Parte 1

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Sono passati quasi 9 anni, o direi per precisione di non ricordare quanto è passato. Oggi ho 17 anni e sono stata adottata solo a 8 anni. A 8 anni la vita correva velocemente in alcuni momenti, in altri...beh, non passavano mai. È sempre così la vita, è sempre piena di sorprese. Sono praticamente nata in un istituto perché non ricordo un momento passato fuori se non con i miei compagni di gioco, era veramente dura li la vita...così dura che, per fino io che facevo la dura, alla fine crollavo in un mare di pianti pregando qualcuno di uscire da lì. Ma non serviva a niente alla fine l'unica cosa che guadagnavo stando lì alla finestra è la punizione di stare fuori col cane e con la neve, con addosso solo un pigiama di cotone. Era dura andarsene a letto, perché dalla paura ti svegliavi con un letto bagnato e ti ritrovavi nella lavanderia a subirti delle minacce, che ovviamente da bambini che eravamo, ci credevamo. Con la paura che quando ritornavi nella stanza sapevi già che ad aspettarti c'era una istitutrice con la cintura che ti avrebbe preso a calci e con la cintura perché avevi fatto tardi per colpa della pipì. E come fai a dimenticare?? Succedevano ogni giorno, ogni fottuto giorno. La nostra tranquillità era la scuola, dove facevamo un sacco di casini e dove correvamo liberi per la scuola. Poi arrivava il pranzo...e chi lo voleva fare?? Ma se non mangi ti mettono la faccia dentro e dopo altri calci. Io la solita ribelle, non volevo mai stare ai loro comandi e infatti ero sempre piena di lividi alle gambe e sulla pancia diciamo in quella zona. Cazzo ormai non sentivo più nemmeno il dolore...ormai ero indifferente a tutte le emozioni, ormai dolore lo mischiavo col piacere, ormai mi ero abituata, ci andavo rassegnata a prendere le botte, tanto la pipì non la potevo fermare, lottare??non potevo smettere di lottare contro le ingiustizie di questo genere. Ormai non mi importava più della mia vita, di essere adottata i meno o di uscire da quel posto. Non avevo emozioni anzi avevo solo l'odio verso tutto e tutti. Ho rifiutato un botto di famiglie...tantissime, che mi portavano a casa loro, ma io non provavo affetto verso di loro. Poi un giorno la direttrice vedevo che si stava avvicinando a me e pensavo fosse una cosa bella perché lei mi portava a svagarmi a casa sua o per negozi, io lo consideravo come premio, ma quel giorno non era una bella notizia, quel giorno mi ha chiaramente detto "o li accetti o ti arresto" non ci ho dormito la notte, credevo a quello che diceva e avevo paura del carcere, allora accettai ma non mi sono mai affezionata alla famiglia, ci sono stata malissimo quel giorno, forse lo ha fatto per darmi una possibilità in modo severo, perché stavo già crescendo e poi non avrei più avuto nessuna possibilità...rimarrà sempre nella mia testa quella frase.
Ma accettai e arriva questa famiglia, io sono già stata con le altre famiglie e l'ultima mi ha maltrattato prima che Io accettassi di essere adottata da loro, non potevo lavarmi o farmi una doccia perché c'era la loro figlia al primo posto e io dovevo essere lo scarto di quella famiglia. Dato le condizioni mi hanno riportato di nuovo in istituto. Quella volta pensai subito che cosa mi faranno questi ora? Non mi sono mai più fidata di nessuno perché ero sola e lo avevo capito. Mi affezionai a papà era dolce invece a mamma non mi sono mai riuscita ad affezionarmi. L'ultimo giorno all'istituto io dovetti salutare i miei amici, i primi erano Vova e Bogdan amici di sventura ma soprattutto fratelli di vita, io stavo malissimo sapevo che non li avrei mai più rivisti, ricordo ancora i loro ultimi sguardi, sguardi vuoti, rassegnati. Io appena mi misi in macchina mi girava tanto la testa, ma volevo guardare fuori dal finestrino dell'auto

La forza di lottareWhere stories live. Discover now