80. Omofobo nun te temo

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Avrebbe voluto chiedergli un sacco di cose, a cominciare da come aveva fatto a riportare Simone a casa senza che nessuno se ne accorgesse (si era risvegliato nel suo letto) e con quale incantesimo di persuasione aveva fatto credere ad allenatore e compagni che il giorno prima Simone avesse partecipato all'allenamento quotidiano (tutti ne sembravano convinti).

Simone era sicuro che non avrebbe risposto a queste domande.

Però doveva provarci.

Anche perché era l'unica cosa che non gli aveva vietato di fare.

Prese il telefono e, con una sensazione di disgusto che gli rimestava lo stomaco, lo chiamò.

Il tono di Marco era allegro e squillante. «Ah, mi aspettavo questa chiamata!»

«Qual è il tuo scopo? Perché hai fatto l'eroe con Claudio?» lo interrogò a bruciapelo Simone.

«Non sono fatti tuoi.»

«Vuoi far innamorare anche lui?»

Marco rise. «Ti dirò la verità: il mio coinvolgimento in quei termini non era preventivato... ma potrebbe rivelarsi una buona mossa. È un osso duro, Claudio...»

Un osso duro? In che senso?

«Stamattina è venuto a trovarmi in ospedale, sai?»

«E cosa ti ha detto? Come sta? È sotto shock?»

Perché gli sto facendo queste domande? Non potrò mai avere risposte sincere, da lui.

«Lo sai che Claudio è una pellaccia, sta benissimo. Quanto a quello che ci siamo detti... indovina? Non sono fatti tuoi.»

«Ti odio...»

«Non mi ami più?» Marco emise un lamento, una specie di piagnucolio. «Mi rendi triste, se non mi ami più...»

Simone cercò di ignorare le prese in giro. «Chi era l'aggressore? Un tuo complice? Uno a cui hai fatto un incantesimo?»

«Questo posso anche dirtelo. È stato piuttosto semplice: ho scandagliato Facebook in cerca di tifosi scontenti del coming out, ne ho scelto uno che mi sembrava particolarmente frustrato, solo, con una vita squallida. È bastato suggestionarlo un po', forse non sarebbe servito neanche un incantesimo persuasivo, sarebbe bastato parlarci.» Fece una risatina, sembrava estremamente divertito.

«Hai messo in pericolo la vita di Claudio per...»

«La vita di Claudio non è mai stata in pericolo. E non lo sarà mai, su questo tranquillizzati.»

«Come faccio a tranquillizzarmi?!» sbottò Simone.

Era ovviamente una domanda retorica, ma l'altro rispose. «Non lo so, ma fallo. Ricomincia a bere, l'alcol è un buon depressivo. Magari finisce che ti ammazzi e mi risolvi un problema.»

Simone prese un paio di respiri. «Quindi questo era l'ultimo incidente? L'ultima cosa brutta che capiterà a Claudio?»

Marco rimase in silenzio.

«Me l'avevi promesso!» protestò Simone.

Marco rise. «Credi che io agisca per onorare promesse fatte a te?»

«Cos'altro vuoi fargli?»

«Non lo so. Probabilmente nient'altro. Tanto non servirebbe, ormai l'ho capito...»

«Non servirebbe a cosa?! Perché?!» Simone stava gridando nel ricevitore.

«Non. Sono. Fatti. Tuoi. Punto.»

L'ultimo evocatore - [Desiderio, volume 2]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora