Volli essere sicuro "ma Banner?"

Mi guardò sorridendo "Banner non è più niente. Ha fatto la sua scelta, quando se n'è andato dalla terra, ha deciso di badare a se stesso piuttosto che badassimo gli uni agli altri, come in realtà abbiamo fatto noi tutto questo tempo. Perciò, Paul, non ti preoccupare." mi baciò di nuovo per poi staccarsi dicendomi che gli piacevo, da molto tempo. Sapevo che non era tipa da pronunciare quelle due famose parole e mi accontentai dello sforzo che fece per dire un sinonimo di esse.

Sapevo la vita che mi aspettava, cosa potevamo e cosa non potevamo avere. Certo non che mi aspettassi durasse cosi tanto, ma ad ogni modo la sua natura non l'avrebbe portata fuori dal mondo di spia, cocciuta com'è al voler far del bene per rimediare a se stessa. Avrei dovuto dire addio alla vita che mi ero costruito con il mio congedo. Ammetto però che si, i primi mesi erano stati belli. Avevo conosciuto Helen, eravamo diventati amici ed avevo fatto tante nuovo conoscenze, trovandomi un lavoro normale e una casa tutta mia senza telecamere che fluttuassero per raccattare qualche foto di Anthony Stark che faceva il malandrino.

Poi, però, riflettei che il dover sempre indossare quelle braccia di pelle finta, l'ansia che mi veniva appena qualcuno mi toccava le mani, persino con le donne, credevo che da un momento all'altro, si sarebbero accorti della differenza tra la pelle vera e quella sintetica. No quello, in quel momento, quello ero io. Una spia che non dovesse nascondere niente. Tutti sapevano chi ero, come mi comportavo, i miei pregi e i miei difetti, in quella squadra e nello SHIELD. Io ero Paul dalle braccia bioniche. Però certo, un'altra volta mentre spogliavo Natasha pregai di poter riavere il tatto ma mi accontentai di poter vedere quelle curve che mai pochi avevano visto.

Tutto sembrava perfetto fin quando Jarvis mi chiese se mi andasse di raggiungere Helen in terrazzo, e io declinai con un gesto della mano ordinando che non ci disturbasse più.

Helen

Andammo nella mia stanza in silenzio, quasi in imbarazzo. Cioè io ero in imbarazzo. Era già la seconda volta che portavo Tony Stark in camera da letto, anche se tecnicamente era lui ad essersi autoinvitato, in entrambi le occasioni.

Se me lo avessero detto tempo addietro non ci avrei creduto.

Dopo aver aperto la porta mi sedetti sul letto facendogli cenno di accomodarsi, togliendomi le scarpe. Avevo appena fatto la doccia e mi ero asciugata i capelli un po' svogliatamente, e con la coda che mi ero fatta tutta arruffata, le ciocche umide mi provocavano brividi sulla schiena, in contrasto al caldo che c'era in quella stanza.

In lontananza il vento iniziava a fischiare, come a ricordarmi di abbassare il mio nervosismo.

"sei agitata?" mi chiese accorgendosi del mio sguardo verso le grandi vetrate e accorgendosi del tremolio delle finestre per le folate d'aria al di fuori.

"no, no. Vorrei solo non romperti altri 3000 vetri prima di dover andare in missione" gli dissi aprendo la bottiglia e facendo un sorso a canna "ci siamo dimenticati i bicchieri"

"non importa cosi è più intimo" a quel commento divampai.

"allora sei nervosa perché ci sono io nel tuo letto o per la missione?"

Mi irrigidii, feci un altro sorso dalla bottiglia e gliela passai.

Mannaggia a lui che riusciva a capirmi. Stava diventando irritante il collegamento che fin qualche mese fa avevamo mentalmente. Lui riusciva a capire me e io avevo solamente scovato alcune sfumature di quell'uomo. E questo sicuramente era un punto a suo favore per mettermi in imbarazzo davanti a tutti, o anche da soli, insomma sempre.

"per la missione certo. Non ritenerti cosi importante" alzai le spalle sorridendogli. Di rimando mi sorrise.

"oh oh mi scusi. Stai tranquilla ci saremo noi a proteggerti. Sappiamo come ci si sente, almeno parlo per me. Gli altri, tranne Banner forse, hanno iniziato a fare queste cose e non hanno mai smesso, tranne Steve quei 70 anni a fare il ghiacciolo. Quel che voglio dire è che ci sono nati, per questo lavoro. Io, te, i nuovi ragazzi che si approcciano a questo mondo, non riescono a dimenticare la sensazione che si prova nello scendere in campo" bevve un lungo sorso e guardò la bottiglia "mamma mia ma che Whiskey ottimo, chissà chi l'ha scelto" alzai gli occhi al cielo.

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