01 - HURT ×Jaeyong×

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Doyoung si tirò in piedi con un sospiro seccato, si spazzolò le ginocchia e rivolse poi lo sguardo all'altro ragazzo. "Chi?" chiese asciutto.

Tra i due non scorreva buon sangue, Jaehyun non aveva idea del perché ma, da un giorno all'altro, avevano iniziato a detestarsi. Aveva provato a chiedere ad entrambi quale fosse il problema, tuttavia entrambi gli rispondevano un'alzata di spalle e un 'Chiedilo a lui.' Dopo mesi che riceveva la stessa risposta decise che, se avessero voluto parlarne, sarebbero andati loro da lui.

Johnny appoggiò gli scatoloni per terra, mettendosi le mani ai fianchi e guardando con serietà il migliore amico del collega. "Lee. Dong. Hyuck." Rispose scandendo bene le sillabe del nome. "Hai idea di cosa voglia dire fare sei ore, dalle undici di sera alle sei della mattina, con Lee Donghyuck? È un suicidio. È come correre nudi in mezzo ad una tempesta di ghiaccio, come dormire in un letto di chiodi. Quindi non pensare nemmeno di portarmi via Jae, non so se riuscirei a sopravvivere."

Jaehyun mise una mano davanti alla bocca per nascondere il sorriso che gli stava nascendo sul viso.

Capiva Johnny, Donghyuck non era il compagno di turno migliore; era più piccolo di loro, più estroverso, più rumoroso e più stressante. Si divertiva a metterli in imbarazzo e aveva sempre la risposta pronta. Non riuscivi a farlo stare zitto nemmeno se lo freddavi perché, in tempo zero, rispondeva mettendoti nel sacco.
E come se ciò non bastasse non ne faceva una giusta.

"Non mi farò mantenere da voi, Doyoung-ah." Disse al moro, bloccando sul nascere la risposta acida che sapeva, Doyoung non vedeva l'ora di dare a Johnny. "Ho le sere libere in settimana, possiamo uscire Mercoledì o Giovedì, ma il weekend non lo mollo."

Il moro gli rivolse nuovamente l'attenzione, ignorando Johnny che, dandogli le spalle aveva iniziato a sistemare i prodotti dei due cartoni, sugli scaffali.

"Non ti manteniamo!" affermò con esasperazione "Pensala come un risarcimento per tutto quello che hai fatto per noi. Se non fosse per te non avrei dato mezzo esame, mio padre avrebbe appeso la mia testa in mezzo ai suoi trofei di caccia e mia madre avrebbe pianto la scomparsa del suo figlio preferito."

"Ma se sei figlio unico." Ridacchiò Jaehyun, divertito dalla teatralità dell'altro.

"Vedi, peggio ancora! Dopo la fatica che ha fatto per avermi, sarebbe stata privata del suo unico orgoglio." Affermò in tono drammatico.

"Ma tutto questo melodramma lo prendi nello stesso posto in cui trovi il rancore Kim, oppure ci sei nato?" commentò acido Johnny, senza voltarsi e continuando a mettere uno dietro l'altro i prodotti nello scaffale.

"E tu Seo, è più forte di te farti i cazzi degli altri, oppure è solo questa volta che capita?" A quelle parole le spalle di Johnny s'irrigidirono, mentre la bocca e gli occhi di Jaehyun si spalancarono scioccati.

Non ci poteva credere, aveva sospettato che fra i due ci fosse del tenero, ai tempi in cui non programmavano a vicenda di strapparsi gli organi interni, ma non credeva che ci fosse stato davvero qualcosa e che, il pacifico e serafico Johnny, aveva combinato un casino.

Jaehyun senza abbandonare la sua espressione sbigottita, alzò una mano indicando ad intervalli regolari l'amico e il collega, cercando di trovare le parole per chiedere spiegazioni, ma non riuscendo a mettere insieme un pensiero di senso compiuto.

Quando finalmente trovò il fiato per proferir parola, la campanella del negozio tintinnò, in avviso che un cliente era entrato.

Riscotendosi dalla sorpresa, si stampò in faccia il suo sorriso di cortesia, quello che usava per i clienti e capace di fargli guadagnare le loro simpatie, e si rivolse alla porta dando il benvenuto al nuovo arrivato.

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