𝙻𝙰 𝙻𝙴𝙶𝙶𝙴 𝙳𝙴𝙻𝙻'𝙰𝙼...

By IAMASIANIMRI

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La legge. Un ambito di studio sicuramente eccellente. Nuovi avvocati, magistrati e tutto ciò che quell'univ... More

PROLOGO
Capitolo 1 (Zulema Zahir)
Capitolo 2 (Superficialità)
Capitolo 3 (sexy?)
Capitolo 4 (Zulema va bene)
Capitolo 5 (Processo)
Capitolo 6 (Controllo)
Capitolo 7 (Los Angeles)
Capitolo 8 (Correndo)
Capitolo 9 (Niente)
Capitolo 10 (🦋🦋🦋)
Capitolo 11 (Labbra tra i denti)
Capitolo 12 (Lavoro)
Capitolo 13 (Mia pt.1)
Capitolo 14 (Mia pt.2)
Capitolo 15 (🇮🇹 pt.1)
Capitolo 16 (🇮🇹 pt.2)
Capitolo 17 (🇮🇹 pt.3)
Capitolo 18 (🇮🇹 pt.4)
Capitolo 19 (🇮🇹 Processo)
Capitolo 20 (🇮🇹Venezia pt.1)
Capitolo 21 (🇮🇹Venezia pt.2)
Capitolo 22 (Prediletta?)
Capitolo 23 (Pensaci...)
Capitolo 24 (Non posso)
Capitolo 25 (Non riesco a stare senza di lei)
Capitolo 26 (Sesso?)
Capitolo 27 (Vedremo)
Capitolo 28 (Instagram)
Capitolo 29 (⚠️)
Capitolo 30 (Te lo avrei detto)
✨ANNUNCIO✨
Capitolo 31 (Questione di falsità)
Capitolo 32 (FOGLIO BIANCO)
Capitolo 33 (Dimmelo)
Capitolo 34 (La lettera)
CAPITOLO 35 (Ibiza)
Capitolo 36 (Gelosia)
Capitolo 37 (Convocazioni)
Capitolo 38 (California)
Capitolo 39 (Alcatraz)
Capitolo 40 (Periodo Natalizio)
Capitolo 41 (1 mese prima)
Capitolo 42 (Hai studiato abbastanza)
Capitolo 43 (Capodanno)
Capitolo 44 (Esame)
Capitolo 45 (Lei non avrebbe voluto)
Capitolo 46 (Questione di tranquillità)
Capitolo 47 (Dolore)
Info
Capitolo 48 (Fidati di me)
Capitolo 49 (Cosa mi nascondi?)
Capitolo 50 (28 Gennaio)
Capitolo 51 (disfruta, vive, ama)
Capitolo 52 (Ormai è tutto finito)
Capitolo 53 (Chiavi)
Capitolo 54 (Sono bloccata)
Capitolo 55 (28 luglio)
Capitolo 56 (Quel posto ha spezzato persino me)
Capitolo 57 (Forse hai ragione)
Capitolo 58 (L'ho fatto per te)
Capitolo 59 (L͟E͟G͟A͟L͟I͟T͟Á͟)
EPILOGO
NEW STORY

Capitolo 60 (𝑃 𝑎 𝑠 𝑠 𝑎 𝑡 𝑜)

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By IAMASIANIMRI

(MACA's POV)

Me ne sto seduta sulla poltrona che ho in camera, fissando la pioggia attraverso la finestra, che cade nel silenzio della notte.
Ho davanti a me dei fogli per un caso a cui stiamo lavorando, ma non è complicato come gli altri.
Sono passati tre giorni da quando abbiamo risolto l'ultimo caso, quello di Angeles Horpus, ma ancora Raquel non ha scoperto chi è stato ad uccidere suo marito.
Zulema.
Ancora non mi ha parlato, e ci sono stati solo piccoli baci occasionali, a causa del troppo lavoro e del fatto che abitiamo in case diverse.
Vorrei che si fidasse abbastanza per rivelarmi ciò che è successo all'interno di quel carcere. A parlato di passato, e di qualcosa che non credeva di possedere. Non so di cosa si possa trattare, ma vorrei poter sapere per aiutarla. Vorrei anche sapere cosa è successo con Katrina, e capire perché c'è andata a letto, a quale scopo.
Il campanello mi fa sussultare, risvegliandomi dei miei pensieri. Chiudo la cartellina, sistemando i fogli, per poi camminare verso la porta d'ingresso, con i piedi scalzi a contatto con il pavimento freddo.
Il clima sta cambiando rapidamente, e l'estate sembra ormai essere passata completamente. Indosso dei pantaloncini neri e corti, per via del riscaldamento, ma sopra ho un maglioncino bianco.
Apro la porta, e rimango sorpresa di chi sia, aprendo leggermente la bocca.
"Zulema..."
"Posso entrare?" Guardo dentro casa, e poi lei, per poi annuire, spostandomi lateralmente.
"Certo" mi sorride, per poi entrare, mentre io chiudo la porta, seguendola verso il divano.
"Ci sediamo?" Dice, e io le sorrido, per poi sedermi accanto a lei.
Ci guardiamo un po, poi la sua mano si alza, accarezzandomi il viso.
"Come stai?"
"Bene. Tu?"
"Ora meglio...ero un po nervosa. Volevo vederti" sorrido, abbassando il viso.
"Sono venuta anche per dirti che Raquel ha trovato l'assassino?" Faccio scattare i miei occhi nei suoi, credendo che ci sarebbe voluto molto più tempo.
"Davvero?"
"Si. È stato suo figlio. Era a conoscenza della violenza domestica che il padre infliggeva alla madre ogni giorno. Voleva strapparla da quella realtà. Cosi è entrato in casa, e sapendo dove fosse la pistola, l'ha presa, sparandogli subito dopo quando è stato scoperto. Ha confessato tutto durante l'interrogatorio. Non voleva ucciderlo, ma sentiva di dover proteggere sua madre" ammusisco, per poi passarmi una mano sul viso.
Rannicchio le gambe, tirandole sul divano, per poi appoggiare la testa allo schienale.
"Wow"
Ride leggermente, mentre si alza. Seguo ogni suo singolo movimento, e noto che si toglie la giacca, appoggiandola su una sedia, per poi dirigersi in cucina.
Aggrotto leggermente le sopracciglia, non capendo cosa stia facendo, per poi vederla tornare con una bottiglia di vino bianco e due calici.
"Come sapevi che c'era..."
"Intuito" dice con una smorfia, mentre io sorrido, girando gli occhi al cielo.
"Cosa festeggiamo?" Chiedo, mentre lei apre la bottiglia, riempiendo un po i bicchieri.
"Diciamo...la nostra fuga dalla realtà"
"Mh?" Chiedo aggrottando le sopracciglia, non sapendo minimamente a cosa si riferisca.
"Apri la mia borsa" lo faccio, e trovo una busta trasparente, con dentro dei biglietti aerei.
"Zulema...scherzi?" Dico, continuando a leggere e rileggere la destinazione.
"No..." noto che appoggia entrambi i calici, per poi mettersi seduta accanto a me, prendendomi i biglietti dalle mani e appoggiandoli accanto a lei sul divano.
"Voglio andarmene da qua. Voglio staccare un po. E voglio che tu venga con me...sempre se vuoi" dice, e io la guardo per qualche secondo, sorridendo, per poi abbracciarla, stringendo forte.
"Certo che voglio Zule" sussurro, e sento le sue mani posarsi sulla mia schiena, accarezzandomi.
"Ma come facciamo con i casi?"
"Ci penseranno Saray e Alta. Noi abbiamo una settimana tutta nostra" sorrido, e le prendo il viso, accarezzandolo, per poi avvicinarmi piano, cosi come lei.
Le nostre labbra si incontrano nel mezzo, e rimangono attaccate per qualche secondo, immobili, per poi cominciare a muoversi.
Le sue mani mi tengono dalla vita, e sento come mi tira attaccata a se, mentre le nostre lingue si trovano, intrecciandosi. La voglia di averla mi sta facendo impazzire, e la mia mano prova ad entrare sotto la sua maglia, ma lei subito la prende, riportandola sul suo viso, mentre non smettiamo di baciarci.
Mi tira, facendomi salire a cavalcioni sulle sue gambe, per poi continuare a toccarmi e baciarmi.
Le sue labbra scendono sul mio collo, mentre le mie mani accarezzano la sua testa, con le dita tra i capelli neri.
"Mh..." lascio un mugugno, mentre le sue mani entrano sotto il mio maglioncino.
Mi accarezza un po la pelle, che so essere calda, per poi staccare le labbra.
"Beviamo quel vino?" La guardo, e sorrido, per poi annuire, capendola. Aveva già detto di essere nervosa, e rispetto questo momento.
Le passo uno dei calici, mentre io prendo l'altro, per poi brindare.

"Alle Bahamas" diciamo, facendo scontrare il vetro uno contro l'altro.

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(4 giorni dopo)

"Sei pronta biondina?" Dice Zulema, bussando alla porta della mia camera, mentre io la guardo, completamente immersa nei miei pensieri.
"Mi sto dimenticando qualcosa"
"Maca hai una valigia enorme, completamente piena. Hai tutto. Esci da qua prima che facciamo tardi" alzo gli occhi al cielo, per poi alzare le mani in segno di resa.
"Vale vale" la raggiungo, per poi darle un rapido bacio, uscendo.
La sento ridere, per poi sentire i suoi passi dietro di me.

Il viaggio é stato abbastanza lungo, e siamo rimaste sul jet di Zulema a lungo. Forse quasi 10 ore, che sono sembrate infinite: siamo partire alle 10 di mattina e ora dovrebbero essere le otto di sera, ma a causa del fuso orario sono ancora le due di pomeriggio qua.
Scendiamo all'aeroporto di Grand Bahama, che é l'isola più settentrionale dell'arcipelago delle Bahamas, nell'oceano Atlantico. É nota per le spiagge e per le insenature nella barriera corallina.
Inutile dire quanto questo posto sia meraviglioso, e guardo tutto con occhi grati. Sono grata a Zulema per avermi portata in un posto tanto bello, e sono felice di essere qua con lei.
Ho come la sensazione che questa settimana ci aiuterà a risolvere tutto quello che in questo momento ci sta dividendo.
"Preciosa...tutto bene?" Sento la sua voce, che mi distoglie dalla bellissima vista di questa vetrata dell'aereoporto, e sento la sua mano sfiorare la mia.
Punto lo sguardo su quel contatto, e le prendo la mano, annuendo, con un piccolo sorriso tranquillo.
"Certo. Sono solo contenta di essere qui"
"Anche io" dice piano, e noto come i nostri occhi si incatenino per qualche secondo.
"Andiamo?"
Annuisco, e insieme ci dirigiamo verso la macchina che Zulema deve aver affittato, per poi dirigerci verso un probabile alloggio dispendioso.
"Dove andiamo?"
"Sorpresa" rido leggermente, girando in modo giocoso gli occhi al cielo per la sua segretezza che non cambierà mai.

"Zulema...quanti soldi hai speso per questo?!" Dico guardando sbalordita il resort che ha scelto per questa settimana. Lo avrà pagato tantissimo, e mi spaventa la cifra vertiginosa che deve aver speso.
"Non ti preoccupare...sai che ne ho la possibilità"
"Si ma..."
"Niente ma. Entra" le sorrido, per poi varcare la soglia di questa piccola casa che da su acque cristalline.
Guardo tutto con stupore e apprezzamento, meravigliandomi della bellezza di questo posto assurdo.
"Ma è stupendo"
"Vero?" Dice seguendomi in ogni stanza, per poi sorridermi in modo dolce e divertito per la mia probabile espressione sgomentata.
"Come possono esistere posti cosi?"
"Non lo so...ma sono felice di poterti dare tutto questo" dice, ed è in quel momento che mi volto, per poi avvicinarmi a lei piano, su quest'aerea all'aperto che è sensazionale.
Il sole sta gia cominciando a tramontare, perché il viaggio dall'aereoporto è stato abbastanza lungo.
Cingo le braccia intorno al suo collo, per poi avvicinarmi alle sue labbra.
"Grazie" sussurro, e lei molla la sua borsa, che appoggia su una poltrona poco distante, per poi poggiare le sue mani sui miei fianchi.
"Prego" ci guardiamo, e dopo un piccolo sorriso, la bacio, appoggiando le labbra sulle sue dopo tutto il giorno senza.
Sento il suo sapore, e le mie mani vanno quasi inconsciamente sul suo viso, accarezzandolo.
Mi tira più vicina a se, stringendomi forte, mentre le nostre lingue si trovano e si intrecciano.
In questo bacio sento tante scuse da parte sua: è dolce, e le sue mani sono tremendamente delicate.
Si stacca, e mi guarda, scrutando ogni lineamento del mio viso, per poi accarezzarlo.
"Ci sediamo li?" Mi indica delle poltrone che sono posizionate subito giu da una scalinata in legno, quasi sul livello del mare.
"Si" dico ancora presa dal bacio, per poi incamminarmi, mentre noto che lei va dentro casa.
Mi siedo, notando le sfumature arancioni, rosse e gialle che il tramonto riversa sul mare, rendendolo sensazionale.
Sorrido, e non posso che essere felice di essere qui con lei in questo momento.
"Ho preso un po di vino" dice alle mie spalle, facendomi quasi sussultare da quanto ero immersa nella bellezza di questa vista.
"Grazie"
Annuisce, per poi sedersi sull'altra poltrona, versando il vino bianco, frizzante, in due calici.
I raggi del sole, ormai tramontato, creano una luce bellissima, e la guardo sotto essa, notando quanto sia terribilmente bella.
Mi passa il calice, e noto dal suo sguardo cosa sta per succedere.
Non credevo lo avrebbe fatto subito, ma sono felice che lo stia per fare.
"È ora che tu sappia tutta la verità"

"Quando sono arrivata in quel posto...mi sentivo spaesata. Sapevo che non avrei potuto rimanere la stessa, perché ero troppo vulnerabile. Troppo esposta. E avevo troppe cose da perdere.
Lo sapevo...eppure non riuscivo a distaccarmi da quella me che mi avevi fatto diventare.
Mi avevi regalato cosi tante cose, ed ero riuscita a buttare giu quel muro di ghiaccio che avevo costruito negli anni prima di conoscerti.
Ero vincolata a te.
Ti pensavo costantemente, e cercavo di rimanere quella che tu mi avevi aiutato a diventare, pur rimanendo attenta.
Ma non potevo. Non potevo permettere alle persone che c'erano la dentro di calpestarmi, ma ancora peggio, avevo paura" si ferma un secondo, e noto come guarda l'orizzonte, mentre io la scruto, con le sopracciglia aggrottate.
Penso sia una delle poche volte in cui Zulema sta ammettendo di aver avuto paura, e questo mi stupisce.
Ovviamente sapevo che aveva paura, ma sentirla parlare di questo mi stranisce.
Deglutisce, per poi ricominciare a parlare.
"Avevo paura che ti facessero del male. Dovevo dimostrare di essere forte, e di non essere legata a nessuno. Cosi...ho dovuto abbandonare quella parte di me che amavo essere.
Quella che tu avevi costruito.
Quella che eri riuscita a tirare fuori con tanto lavoro.
Mi sentivo in colpa per gettare via tutto, ma allo stesso tempo, non potevo permettere che ti succedesse qualcosa per colpa mia.
Ho dovuto lasciarti.
Ho dovuto cambiare.
E quello che ho fatto per sopravvivere, non è stato bello"
"Per questo non volevi parlarmene?" Mi guarda, e sorride leggermente, per poi annuire.
"In parte..."
"Raccontami...non ti giudicherò Zulema" mi guarda, e credo che avesse bisogno di sentirsi dire queste semplici parole in un momento del genere.
Gliel'ho letto negli occhi.
"Katrina...beh lei era a capo di quella merda di posto, e appena arrivata ha subito fatto capire questo concetto. Mi hanno picchiata, e non sapevo come reagire con tutte quelle detenute contro.
Poi, quando ho lasciato andare la parte debole di me, ho fatto capire loro chi era a comandare davvero.
In poco tempo sono diventata la più temuta, la più odiata.
Avevo preso il posto di quella psicopatica" si ferma ancora, deglutendo, e noto quanto sia difficile per lei.
"Un giorno però, poiché lei aveva tanti contatti all'esterno, ti avevano trovata. Dopo pranzo ho trovato una busta bianca sul mio letto, con dentro tantissimo scatti che ti avevano fatto mentre facevi cose normali. Mentre tornavi a casa, mentre mangiavi, mentre stavi con le tue amiche. Poi è arrivata Katrina. Aveva l'ossessione morbosa di voler collaborare con me. Voleva che fossimo socie, ma io no. Sapevo bene che si sarebbe messa in grossi guai, e non volevo aggravare la mia pena, ma dopo quelle foto...ho ceduto al suo ricatto. Per te" una lacrima mi riga il volto, e mi sento leggermente in colpa per le parole che ha appena detto.
Ha fatto tutto per me, per proteggermi.
È cambiata per colpa mia.
"Abbiamo iniziato a fare giri di droga, e faceva entrare di tutto in prigione. Ecstasy, eroina, cocaina. Compresi oggetti di contrabbando.
Un giorno si è indebitata con delle persone, e Maca...ho...beh abbiamo...fatto cose orribili. Abbiamo ucciso delle persone...non brave, ma erano comunque delle persone" deglutisco, e la continuo a guardare, mentre noto che lei non mi guarda, forse per vergogna e per evitare di bloccarsi nel vedere il mio sguardo.
Non so cosa lascino vedere i miei occhi in questo momento, ma ho cosi tante emozioni dentro che probabilmente si vede caos.
"Perché ci sei andata a letto?" Sussurro poi, e noto come chiude gli occhi, annuendo.
"Le piacevo. Era ossessionata, e quella donna è una psicopatica. Come ti ho detto prima, aveva tanti contatti fuori dal carcere, e non so come, ma ha scoperto qualcosa del mio passato che nemmeno io sapevo esistesse.
Un giorno è arrivata in carcere una ragazza, giovane, spaventata e indifesa"
Si blocca, e noto una lacrima rigarle il viso.
"Zule se non v-"
"Era mia figlia" nel sentire quelle parole mi paralizzo, fissandola e cercando di elaborare queste informazioni.
Figlia?
Com'è possibile?
Milioni di domande mi girano per la testa, e non capisco più come reagire.
Zulema ha una figlia.
E non me ne aveva mai parlato.
Non mi aveva mai detto di essere rimasta incinta, e per altro perché non sapeva che esistesse?
"Zulema..."
"Lo so...è difficile da elaborare. Per questo avevo paura a parlartene, perché non sapevo come avresti reagito" una lacrima mi riga il volto, ma voglio sapere tutto. Voglio continuare ad ascoltare.
"Continua..."
"Maca..."
"Zulema voglio sapere...dimmi cos'è successo dopo"
Sospira, per poi annuire, riportando gli occhi sul mare.
"Katrina era riuscita a farla trasferire da un altro carcere di crimini minori, poiché ricattava il capo del carcere tramite sicari esterni. Voleva avermi. Voleva che stessi con lei, sia a livello criminale, sia sentimentale. Non capivo come uscirne, e quando l'hanno picchiata, minacciando in seguito anche te, il mondo mi è caduto addosso.
Avevo appena trovato mia figlia, e per quanto non la conoscessi, per quanto facessi la stronza...lei era mia figlia" un brivido freddo mi percorre la schiena, e la guardo, con sguardo ferito e pieno di dolore.
"Era?" Sussurro.
Chiude gli occhi, e una lacrima le riga il volto, mentre noto il dolore farsi spazio sul suo viso.
"Dopo che sono andata a letto con lei, Katrina voleva punirmi per la resistenza che avevo fatto, e l'ha fatta uccidere" dice queste parole cercando di nascondere l'immenso dolore che deve aver provato, ma sento nella sua voce quella punta di amarezza e sgomento.
So che i sensi di colpa la stanno mangiando, e capisco perché è cambiata tanto. Capisco perché è arrivata al punto di rottura con la vecchia lei.
Mi alzo, e mi metto in ginocchio, in mezzo alle sue gambe, mentre lei tiene lo sguardo puntato all'orizzonte, cercando di mostrarsi distaccata.
"Guardami"
"Maca..."
"Amore...guardami per favore" nel sentire quel nome, vedo il suo viso sciogliersi, e i suoi occhi puntano i miei, entrambi velati da lacrime silenti.
"Comprendo...e accetto tutto. Non devi avere paura di come reagisco okay? È...dura...elaborare tutto, ma lo farò. Perché ti amo Zulema. L'ho sempre fatto e non ho mai smesso. Mi dispiace" mi guarda e noto lacrime versarsi sulla sua pelle morbida, rigandola.
"Anche io ti amo" si china leggermente, appoggiando le sue labbra alle mie, mentre le prima luci automatiche della casa cominciano ad accendersi, poiché il sole è calato completamente.
Sento il suo sapore mischiato a quello salato delle lacrime, e ora riesco a capire la sua paura nel dirmi tutto.
"Mi lasceresti un attimo da sola?" Le sento dire, e io annuisco, con un piccolo sorriso sul volto.
"Si. Mi trovi dentro" questo tempo da sole ci servirà per elaborare bene tutto quello che è successo, e nonostante tutto il dolore e lo sgomento che ho dentro, so che l'ho gia perdonata.

~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~

"Maca...che cosa stai facendo?" mi volto verso Zulema, con in una mano la padella, mentre l'altra la sventolo davanti al mio viso, cercando di mandare via un pò di fumo.
"Cazzo" dico sentendo il calore della padella sulla mia mano, per poi appoggiarla di nuovo sul fornello, spegnendo il fuoco.
La sento ridere da lontano, mentre si avvicina, aprendo le finestre.
"Cazzo che puzza Maca" dice continuando a ridere, per poi avvicinarsi a me, che metto il broncio.
"Volevo cucinare qualcosa ma non lo so fare. E questo è il risultato" dico indicando i fornelli, per poi guardarla, mentre si trattiene dal ridere.
"Zulema dai!" dico dandole una piccola spinta, per poi appoggiare lo strofinaccio con cui mi sono asciugata le mani sul tavolo. Faccio per andarmene, ma il mio corpo viene bloccato contro al tavolo da quello di Zulema, che poggia le mani sui miei fianchi, stringendoli leggermente.
"Dove pensi di andare? Mh permalosina....?"
"Fanculo" dico avvicinandomi alle sue labbra, ma vedendo il suo sorriso giocoso non riesco a non ricambiare, scuotendo la testa.
Si avvicina, prendendomi il viso con una mano, per poi guardarmi da una distanza così ravvicinata da farmi sentire il suo respiro sul viso.
"Anche io ti amo...spero che tu possa accettare tutto questo casino" sussurra, e nel sentire quelle parole mi sciolgo leggermente, posando le mani sul suo viso.
"Beh...non posso dirti che non mi ha scossa, perché non sarebbe la verità, ma in questo tempo da sole ho cercato di elaborare tutto" siamo state una in una stanza e l'altra nell'altra per forse due ore, nelle quali ho pianto, riflettuto, e capito. Non è stata colpa sua, ha dovuto farlo. Ha dovuto andare a letto con Katrina, o avrebbe perso le persone più importanti della sua vita. La osservo, perdendomi in questi occhi color smeraldo, mentre i miei pollici accarezzano la sua pelle delicata.

"Ricominciamo da qua"

Nel sentirmi dire queste parole i suoi occhi sembrano rilassarsi leggermente. Parole che da sole possono sembrare insignificanti, ma messe insieme creano una frase che da speranza. Sia a me, che a lei. Speranza per un futuro che può ridarci quella felicità che ci è stata strappata via con tanta irruenza e ingiustizia. Una frase che segna il confine tra quel passato doloroso, e un futuro pieno di progetti.
Sorride debolmente, e noto i suoi occhi lucidarsi, mentre le sue mani stringono con delicatezza la mia carne sui fianchi, tirandomi a se.
"Sicura? Non sarà semplice per me tornare completamente quella di prima" Annuisco, mentre una lacrima mi riga il volto.
"Nessuno ha detto che sarebbe stato facile. Ne tanto meno voglio che lo sia. Il passato esiste per una ragione, e ricostruiremo tutto. Te lo prometto Zulema" Annuisce, mentre noto una gocciolina salata rigare anche il suo viso.
Si avvicina leggermente, e così faccio io, per poi chiudere gli occhi quando le nostre labbra si incontrano nel mezzo, facendomi scendere una piccola scossa nel corpo.
La stringo a me, consapevole che finalmente abbiamo risolto quel passato che sembrava irrisolvibile. Abbiamo scelto di ricostruire tutto, per quanto difficile sarà. Non so perché, ma dentro di me ho la piccola e costante sensazione che le cose si sistemeranno, e che quella Zulema che sembrava così lontana, e forse anche un pò scomparsa, è ancora lì, avvolta da un muro così solido da far paura. Deve solo ricordarsi che può lasciarsi andare con me.

Che può essere fragile.

Il bacio comincia ad essere passionale, e le nostre lingue si intrecciano in questo caos di sentimenti ed emozioni. Milioni di scosse mi invadono il corpo, mentre le sue mani alzano leggermente la mia maglietta, sfiorandomi la pelle calda. Sento come il mio corpo reagisce al suo tocco, riempiendosi di puntini e brividi infiniti. Tengo il suo viso incollato al mio, mentre sento che comincia a spingermi verso la camera da letto.
Indietreggiamo leggermente, mentre ci baciamo, perdonando qualsiasi cosa sia successa. Le mie dita si infilando tra le sue ciocche nere, mentre le sue mani risalgono il mio busto, accarezzandomi e stringendomi.
Delle luci blu illuminano leggermente la stanza, creando un'atmosfera perfetta, con una luce non troppo forte, ma abbastanza da poterci vedere.
Sento il letto dietro alle mie gambe, e, accompagnandomi, mi fa sedere, mentre noto come mi guarda, accarezzandomi. Si toglie i pantaloni, e non capisco bene cosa voglia fare, ma se davvero farà quello che credo, sarà difficile per lei. Li lascia cadere sul pavimento, e noto che prende i lembi della sua magli, chiudendo gli occhi. Mi alzo in piedi, mettendo le mani sulle sue.
"Amore...è tutto okay...sono io" mi guarda, e dopo avermi fatto un debole sorriso, annuisce, sfilandosi quella maglia che da troppo non toglieva. Piano piano si gira, e a causa della luce soffusa non riesco a vedere benissimo i tagli che segnano la sue carne. Mi avvicino, con gli occhi lucidi, e con molta calma e delicatezza appoggio le dita sulla sua pelle, facendola sussultare. La stacco, ma quando sento la sua voce spezzata, capisco che sta cercando di andare oltre tutto questo.
"Non fermarti"
Continuo, percorrendo con le dita quelle cicatrici che mi fanno male al cuore, facendomi capire quanto deve aver sofferto in questo tempo.
"E' stata Katrina?" annuisce, e sento una rabbia enorme crescermi dentro, così forte da farmi male al petto.
"Non può passarla liscia" nel sentire le mie parole si gira immediatamente, prendendomi i polsi.
"Non farai niente. Così come non lo farò io"
"Ma Zulema-"
"No Maca. Katrina fa parte del passato. E' in prigione e questo mi basta. Non voglio rincorrere una vendetta che mi farebbe sicuramente ripensare a momenti a cui non voglio pensare" annuisco in segno di affermazione, e per quanto io voglia avere una giusta punizione, so che Zulema ha ragione. Osservo i suoi occhi verdi attraverso questa luce dalle sfumature blu, per poi accarezzarle i capelli corvini, sorridendole.
"Va bene" sussurro nel silenzio della notte, per poi sentire le sue mani afferrare la mia maglietta. Me la sfila, e la lascia cadere sul pavimento, insieme ai suoi pantaloni. Mi bacia il collo, e mi fa stendere sul letto, sotto di lei, mentre mi accarezza ogni parte del corpo.
Le tengo la testa attaccata alla mia pelle, mentre scende un po verso il basso, passando le sue labbra sul mio petto. Mi slaccia il reggiseno, gettandolo per terra, per poi scendere sempre più verso il basso. Arriva al mio seno, che bacia, passando la lingua intorno al mio capezzolo destro, mente io comincio ad avere il respiro pesante, accarezzandole la testa. Scende ancora, per poi slacciarmi i pantaloni, che mi sfila, con il mio aiuto, lasciandomi quasi completamente nuda. La guardo, mentre afferra con le mani i lembi dei miei slip, e le faccio un piccolo sorriso. Mentre me le sfila i nostri occhi non si mollano, rimanendo incatenati in questo scambio di sguardi profondo, consapevoli di quello che sta per succedere.
Un passo avanti.
Un passo lontano da quel passato.
Si abbassa, e sento che bacia il mio interno coscia, risalendo verso l'alto, finché non sento le sue labbra calde sulla mia intimità, che lasciano un bacio delicato.
"Mhh.." mugolo piacere, e ho una voglia folle di sentirla. Di sentirmi sua ancora.
"Cosa vuoi...Macarena Ferreiro?" sorrido, per poi prenderle delicatamente la testa, accarezzandola.
"Voglio che mi fai tua...Zulema Zahir" un ghigno, a metà tra il malizioso e il dolce, si apre sul suo viso, facendomi ridere, ma subito gemo quando la sua lingua passa su tutta la mia apertura.
"Ahh..."
Si concentra sul mio clitoride, girandoci intorno e facendomi andare completamente fuori di testa, per poi scendere verso il basso ancora, facendomi sentire la punta della lingua sull'apertura.
Le spingo un pò la testa, chiedendole esplicitamente una cosa, e lei sembra accontentarmi, perché comincia a entrare in me con la lingua, facendomi gettare la testa indietro, mentre le mie mani sono a stringerle i capelli neri.
"Ahh...continua" sussurro in questa camera pervasa solo dai nostri suoni e versi, mentre la sua lingua risale verso l'alto, concentrandosi sul clitoride, mentre un dito comincia a stimolarmi l'ingresso.
"Ahh...Zule" le spingo la testa, in preda alla voglia di sentirla, mentre il suo dito entra in me, spingendo.
"Dio..." sussurro, mentre il suo dito comincia a muoversi in modo perfetto, come ha sempre fatto, e la sua lingua si unisce al piacere immenso che mi sta dando.
Ha creato una combo perfetta, e se continua così, verrò in meno di cinque minuti, troppo presa dalle sensazioni che mi sta facendo provare.
Sento come spinge il dito in me, toccando quel punto che sa quanto mi faccia impazzire. Lo stesso che ti fa sentire il piacere fin nella pancia. Getto indietro la testa, mentre le mie mani spingono la sua, tenendola attaccata alla mia intimità, come se fosse una cosa necessaria. La sento lasciare un piccolo verso di apprezzamento per il mio gesto, che so quanto la ecciti, per poi spingere quel dito che ha in me in un modo stupendo.
"Ahhh..." mi mordo il labbro inferiore, corrucciando leggermente lo sguardo in segno di piacere, per poi concentrarmi sulla sensazione che mi sta facendo impazzire il corpo, che trema e si muove sotto al suo tocco esperto.
"Vieni Maca...vieni per me" gemo nel sentirla, mentre una scossa mi pervade il corpo.
La sua mano cerca la mia, e la stringe forte, appoggiandola sulla mia pancia. Stringo quella presa, mentre sento l'orgasmo avvicinarsi, e la mia mano libera continua a spingere e accarezzare la sua testa in modo alterno.
"Dio...continua"
"Mh..." mugola, e sorrido lievemente nel sapere che le faccio ancora questo effetto, per poi spingere il bacino nella direzione della sua bocca.
Sento il mio corpo venire attraversato da quella sensazione bellissima che si ha poco prima di venire.
Dopo poche spinte vengo, stringendo i suoi capelli corvini e la sua mano calda, mentre lei rallenta la velocità del dito, straccando la bocca, bagnata di me. Sfila delicatamente il dito, e si asciuga un po le labbra, per poi risalire lungo il mio corpo, baciandolo delicatamente.
"Dio..."
"Sembrava bello"
"Oh credimi...lo era" sorridiamo entrambe, per poi unire le nostre labbra: le nostre lingue si cercano, trovandosi subito dopo, generando un bacio a metà tra il passionale e il dolce. Cingo le braccia intorno al suo collo, mentre una sua mano è tra i miei capelli, accarezzandoli.
Sento il suo sapore mescolato al mio, e non posso fare a meno di pensare che ce l'abbiamo fatta, siamo di nuovo qui. Insieme. Sincere l'una con l'altra. Unite.
Ci guardiamo intensamente, con due sorrisi tranquilli e dolci sul viso, mentre ci accarezziamo a vicenda. Tocco la sua schiena, e vedo i suoi occhi titubanti.
Raggiungo con le mani il reggiseno, e vedo il suo viso asserirsi leggermente.
Porto una mano al suo viso, per poi accarezzarlo.
"Non sono Katrina..."
"Lo so" mi da un rapido bacio, per poi annuire. Forse più a se stessa che a me.
"Continua"
Sorrido, per poi slacciarle il reggiseno, che lascio cadere ai piedi del letto, baciandole il petto.
Inverto con calma le posizioni, e piano piano scendo verso il basso, baciandole ogni centimetro del corpo, godendomi il profumo della sua pelle che mi era mancato terribilmente.
"Mi sei mancata" sussurro, e lei mi accarezza la testa, sollevandomi leggermente il viso per guardarmi.
"Anche tu. Non sai quanto" sorrido, per poi prendere i lembi dei suoi slip, che sfilo.
Bacio il suo interno coscia, risalendo verso l'alto, per poi lasciarne uno rapido sulla sua intimità, notando subito come il suo corpo viene pervaso da una piccola scossa.
Con un dito tocco la sua apertura, già così terribilmente bagnata, per poi guardarla, sorridendo. Noto come alza gli occhi al cielo, facendomi ridere leggermente, mentre stuzzico il suo ingresso.
"Maca..."
"Dimmi"
"Smettila" rido, per poi annuire, cominciando a spingere un po il dito in lei, ma non completamente, mentre poggio le labbra sul suo clitoride. La mia lingua comincia a girarci intorno, sentendo il suo sapore che da troppo tempo non sentiva, per poi spingere completamente il dito. Spingo bene, muovendo il dito come ho imparato da lei stessa, e noto che geme, gettando la testa indietro.
"Ahhh"
Dopo alcune spinge sfilo il dito, scendendo con la lingua, che spingo un po in lei, facendo dentro e fuori, mentre i miei capelli vengono afferrati e stretti con delicatezza. Sento come mi spinge la testa, tenendomi li, mentre comincia a muovere leggermente il bacino.
Continuo a darle piacere, mentre le tengo le gambe, accarezzandole la pelle con il pollice di tanto in tanto.
Risalgo, concentrandomi nuovamente sul suo clitoride, mentre spingo due dita in lei, che so quanto le piace.
"Ahhh...si" le sento dire, mentre mi spinge la testa, gettando la sua indietro, gemendo per me.
"Ahhh"
Continuo così, concentrandomi su tutte le emozioni che questo nostro ritorno mi sta provocando, e per una volta, dopo tanto tempo, sono serena e tranquilla. Lei è qui, è ancora mia, e va tutto bene.
Ci stiamo donando a vicenda, in questo appartamento lussuoso e perfetto, mentre delle semplici luci blu illuminano questa stanza, testimone di tutto questo.
Amo Zulema? Si.
L'avrei aspettata? Probabilmente si.
Dentro di me non si è mai spenta la speranza che sarebbe tornata, e che tutto sarebbe andato incredibilmente meglio. Quando mi sono trovata a cercare di andare avanti senza di lei, qualcosa mi bloccava dentro di me. Mi veniva un peso enorme sul petto, perché la mia vita senza l'araba mi sembrava strana, e non mi piaceva.
E per quanto io ci provassi, nessuno poteva sostituire lei.
Nessuno sarebbe riuscito a coprire quel buco enorme che la sua assenza mi stava provocando.
É successo tutto per colpa di una stupida gelosia, e per una vendetta che volevano su di me, ma questo non importa ora.
Ero piena di sensi di colpa, che ora sembrano spariti.
Tutto il malessere e tutto quel peso che avevo in mezzo al petto sono spariti poco fa, in quella cucina piena di fumo.
Sento il suo corpo venire percorso da scosse, notando da come si muove e geme che è vicina.
"C-Continua...ahhh"
Faccio come mi ha chiesto, e in pochi secondi viene, stringendomi forte.
"Mh..."mugola, dopo essere stata travolta da un vero e sincero orgasmo.
Risalgo, sdraiandomi accanto a lei, per poi appoggiare la testa al suo petto. Mi accarezza, lasciando un bacio sulla mi fronte, facendomi sorridere.
"Non te ne andare più" sussurro, mentre una lacrima mi riga il volto.
Mi alza il viso, e asciuga quell'unica lacrima, accompagnata da occhi lucidi, per poi baciarmi piano e delicata.
"Non me ne andrò Maca" fa una piccola pausa, per poi sorridere.
"Que?" Sussurro, sorridendo leggermente.
"Niente...solo...non mi ero mai sentita a casa con qualcuno..." la guardo, aggrottando leggermente le sopracciglia, non capendo dove vuole arrivare, per poi sentire quelle parole che cambieranno tutto per sempre.

"Sei la prima persona che mi fa sentire veramente a casa. Tu sei la mia casa Maca"
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Aquí estoy😌❤️

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