Altheon continuava ad agitarsi, spostando lo sguardo ovunque tranne che sul fratello. "Non di nuovo. Per favore, non di nuovo..." Mhidarr lo strinse con forza finché la sua voce non si ridusse a un sussurro.
"Ma poi dovrete risolvere da soli i vostri problemi." Nel sentire quelle parole, Uehrud si girò di nuovo verso Sjehar. "Come?"
L'altro era diventato del tutto inespressivo. "Te l'ho detto. L'orco ci ha offerto un patto. La morte del pantera in cambio della nostra promessa di non attaccare la sua gente. E le promesse vanno mantenute. Terremo al sicuro coloro che ci avete affidato per un po', ma troveremo qualcun altro a cui legarci. Mi dispiace, ma se volete l'oasi dovete pensarci da soli."
Per un attimo Uehrud rimase impietrito, incapace di rispondere, e prima che trovasse le parole i kamryn se ne erano già andati, portando i corpi con sé.
Quindi aveva fatto tutto per nulla?
Senza la forza dei loro alleati, non sarebbero riusciti a combattere contro gli orchi. Quegli esseri avevano dimostrato di essere per natura molto più forti di loro, e parevano possedere comunque una forma di magia. Provare da soli a conquistare l'oasi avrebbe soltanto portato a un massacro. Ma non avevano abbastanza cibo e abbastanza acqua per tornare al deserto esterno – e una volta là era probabile che non trovassero comunque un posto dove stare – o anche solo per sopravvivere nel deserto interno più di qualche settimana. Ora, in entrambi i casi, non sarebbe sopravvissuto nessuno di loro.
Quei giorni di guerra erano stati inutili. Il sangue che avevano versato, la morte di Syer, le lacrime di Altheon – era stato tutto vano.
Pensò agli anziani e ai bambini che si erano lasciati indietro, e a come avrebbero atteso invano il ritorno dei loro figli e dei loro genitori. Pensò ai suoi compagni e a come i loro corpi si sarebbero consumati lentamente. Pensò a sua figlia e a come sarebbe morta.
E sarebbe stata colpa sua.
Si allontanò dagli altri centauri, perché, per la prima volta dopo forse decenni, nessuno lo vedesse piangere.
...
Altheon aveva anche perso le forze per muoversi.
Uehrud gli aveva dato il compito di controllare che nessun orco si avvicinasse alla barriera per convincerlo a smettere di cercare Nox e lui non aveva nemmeno provato a ribellarsi, ma tutto quello che riusciva a fare era fissare l'orizzonte senza vederlo realmente e provare a pensare il meno possibile.
Ma non riusciva a eliminare dalla mente l'immagine del corpo del fratello. La consapevolezza che questa volta lo avrebbe davvero perso per sempre era più di quanto potesse sopportare.
Sapeva che era ancora vivo, nonostante tutto, e sapeva anche che stava soffrendo. Non aveva idea di cosa gli stessero facendo, ma lo aveva sentito gridare e supplicare, nella loro lingua.
Ogni volta aveva sentito il cuore sprofondare, ma non poteva raggiungerlo.
E ora sapeva anche di averlo tradito invano. Accettare l'alleanza dei kamryn aveva procurato solo sofferenza e morte senza alcuno scopo.
Le sue azioni avevano ucciso Syer e ora avrebbero ucciso tutta la sua comunità, e infine anche suo fratello. Non poteva esserci perdono per quello che aveva fatto.
Non riuscì più a trattenersi. Senza pensare, si voltò verso Beihir, che lo aveva accompagnato. "Aspettami qui." si limitò a dirgli, e si accorse che gli tremava la voce. Si voltò e svanì oltre la barriera senza aspettare una risposta.
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Il leopardo e la pantera
FantasyAltheon e Nox. L'uno lo specchio dell'altro, separati da un unico dettaglio. Un dettaglio che è la loro condanna. In quello che doveva essere un giorno come tutti, si trovano divisi per la prima volta, soli e vulnerabili. E alla fine, ritrovarsi si...
Capitolo diciotto - Rivelazioni
Comincia dall'inizio