La Stella Perduta

By Treville

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[Sequel de:"L'Erede di Grindelwad"] Robin รจ tornata ad Hogwarts dopo sua parentesi scolastica all'estero. Mol... More

CAPITOLO 1
CAPITOLO 2
CAPITOLO 3
CAPITOLO 4
CAPITOLO 5
CAPITOLO 6
CAPITOLO 7
CAPITOLO 8
CAPITOLO 9
CAPITOLO 10
CAPITOLO 11
CAPITOLO 12

PROLOGO

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By Treville

<Avanti, Robin, muoviti.> la incitò Tobias. <Altrimenti non troveremo mezzo posto sul treno.>
La ragazza serrò la presa sul manico e sulla valigia e avanzò verso il vagone più vicino a lei, in modo tale da non farsi vedere da molte persone.
Chiunque la incontrava nel corridoio si spostava per farla passare e, con occhi increduli, la fissava allontanarsi alla ricerca uno scompartimento libero.
Per alcuni studenti Robin era diventata irriconoscibile; le guance scarne e le occhiaie perenni sotto ai suoi occhi non aiutavano affatto.
Molti addirittura insinuavano che la parentesi a Durmstrang avesse stressato Robin più di quello che chiunque si fosse aspettato.
<Là fuori fa tutto schifo.> disse Tobias qualche sera prima della partenza. <Fa schifo perché non c'eri tu a combattere.
Perché questa Myricae in qualche modo la devi fermare.>
Robin era stata zitta. Non aveva avuto le forze per ribattere.
Forze che, però, le erano tornate nell'esatto momento in cui i due fratelli Crouch si sedettero.
<L'altra sera insinuavi forse che Myricae è una mia responsabilità?> chiese acida Robin a suo fratello.
Tobias sbatté le palpebre e poi scosse la testa.
<Non intendevo questo.>
<A me pare di sì, invece.> disse Robin allungando le gambe per qualche secondo.
<Troverai una Hogwarts diversa.> la informò il serpeverde.
Lei annuì.
<Lo so. Me l'hai già detto.>
<Noi-sappiamo-chi ci ha divisi.>
Robin scoppiò a ridere.
<Chiamalo con il suo nome, Tobias. Voldemort. O Tom, se preferisci.>
<Lo sai che mi spaventa molto.>
Robin lasciò cadere il discorso.
Capiva perfettamente che il fratello potesse avere paura di Voldemort, ma lei era diversa.
Lei non temeva più i mangiamorte.
Temeva solamente di lasciarsi sopraffare dalle arti oscure e dalle ambigue proposte che qualcuno avrebbe potuto avanzare.
<Vuoi qualcosa da mangiare?> domandò Tobias alla sorella, mentre fregava in tasca per trovare i soldi.
<Vado io.> disse Robin, la quale aveva già in mano il portafoglio magico che le ragazze di Durmstrang le avevano regalato il giorno della sua partenza.
La signora del carrello le rivolse un grande sorriso e le domandò immediatamente se voleva acquistare delle cioccorane per lei e il fratello.
Robin annuì e le porse il denaro, restando poi in attesa che l'anziana donna le prendesse dal carrello.
<Ecco, cara.> disse la signora del carrello, dando il resto e i dolcetti a Robin.
La ragazza ringraziò e tornò nel suo scompartimento, che improvvisamente si era riempito.
Tobias era in compagnia di Barty Crouch Junior e Regulus Black.
Il giovane Crouch si alzò e abbracciò la cugina.
<Mi sei mancata.> sussurrò il serpeverde all'orecchio di Robin.
<Anche tu. . .> disse lei a sua volta, prima di riprendere posto vicino al fratello.
<Ciao, Regulus.>
<Ciao, Robin.>
I due non si erano mai davvero cimentati in un discorso che non andasse oltre il semplice saluto.
Robin si trovò ben presto in una situazione di imbarazzo; Regulus non aveva dato segni segni continuare a parlare, così lei si rivolse verso il finestrino e mangiò in silenzio le cioccorane.
<Piton non c'è?> chiese Barty agli altri tre ragazzi.
Regulus distolse lo sguardo dal libro che stava leggendo e indicò la parete dietro di lui.
<L'ho visto con Artemisia. Hanno litigato di nuovo.>
<Come mai?> domandò Robin, improvvisamente ravvivata da quella succulenta notizia.
<Artemisia è scappata di casa quest'estate.> rispose Barty.
<Così come Sirius.> aggiunse atono Regulus.
Robin sgranò gli occhi: due dei suoi amici avevano lasciato la propria famiglia.
<La rivolta del rampolli. . .> ridacchiò tra sé Tobias, andando in contro ad un'occhiataccia da parte di Regulus, la cui situazione lo riguardava da vicino.
Robin abbassò lo sguardo per vedere meglio la copertina del libro che stava leggendo il più giovane dei Black.
<Scelta singolare.> commentò Robin, puntando lo sguardo su Regulus.
<Dici del libro?> chiese lui alzandolo e assicurandosi che riuscisse a leggere il titolo.
<Sì.> rispose lei concentrandosi nuovamente sul paesaggio, oramai tinto dei colori della sera. <Peccato che sia illegale in almeno cinquantadue paesi, tra cui il Regno Unito.>
Regulus, di carnagione pallida, improvvisamente diventò paonazzo dalla vergogna.
Deglutì.
<Non lo sapevo.>
<Andiamo, Robin.> bofonchiò Barty. <Non penserai mica di fare la spia con Silente?>
Tobias interruppe improvvisamente quello che stava facendo per rivolgere l'attenzione alla risposta che avrebbe dato sua sorella.
Robin, contro ogni aspettativa, si alzò e uscì dallo scompartimento con la scusa di star passando troppo tempo con i serpeverde.
Camminò avanti e indietro per il vagone finché non si decise a continuare anche verso gli altri.
Intravide i nuovi studenti, affascinati da tutte quelle stramberie, e di vecchi, alle prese con discorsi coinvolgenti.
<Lasciami in pace, Severus!>
Da uno scompartimento uscì Artemisia.
Robin credeva di essere l'unica ad aver avuto un cambio dal punto di vista fisico (cosa assolutamente poco veritiera). Invece anche Artemisia era cambiata: era cresciuta ancora in altezza e i capelli avevano assunto delle nuove tonalità di castano scuro.
Seguita da Severus. Anche lui più alto. Ma per il resto uguale: pelle giallognola, capelli nerissimi e naso caratterizzato dalla gobbetta.
<No che non posso.> ribatté l'altro. <Potevi anche dirmelo, sai?>
L'altra si girò e mollò uno schiaffo in faccia a Piton.
<Dirti che cosa?! Che sono scappata di casa?>
Robin non aveva mai visto Artemisia reagire in quel modo.
Avrebbe voluto intervenire, ma non le pareva una cosa da fare intromettersi tra i due.
Dentro di sé sentiva una profonda vergogna e una tale impotenza davanti a quella scena.
<Avresti potuto anche lasciarti scappare il motivo per cui sei scappata.>
<Smettila!> gridò Artemisia. <Non mi rivolgere più la parola, Severus Piton!>
La serpeverde poi andò nella direzione opposta, inveendo contro Piton, e lasciandolo da solo, con un centinaio di occhi curiosi.
<Al diavolo!>
Non so se ringraziarti per non essere intervenuta, oppure rimproverarti per non avermi dato manforte.
<Aspettavi che un baldo grifondoro si prendesse quattro ceffoni per te?> chiese lei ad alta voce.
Robin aveva la schiena appoggiata a una parere e si spostò per lasciare un po' di spazio al suo amico.
<Fammi vedere che cosa ti ha fatto Artemisia-spacco-i-miei-amici.>
Severus girò la testa dalla parte opposta a Robin e permise alla ragazza di toccare il punto in cui Artemisia lo aveva graffiato con le sue unghie.
<Ti fa male se premo qui?>
Piton fece una smorfia di dolore.
<Perché se l'è presa tanto?>
Ha fatto saltare il fidanzamento con Lestrange dopo che ha sentito dire da Rabastan che, una volta sposati, le avrebbe impedito ad lavorare.
E poi è scappata di casa?
Esatto.
Ripropongo: perché se l'è presa così tanto con te?
Severus non rispose.
<Tasto dolente?>
L'ho baciata nel giardino di casa sua.
Ero stato invitato a una merenda; oltre a me c'erano anche Monica ed Evan, il cugino di Artemisia.
Lui ci ha visti, mi ha minacciato e infine ha spifferato tutto alla sua famiglia.
Artemisia ti tiene lontana apposta: teme che la sua famiglia ti identifichi come la causa effettiva dell'annullamento del fidanzamento.
<Tu l'hai baciata e non mi hai detto nulla.> disse poi Robin incrociando le braccia al petto e sbuffando.
<Tanto ora mi odia. . . O almeno non vuole starmi vicino.>
<Stai uscendo dalla sfera "Lily"?>
Non pronunciare il suo nome.
Ci sono tanti pesci nel mare. . .
Allora dovremo andare a pescare assieme.
Robin sgranò gli occhi e inchiodò Severus al muro.
<Che cosa intendi dire con questo?!> ringhiò innervosita.
<Che il tuo caro Gilderoy si è trovato una fidanzatina. . .>
<Chi è?>
Severus distese le labbra.
<Emily Rasinskij.>
Robin serrò la mascella.
<Non è possibile. . .> disse lei. <Lo fa semplicemente perché vuole un po' di scena.>
<Indubbiamente, Robin.> commentò Piton togliendosi le pieghe dal mantello nero.
<Piton, cosa ci fai in gir - TU?!>
Severus roteò gli occhi.
<Potter. . .>
James avanzò, togliendosi gli occhiali dallo stupore, e gettò le braccia al collo di Robin.
<Io?> chiese Robin sorridendo. <Parla con me, signor Caposcuola?>
<Ma come. . . Ma com'è. . . Vieni qui! Vieni qui!>
<Jame - Potter! Cosa stai facendo, eh? Ci provi con le ragazze proprio sul treno?>
James sciolse l'abbraccio per mostrare a Lily Robin.
La ragazza dai folti capelli rossi si mise una mano sulla bocca e cercò di trattenersi, ma scoppiò a piangere in mezzo al corridoio.
<ROBIN!>
<Anche tu una Caposcuola?!> chiese Robin sorpresa. <Significa che adesso non potrò più far danni?>
<Ma cosa dici, Artiglio?!> esclamò James. <Ti pare che io sia io tipo che tira via punti alla propria migliore amica?>
Immaginavo che Potter avrebbe detto una cosa simile.
Domani continuiamo con il nostro discorsetto.
Ben se riesci a trovarmi.
Severus, ti prego. . .
<Robin. . .>
Il cuore di Robin cominciò a battere all'impazzata: non si aspettava certo di incontrare anche Gilderoy Allock sullo stesso vagone.
Diamine, ma non poteva rivederlo a Hogwarts?!
Sentì i crampi nello stomaco e le gambe molli, cose che non le erano mai accadute.
<Ciao. . .> lo salutò lei mantenendo un tono distaccato. <Emily dov'è?>
Il viso di Gilderoy diventò paonazzo.
<È con le sue amiche, credo. . .>
James e Lily, nel mentre, pensarono che fosse meglio continuare la loro ronda e lasciare i due ragazzi discutere.
<Credevo foste una coppia.>
<Certo, Robin. . .> borbottò lui. <E io come farei mai a stare con una come lei?>
<Non lo so, Gilderoy.> ribatté Robin. <Spiegamelo tu.>
<Hai ragione, Robin.> disse lui. <Sono stato assieme a Emily. Mezz'ora, però. Mezz'ora in cui, mentre ero giù di morale, ci siamo baciati.>
Robin deglutì. Sentirselo dire dal ragazzo stesso la faceva star male.
<Sei stato abbastanza esaustivo.>
<Ma non c'è un solo giorno in cui tu mi sia mancata. Un solo giorno in cui io non ti abbia scritto.>
<Per Merlino, le tue lettere si sono perse allora.> disse ironicamente.
<Non ho avuto abbastanza coraggio per inviartele.>
Quindi il ragazzo le aveva scritto? O perlomeno aveva provato a farlo. . .
<Però le ho con me in valigia.> riprese il ragazzo indicando lo scompartimento da cui era uscito.
<Me le farai recapitare?>
Gilderoy sorrise.
<Te ne invierò una ogni giorno finché non le avrò finite.>
<E poi?>
<E poi, e poi, e poi. . .> disse lui avvicinandosi a Robin. <E poi continuerò a scrivertene delle altre. E te le spedirò stavolta.>
<Suona poetico.> commentò Robin stringendogli la mano.
Si mise in punta di piedi e gli lasciò un bacio sulla guancia.
<Ci vediamo domani, no?>
<Quando vorrai.>










°°°







Buonasera, ecco il prologo del sequel!
Spero possa piacervi anche questa parte.
Vi aspetto per i prossimi capitoli.
Giorgia

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