"Ti voglio bene papà"

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Alexander quando riaprì gli occhi si rese conto di essere ammanettato su di un tubo, in un primo momento provò a liberarsi ma fu inutile, le manette non erano forzate e il tubo a cui era legato era molto robusto.
Le guardie si allontanarono mentre tre carcerati si avvicinarono armati di coltelli, armi contundenti improvvisate e tirapugni. Appena i carcerati arrivarono di fronte alle guardie uno dei detenuti diede una grossa mazzetta alle guardie dicendogli: <Il signor Dab è compiaciuto della vostra collaborazione.>

I carcerati aumentarono il passo, uno dei tre prese la rincorsa e sferrò con tutte le sue forze un pugno dritto allo stomaco di Alexander facendolo tossire <Quindi sei tu il cieco che dobbiamo pestare! Non c'è divertimento però a colpirti da ammanettato!> disse l'uomo, mentre continuava a dargli pugni.
Alexander sputò del sangue dalla bocca, <Ragazzi, toglietelo da lì!> Urlò nuovamente il prigioniero, mentre gli altri due suoi complici lo sganciarono dal tubo e iniziarono a tenerlo dalle braccia.
Il detenuto che prima colpiva Alexander diede il cambio ad August, il quale con un pugno in piena faccia gli fece volar via gli occhiali
<Non è possibile che tu sia la "bestia d'Europa", guardate bene ragazzi! I giornali lo descrivevano come un empio demone... e invece? Non sei altro che un misero omuncolo.
La polizia dovrebbe smettere di ingigantire i pezzi di sterco come te che incarcera!>

disse August mentre i due si misero a ridere compiaciuti del pestaggio, continuarono ad infierire con pugni e calci.
Alexander riuscì a divincolarsi rimettendosi in piedi, si trovò di fronte ad August a cui diede un pesante calcio verso il diaframma, August si piegò per il colpo ricevuto ricevendo infine un pugno dritto sul naso che si ruppe.

Uno dei due scagnozzi  vedendo la scena accoltellò Alexander al fianco sinistro ficcando la lama più in fondo che poteva, la lama era artigianale e di scarsa manifattura.
Alexander si accasciò per il dolore tenendosi il fianco ferito, August ripresosi dal colpo gli diede due calci dritti allo stomaco, per poi urlare: <Ha bisogno di una bella ripassata! Ammanettatelo nuovamente, è chiaro che non riuscite a tenerlo brutti idioti!>
i suoi scagnozzi, lo alzarono nuovamente per agganciarlo dov'era messo prima.

Per la troppa foga le manette non erano state agganciate correttamente, bastò solamente che Alexander desse un leggero colpo verso il basso per aprirsi, riuscendo così a liberarsi.
Prese le manette in modo che potesse affondare le punte di esse nella carne dei suoi assalitori, si trovava in una situazione svantaggiosa, se voleva uscirne vivo avrebbe dovuto combattere con tutte le sue forze.

Diede una testata colpendo l'uomo alla sua sinistra aprendosi la strada, con la punta di ambe le manette affondò e tagliò per due volte la gola di August, il quale si mise le mani sulla gola ormai tagliata e si inginocchiò per terra mentre il pavimento si tingeva di rosso sangue, Alexander si girò verso gli altri due, i quali cambiarono espressione, il loro viso che esprimeva compiacenza ora si trasformò in un viso terrorizzato.
<Ha ucciso August!!> urlò l'uomo alla destra che agilmente raccolse da terra un pezzo di tubo, il tempo che impiegò per prendere quell'arma improvvisata, fu necessario per Alexander, il quale gli piantò la punta della manetta che teneva sul polso sinistro nella guancia.

Alexander infine diede un calcio all'uomo sull'addome, che colpito si allontanò e la punta strappò la sua guancia facendo vedere entrambe le arcate dei denti, che iniziarono a tingersi di rosso.
L'uomo si mise ad urlare tenendosi la guancia, non si capì se urlasse dal terrore o dal dolore, mentre il suo sangue colava per terra e macchiava le sue stesse mani.
L'ultimo scagnozzo prese il coltello puntandolo verso il ragazzo e tentando di colpirlo.

Menò un fendente che fu scansato e lama del coltello non affondò in direzione del torso, ma procurò un profondo taglio nel braccio destro.
Alexander una volta scansato il fendente prese il polso dell'uomo con cui teneva la lama e mise in leva il polso fin quando non lo slogò, l'uomo lasciò la presa sul coltello e Alexander glielo tolse dalla mano, diede un pugno all'uomo nell'addome facendolo piegare e iniziò a pugnalarlo ripetutamente alla schiena per poi recidergli la giugulare uccidendolo.

          

L'uomo con la guancia strappata si alzò intimorito, con la mano sinistra si teneva la ferita che continuava a perdere copiosamente sangue, iniziò a scappare percorrendo il corridoio cercando aiuto.
Alexander sentendolo scappare prese gli occhiali da terra mettendoseli, successivamente recuperò il coltello dal corpo ancora caldo del detenuto massacrato precedentemente e si diede all'inseguimento, correndo a perdifiato per il corridoio.

L'uomo  vedendosi braccato e col fiato sul collo si girò prendendo il suo coltello dalla tasca destra, si mise in posizione di combattimento provando a intimorirlo e urlandogli con rabbia:
<Stammi lontano! Ti sto avvertendo non mi lascerò massacrare!>
Alexander avanzava velocemente, fin quando non i due non si trovarono quasi faccia a faccia, l'uomo preso dall'istinto di sopravvivenza lo colpì con un affondo che partiva dall'alto verso il basso, che lo colpì dietro la spalla.
Alexander urlò per la rabbia che aveva in corpo e per il dolore, mentre lo tenne fermo dal braccio destro iniziandolo ad accoltellare al petto più volte fin quando non si accasciò morto per terra, mentre Alexander continuava a ripetere:
<Muori! Muori! Muori!>

Quando Alexander tornò in sé vide il cadavere massacrato dell'uomo, i suoi occhi emanavano terrore ancora adesso che era morto.
Alexander gli chiuse gli occhi, mise il coltello in tasca, si rialzò guardando il suo riflesso, nel quale si vide completamente imbrattato di sangue, si guardò entrambe le mani e fece una decina di passi.
Fu visto da un detenuto che vedendolo grondare di sangue chiamò i soccorsi. Alexander cadde a terra svenendo per la fatica.

Si risvegliò e questa volta notò di essere in infermeria, dove vide Jim fischiava ripetutamente per chiamare la sua attenzione.
< Ti hanno conciato per le feste, ti do un consiglio non osare mai più metterti contro la mano!  la prossima volta non te la caverai con qualche ferita!> gli disse con voce fioca mentre Alexander girò la testa sul cuscino ignorandolo.
Mentre Jim continuava a fischiare compiaciuto, dalla porta che dava accesso all'infermeria entrò un uomo anziano che si rivelò essere il mandate dei tre carcerati.

l'uomo iniziò a muoversi verso Jim con passo pesante e marcato <Sta zitto cos'hai da fischiare!> urlò verso Jim che gli rispose: <È in infermeria quel bastardo, lo hanno pestato per bene, così non ci mancherà più di rispetto! Il mio corpo è gioioso nel vederlo qui!>
Il vecchio gli diede uno schiaffo urlandogli contro con tono più aggressivo: <Ha ucciso August tagliandogli la gola, Edmund lo ha pugnalato alla schiena più volte e a Gregor lo ha massacrato. A quest'ultimo gli ha strappato la guancia! Cos'hai da gioire?> Nel mentre Alexander chiamò l'uomo dicendogli con voce debole: <Di grazia mi dia ascolto, non voglio problemi con voi, chiudiamo un occhio sui fatti accaduti, è stato tutto un enorme equivoco...>
L'uomo si girò e andò subito da Alexander.

Egli si mise al lato destro del letto, dove vi era uno sgabello in legno e si sedette lentamente <Tu sai chi sono io?> gli domandò ad Alexander che rispose:
<Non mi interessa chi siete voi, lasciatemi stare e non si farà male più nessuno>
l'uomo gli urlò con tono autoritario: < Il mio nome è Szymon Dąb e sono il capo della cosca nota come la Mano, non permetto a nessuno di parlarmi in questo modo brutto insolente... >

Alexander lo interruppe: < Le ho detto che non m'interessa sapere chi siate voi signor Dąb, dica ai suoi tirapiedi di lasciarmi in pace.>
Szymon stette in silenzio, ad 'un tratto con l'indice e il medio andò a colpire una delle ferite di Alexander < Io non chiudo alcun occhio, non diventerò un anello debole per colpa di un delinquente da quattro soldi come te, io ti farò ammazzare! ristabilirò l'equilibrio che hai distrutto!>
Un dottore entrando allontanò Szymon vedendo cosa stava combinando < Esca immediatamente! Potrebbe causare un ulteriore danno a quelle ferite! Fuori subito!> gli urlò, Szymon tolse le dita dalla ferita, se ne andò dalla stanza dicendo ad alta voce e indicando Alexander < Sei morto!>.

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