Tutti gli altri erano sparsi qua e là per il tavolo, che chiacchieravano tra di loro.
Al momento, nè il preside, nè i professori si erano fatti vedere e i ragazzi cominciarono a spazientirsi.

Peter si guardò intorno, poi si girò verso lo scalino riservato ai loro superiori.

«Ma dove saranno tutti?» chiese a nessuno in particolare.

Nat, seduta alla sua destra, gli rispose.

«Vorranno fare un'entrata d'effetto. Ho sentito dire che il preside ama farsi notare»

Steve roteò gli occhi al cielo, scettico.
Lo sapeva che quello era un posto per le persone appariscenti.

Passarono pochi secondi, e improvvisamente tutte le luci si spensero. Nella mensa, calò un silenzio tombale.

Quill cercò di sdrammatizzare, sembravano tutti tremendamente spaventati.
Era solo un piccolo blackout, perché tanta paura?

«CHI HA SPENTO LA LUCE!?» urlò.

Dal buio, risuonarono diverse risate.
Come suo solito, Peter volle farsi notare da tutti.
Stava per riaprire bocca, ma un tuono improvviso lo colse alla sprovvista e si zittì.

Un lampo illuminò nuovamente la stanza e, per pochi secondi, si poterono notare sette figure in piedi, ognuna davanti ad una sedia, sullo scalino dei professori.

I lampadari tornarono a brillare, così da permettere ai ragazzi di osservare meglio i sette adulti.
Quello al centro era sicuramente il preside, e al suo fianco stavano i due professori più importanti.
La donna alla sua sinistra doveva essere una sorta di vicepreside.

Gli occhi dei ragazzi erano tutti puntati su di loro.

«Visto, te lo avevo detto che amava le entrate trionfali»
bisbigliò Natasha all'orecchio di Peter, senza distogliere lo sguardo dalla corte.

Ma in che razza di scuola sono capitato? Forse sarebbe stato meglio se avessi dato retta a Ned.”
pensò il ragazzino.

«Buonasera ragazzi.»

La voce del preside risuonò in tutta la stanza. Ci fu addirittura un piccolo eco.

«Io sono il preside Fury e loro sono i vostri professori, come avrete intuito»

I prof. si presentarono uno a uno.
La vicepreside si presentò come Maria Hill, e l'altro uomo vicino al preside, come Phil Coulson.
Lei era la prof.ssa di Matematica, e lui il prof. di Lettere.

«Come sapete, qua apprenderete molte più cose sul mondo che ci crsconda, a differenza dei ragazzi al di fuori di questo college.» continuò Fury.

«Esigo da tutti voi un comportamento rigoroso, e il primo che oserà infrangere il regolamento, verrà espulso.»

Tony deglutì.
Sapevano tutti che era famoso per le sue numerose bravate a scuola, ma per fortuna, non aveva mai corso questo rischio. Fino ad ora, almeno.
Sapeva benissimo che avevano bisogno di lui quindi, forse, era al sicuro.
D'altronde, era un genio. Non potevano negarlo. E poi, se lo avevano selezionato, c'era un motivo.

«Ora, ho un annuncio da farvi...»

I ragazzi rimasero tutti sulle spine.
Cosa c'era ancora di tanto misterioso?

Sentiamo cosa ha da dirci questo sbruffone”

Pensò Steve, incrociando le braccia al petto e appoggiandosi allo schienale della sedia.
Irrigidì la mascella.

«La verità è che questa è una scuola di spionaggio, e voi siete stati selezionati uno a uno in base alle vostre capacità fisiche e al vostro intelletto.»

Eh? Io? Una spia? Ma che, scherziamo?!”

“Mitico!”

“Ci sarà da divertirsi”

Questi furono i primi pensieri che scattarono nella mente di alcuni dei venti ragazzi, sentita la notizia.
C'era chi era spaventato e chi invece ne era entusiasta.

Si alzò un leggero mormorio nell'aria, ma il preside si schiarì la voce e attirò ancora l'attenzione degli alunni.

«Gli allenamenti di combattimento saranno tenuti dall'agente May, arrivata per voi direttamente dallo S.H.I.E.L.D»

Una donna non tanto alta, si fece notare alzandosi in piedi.
Aveva dei tratti orientali e i capelli scuri,  che le arrivavano poco più in basso delle spalle.

Il preside continuò

«Cambiando discorso, non sarete gli unici qua dentro. Ricordo che siete solo del primo anno. La prossima settimana, arriveranno gli studenti più grandi.
Detto questo, più tardi finita la cena, vi daremo gli orari delle lezioni, e dopo sarete liberi di andare. Ora godetevi il cibo e rilassatevi»

Rilassarsi? E come?!
Avevano appena scoperto che sarebbero diventati tutti spie e non avevano nemmeno avuto scelta!
Per di più, non potevano dirlo nemmeno ai loro genitori.

Superato il trauma, i ragazzi cominciarono a mangiare e ripresero a chiaccherare.
A Wade sorse un dubbio.

«Ma, se non siamo gli unici... Dove dormiranno gli altri? Voglio dire, io ho visto solo i nostri dormitori.» domandò tra un boccone e l'altro.

Gli rispose Pietro, che precedentemente aveva avuto il tempo di osservare la cartina.

«Nell'ala Ovest del college» disse senza alzare gli occhi dal piatto.

«E possiamo andarci?» continuo l'altro curioso.

«No»

«Perchè?»

«Se proprio vuoi saperlo, chiedilo a lui.»

Con un movimento della testa, fece capire che si stava riferendo al preside.

Wade spostò lo sguardo verso destra e lo guardò. Stava scrutando ognuno di loro con l'unico occhio buono che si ritrovava.
Il ragazzo sentì qualcosa di freddo scendergli lungo la schiena, quel tipo metteva i brividi.

«No grazie» disse.
Poi tornò a consumare il suo pasto.

Arrivò la fine della cena, e a ognuno dei ragazzi venne consegnato un tagliandino con gli orari. In quanto i libri, gli avevano già acquistati in precedenza.

Dopodiché, chi prima chi dopo, tornarono tutti nelle loro stanze.

Steve se ne andò per primo.
Era stanco di tutto quel mistero, di tutta quella appariscenza persino da parte degli insegnanti.
Lui non voleva diventare un agente;
Voleva passare una vita normale, tranquilla. Ma a quanto pare, non poteva più farci nulla.

Arrivò i  camera e si spogliò, rimanendo in boxer e infilandosi una semplice maglietta bianca.
Si stese nel letto, e si voltò verso il muro.
Chiuse gli occhi, addormentandosi poco dopo, immaginando l'anno che avrebbe dovuto affrontare.

Poi, l'ultima immagine che la sua mente gli concesse prima di cadere tra le braccia di Morfeo, fu quella di Tony.

Per fortuna si addormentò così, ignaro di quello che sarebbe successo quell'estate, a uno di loro.








College/Stony/Where stories live. Discover now