Sollevo le spalle e ne sorseggio il primo goccio; mi brucia la gola, lo stomaco. È magnifico immergere i dispiaceri qui dentro.
« Il vento della disperazione, John. Tu come stai? »Alla mia domanda gli vibra il petto per una risata sconnessa.
I suoi piccoli occhietti sono concentrati sul suo lavoro. Dev'essere triste dover venire ogni giorno, in questo posto buio.
« Come vuoi che stia? Come un uomo che non sa più cosa fare della propria vita. »È la risposta che immaginavo.
Finisco in un sorso il resto del contenuto del bicchiere e lo invito a prepararmene un altro. Nel frattempo mi racconta di quella che è la sua vita ora, anche se sembra esserne rimasto ben poco, della sua malattia che pian piano si fa strada nel suo corpo, abbreviando la strada verso la morte. E un pò mi rattrista, un pò mi fa ridere.
Alla fine del suo discorso, mi guarda attentamente e mi domanda:
« Tuo fratello... come sta? »« Lui sta bene. Ma non lo sento da settimane. È sempre preso dalla sua ragazza e dal loro bambino. Dovrebbe nascere alla fine dell'anno. » riprendo a bere il mio secondo bicchiere, mentre John mi domanda ancora:
« E tu lo andrai a trovare? »
Scuoto il capo, per poi leccarmi le labbra.
Sarà meglio che non esageri con l'acool. Domani ho gli allenamenti, non posso permettermi di ridurmi in stato pietoso.Sto per andarmene e per pagare il mio conto, quando un urlo spezza il silenzio ovattato del locale.
Sia io che John ci voltiamo nella stessa direzione, e quel che vedo mi sorprende a tal punto che non so cosa fare.
Avalon Green è l'ultima persona che avrei creduto di poter incontrare in un locale del genere.
E sopratutto non in compagnia di Greg, l'ubriacone del posto.
Lui la guarda con aria languida, e lei si allontana come se avesse appena preso la scossa.Dev'essere stata lei ad urlare, perchè la sua espressione è terrificata; gli occhi spalancati a metà tra la paura e il disgusto.
Ha portato le braccia attorno borsa ed è finita contro il bordo di un tavolo.
« Tieni quelle luride mani lontane da me! Hai capito? »Sia io che John ci fiondiamo nella loro direzione, ma lo blocco, lasciandogli intendere che ci penserò io.
Lui si fa da parte e scuotendo il capo torna dietro il suo bancone, riprendendo a pulire i bicchieri e borbottando stizzito.
Detesta quando succedono cose sconvenienti nel suo locale.Mi avvicino verso Avalon, che non si è ancora accorta della mia presenza, anche se non so se le farà piacere sapere che ci sono io a prendere le sue difese.
Greg però mi sta già guardando, e mi sorride, mettendo in mostra i suoi denti gialli.
« Andrews, sei sempre più uguale a tuo fratello! »
La sua voce è roca e sgradevole quasi quanto l'odore che emana il suo corpo.Avalon incrocia il mio sguardo, e come noto con piacere, sembra quasi sollevata nel trovarmi lì.
Le afferro un braccio e la trascino dietro di me, come a voler farle scudo.
« Sta zitto, Greg! Cosa le hai fatto? »Lui ride, ed Avalon trema. Lo sento attraverso le dita che le stringono il braccio esile.
« Nulla le ho chiesto soltanto se mi faceva toccare quel bel culo che si ritrova. Ha la forma di una pesca. »
Avverto il debole lamento che fuori esce dalle labbra della ragazza alle mie spalle. E non so se è per quello o se per la risata squallida di Greg che non ci vedo più dalla rabbia.
Mi avvento su di lui con un grugnito degno di un vero maschio e subito sento le nocche entrare in contatto con il suo naso, da cui comincia ad uscire sangue.
Tanto sangue.
STAI LEGGENDO
Violet
RomanceIl basket è sempre stato la cosa più importante della sua vita. Ha messo da parte ogni cosa per dedicarsi anima e corpo allo sport, persino gli affetti. Capelli rossi come il fuoco e occhi verdi, caratterialmente instabile e problematica, Haven non...
Capitolo 5: Haven
Comincia dall'inizio