Finalmente è venerdì...mi sto preparando per uscire con Camila e con il gruppo di amici di Jacob.
Mi sono depilata accuratamente, ho fatto lo shampoo, piastrato i capelli e ora mi sto truccando...
Non adoro particolarmente truccarmi, non lo faccio mai abitualmente ma stasera si va a ballare e voglio essere sexy, non si sa mai chi potrei incontrare.
Applico un pó di fondotinta come base, il correttore per dare luminosità agli occhi e poi cerco di tracciare una linea decente di eyeliner, una passata abbondante di mascara e come tocco finale un pó di blush per definire gli zigomi.
Mi osservo allo specchio soddisfatta del risultato, mi sfilo l'accappatoio e scelgo un completino intimo,
opto per reggiseno e brasiliana in pizzo nero.
Entro nella cabina armadio e rovisto un pó tra i miei vestiti, sono un'abituè di feste e discoteche, ho vestiti per ogni occasione. Ne scelgo uno corto e attillato con le maniche lunghe ma che lascia scoperte le spalle mettendo in evidenza il decoltè.
Mi guardo allo specchio, credo di essere un minimo sexy...non esco con un ragazzo da mesi e non mi dispiacerebbe passare una serata in compagnia di Jacob, è giovane, bellissimo ed anche simpatico.
Infilo gli stavali con il tacco che mi arrivano fino al ginocchio, prendo la borsa e il cappotto grigio.
Esco dalla stanza e a metà corridoio mi ricordo di aver dimenticato di spruzzare un pó del mio profumo, torno indietro e me ne spruzzo in abbondanza sapendo quanto piaccia ad Evan...
"Angela" mi richiama Evan quando scendo l'ultimo scalino.
Mi volto verso di lui e gli sorrido, è in piedi appoggiato al divano.
"Esci?" mi chiede.
"Si, vado in un locale che ha aperto da poco, con Camila e Jacob con il suo gruppo di amici" dico.
"Jacob l'autista?" chiede, mi sembra ci sia una punta di fastidio nel suo tono di voce.
"Si lui" dico sorridendogli.
"Tu che farai?" chiedo.
"Giocheró a poker con i miei amici" dice impassibile per poi voltarmi le spalle senza nemmeno salutarmi.
"Buona serata" gli dico.
"Anche a te" dice per poi scomparire lungo il corridoio.
Mi infilo in ascensore fantasticando sul fatto che Evan possa essere geloso di me, ma poi ritorno alla realtà e mi maledico mentalmente per i miei stupidi viaggi mentali.
Esco dal palazzo e c'è già la macchina di Camila ferma ad aspettarmi, sorrido e mi incammino verso la sua Mercedes. Camila proviene da una famiglia molto ricca, ma ció che mi piace di lei e che non ha mai ostentato ció che ha, anzi è la persona più umile di questo mondo.
Salgo in auto e le bacio una guancia affettuosamente.
"Cazzo è proprio ricco il paparino" esclama guardando a bocca aperta l'enorme palazzo.
"Già" ridacchio.
"Hai sempre avuto un gran culo, ma questa è proprio una benedizione divina" dice mettendo in moto.
Poi si blocca e frena all'improvviso.
"Cami ma che fai, sei impazzita?" chiedo sconvolta.
"Scusami ho detto una stronzata" dice guardandomi dispiaciuta.
"Che?" chiedo perplessa.
"In poche parole ho paragonato la morte di tuo padre ad una benedizione divina" dice e io le sorrido dolcemente.
"Cami non mi offendo, so che da quella boccaccia escono solo un mucchio di stronzate"'dico e lei scoppia a ridere per poi riprendere a guidare.
"Andiamo a divertirci" urla elettrizzata.
Arriviamo nella periferia di Toronto, il locale è facilmente riconoscibile visto che è l'unico edificio illuminato a festa in questo grigiore.
Parcheggiamo l'auto e ci mettiamo in fila.
Dopo aver dato il cognome di Jacob, il buttafuori ci lascia passare sollevando il cordoncino rosso.
Ci incamminiamo tra la folla di persone e raggiungiamo il tavolo che Jacob ha prenotato.
"Buonasera" dico salutandolo con due baci e presentandogli Cami che se lo mangia con gli occhi.
Ma poi Jacob ci lascia a bocca asciutta presentandoci a sua volta Rosie, la sua ragazza, una bambola dal corpo formoso, lunghi capelli biondi e due diamanti al posto degli occhi.
"Siete bellissimi insieme" dico sorridendogli per poi voltarmi verso Cami.
"Non ci resta che bere" mi sussurra afferrandomi per un braccio e trascinandomi con se verso il bancone del bar.
"Due rum e coca" urla al barista che dopo poco ci porge due bicchieri stracolmi di alcool.
"Alla salute" dice e sorseggiamo piano per evitare che ci vada subito alla testa.
Ci spostiamo al centro della pista e gli amici di Jacob ci raggiungono, inizio a ballare al ritmo della musica bevendo di tanto in tanto il mio cocktail.
Quando uno degli amici di Jacob mi si avvicina, credo si chiami Ben...iniziamo a muoverci allo stesso ritmo, le sue mani mi avvolgono i fianchi, ha una presa salda...mi piace...ma poi penso alla mano di Evan appoggiata al mio fianco mentre dormivamo.
Basta Angela...mi dico bevendo l'ultimo sorso troppo in fretta, un calore improvviso mi invade il corpo e dopo poco mi si annebbia la mente. Inizio a muovermi in modo più sensuale e provocante, allacciando le braccia al collo di Ben.
"Sei bellissima" mi sussurra all'orecchio più ubriaco di me, le sue mani si spostamo sui miei glutei, ma non oppongo alcuna resistenza.
Mi attira a se e mi bacia infilandomi la lingua in bocca, ci baciamo con foga...le sue mani vagano per tutto il mio corpo, che si muove ancora al ritmo di musica...ci stacchiamo solo per riprendere fiato.
Appoggia la sua fronte alla mia e mi guarda negli occhi intensamente.
"Baci bene Evan" dico ridendo.
"Evan?" chiede inarcando un sopracciglio " mi chiamo Ben" afferma serio.
"E io che ho detto" dico staccandomi da lui e cercando con lo sguardo Camila, appena la trovo mi allontano in fretta e vado a ballare con lei.
La serata trascorre piacevole, tra cocktail e buona musica...e qualche bacio di troppo con Ben...
Sono le quattro quando usciamo dal locale.
"Allora mi lasci il tuo numero?" mi chiede Ben.
Prendo il cellulare dalla borsa e glielo porgo, lui lo prende segna il suo numero e poi si porta il cellulare all'orecchio.
"Ecco così anche io ho il tuo" dice avvicinandosi a me e baciandomi ancora.
"Buonanotte" diciamo in coro io e Camila incamminandoci verso l'auto.
"Credo di essermi innamorata" ridacchia felice.
"Ah si?" dico " hai l'innamoramento facile" aggiungo.
"E tu il bacio" afferma divertita.
"Touchè" ridacchio.
"Colin mi ha invitato ad uscire domani" dice e io sorrido.
"Sono felice per te" le dico sincera.
Camila è reduce da una pesante delusione, il suo ragazzo l'ha mollata dopo sei anni e dopo tre mesi si è sposato con un'altra e dopo sei mesi è diventato padre...
"Anche io" dice felice.
Arrivate sotto casa ci salutiamo e ci diamo appuntamento per domani, esco dall'auto e dopo aver inserito il codice entro nel portone, prendo l'ascensore e dopo poco sono a casa.
Esco dall'ascensore e cammino verso il salotto togliendomi il cappotto.
"E tu chi sei?" mi chiede un uomo alle mie spalle.
Mi volto e indietreggio di un passo.
"Lei chi è?" chiedo spaventata.
"Evan" urla e dopo poco compare alle sue spalle.
"Ci nascondi questa meraviglia" afferma l'uomo che sembra un pó su di giri.
"Angela" dice percorrendo il mio corpo con il suo sguardo attento, mi stringo il cappotto al petto come a volermi coprire.
"Greg vai dagli altri" dice all'uomo che gli ubbidisce senza protestare.
Evan mi rivolge un ultimo sguardo impassibile per poi voltarsi e scomparire nel corridoio.
Mi ridesto dai miei pensieri e salgo per le scale andando a chiudermi a chiave in camera mia.
~~~
Apro gli occhi contro voglia, ho una sete indescrivibile. Mi alzo dal letto e infilo le ciabatte, afferro la maniglia della porta ma non si apre...dopo poco mi ricordo di averla chiusa a chiave.
Giro la chiave nella toppa e apro la porta, percorro il corridoio e scendo per le scale.
Evan è seduto sul divano con il suo computer.
"Buongiorno" dico sorridente.
"Buon pomeriggio" ribatte freddamente " dobbiamo parlare" aggiunge impassibile.
"Vado a bere e arrivo" dico incamminandomi verso la cucina, chissà di cosa vuole parlarmi, bevo due bei bicchieroni d'acqua e ritorno in salotto.
Evan è in piedi con le braccia incrociate, lo osservo attentamente, quest'uomo sprizza sesso da tutti i pori.
Mi guarda così intensamente che mi fa rabbrividire, i suoi occhi sembrano essere più scuri e il suo sguardo è severo, sará nervoso??...
"Ti sembra quella l'ora di ritornare?" mi chiede serio.
"Mi dispiace, ho perso la cognizione del tempo.
E poi non mi sembra avessimo parlato di orari da rispettare" dico stringendomi nelle spalle.
"Non si tratta di orari da rispettare, ma di buon senso" afferma e io lo osservo sorpresa.
"Non è una serata con gli amici che determina il mancato buon senso di una persona" dico alterandomi "piuttosto il tuo amico non ha alcun buon senso" ribatto seccata.
"Perchè?" chiede indispettito " ci ha provato con te?" domanda raddrizzandosi con la schiena.
"No, ma ha fatto apprezzamenti poco graditi" dico ingigantendo un pó la cosa.
"Forse perchè eri vestita in quel modo" ribatte seccato.
"Come prego?" chiedo con il sangue al cervello.
"Sei andata in giro con quel pezzetto di stoffa per tutta la sera, non credo il mio amico sia stato l'unico a pensarla così" dice e le sue parole mi colpiscono come un pugno nello stomaco.
"A pensarla così? Che vuoi dire che sia una ragazza facile?" chiedo alzando il tono della voce.
"Non mettermi in bocca parole che non ho detto, Angela" dice furioso " sto dicendo che vestita in quel modo così provocante..." aggiunge ferendomi.
"Provocante, un vestito è provocante. Che stai cercando di dirmi, che se il tuo amico mi avesse toccata la colpa sarebbe stata mia, per il mio vestito provocante?" urlo furiosa.
"No, ma vestita così incentivi gli uomini a fare degli apprezzamenti" afferma impassibile.
"Dio mio" dico senza parole, passandomi una mano tra i capelli.
"Tornando al punto del discorso, io non ti impedisco di uscire, ma ti chiedo di ritornare ad un orario consono" dice.
Lo fulmino con lo sguardo " quale sarebbe?" chiedo.
"Mezzanotte" dice.
"Mezzanotte" sbuffo ridendo nervosamente.
"Mezzanotte o a casa, scegli tu" dice.
"Tu non sei mio padre" urlo infastidita.
"Non mi reputo tale, ne voglio esserlo" dice guardandomi con intensità tale da farmi contorcere lo stomaco.
"Tutto questo è assurdo. Tu sei assurdo!!!" ribatto puntandogli il dito contro.
"Non sono assurdo" ribatte serio " ti sto dando delle regole da rispettare" aggiunge impassibile.
"Denigrandomi" dico stizzita.
"Denigrare? Che parolone..." afferma sarcastico "ho puntualizzato la verità, se non l'accetti non è un problema mio" ribatte.
"La tua veritá" ribatto nervosa.
"La verità dei fatti" ribatte ancora avvicinandosi di più a me.
"E se non rispetto le tue stupide regole che farai?
Mi prenderai a schiaffi?" chiedo nervosa.
"Non mi permetterei mai di toccare una donna" dice avvicinandosi ancora di più.
"Ma ti prendi il lusso di offenderla" ribatto seccata.
"Io non ti ho offesa" ribatte.
"Sei serio Evan?" urlo stizzita.
"Sono serissimo" urla frustrato.
Mi giro per andarmene ma la sua mano afferra il mio polso e in un secondo mi ritrovo con le sue labbra incollate alle mie e con il mio corpo premuto con forza contro al suo.
Ci baciamo con foga come se stessimo dando ampio sfogo ad un desiderio represso ormai da tempo da parte entrambi...la sua lingua si muove sinuosa nella mia bocca, avvolgendo la mia nel bacio più sensazionale che io abbia mai ricevuto e dato.
Ma poi le sue parole mi risuonano nella mente...
Appoggio le mani sul suo petto e lo spingo via " non ti azzardare mai più a baciarmi" affermo furiosa correndo di sopra in camera mia.
Mi appoggio alla porta e mi sfioro le labbra con le dita, sono ancora gonfie e nella mia bocca c'è ancora il sapore di Evan...
Mi stendo sul letto sbuffando sonoramente...
Non mi azzarderó ad uscire da qui nemmeno sotto tortura....
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Evan
"Non ti azzardare mai più a baciarmi" ripeto tra me e me, quanto è orgogliosa e testarda quella ragazzina.
"Non ti azzardare" e poi si è avvinghiata alla mie labbra come una sanguisuga.
Litigare con lei è stata una vera scossa di adrelina è di una sensualità unica, anche quando litiga. È così intelligente e brillante, così spavalda da tenermi testa senza intimorirsi e questo non ha fatto che eccitarmi, ho dovuto lottare contro me stesso per evitare di avere un'erezione in quel momento.
Devo ammettere che ci sono andato giù pesante, non riesco ad essere razionale con lei, anzi non ragiono per nulla quando ce l'ho davanti.
Sono così incazzato adesso, ho voglia di sbollirmi...
ma allenarmi non servirebbe ad alleviare tutta questa tensione sessuale.
Salgo di sopra , osservo per un istante la sua porta chiusa, poi mi incazzo di più pensando al fatto che è uscita con l'autista, mezza nuda...
Entro in camera e prendo il cellulare, chiamo Pamela e le do appuntamento al solito ristorante alle otto.
Mi cambio indossando i pantaloni della tuta e vado a fare due flessioni sperando di sbollirmi i nervi.
Entro in palestra lasciandomi i problemi alle spalle.
Sono le sette quando esco dalla mia palestra, di Angela non c'è traccia. Salgo in camera e mi preparo per la mia serata...Champagne, ostriche e tanto sesso con quella furia di Pamela...
Entro in ascensore e quando le porte si chiudono mi passa per la mente uno strano pensiero, annullare la serata e andare di sopra a chiederle scusa.
Ma poi penso, se mi chiedesse perchè ho reagito in quel modo assurdo, cosa le dovrei rispondere?
Non lo so nemmeno io il perchè di tutto questo...
Entro nella mia Porsche e accellero, senza alcun ripensamento.
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Angela
A svegliarmi sono i raggi del sole, guardo l'orologio sono le dieci del mattino. Mi alzo controvoglia, dopo aver litigato con Evan ieri pomeriggio, non ho più messo piede fuori dalla mia stanza.
Ma il mio stomaco brontola, indosso le ciabatte e mi decido a scendere in cucina.
Quando entro in cucina mi fermo sui miei passi, seduta al tavolo c'è una biondona ossigenta, in reggiseno che mangia uno yogurt.
"Buongiorno" le dico e lei mi osserva senza alcun imbarazzo.
"Buongiorno a te" dice " io sono Pamela" aggiunge sorridente.
"Angela" dico prendendo latte e biscotti.
Mi siedo a tavola e inizio a mangiare, non so perchè ma ho come l'impressione che Evan l'abbia fatto apposta...Greta mi ha detto che non porta mai nessuna a casa...ma il caro Evan non sa con chi ha a che fare.
Inizio una piacevole conversazione con Pamela, parliamo di scarpe e vestiti, non potevo aspettarmi argomento diverso da una tipa del genere.
Poi guarda alle mie spalle sorridente.
"Buongiorno Evan" dice mangiandoselo con gli occhi.
Lui resta immobile sulla porta.
"È stato un piacere Pamela" dico posando la tazza nel lavello e mettendo al loro posto i biscotti.
"Devi lasciarmi il tuo numero Angela, potremmo incontrarci qualche volta" dice sorridente.
"Certo, te lo darà Evan" dico camminando nella sua direzione.
Mi fermo e lui si gira a guardarmi " a quanto pare anche a te piacciono quelle che si vestono come me" dico lasciandomelo alle spalle.
Fanculo Evan...
Salgo di sopra e mi preparo.
Oggi è Domenica, mio padre mi aspetta...
Entro in doccia e cerco di lavare via tutti i miei pensieri....
~~~
Prendo un respiro profondo e attraverso l'enorme cancello, cammino sul sentiero che porta al prato dove è seppellito mio padre.
Riconosco subito il suo albero, svolto e arrivo difronte alla sua lapide, l'unica cosa che mi resta di lui.
Mi siedo sull'erba fresca, accarezzo il marmo freddo della sua lapide immaginando di accarezzare il suo viso squadrato.
"Mi manchi così tanto" sussurro con la voce strozzata dal pianto.
"Mi manca ogni cosa di te, anche le nostre litigate" dico asciugandomi le lacrime.
"Ma la cosa che mi manca di più è il calore della tua pelle, bastava un tuo abbraccio per farmi calmare...Chi mi abbraccerà adesso quando ne avró bisogno? Chi si prenderà cura di me?" chiedo tirando su con il naso e in quel momento il mio cellulare inizia a vibrare. Lo prendo dalla tasca e trasalisco quando il nome di Evan lampeggia sul display.
Rifiuto la chiamata, l'ultima persona con cui voglio parlare è proprio quello stronzo.
Resto in silenzio per tutto il tempo a osservare le lettere oro impresse sulla lapide di mio padre...
"Signorina" mi richiama il custode " mi dispiace ma stiamo per chiudere" dice e io mi alzo di scatto.
"Mi scusi" saluto mio padre e mi avvio verso l'uscita del cimitero.
Chiamo un taxi e nell'attesa controllo le notifiche sul telefono, ci sono un paio di chiamate di Evan e dei messaggi da parte di Camila.
Rispondo solo a Camila ovviamente, per poi mettere via il cellulare quando arriva il taxi.
Salgo sistemandomi sul sedile, do il mio indirizzo al tassista e osservo fuori dal finestrino continuando a pensare a quanto mi manchi mio padre.
"Siamo arrivati" dice il tassista destandomi dai miei pensieri.
Pago, lo ringrazio e mi affretto a salire a casa sperando che Evan non ci sia.
Le porte dell'ascensore si aprono e un profumo invitante di carne invade le mie narici, cammino diretta verso le scale ma ovviamente non potevo cavarmela così facilmente...
"Angela" dice e io mi fermo sui miei passi " dov'eri?" chiede e io sbuffo.
"Se è un'altra ramanzina, me la risparmio volentieri" dico iniziando a salire le scale.
"Ho preparato la cena" dice con voce gentile.
"Non ho fame" affermo continuando a salire per le scale.
Entro in camera e chiudo la porta alle mie spalle, mi tolgo le scarpe e mi siedo sulla poltrona accanto all'enorme vetrata portandomi le gambe al petto.
Mi sento così triste, l'unica cosa che voglio fare e godermi il silenzio.
Più tardi qualcuno bussa alla mia porta.
"Avanti" dico ed Evan compare nella stanza con in mano un vassoio sul quale ci sono appoggiati latte e biscotti.
Sorrido istintivamente.
Si siede sul letto e poggia il vassoio facendomi segno di raggiungerlo.
Riluttante mi alzo e lo raggiungo sul letto.
"Senti Angela, scusami" dice senza troppi giri di parole "non era mia intenzione dirti che il tuo abbigliamento richiama le attenzioni maschili" aggiunge e io l'osservo "ti chiedo scusa per tutto, per averti urlato contro, per non averti chiesto scusa subito e per Pamela" aggiunge.
"Perchè per Pamela?" chiedo osservandolo attentamente.
"Immagino non sia stato un bell'incontro" sorride.
"Ti sbagli è simpatica" dico mangiando un biscotto.
Lui mi osserva e alza gli occhi al cielo.
"Perchè mi hai baciata?" chiedo e questa volta è lui ad osservarmi con attenzione.
"L'adrenalina del litigio" sospira.
Lo osservo divertita, non credo minimamente alla sua risposta.
"Mangia Angela" aggiunge ed io obbedisco ho una fame da lupi.
Lui mi osserva senza dire una parola...
"Dove sei stata oggi?" mi chiede.
"Al cimitero" dico e lui mi osserva come se fossi un cucciolo bastonato, ma stranamente non mi infastidisce la sua compassione.
"Vieni qui" dice e apre le braccia, non resisto mi accoccolo a lui mettendo da parte il mio orgoglio...
I miei muscoli sembrano rilassarsi al calore del suo corpo che mi avvolge e il suo profumo mi riempie le narici regalandomi una sensazione di benessere.
"Ti manca tanto?" chiede e io annuisco.
"Siamo stati io e lui per tutta la vita" dico trattenendo le lacrime.
Mi accarezza dolcemente i capelli e poi mi dice " ci sono io adesso" e il mio cuore sembra impazzirmi nel petto.
Alzo il viso incontrando il suo bellissimo viso e non ci penso due volte prima di premere le mie labbra contro alle sue...
Evan all'inizio sembra trattenersi, ma poi approfondisce il bacio e il suo sapore unito alla sua lingua si insinua nella mia bocca.
In un attimo ci ritroviamo stesi sul letto, a baciarci...
"Angela" sussurra con voce roca per poi riprendere a baciarmi, senza fermarsi mai....
Greg Hardy
Evan Sanders
Angela De Marco