Mi soffermo a cinque chilometri dalla proprietà del presidente Grayson. La residenza domina la vallata sul quale si erge dall'alto delle sue due torri merlate che culminano con delle punte che sembrano perforare il cielo limpido del mattino. Le pareti sono così bianche se sembrano riflettere i primi raggi del sole come uno specchio d'oro e argento. Il portone è così grande che dev'essere protetto da quattro guardie armate, una pessima scelta strategica dalla maestosità mozzafiato. Le finestre slanciate e allungate sono adornate da grate d'oro e dall'interno si intravedono delle bellissime tende rosa antico con ricami dorati. L'intera struttura affascina e cattura lo sguardo come una perla bianca e luccicante nel bel mezzo di una prateria circondata da querce e grandi aiuole colorate.
Osservo le foto dall'interno del mio jet e mentre continuo a vagare con lo sguardo sulla facciata, passo le dita sui contorni delle stanze disegnate sulla piantina. Gli interni sono visibilmente ampi, con il primo piano occupato da un enorme salotto, un'ampia libreria e quello studio in cui devo riuscire ad arrivare a tutti i costi. Ma non è questo il piano che mi interessa, è ciò che si estende al disotto di tutto quel lusso sfrenato.
Inizio a leggere la lista di Jenifer con estrema attenzione. Non posso entrare il quella villa senza sapere esattamente a cosa vado incontro. Il primo punto è abbastanza utile: devo riuscire a sorpassare l'ingresso passando dalla foresta e evitando i rilevatori di movimento, arrampicarmi fino alle finestre dell'ultimo piano e da lì farmi strada nei corridoi.
Sfortunatamente questo sembra un giorno molto importante per l'intera nazione dato che non ci sono solo le auto di Grayson e della sua sicurezza parcheggiate all'interno della struttura. Da quando sono qui ho avvistato una decina di auto e ho riconosciuto solo due delle persone che ne sono uscite. Due capi di stato e il presidente? Non si mette bene, soprattutto perché erano tutti accompagnati dalla cavalleria.
Il piano di Jenifer fa acqua da tutte le parti. Nemmeno uno scolapasta ha così tanti buchi. Non posso riuscire ad aggirare tutte quelle guardie da sola e non so quanto sia forte quel siero, ma nemmeno quello potrà assicurarmi il successo.
"Merda..." mi alzo in piedi e vado verso il centro comandi del velivolo. Una spia si è accesa qualche secondo fa ma non ha ancora smesso di lampeggiare, di certo il radar non ha avvistato un animale selvatico.
Abbasso il portellone e mi tengo pronta ad attaccare chiunque si stia avvicinando ma rimango allibita nel ritrovarmi davanti Mallory, con il suo sorrido cattivo stampato in faccia.
"Che succede Irelyn, hai visto un fantasma?"
"No..." rispondo riprendendomi dallo schock. "solo una grandissima stronza."
Lei entra tranquillamente dentro il jet e si siede sul posto del pilota, incrociando i piedi e appoggiandoli sui comandi.
"Che cosa ci fai qui?" chiedo spostandole i piedi.
"Forse intendevi facciamo..." indica il portellone con il pollice e in quell'istante altre quattro persone si affacciano sull'apertura. Tutti quanti indossano la tuta da missione, nera, antiproiettile sul busto, flessibile e ignifuga.
"Accidenti a voi!" impreco e mi lascio ricadere sul sedile.
Fredric, Wilson, Danielle e persino Karina salgono abbordo armati di zaini, armi e cibo. Karina viene affianco a me e si inchina per sussurrarmi qualcosa all'orecchio: "Credevi che ti avremmo lasciata andare da sola e prenderti tutta la gloria?"
Le sorrido commossa dal suo gesto ma Mallory non sembra apprezzare le nostre dimostrazioni d'affetto perché sbuffa e mi lancia una mappa arrotolata in faccia.
"Ora mettiamoci a lavoro che non siamo qui per fare un picnic."
"Come mi avete trovata?" chiedo appena tutti si sono messi a sedere.
"Trevor è piombato nella mia stanza e mi ha lanciato in faccia la tuta. Mi ha detto, e cito le sue testuali parole" Karina si schiarisce la voce e assume un tono più basso del suo. "Alzati e indossa questa. Irelyn ha fatto una stronzata e se non vai ad aiutarla morirà."
"Dritto al punto..." borbotto soffocando una risata. "Però come mai non è venuto con voi? E Jansen."
"Le sue visioni. Ha detto che nessuno dei due era presente in questo momento e non voleva che la loro intrusione potesse mettere a rischio il futuro. Lo sai com'è fatto..." Karina mi da un buffetto sulla spalla per consolarmi.
Mi sarebbe stato d'aiuto avere il sostegno di Trevor in questo momento...
"Adesso che ne dite se escogitiamo un piano?" interviene Frederic, passandosi una mano tra i folti capelli neri.
"Hai ragione. Stavo guardando il piano di Jenifer ma è pieno di buchi e incoerenze. Se seguissimo questa lista non riusciremmo nemmeno a varcare l'ingresso."
Mi alzo e vado a raccattare la cartina e le foto che stavo studiando prima. La apro sul pavimento e tutti si sporgono per poterla osservare meglio.
"Ho già cerchiato tutte le possibili entrate e punti ciechi ma c'è un problema, ho visto entrare dieci ospiti seguiti da guardie del corpo e dotati. Non riusciremo mai ad aggirare le telecamere, il sistema d'allarme e la cavalleria."
"In realtà potremmo doverci liberare solo dei dotati..." Fredric si gratta il mento su cui sta crescendo una barba scura e ispida con fare assorto. Danielle si gira verso di lui, schiocca la lingua confusa e poi sorride.
"Potrebbe funzionare" dice la ragazza spostando il suo sguardo color catrame sul suo amico. Wilson le lancia un'occhiata confusa, poi si volta verso di me e sospira.
"Volete esporre anche a noi il piano? Non tutti possiamo leggerci nella mente" sospiro spazientita.
"Certo." dice Frederic. Con una matita cerchia una piccola struttura sul retro della villa e guardando meglio e con più attenzione mi accorgo di cosa si tratta.
"Un centralino?"
"Esattamente. Se riesco ad avvicinarmi abbastanza posso riuscire a mandare in sovraccarico tutta la villa. Sicuramente ci saranno dei generatori di emergenza ma avremo almeno un minuto per poter entrare all'interno prima che si riavviino."
"Non basterà..." borbotta Karina. "Ci servirà un'altra distrazione o qualcosa che possa oscurarci abbastanza."
"Andremo con il buio, non credi sia sufficiente?" dico lanciandole uno sguardo bieco.
"No ma tu e Frederic potete provocare una tempesta. Anche se temporanea ci darà una copertura sufficiente e per lo meno avremo l'effetto a sorpresa dato che la superiorità numerica è fuori discussione..."
Mallory non ha ancora detto nulla, non so se si stia divertendo a leggere le nostre emozioni ma il sorriso calcolatore non le si è tolto dal volto nemmeno per un istante. "Entreremo dalle finestre sul retro. Gli alberi ci possono coprire finché Pel di carota e il meteorologo non avranno portato a termine il loro compito."
"Io posso riuscire a darvi lo slancio con il dominio dell'aria ma non a tutti, siete troppo pesanti." poso gli occhi su Wilson e lui annuisce. La telecinesi è una delle sue abilità migliori.
"Ci peneremo io e Danielle."
"Tutto bellissimo, davvero, ma non siamo nemmeno a metà del lavoro." Mallory si alza per prendere la mappa. Si mette a studiarne ogni singolo particolare con minuzia, poi alza lo sguardo su di me e torna nuovamente alla mappa. "Questa finestra è quella della cucina e dubito che a tarda notte ci siano troppe persone."
"Perché c'è una cucina al secondo piano?" chiede Karina disgustata.
"Ti sembro un'esperta?" Mallory la fulmina con lo sguardo e i due psichici si scambiano uno sguardo preoccupato.
"Smettetela voi due, siete inutili" le ammonisco e colgo l'occasione per vendicarmi, tirando un pennarello in faccia a Mallory. La ragazza si arrabbia e mi manda una scarica di dolore emotivo che mi fa rimanere senza fiato.
"Come ci organizziamo una volta all'interno?" domanda Frederic mettendo fine alla piccola faida. Mallory esce finalmente dalla mia mente e si concentra sull'elementare.
"Direi di dividerci in coppie. Abbiamo diversi compiti da portare a termine e poco tempo a disposizione." Mallory prende il suo zaino e ci rovista dentro con la fronte corrucciata. Tira fuori una boccetta azzurra e una siringa e la appoggia sulla cartina nel pavimento, con sguardo serio.
"Che cos'è?" Frederic si rigira il siero tra le mani senza capire cosa sta osservando.
"È un amplificatore di poteri." rispondo prima che Mallory ne abbia l'occasione. "E io non posso prenderlo. Non sarei in grado di controllarmi."
"Fai come vuoi. Ci sono dosi per tutti quanti e grazie a questo farmaco avremo un ulteriore vantaggio sui cani da caccia." Mallory si riprende la boccetta dalle mani di Frederic, guadagnandosi un'occhiata bieca.
"Va bene. Prenderete la stupida droga blu e ci divideremo in squadre." Karina sorride enigmatica e inizia a disegnare sulla mappa con sguardo serio e attento. "Mi serve un segugio per riuscire a trovare mio padre e anche a Mallory se vuole trovare il presidente, lei andrà con Danielle e io starò con Wilson. Immagino che i nostri amici siano guardati a vista, un elementare e una Distruttrice possono bastare per mettere fuori gioco la cavalleria. Tutti d'accordo?"
Nessuno osa contraddire Karina e il suo piano.
"Va bene ragazzi" mi alzo in piedi e mi schiocco le dita. "Preparatevi, fra poche ore entreremo in azione."