Fresh grease

By fcassandre

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Quando Shawn Mendes, promessa mantenuta dell'hockey su ghiaccio, finalizza insieme a Camila Cabello, sua agen... More

1. Maleducata
2. Home
3. Eh mama eh
4. Call me
5. Call me maybe
6. Urgent
7. Easy
8. All night
9. Je veux tes yeux
10. Tootimetootimetootime
11. If you're too shy (Let me know)
12. Bad kind of butterflies
13. Phonography
14. Just one yesterday
15. I lied
16. Tenerife sea
18. Fast car
19. Fever
20. Sex
21. Peer pressure
22. Mr. Brightside
23. I miss you
24. Open your eyes
25. Fallingforyou
26. Medicine
27. Shaken
28. Love in the dark
29. Anna Sun
30. Tonight (I wish I was your boy)
31. Moral of the story
32. The last of the real ones
33. Eppure sentire (un senso di te)
34. Angels like you

17. Djomb (Bien ou quoi)

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By fcassandre

nb: più gli ostacoli non esistono e più la mente li crea. Ricamare da una parte, scucire dall'altra.

***

Lunettes sur le nez, j'essaye de passer incognito

Sur le B, j'v-esqui les condés, le comico

[...]

Elle est djomb, le bas du dos est bien bombé [...]

Tout l'monde veut la gérer, elle est djomb

[Bosh]

***

Liberty City


Il sipario del crepuscolo aveva appena lasciato il palcoscenico al buio della sera. Oltre l'orizzonte, come se sorgessero alle spalle dell'oceano, faville color cobalto si ergevano sopra una mescolanza indefinita di salmone e paonazzo. Era un autentico balsamo per gli occhi.

Con un balzo felino, Christopher uncinò la sommità della saracinesca. Controllò di aver spento tutte le luci e la vincolò a terra con una massiccia catena. Si stropicciò la folta barba, pensoso. Che aveva dimenticato?

Una singhiozzante vibrazione interruppe la sua routine serale.

- Pronto? – rispose, prendendo a dondolare sui talloni. – Isabela? -.

- Sai che odio quando usi il mio nome per intero -.

- A me piace tanto invece -.

Dall'altra parte della cornetta, Isabela sbuffò. – Come non detto – si arrese. – A che ora pensi di rientrare? Maya sta scalciando più del solito... -.

- Presto, tesoro. Chiudo l'officina e sono da voi -.

- Dici così ogni sera e poi fai sempre mezzanotte -.

Christopher si grattò la nuca, colpevole. – Ho un sacco di lavoro d'estate, lo sai -.

- Allora ringrazia che tua figlia nasca in autunno. Gesù, sei il solito disorganizzato! -.

- Questo disorganizzato ti ama, Isa -.

- Anche da incinta? -.

- Soprattutto da incinta! -.

Isabela ridacchiò dolcemente, posandosi una mano sul ventre. - Va bene, Tony Stark. Ti lascio alla tua ferraglia ruggente... -.

Quando nelle sue orecchie tornarono il silenzio della notte e un lontano latrato canino, Christopher si lasciò andare a un sospiro di sollievo, sgonfiando i polmoni più che poté. Affondò le mani nelle tasche dei bermuda logori con cui aveva lavorato e si accomodò sul sedile del passeggero della sua ultima creatura: una Lamborghini Urus. Smanettò, annoiato, con il proprio cellulare, mentre teneva sotto controllo i dintorni. Ancora un paio d'ore e sono a casa, si consolò, inforcando gli occhiali a infrarossi.

La portiera del conducente si aprì, accogliendo un trafelatissimo Shawn.

- Mi chiedevo dove cazzo fossi, gringo -.

- Sono stato trattenuto -.

- Oh, allora... -. Christopher scosse le spalle, allungandogli un paio di occhiali simili ai propri. – Ora bando alle ciance. Non voglio che Carlitos debba rimangiarsi quello che mi ha riferito su di te -.

Shawn mise in moto, stringendo la mandibola. – Sbirri ne abbiamo? – chiese, nervoso.

- E anche se fosse? È un veicolo normalissimo -.

La Lamborghini abbandonò il piazzale da un uscita secondaria, diretta alla superstrada. La potenza dei suoi seicentocinquanta cavalli vapore faceva bella mostra di sé già con le marce più basse. La carrozzeria gialla e nera la rendeva somigliante a una vespa, tanto che si era guadagnata il soprannome di avispón.

- Cosa ti avrebbe detto Vega? -.

- Che sei meno gringo della maggior parte dei gringos. Dimostramelo, canadiense -.

***

Boston Massachusetts


Oliver strizzò gli occhi davanti al monitor del suo portatile, appuntandosi gli ultimi dati. Allyson l'aveva tempestato di messaggi, ricordandogli senza mezzi termini quanto fossero lontani dal risolvere il caso. Erano solo un po' in ritardo sulla tabella di marcia, ma la loro lentezza era imputabile alla complessità della faccenda. Potevano tranquillamene arrivare alla soluzione prima che il campionato ricominciasse, in ottobre.

Pausa, si disse l'uomo, abbandonando la postazione. Ma riuscì solo a inserire una capsula di espresso perché Allyson lo chiamò al cellulare.

- Stai oziando -.

- Solo il tempo di un caffè, lo giuro -.

- Perché avrai finito, spero -.

- Ci sono quasi. Hai avuto una grande intuizione, comunque -.

- Cos'hai notato di sospetto? -.

- Nessun pronostico di quelli che ho controllato è stato ribaltato -.

***

Little Havana

Poco prima


Per la prima volta dopo mesi, Lauren chiuse la saracinesca all'orario previsto dal contratto. Per festeggiare l'avvenimento e il proprio rientro in patria, Normani aveva tempestivamente ordinato due pizze.

Entrambe sedettero sul cofano squadrato di una Jeep priva di ruote. Sull'asfalto sottostante la luce del tramonto orchestrava le ombre dei loro piedi penzolanti in una melodia indie.

- Allora, Jauregui, novità? Hai chiesto l'aumento? -.

- Meglio se non ne parliamo – replicò la corvina, addentando la propria pizza fumante.

Normani schioccò la lingua contro il palato più volte, come per mostrarle tutto il suo disappunto.

- Almeno hai concluso con la cubana o ci voglio sempre io a darti una mano? -.

- Non ho concluso nulla. Tsk! Ho appena iniziato con lei e già cerca di farmi uscire di testa -.

- Sento odore di progressi... -.

Lauren sollevò le sopracciglia. – Non quelli che credi tu, però mi ha baciato. A stampo come una bambina, ma l'ha fatto -.

- E tu invece? -.

- Io? Sono rimasta imbambolata come una dodicenne alla prima esperienza -.

Normani perse completamente la voglia di prenderla in giro. Richiuse le labbra, sbalordita, lasciando una fetta di margherita a mezz'aria. Si batté teatralmente una mano sulla fronte, balbettando qualcosa di indefinito.

- Dico, ma che figure mi fai fare! – eruppe, quando ritrovò una corretta dizione. - Ti ho addestrato per anni e tutto quello che riesci a fare è... -. Tacque, incredula.

- ...portarla a casa tutta intera -.

- E poi? -.

***

North Miami Beach non le era mai sembrata così irraggiungibile. Più Lauren dava gas e più la motocicletta pareva muoversi a rilento. Forse, era una sensazione dovuta all'imbarazzo; imbarazzo che persisteva, inscalfibile, anche mentre la cubana si stringeva forte al suo ventre scoperto, mani e interno dei gomiti terribilmente sudati.

La calura avrebbe potuto essere molto meno opprimente, ma le loro labbra sarebbero comunque rimaste riarse dopo quel primo, breve contatto. Come preda di una grave insolazione, non avevano idea che dovessero bere reciprocamente l'una dall'altra perché l'arsura svanisse, anziché peggiorare come credevano.

- Allora... grazie – disse Camila, discendendo con poca confidenza dalla sella. Le ginocchia tremolavano come gelatina.

- Quando vuoi – borbottò Lauren, sollevando il casco a sua volta. Non era ancora certa di avere una piccola possibilità, ma, dannazione, provava già un malsano desiderio di logorarsi per lei; ed era una fiamma era molto diversa da quella alimentata in passato da Lucía.

Se con la portoricana soffriva alla cieca, con la sua connazionale avrebbe sofferto coscientemente; anzi, ne avrebbe tratto un contorto beneficio, un'energia vitale di dieci anni più verde.

Camila appese il casco a un'estremità del manubrio, approssimandosi. Le prese delicatamente il mento, costringendola a un insostenibile scontro di sguardi, poi stampò le proprie labbra esauste sulla sua guancia rotonda. Si congedò in fretta e furia.

***

- Io non ti riconosco più -.

- Nemmeno io, Mani, nemmeno io -.

- Sai cosa avresti dovuto fare, brutta testa bacata? Costringerla sulla tua fottuta motocicletta e portartela a casa! -.

- Dio, come sei rude e indelicata -.

- Ha parlato Miss Finezza – la beffeggiò Normani. - Mi spieghi che diavolo ti prende? Che cavilli ti passano per la testa? -.

Lauren si strinse nelle spalle. Volere Camila non corrispondeva necessariamente a vincerla. Essere disposta a soffrire non significava di certo venire poi ristorata adeguatamente per tutto il sangue perduto.

Aveva una certa età. Non era più adolescente.

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