Parte 1

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No, non è come pensi: dopo 4 anni di patente sono stato fermato per la prima volta dai carabinieri (tecnicamente, 4 volte in due sere, ma andiamo con ordine).


Venerdì 20 aprile, vado ad Avezzano dalla mia ragazza.
La sera rientro: superstrada, Smart che fissa a 110 va quasi in ebollizione, tutto regolare. Esco a Broccostella e all'improvviso incrocio un posto di blocco.
Paletta, accosto.


«Buonasera. Usava il cellulare?»
«Buonasera. No no, anzi un attimo che metto in pausa la musica.»
«Quindi non lo usava?»
«No. Guardi, per quanto voglia bene alla mia ragazza, non metto in pausa Willie Peyote per una chiamata o un vocale...»
Mi guarda. Sembra non capire.
«Willie Peyote, un rapper...»
Mi guarda brutto.
«Sa, fa critica sociale, è abbastanza bravo, glielo consiglio...»
Mi guarda ancora peggio.
«A me piace Albano. Ora possiamo passare alle cose serie?»
Annuisco. «Certo, ci mancherebbe.»
Mi guarda. Lo guardo.
Sorrido. Lui no.
Lo guardo. Mi guarda.
Grilli in sottofondo.
Nel frattempo cambiano le stagioni.
Mi viene in mente "Alice guarda i gatti e i gatti guardano le alici", che non era di Albano ma ci sarebbe stata da dio come sottofondo musicale.


«Beh, mi da o no la patente e il libretto?»
«Ah, si, certo. Scusi eh, ma è la prima volta che mi fermano per un controllo e non sono pratico. È come se stessi perdendo una specie di verginità con lei. Non ne è felice?»
Sento già le manette ai polsi.
Mirko statte zitto che sennò stasera perdi pure quella anale, di verginità...
«Lei ha bevuto?»
«No no, solo uno Coca Cola al bowling. E lei?»
«Non mi fido, scenda.»
Vaglielo a spiega che so coglione di mio. Faccio prima ad accontentarlo...


Scendo. Palloncino. Soffio. 0. È nuovo, lo puoi incarta e te lo tieni per il prossimo che fermi.
«Gliel'avevo detto! Queste so le bollicine della Coca che mi danno alla testa. L'alcool lo reggo meglio, si fidi.»
Mi guarda male.
Boh, avró incontrato quello che fa il cattivo negli interrogatori.


Torno alla macchina. Do la patente. Non trovo il libretto. Mai visto un cruscotto più grande. Quanta cazzo di roba c'è li dentro non lo so, manco il gonnellino di Eta Beta. Più grosso della Smart stessa: non è una macchina, è un cruscotto abitabile.
«Ma sa come è fatto il libretto?»
«Certo, mi sembra ovvio.»
«E quindi?»
«Eh quindi niente, non lo trovo.»
Spiego al volo che è la macchina di mamma e intanto sudo freddo.
Smadonno. Trovo sto cazzo di libretto, strizzo via il sudore dalla maglia mentre loro controllano quello che devono controllare e me ne vado.


«E mo andiamo a casa, che c'ho sonno.»
Se, magari...

P.S. Piccola storia già pubblicata su Facebook un anno fa. Seconda parte online qui dopodomani, iscriviti per attivare le notifiche!

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⏰ Last updated: Apr 29, 2019 ⏰

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Come ho perso la mia verginitàWhere stories live. Discover now