CHAPTER ONE

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<<STAI LONTANO DA ME!>> urlò la ragazza, scagliando tutto ciò che le capitava addosso al bambino che, confuso, si avvicinava sempre di più in cerca di conforto.
<<N-noona...>> balbettò il piccolo, continuando a non capire.
<<MAMMA PORTALO VIA! HAI VISTO COSA HA FATTO?>> continuò la ragazza, stavolta rivolgendosi alla donna più anziana che, in silenzio, osservava la scena <<È UN MOSTRO! NON LO VOGLIO QUI! È PERICOLOSO PER TUTTI NOI!>> concluse, in lacrime, accasciandosi a terra e indicando il bambino, che iniziò a piangere più disperatamente di prima. Fu in quel momento che quattro mani grandi e forti afferrarono improvvisamente il bambino e lo bloccarono, per iniettargli un sedativo. Dopodiché il buio.

Yoongi strinse più forte la penna che aveva in mano, cercando di concentrarsi su ciò che stava scrivendo e di scacciare quel ricordo che troppo spesso si riaffacciava nella sua mente.
Torturandosi il labbro, riportò lo sguardo sul foglio, fissando la miriade di parole che vi erano scritte, metà delle quali non ricordava neanche di aver pensato.
Parole dolci, mischiate a parole piene di odio e rabbia, fino a parole che sprizzavano apatia e tristezza da tutte le parti. Si odiava per quel suo problema. Non riusciva a controllare il suo disturbo. Era come se dentro di lui ci fossero tre piccoli omini che si facevano strada con violenza per far prevalere il loro pensiero, e il corpo di Yoongi obbediva, senza potersi ribellare, alla personalità che ogni volta riusciva ad avere la meglio. Solo quando scriveva, che fossero storie, canzoni o anche solo piccole frasi, riusciva a trovare una sorta di pace interiore, in cui solo il vero Yoongi usciva allo scoperto.

Finì di scrivere la canzone in pochi minuti e si appoggiò allo schienale della panchina su cui era seduto per rileggere il testo. Lo rilesse un paio di volte, ma poi accadde. Chiuse gli occhi e fu come se qualcuno gli avesse afferrato entrambe le mani per insinuarsi in lui e rivoltarlo come un calzino. Quando la sua personalità veniva fuori in questo modo, Yoongi tendeva ad essere violento, scontroso, rude e sadico, completamente privo di empatia verso chiunque.

Il ragazzo fissò il foglio che aveva tra le mani e, con un sorrisetto malvagio sulle labbra, iniziò a ridurlo in mille pezzi, immaginando la reazione che avrebbe avuto una volta tornato in sé e divertendosi come un bambino in un luna park. Mentre continuava la sua opera, vide avvicinarsi il dottor Choi, lo psicologo che lo seguiva da quando, molti anni prima, era stato rinchiuso in quella clinica, affiancato da due ragazzi che Yoongi odiò fin da subito senza alcun motivo. Giusto per il gusto di farlo.

<<Min Yoongi! Ti vedo davvero impegnato oggi, cosa stai facendo?>> gli chiese il dottore, sorridendo.

<<Nulla che la riguardi>> borbottò in risposta, fissando il ragazzo che tra i due sembrava più giovane. Lo infastidiva. Tremendamente. Aveva un sorriso troppo allegro e innocente stampato su quel volto da maialino, e i capelli rosa e le manine piccole e paffutelle rendevano ancor di più l'idea. Era a dir poco disgustoso.

Il dottore sospirò, ignorandolo e alzando gli occhi al cielo.

<<Signor Min, lascia che ti presenti questi ragazzi. Lui è il dottor Park Seokjin>> disse l'uomo, indicando il ragazzo alto e biondo alla sua sinistra <<è stato appena trasferito dalla clinica di Busan e d'ora in poi ti seguirà al mio posto. Mentre lui>> proseguì, riferendosi stavolta al giovane maialino <<è Park Jimin, suo fratello, che sostituirà Seokjin nei momenti in cui non potrà essere presente a causa dei corsi per i tirocinanti.>>

Entrambi i ragazzi sorrisero ancora di più, facendo venire il voltastomaco a Yoongi, che sbuffò e inarcò un sopracciglio, fissando il trio con aria scettica.

<<Questi due ragazzini dovrebbero essere in grado di curarmi? Seriamente? Passi per il gorilla spilungone, ma il maialino avrà si e no 15 anni. Se non ce l'hai fatta tu, dottor Choi, dubito che un paio di studenti alle prese con il loro primo paziente ne saranno capaci >> disse, con una smorfia di disgusto che andava disegnandosi sul suo volto mentre fissava Jimin, il quale abbassò lo sguardo smettendo di sorridere. Sembrava ferito nel profondo, e Yoongi, soddisfatto, capì di aver colpito un tasto dolente dandogli del maiale incapace. <<Ho 20 anni...>> balbettò il ragazzo, arrossendo.

Yoongi lo fissò per dei secondi che parvero interminabili, poi scoppiò a ridere.

<<Dovrei essere seriamente curato da un moccioso? Non sono mica un bambolotto o roba simile!>> rispose, scuotendo la testa <<Non so come la vedi tu, dottor Choi, so che credi di avere sempre ragione, ma non intendo essere l'esperimento di due incapaci. Non sono un giocattolo.>>

Il dottore gli lanciò un'occhiataccia che fece rabbrividire Jimin e Seokjin, ma che non provocò nessuna reazione nel ragazzo, gli fece solo aumentare quel senso di maligna soddisfazione che provava quando sfogava la propria cattiveria su qualcuno.

<<Yoongi, finiscila, questi ragazzi sanno quello che fanno. E tu non sei nella posizione di poter prendere decisioni qui dentro.>> disse l'uomo, con voce ferma è priva di emozioni. <<Bene, credo di potervi lasciare. Yoongi, contieniti.>> lo ammonì, ignorando gli scimmiottamenti del paziente. Poi si rivolse ai fratelli Park: <<Dottor Park, signor Park, è tutto vostro, aspetto con ansia un resoconto della prima giornata>> detto questo, consegnò la cartella clinica che aveva in mano a Jin, fece un inchino e se ne andò, lasciando Yoongi in balia di quelli che gli sembravano i più grandi idioti sulla faccia della terra.

***

Il sorriso si congelò sul volto di Jimin per poi scomparire quando udì il commento del più grande. Sentirsi chiamare "maialino" dal ragazzo dai capelli neri, quasi blu, gli aveva mai fatto decisamente male. Certo, non poteva aspettarsi molta sensibilità, in fondo, anche se Jimin sapeva tutto di Yoongi, l'altro non aveva idea di chi fosse, non conosceva la sua storia, e inoltre sembrava che, anche se ne fosse stato a conoscenza, il suo comportamento non sarebbe cambiato.

Jimin sperava solo di non essere più nelle vicinanze quando la personalità peggiore di Yoongi usciva fuori. Ne andava della sua stessa salute mentale.

Appena il dottore si fu allontanato, il ragazzo rivolse uno sguardo a Jin, in cerca di conforto. Il maggiore gli sorrise e entrambi si sedettero sulla panchina di fronte a quella su cui sedeva Yoongi.

<<Bene, Yoongi, ti va di parlarmi un po' di te?>> chiese Jin, per alleggerire la tensione.

Il moro distolse lo sguardo, e incrociò le braccia sbuffando.

<<Sai già tutto di me, a che ti serve? È tutto scritto su quella stupida cartellina>> disse il ragazzo, sputando le parole come fossero veleno, e sedendosi sullo schienale della panchina, riafferrando il suo blocco per strapparne un altro foglio, con l'intenzione di farci un aeroplanino abbastanza appuntito da infilarlo negli occhi di uno dei due psichiatri.

Jimin lo guardò impaurito. Non riusciva a capire come un ragazzo all'apparenza così etereo e innocuo potesse contenere così tanto odio. Continuò a seguire la conversazione tra suo fratello e Yoongi, torturandosi le mani, dopodiché decise di farsi avanti.

<<Y-Yoongi...>> balbettò, incerto, senza però essere sentito dal più grande.

<<Yoongi.>> riprovò, stavolta mettendo più autorità e forza nella voce.

I due ragazzi interruppero la loro discussione e si voltarono verso il più piccolo, con aria interrogativa.

<<Yoongi, che c'è scritto su quel foglio?>> chiese timidamente Jimin, guardando il moro negli occhi.

Questo inarcò un sopracciglio, divertito, e, fissando il minore negli occhi, ricominciò a fare a pezzi il foglietto scritto che aveva abbandonato sulla panchina, godendosi l'espressione dispiaciuta del ragazzino.

Jimin arrossì ancora di più, e riabbassò lo sguardo sulle proprie mani, pentendosi di aver fatto quella domanda. In fondo, lui voleva solo essere amichevole. Nonostante tutti i problemi che aveva il più grande, quanto gli costava avere un minimo di educazione o rispetto per chi, come lui e suo fratello, cerva di aiutarlo?

Proprio in quel momento però, un ragazzo alto, dai capelli viola, venne a chiamare Seokjin, che lasciò Jimin in balia di Yoongi.

I due rimasero a fissarsi per un lasso di tempo che al più piccolo sembrò infinito, da una parte Yoongi fissava Jimin in cagnesco, dall'altra Jimin gli lanciava occhiate preoccupate e impaurite di rimando. Poi il moro parlò:

<<Come può un essere umano essere così brutto?>>

SPAZIO AUTRICE

ok belli this is my first book, spero lo leggerete in tanti e spero vi piaccia ❤️



WE'RE ALL MAD HERE - Yoonmin, Taekook, NamjinWhere stories live. Discover now