«Tanti auguri Alessia.»

Finalmente Luca le tolse le mani dagli occhi, facendoglieli aprire.

La vista del mare con la luna riflessa in esso la fece rimanere senza parole.
Si avvicinò alla battigia, lasciando che l'acqua le bagnasse i piedi liberi dalle scarpe, sentendo la sensazione della sabbia sotto di essi.

«È bellissimo.» riuscì solo a dire rimanendo estasiata da tutto ciò.
«Mi dici sempre che ti manca il mare, spero vada bene come regalo.» disse Luca guardandola con un sorriso.
«Non potevo chiedere di meglio, grazie Luca.» affermò Alessia lanciandosi direttamente tra le sue braccia che prontamente la strinsero insieme a un largo sorriso che si formò sul viso del ragazzo.

***

«Sai... A volte mi sento tremendamente sola a Bologna.»

La voce bassa di Alessia si perse nel silenzio che si era creato da diversi minuti.

Seduti con i piedi nella sabbia, poco lontani dal mare.
Il più alto spostò lo sguardo su di lei «Come mai?» 

«Non lo so.» scrollò leggermente le spalle «Mi sono sempre chiesta perché non vivo al mare, ci vado talmente poche volte che quelle poche volte in cui vado, vorrei restarci per sempre.»

«Ti ricorda tuo nonno vero?»

Rimase in silenzio, continuando a guardare le onde scure davanti a sé.
Poi annuì.

«Quando ero piccola e andavamo al mare glielo chiedevo, con in mano un salvagente» rise malinconicamente.
«Ale.» la chiamò lui, facendola girare verso di lui «Non pensare a quelle cose, ti fanno solamente stare male.»
«Tanto anche se impari a galleggiare non ci salva da un bel niente Luca.» borbottò lei disegnando cose astratte sulla sabbia.
«Ma non stai affogando Ale.» le prese una mano «Siamo qui per aiutarti lo sai, se hai un problema noi ci siamo.» la guardò dritta negli occhi.
Anche lei lo guardò per qualche secondo per poi accennare un sorriso «Scusa, hai ragione e vi ringrazio per questo.»

Sorrise anche lui, portando il braccio sulle sue spalle, come a farle sentire, a farle capire che ci teneva davvero a lei.


Ed era davvero così.

«Però ora ti va di fare a me un regalo?»

Spostò la testa dalla spalla del ragazzo, rivolgendo al ragazzo uno sguardo interrogativo mentre si allungava a recuperare la sua chitarra e porgendola alla ragazza.

«Luca dai.» lo riprese con tono ironico, imbracciandola però come se fosse l'ultimo giorno in cui poteva farlo.
«Me lo hai detto tu, il giorno del tuo compleanno ti concedi di suonare e cantare la canzone che ti ha dedicato tuo nonno.»
«Ma il mio compleanno è già passato.» 
«Non tentare di sviare, è passato solo da un quarto d'ora.» ribatté lui facendola sbuffare seguita da una risata.
Lo guardò qualche secondo come a chiedergli se fosse davvero sicuro di volerla sentire.
La mano di Luca raggiunse la sua, annuendo prima di lasciarla e permettendole di farla avvicinare alle corde.
La sua mano si mosse leggermente incerta vicino alle corde costringendola quasi a farle fare quel respiro profondo per calmarsi, chiudendo gli occhi.

«Respiri piano per non far rumore
Ti addormenti di sera
Ti risvegli con il sole
Sei chiara come un'alba
Sei fresca come l'aria.»

La canzone di Vasco Rossi, risuonava nella spiaggia, Alessia che la cantava, Luca si ritrovò a cantare il labiale per evitare di superare la sua voce.

«Diventi rossa se qualcuno ti guarda
E sei fantastica quando sei assorta
Nei tuoi problemi
Nei tuoi pensieri
Ti vesti svogliatamente
Non metti mai niente
Che possa attirare attenzione
Un particolare
Solo per farti guardare.»

La osservava mentre cantava, man mano la potenza nella sua voce aumentava, non sbagliando una nota, sia nella melodia che nelle parole cantate.
I suoi occhi erano chiusi, riuscendo comunque ad esprimere tutta la passione che ci stava mettendo e le emozioni che la travolgevano.

«E con la faccia pulita

Cammini per strada mangiando una mela coi libri di scuola

Ti piace studiare
Non te ne devi vergognare

E quando guardi con quegli occhi grandi
Forse un po' troppo sinceri, sinceri
Si vede quello che pensi
Quello che sogni.!

Il corvino ripeteva nella mente queste parole che per anni lo avevano accompagnato, ritrovandosi a pensare al testo, ritrovando tutte le caratteristiche di Alessia in quelle parole.

Suo nonno aveva già capito che persona sarebbe diventata.

«E tutto il mondo fuori .» le ultime note si persero nel rumore delle onde insieme alla voce di Alessia.
Riaprì gli occhi, lucidi, guardando prima davanti a sé e poi Luca.
Stava sorridendo, con gli occhi lucidi, ma sorrideva, sorrideva davvero.

E Luca, in quell'esatto momento, pensò di essersi innamorato.

Come stelle ad agostoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora