Il sole scaldava l'aria, fuori era una bella giornata ma dentro di me sentivo strane sensazioni.
Ieri con Mattia ero riuscita a lasciar uscire una parte di me che solitamente tengo chiusa a chiave.
Non so nemmeno perché io abbia deciso di condividere tanto con lui, con quel ragazzo capace di farmi saltare i nervi e schizzare la rabbia alle stelle.
Quasi nessuno è a conoscenza di quella storia, mi sono chiusa in me stessa lasciando il mondo fuori.
Ho racchiuso il dolore all'interno cercando di tenerlo solo per me, senza coinvolgere nessun altro.
Già troppe persone hanno sofferto.
E forse se la gente mi sta lontana riuscirà a non essere coinvolta in un vortice di problemi.
Continuano a dirmi che ho un cuore buono e mi impegno per gli altri, ma la verità è che il mio cuore, ormai, è freddo, freddo come il ghiaccio.
Ho raccontato a Mattia gli eventi di quella sera, ma non gli ho detto proprio tutto. Non sa quanto dolore io mi porti dentro, il fondo che ho toccato in quel periodo.
La sensazione di vuoto, inadeguatezza, mi sentivo sbagliata, impotente e terribilmente in colpa.
Ora va meglio, ma tutte quelle sensazioni sono ancora vive dentro me. Ho paura di avvicinarmi alle persone perché magari, se mi stanno troppo accanto, finiranno per farsi del male.
Ho paura anche per i miei e Chiara ma loro non mi hanno mai lasciata, mi hanno aiutata a risalire da quel profondo buio dove ero finita.
Ma ogni volta che il pensiero torna a quella notte, l'aria mi manca e le lacrime riempiono i miei occhi.
Ogni notte gli incubi mi tormentano.
E il brutto è che mi tormentano anche di giorno. Ed ora si può dire che io stia bene perché sono arrivata ad un punto in cui credevo di non tornare più indietro, ma ho paura che non tornerò mai la Emma di una volta, non riuscirò più ad amare e a voler bene come un tempo e credo che nessuno si meriti la disgrazia di affezionarsi a me che probabilmente non sarò più in grado di proteggere nessuno.
E come ogni volta che i pensieri prendevano il via, anche le lacrime uscivano.
Mi lavai il viso più volte e mi truccai un po' per cercare di nascondere i segni del pianto e poi andai a scuola con Chiara.
•••
Mi sono svegliato con in mente il tempo passato ieri con Emma e quel racconto tanto straziente e pieno di dolore che mi ha aperto una porta sul mondo che ha all'interno.
Mi ha lasciato conoscere una parte intima di sè, e non so il perché ma mi ha fatto sentire bene, importante per qualcuno.
Ed è assurdo come questo sia avvenuto con una ragazza che conosco appena e che vorrei avere così vicina per poi ritrovarla nel mio letto.
Ma è davvero solo questo?
Continuo a chiedermelo da giorni ma non trovo la risposta o meglio, ho paura di ascoltare quella vocina interna che mi da la risposta, perché quella verità mi spaventa.
È così chiusa nel suo mondo, con una protezione che non lascia entrar nessuno, un muro duro che al suo interno, però, nasconde un mare di insicurezze e fragilità.
Si sente in colpa quando invece ha fatto di tutto per salvare il suo amico.
Ma quando finisci in certi giri è difficile venirne fuori, lei non sa nemmeno quanto lo sia e continua a darsi colpe che non ha.
Invece lei c'è stata per il suo amico quando altri, probabilmente, se ne sono andati.
E mi ha fatto male vederla fragile e sommersa dalle sue lacrime.
L'ho abbracciata perché in quel momento ho sentito il bisogno di proteggerla.
E lo sento ancora adesso.
Ma sono sicuro che ci sia molto altro che tiene dentro e credo sarà difficile che lei lo condivida.
Mi sono stupito che sia fidata e non so se lo farà ancora.
Però mi ha fatto bene e lei nemmeno se ne rende conto.
Quel suo sfogo, il condividere una parte così intima di sè, forse ha fatto più bene a me che a lei.
•••
<<Em, tesoro, che hai?>>
<<Tranquilla, sto bene>>
<<Hai pianto, me ne sono accorta stamattina ma non volevo farti stare peggio>>
<<Già>> annuii sapendo che lei mi conosce davvero bene e non è giusto mentirle <<Ieri sono stata con Mattia e non so perché ma gli ho raccontato di Matteo, di quella notte, delle mie paure e del senso di colpa>>
La vidi spalancare gli occhi e non riuscivo ad interpretare la sua espressione
<<Non lo so perché l'ho fatto, ma avevo bisogno di parlarne. Ho visto in lui tanto dolore dentro, chiuso e nascosto, proprio come quello che è racchiuso in me. E mi sono sentita capita>>
<<Sono contenta che tu sia riuscita a parlarne, lo sai?>> mi chiese in tono dolce e comprensivo <<Sei riuscita a condividere qualcosa di intimo e personale e credo che Mattia lo abbia compreso davvero>>
<<Ho solo paura...>>
<<Non lo userà contro di te>>
<<Come fai a dirlo? Sono stata una stupida>>
<<Io non credo. Anche lui ha un mondo dentro, qualcosa che lo fa soffrire e sono convinta che rispetta quel dolore che ti accompagna ogni giorno, proprio come è sempre presente in lui. Magari questo potrà farvi bene, potete riuscire a liberarvi almeno un po' di tutte quelle sensazioni che pesano sui vostri cuori>>
<<Io non lo so, ho paura che continui a comportarsi da stronzo e rida di me>>
Abbassai gli occhi per evitare il suo sguardo e finire di nuovo in lacrime.
<<Em, ti meriti di stare meglio. E se questo ti ha fatta sentire di nuovo un po' più viva, allora va bene così. Non farti troppe domande>>
<<Non è semplice>>
<<Lo so. Ma io credo che quel ragazzo ti faccia provare sensazioni che non sentivi da tempo>>
<<Ma non può essere...>>
<<Io credo di sì. Lasciati andare un po', ti farà bene>>
E quella frase continuò a girarmi in testa per il resto della mattinata.
•••
<<Matti, io credo che quella ragazza ti piaccia davvero>>
<<Non lo so, non sono tipo da queste cose, non posso affezionarmi>>
<<Sì che puoi, devi darti l'opportunità di stare bene. Non tutte le persone che hai intorno cercano di demolirti>>
<<Non ne sono sicuro... appena abbassi la guardia sei fregato>>
<<Ma ieri sei stato bene>>
<<Ho sentito il bisogno di proteggerla. Mi ha raccontato un qualcosa che tiene dentro e non lascia uscire, mi ha aperto una porta sul suo mondo e mi sono sentito importante. Non pensavo che un'altra persona potesse racchiudere in sè così tanto dolore e la sensazione di non essere abbastanza, tanto quanto me>>
<<Siete più simili di quanto credi e forse è proprio per questo che vi scontrate e litigate. Anche se è pure un po' merito dei tuoi modi del cazzo>> rise infine
<<Lei mi fa saltare i nervi>>
<<Perché non te la da vinta come tutte le altre, perché non ti cade ai piedi>>
<<Sarà...>>
<<E penso che ormai dovresti ammettere a te stesso che tutto ciò non è solo per portartela a letto>>
Quella frase, così carica di una verità che non riesco ad ammettere, a pronunciare ad alta voce, continuò a rimbombarmi per tutto il tempo delle lezioni.
~~~
Aspettai Emma fuori dal cancello di scuola.
Le avevo detto che avremmo lavorato al progetto e sì, lo avremmo fatto, ma non nel modo convenzionale in cui credo si aspetti lei.
Deve distrarsi e forse ne ho bisogno anche io.
Ho pensato di portarla a Villa Pamphili, metterci sul prato e parlare un po'. Ci saremmo occupati anche del lavoro per il PCTO, ma all'aria aperta, e non chiusi dentro quattro mura.
Anche perché so per certo che se ci si mettesse, anche da sola, finirebbe il lavoro in pochissimo tempo.
E forse la scusa di questo progetto insieme inizia a piacermi.
<<Ciao ragazze>> salutammo Emma e Chiara
<<Ciao>>
<<Andiamo? Mangiamo qualcosa e poi ci mettiamo a lavoro>> mi rivolsi alla dolce bionda mentre Chiara e Nicolò se ne andarono insieme.
Ecco, a proposito di questo, quei due non me la contano giusta. Ma me ne sarei occupato più avanti.
<<Ah certo, come al solito fai come ti pare senza nemmeno chiedere>>
Mi trattenni dal risponderle male
<<È solo una proposta, ma se non ti va d'accordo. Però, se solo ti fidassi... ti assicuro che non te ne pentiresti>>
<<E va bene>>
<<Pensavo di metterci di più a convincerti>>
<<Oggi sono stanca e non ho voglia di discutere>>
<<Non me lo farò ripetere due volte>>
Poi la vidi bloccarsi
<<Aspetta>>
<<Che c'è?>>
<<Ecco... è che...>>
<<Sono con quella>> indicai la macchina <<Avevo capito che qualcosa non andava con le moto e dopo il racconto di ieri me lo hai confermato. Sapendo che avremmo lavorato insieme, stamattina ho preso l'auto>>
E a quelle parole mi sorrise, un sorriso sincero, dolce, che fece sorridere anche me, ma cercai di non mostrarlo
~~~
Arrivammo a villa, stesi il telo che avevo portato e tirai fuori tramezzini e biscotti che avevo preso dal cucina di casa, apposta per la giornata.
Tutte queste attenzioni stupivano per sino me, eppure è proprio opera mia
<<Siamo qui per lavorare o per passare il pomeriggio?>> mi chiese lei guardando tutto quello che avevo tirato fuori
<<Entrambe le cose>>
Scosse la testa nascondendo un'espressione soddisfatta
<<Perché fai tutto questo? L'ho capito che non ti vado a genio. Potremmo finire le ricerche e chiudere tutto. Io non capisco...>>
<<Non è vero, anche se mi dai il nervoso sto bene>>
Il suo sguardo si spense di nuovo
<<Cos'hai? Che cosa ho detto di sbagliato?>>
<<Niente. È solo che... vedi, quello che ti ho raccontato ieri, io non lo dico mai a nessuno. Mi spaventa che qualcuno conosca una parte così fragile di me>>
<<Non ho intenzione di farti del male>>
<<Lo dicono tutti>>
Già, immagino sia così
<<Quando mio padre se ne è andato...>>
<<Aspetta, non devi raccontarmelo per forza>>
<<Voglio farlo. Io conosco delle parti segrete di me, ora tu ne conoscerai alcune delle mie>>
Anche se non posso raccontartele tutte, credo scapparesti.
<<Mio padre se ne è andato quando avevo otto anni, ma già prima non lo vedevo quasi mai. Ho pianto giorno e notte fino a terminare le lacrime. Mi sono chiesto perché mi odiasse così tanto da non volermi con lui. Non facevo nulla di male, ero solo un bambino. E dopo mio padre ha iniziato ad abbandonarmi anche mia madre. Nessuna carezza, un gesto dolce o la favola della buonanotte e allora ho pensato che il problema fossi davvero io. Ho provato a starle vicino ma più mi avvicinavo e più lei si allontanava. Fino a che ha conosciuto il suo nuovo compagno e Tiziano. Ha iniziato a passare sempre più tempo con lui e faceva di tutto per farsi voler bene, dimenticandosi di me. Allora ho deciso di chiudere tutti fuori e proseguire per conto mio, senza più lacrime, solo forza e determinazione. Non sarei più stato Mattia il debole. Se dovevano odiarmi, allora tanto voleva che lo facessero per delle motivazioni valide. È poi è stato tutto un susseguirsi di cose, ora mi rispettano ed evitano di farmi arrabbiare. Tutta quella cattiveria che avevo e che ho dentro, è diventata parte di me>>
<<Io non credo che tu sia una cattiva persona>>
<<Invece sì. So che vuol dire toccare il fondo>>
<<Per tuo padre e la tua famiglia?>>
<<Sì>> risposi un po' incerto e credo che lei lo abbia notato ma non ha detto niente.
<<Eri solo un bambino, non hai colpe se tuo padre se ne è andato e se tua madre si è sentita abbandonata. Non potevi farci nulla>>
<<Nemmeno tu>>
<<Io non ero una bambina, dovevo capire, dovevo aiutarlo>>
<<Non potevi. Quando entri nel mondo delle droghe ti si annebbia tutto>>
<<E tu come lo sai?>>
<<Non sono un santo, le conosci anche tu le storie sul mio conto>> provai a divagare per non soffermarmi su quell'argomento <<Risse con tante persone e non erano in giri molto chiari>>
<<Oh, ho capito. Però adesso ne sei uscito no? In questi mesi sta... sì ecco, sta andando tutto bene, no!?>> chiese abbassando il tono di voce e anche lo sguardo per paura della mia risposta
<<Così sembra>>
Dall'ultima denuncia di quest'estate non è successo altro. E non so perché ma la presenza della bionda dagli occhi di ghiaccio, qui davanti, mi fa tenere a bada la rabbia.
<<Però per me è diverso. Io non sarò mai abbastanza. Ed è meglio che la gente mi stia lontana, hanno sofferto fin troppe persone>>
<<Non è così>>
<<Oh, sì, te lo assicuro. E anzi, stai attento anche tu, hai sopportato fin troppe sofferenze...>>
<<Non ti rendi conto di quanto la tua presenza faccia bene. Ieri, quando mi hai portato nel tuo mondo, mi hai fatto sentire importante come non mi capitava da anni ormai. Ho sentito che la mia presenza potesse essere importante, ti ho abbracciata per tentare di proteggerti. E sembra stupido, ma la tua vicinanza, il tuo condividere, mi fanno sentire vivo. In questi momenti non sono Mattia di cui gli altri hanno paura, ma me stesso. E questo mi spaventa ma, allo stesso tempo, mi fa bene>>
<<Io... non so che dire. Nessuno mai si è fermato a capire davvero quello che ho dentro. Hai accolto il mio dolore, rispettandolo e mi sei stato vicino. Io non lo merito>>
<<No, meriti molto di più. E sicuro meriti qualcuno di meglio accanto, che ti ascolta e sostiene in modo migliore del mio, però se vuoi io ci sto. Ti capisco sul serio, non solo per modo di dire>>
<<Ma io ho paura che a farti male sarai tu. La mia presenza è dolore>>
<<Ho così tanto dolore dentro che posso tenere anche il tuo. Io credo che condividendo questi pesi che abbiamo nel cuore, possiamo riuscire a sopportarli meglio>>
<<Ma perché, perché stai qui con me? Hai mille ragazze che ti vengono dietro e sai che non verrò a letto con te. Non sprecare tempo con me>>
<<Voglio solo starti accanto, so che in tutto questo male, possiamo farci bene. Niente di più. Mettimi alla prova>>
<<Ci posso provare, ma scappa finché sei in tempo>>
<<Io non lo farò e spero nemmeno tu>>
E avevo voglia di baciarla, assaporare le sue labbra e sentire la sua pelle morbida sotto le mie dita.
Però mi trattenni, ora non aveva bisogno di questo anche se io lo desideravo fortemente.
Così la strinsi tra le braccia e restammo uniti per un tempo che non so nemmeno decifrare.
Quando due anime piene di dolore s'incontrano, possono distruggersi ancor di più o possono condividere i pesi del cuore e curarsi a vicenda.
Ma quando il dolore è grande e l'anima ferita, è difficile mantenere l'equilibrio.