.
STAI LEGGENDO
Yin&Yang
Teen FictionKatlin ha un sogno e per realizzarlo farebbe di tutto, compreso mentire a suo fratello ed andare a vivere con il ragazzo che le ha rovinato la vita. Riuscirà Katlin a realizzare il suo sogno, diventare stilista? Dario riuscirà a ritrovare la vecchia...
Capitolo 3
Comincia dall'inizio