3 - Play with fire

Comincia dall'inizio
                                    

-io sono Bakugou Hideki-

Notò un'espressione di sorpresa sul volto di Yamikumu quando si strinsero la mano, poi tornò a sorridere.

-sei qui da solo?-
-si ma non è un problema, casa mia non è molto lontana-
-perfetto, posso lasciarti da solo senza problemi-
-non mi pare di averla vista spesso da queste parti-
-sono qui solo per mio fratello, non sta benissimo-
-oh, capisco... Mi dispiace molto-
-sai ragazzino, faresti bene a non arrenderti con il tuo sogno-
-eh?-
-si... Se vuoi diventare un eroe... Impegnati e diventalo, qualunque sia il problema che ti frena... Puoi superarlo-

Rimase un attimo in silenzio.

-il mio è un problema genetico, essere quirkless fa schifo-
-sai... Per quello ci sono tante soluzioni, ma per adesso non sei pronto-
-che vuoi dire?-
 
Il ragazzo scosse il capo.

-vai a casa Hideki, tuo padre sicuramente si preoccuperà-

Lo guardo andare via, Yamikumu aprì un portale e lo attraversò, si fermò un attimo prima di sparire.

-è stato un piacere conoscerti-

Hideki rimase fermo dov'era, fissando l'ormai svanito portale, chi era quel ragazzo?

Sebbene avesse sempre evitato di parlare con gli estranei, sentiva di potersi fidare, ed in qualche modo credeva che quella persona potesse capirlo molto bene.

**da Izuku**

Era riapparso dove attualmente il suo nomu preferito veniva tenuto nascosto, la creatura sollevò il capo appena lo vide, Izuku gli sorrise passando una mano sul suo muso.

-è passato molto tempo vero Deku?-

La creatura sbuffò.

-forse non ci vorrà molto per tornare a lavorare assieme-

Izuku aveva già pensato a tutto, doveva solo convincere Tomura a farlo rimanere, suo padre gli aveva dato carta bianca ma se suo fratello non cooperava sarebbe stato un grosso problema, l'unico modo per convincerlo era mettere le carte in tavola, chiare e senza rigirarci troppo.

Izuku andò a vedere come stava il nomu sia perché doveva essere certo che fosse pronto all'azione sia perché aveva bisogno di riflettere molto, stava per fare la storia, avrebbe distrutto ogni cosa a cui Bakugou tenesse, e lo avrebbe fatto iniziando dalla sua vita, quella vocina che ogni tanto sentiva, che lo pregava di lasciar perdere, seguita dalle parole di suo fratello ormai l'aveva messa quasi del tutto a tacere, ogni volta che cercava di ricordare almeno una cosa di positivo in Bakugou, tutto lo faceva soffrire, non ricordava nulla se non dolore ed odio, perchè avrebbe dovuto perdonare una persona cosí?

Non era giusto.

Ci sono persone che non possono essere perdonate, errori che non si possono risolvere, e questo era uno di quegli innumerevoli errori.

**da Hideki**

Quando Hideki tornò a casa, non trovò nessuno, i suoi nonni erano usciti per delle commissioni e suo padre, quasi sicuramente, era stato richiamato dall'Agenzia, quindi il ragazzo si chiuse in camera a finire di leggere i suoi fumetti, ma non era stato capace di godersi appieno la storia, l'incontro di prima era rimasto impresso nella sua mente.

Hideki giurò di aver sentito almeno una volta, suo padre  parlare di un ragazzino simile a Yamikumu, decise di investigare nell'ufficio del padre, dove non era mai  entrato per via della segretezza che suo padre voleva mantenere per chissà quale motivo.

L'interno della stanza era molto ordinato, i fascicoli tenuti in ordine come il resto dei documenti, non c'era nessun computer per via della paura del padre nel tenere i file al sicuro, quindi portava a casa solo fascicoli su cui doveva lavorare, Hideki si mise a frugare con attenzione ogni cartella e foglio, ma non trovò niente di rilevante, quando si stava per arrendere, l'ultimo cassetto della scrivania era chiuso a chiave, Hideki doveva o forzare la serratura oppure cercare la chiave, il problema era che non sapeva dove fosse, la soluzione era semplice, bisognava scassinare il cassetto.

Sapeva che era una pessima idea ma voleva provare comunque.

Dopo molto impegno ed imprecazioni il cassetto si aprì, dentro c'erano vecchie foto e qualche quaderno sbiadito, uno di questi sembrava essere stato bruciato da qualcosa, c'era scritto "appunti per il futuro" ma non era la calligrafia di suo padre, lo poggiò delicatamente di lato per evitare di rovinarlo ulteriormente, prese la cartella che suo padre aveva nominato "cazzate psicologiche" dopo averla aperta ne lesse il contenuto, rimase abbastanza sorpreso, era un discorso preparato per un udienza in tribunale, per conto di alcuni vecchi eroi che ritenevano suo padre incapace di essere un eroe, alcuni fogli erano scritti da quella che Hideki aveva ipotizzato essere la calligrafia dell'avvocato di suo padre e l'altra apparteneva a lui.

"Gli avvenimenti che si sono verificati piú di dieci anni fa non sono colpa del mio cliente, è vero che il colpevole ha avuto contatti con lui e si conoscevano ma questa non è una scusa per ritenerlo inadeguato a svolgere il suo compito da eroe"

Suo padre era stato incolpato di qualcosa ma cosa?

Gli altri documenti erano quasi tutti stropicciati o scarabocchiati, le poche note di suo padre erano sfoghi personali dove diceva che aveva fatto tutto il possibile per rimediare ed ancora stava tentando di farlo.

Hideki rimise tutto in ordine quando sentì la porta d'ingresso fare rumore, aveva fatto tutto rapidamente senza che nessuno notasse nulla.

I suoi nonni erano tornati presto.

Il ragazzo si comportò come se niente fosse accaduto, non parlò nemmeno dell'incontro con Yamikumu, pensò che non c'era niente di cui preoccuparsi.

Evil Never Dies •BNHA•Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora