312 OLIVERA AVE; PARTE UNO (T-BAG)

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So per quale motivo è qui.

Mi sta cercando perché, dopo essersi appartata con me, la ragazza dalla pelle ambrata non ha più fatto ritorno, ed ora pretende delle spiegazioni approfondite, e per sicurezza deve avere portato con sé i rinforzi.

E per quanto riguarda il ragazzo incappucciato, è un altro problema non affatto indifferente, perché si tratta del piccolo Michelangelo.

E se lui è qui, può significare solo una cosa: quel gorilla di Burrows, Sucre e Bellick non devono essere troppo lontani.

Anzi.

Potrei sbagliarmi, ma ho quasi la certezza assoluta che abbiano stipulato una tregua momentanea per assicurarmi alla giustizia e spartirsi i quattro milioni di dollari che mi sono rimasti.

Rientro in camera, soffocando a stento un'imprecazione per non svegliare Nicole: non voglio vederla, non voglio parlarle, non voglio sentire la sua voce, e soprattutto non voglio un altro problema.

Sono già abbastanza nella merda fino al collo, senza che si aggiunga anche lei alla lista.

Jimmy aveva perfettamente ragione a dire che non riesco a stare lontano dai guai per un arco superiore ai cinque minuti, ma sono ancora profondamente convinto che sia una cosa reciproca, che anche i guai non siano in grado di stare per troppo tempo lontani da me.

Apro il secondo cassetto del comodino, studiando con attenzione il suo contenuto: un foglio di carta stropicciata, su cui sono scarabocchiate delle parole in penna nera, e due pistole cariche, pronte all'uso.

Prendo in mano il foglio e leggo a bassa voce le istruzioni che ho ricevuto con estrema cura, e che mi sono state ripetute più volte, affinché si imprimessero nella mia mente.

'312 Olivera Ave. Secondo Piano- Porta Rossa'.

Devo raggiungere l'edificio corrispondente a questo indirizzo, entrare nella porta rossa e salire al secondo piano: un compito semplice, lineare, pulito.

Peccato che sia semplice solo da esporre a parole.

Vengo colto alla sprovvista dal rumore di una sirena che riempie l'aria, seguita da una voce femminile che recita un messaggio in spagnolo; ed anche se non parlo fluidamente questa lingua, capisco che si tratta dell'allarme antincendio e che bisogna abbandonare subito la propria camera per sgomberare l'edificio il più in fretta possibile.

Non sono uno stupido.

So perfettamente che questa non può essere una coincidenza, e sono pronto a scommettere di nuovo qualunque cosa che dietro l'allarme antincendio si nascondono Scofield ed uno dei suoi piani da genietto precoce: ormai è chiaro come la luce del sole che lui e gli altri vogliono incastrarmi e spedirmi a Fox River, ma non sanno che ho un asso nella manica pronto a ribaltare le carte in tavola.

Lancio un'occhiata in direzione di Nicole, che non si è mossa neppure di un millimetro, e decido di non svegliarla.

Non voglio altri problemi.

Prendo le due pistole, nascondendole nelle tasche dei pantaloni, raccolgo in fretta il mio zaino ed esco dalla camera, chiudendola a chiave; scendo nell'atrio, esco dalla reception e mi guardo attorno prima d'imboccare una strada piuttosto trafficata, procedendo a passo sicuro, ripercorrendo mentalmente le istruzioni che il misterioso uomo mi ha dettato a voce, prima di scriverle sul pezzo di carta.

312 Olivera Ave.

Secondo piano.

Porta rossa.

Livin' On A Prayer; Prison Break (✔️)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora