The Story •Daniel Ricciardo•

By Lalli200

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Ci sono persone che viaggiano su poli opposti serrate sulle proprie rette parallele. Poi ci sono Becca e Dani... More

Cast and Incipit
● 1. L'inizio ●
2. Vivi
3. Finto perbenismo
● 4. Ci credi che? ●
5. Restare a galla
6. Perchè sei diversa questa sera?
7. Lucifero
8. Dannata come Monaco
● 9. Ricominciare da capo ●
10. Perdersi per poi ritrovarsi
11. Bugie
13. Questione di sguardi
14. Quel maledetto soprabito rosso
15. La ragazza delle lettere
16. Questione di Chimica
17. Tutto o niente
18. Marzo
19. Vorrei
20. Songs to sing in the car
21. Promettimi
22. Mattina presto
23. Avrò cura di te
● 24. Futuro ●
25.Un giorno all'improvviso...
26. ...Mi innamorai di te
27. Qui
28. Sorrisi ed inviti
29. Somewhere only we know
30. Fini e conseguenze

12. Piove sul bagnato

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By Lalli200

📍Spa, Francorchamps, settembre 2016

I'm sorry don't leave me
I want you here with me
I know that your love is gone

Slander

{DANIEL}

Scavalco distrattamente la porta vetrata dell'Hospitality, aggiustando la visiera del capellino che mi copre per tre quarti il viso, mentre ripenso al buffo meteorologo dalla "s" sibiliante che con il suo papillon leggermente storto annunciava l'arrivo del caldo tropicale.

Complimenti genio, è scesa talmente tanta acqua che domani le libere le facciamo direttamente a nuoto.

Tiro su la cerniera della giacca e osservo disinteressatamente le gocce di pioggia scivolare rumorose lungo la grondaia, lasciando che la mente vaghi altrove, cozzando con quello, che nelle ultime settimane è diventato il mio tormento.

Che poi più che tormento è masochismo. Te la sei cercata e la colpa è solo tua.

"Daniel?"
Abbasso lo sguardo sul fondo delle scale, scontrandomi con gli occhi chiari di Max, intenti a guardarmi con fare preoccupato. "Va tutto bene?"

A te sembra vada tutto bene?

Sospiro nel tetativo di rilassare il groviglio di nervi che mi avvolge le spalle. La verità è che mi sento una merda ma mi vergogno a dirlo ad alta voce. Perché so che tutto quello che sto provando è solo ed esclusivamente colpa mia.

"Daniel?" mi richiama, con più insistenza.

"Ti sembra la faccia di una persona che sta bene?" Sbraito sgarbatamente, portando una mano ad indicare il mio viso. "Sei una persona intelligente Max credo tu possa comprendere da solo che questo non è il ritratto della felicità"

Non voglio litigare con lui, ne tanto meno urlargli addosso, ma sono talmente stanco che l'unica cosa che riesco a fare è dargli contro, perdendo le staffe con l'ultimo amico che in questo barbaro weakend, mi rimane.

Gli hai visti gli sguardi di Camille e Lena, Danny? Così carichi di astio da farti prendere fuoco.

Max dal canto suo non da molta importanza alle mie parole, né tanto meno al tono con il quale le pronuncio. Si limita a salire i pochi gradini che ci dividono e a stringermi in un abbraccio fraterno, che funge da contenitore alle mille emozioni che mi vorticano dentro.

"Sei un cretino" mi rimprovera con leggerezza l'olandese dandomi una pacca sulla spalla. "Perchè non mi hai chiamato? Ho dovuto sapere da Camille cosa è successo tra te è Becca"

"Perchè non c'è molto da dire Max, se non appunto, che sono un coglione"
Scuoto il capo. "La verità è che non so davvero cosa mi sia passato per la testa, ho avuto paura, e ho fatto una gran cazzata"

"Ma paura di cosa?"

E adesso vaglielo a spiegare, che di notte il cuore ha ricominciato a battere forte e ti son venuti i brividi al pensiero di come è andata a finire con Jemma.

"Paura e basta" controbatto, mettendomi sulla difensiva, spostando lo sguardo altrove, nel vano tentativo di impedire a Max di decifrarmi.

Credimi lo ha già fatto.

"Ascolta Dan" dice, portando le mani ad incrociarsi dietro la nuca. "Io non ti chiederò cosa ti sia preso ne rigirerò il coltello nella piaga, ma credimi: state soffrendo entrambi, sopratutto adesso che siete costretti a frequentare gli stessi ambienti, e la cosa non fa bene a nessuno"

"E cosa dovrei fare?" domando lievemente indispettito, stringendo le dita intorno al parapetto, facendo diventare le nocche bianche. "Lo hai visto anche tu. Sul volo di andata a stento mi ha guardato"

"E cosa doveva fare Danny?" chiede a sua volta con tono serio "Sei salito sull'aereo avvinghiato a Lele con la faccia di chi si era appena fatto una sveltina nel bagno dell'aeroporto. Ti è andata bene che Rebecca si sia presentata"

La pioggia si intensifica nuovamente e il rumore prepotente delle gocce di pioggia sul tetto in lamiera riempie l'aria, scandendo il tempo come le lancette di un vecchio orologio.

Max sospira, appoggiandosi al muro prefabbricato dell'Hospitality rigirandosi tra le mani una sigaretta vecchia che dopo qualche istante mi porge.

"solo una, nella speranza che ti faccia riacquistare il senno" mi ammonisce, nel mentre un piccolo sbuffo di fumo lascia la mia bocca, già impregnata dal gusto forte del tabacco.

"grazie" sussurro, non sapendo bene cosa dire, sentendomi sempre più miserabile.

"non ringraziarmi, pensa piuttosto a come risolvere questa situazione, abbiamo il primo briefing tra un'ora e fossi in te prenderei la palla al balzo per chiedere scusa a chi di dovere"

Il suo modo di fare così adulto, per un attimo mi disorienta: mai avrei pensato di poter ricevere consigli su come vivere da un ragazzino, tanto meno da uno come Max.

Una volta ero io a darti le dritte, pivellino.

"Ci vediamo dopo" mi congeda dandomi le spalle. "Cerca di non rovinare tutto"

Un'ora dopo

L'aria è ricca di umidità e un timido raggio di sole si fa largo tra le nuvole, facendo capolino all'interno della sala riunioni.
Christian sta spiegando qualcosa inerente ad una nuova mescola di gomme, ma pur impegnandomi non riesco a seguirlo: sono troppo impegnato ad osservare Becca, seduta a poche sedie di distanza dalla mia.

Ha lo sguardo stanco di chi si sta riprendendo da una lunga convalescenza e un'eccessiva magrezza le scava il viso armonioso, ma nonostante questo, non posso fare altro che pensare che sia bellissima anche così. Forte ma allo stesso tempo vulnerabile.

Camille vedendomi distratto mi da una gomitata tra le costole che mi ridesta, obbligandomi a cercare di seguire almeno per finta la discussione.

"Bene, confidando in un buon lavoro di squadra da qui fino alla fine della stagione, vorrei fare un annuncio" Christian poggia la penna accanto al block notes, e spinge i gomiti in avanti, accennando un gran sorriso. "Come avrete potuto vedere Becca di nuovo tra noi e lo sarà fino alla fine della stagione, quando salvo ripensamenti ci lascerà, poiché con il grande orgoglio di tutti, è stata ammessa al corso avanzato di giornalismo a Bradford, perciò tanti tanti complimenti Rebecca!"

Dalla tavolata si alza un caloroso applauso mentre io per poco non mi strozzo con la mia stessa saliva.

"Cosa vuol dire che se ne va? Tu lo sapevi?" Bisibiglio all'orecchio di Max, intento ad applaudire insieme agli altri.

Scuote le spalle. "Ne sapevo quanto te fino ad un secondo fa" mi spiega, tornando poi a guardare la milanese, prepotentemente arrossita a causa di tutte quelle attenzioni nei suoi confronti. "Ma a giudicare dalla faccia di tutti, deve essere una novità assoluta"

Annuisco, sentendo improvvisamente il cuore farsi pesante. "Neanche sapevo si fosse iscritta a giornalismo" dico, a voce sufficientemente alta da essere sentito dall'olandese, che captando l'amarezza delle mie parole, mi sorride comprensivamente.

"Perchè non ti vai a congratulare con lei? Penso le farebbe piacere"

Stringo le labbra in una linea sottile per poi fare come dice ed avvicinarmi a lei, intenta a riporre le sue cose nella piccola borsa, pronta a scappare via da tutta quell'agitazione non appena ne avrà la possibilità.

Preferisci il silenzio, vero precisina?

"Becca?" La chiamo, facendo scontrare i miei occhi con i suoi, lasciando che un brivido mi percorrà la spina dorsale, facendomi venire la pelle d'oca. "Volevo solo farti i complimenti per il corso di giornalismo, bravissima"

"Grazie" risponde freddamente, passandosi la tracolla sopra la testa, facendo poi per incamminarsi verso l'uscita.

Cosa ti aspettavi? I salti di gioia?

"Possiamo parlare?" La blocco, quasi supplicandola, afferrandole il polso scarno.

Lei mi guarda, facendo rotolare lo sguardo su tutta la mia figura, prima di accennare un flebile segno di assenso, indicandomi poi la porta che da sul paddock. "Di fuori"

"Va bene" rispondo seguendola all'esterno, leggermente rincuorato da quella risposta.

"Ti ascolto" soffia, fermandosi in mezzo alla via con le braccia conserte.
La pioggia ha ricominciato a cadere sottile, sopra alle nostre teste, ma nessuno dei due sembra darci troppo peso.

"Io, io volevo chiederti scusa" dico con impaccio, spostando il peso da un piede all'altro, visibilmente agitato. "Sono stato un coglione"

"Sì lo sei stato" afferma lei, con durezza, mantenendo le distanze. "C'è dell'altro? O mi hai fatto uscire solamente per questo?"

Uno sbuffo frustrato esce dalla mia bocca. "La verità è che non so veramente cosa dire Beck, mi vergogno da morire"

Il silenzio per un attimo si impossessa dello spazio che ci divide, interrotto solamente dal vociferare che arriva dall'Hospitality.

"Sai qual'è l'unica cosa che mi piacerebbe sentirti dire Daniel?" Domanda, abbassando lo sguardo. "Il perché tu non mi abbia detto la verità; non mi interessa il resto quelli sono cazzi tuoi, ma io ti ho scritto tutto ciò che nella mia vita stava accadendo: ti ho parlato delle mie crisi, delle mie sedute dallo psicologo, dei miei momenti no. Tu avresti solamente dovuto scrivermi che avevi incontrato una ragazza che ti piaceva, e credimi, avrei capito, ma sopratutto sarei stata felice per te, perché so quanto tu abbia sofferto in passato!"

I suoi occhi, precendemente abbassati si scontrano nuovamente con i miei, questa volta velati di lacrime, e io mi sento improvvisamente morire.

Ti eri ripromesso di non farla piangere mai, e invece eccoci qua.

"Invece hai smesso di scrivere, mi hai dato buca e mi hai mentito. Ma sai qual'è la cosa peggiore? Che per tutto il tempo io abbia pensato che fosse colpa mia"

"No" la blocco avvicinandomi. "Tu non devi nemmeno pensarlo. La colpa è solo ed esclusivamente mia. Sono stato stupido. Pensavo che con tutto quello che stavi passando non fosse giusto condividere con te una notizia del genere e non volevo risultare egoista, sbattendoti in faccia la mia felicità"

Felicità Danny? Ma se Lele non l'hai mai praticamente scopata guardandola negli occhi. Di che felicità stai parlando? Smettila di dire cazzate.

"E non ti è mai passato per la testa che a me un po' di felicità avrebbe potuto fare bene? O che tu potessi risultare egoista sparendo completamente dalla circolazione?"

La sua voce è flebile, interrotta da piccoli singhiozzi, eppure ogni singola parola mi colpisce forte, come farebbe uno schiaffo, mettendo sempre più in luce ogni mia cazzata.

"Hai ragione su tutto, sono un cretino, e mi dispiace davvero tanto, dimmi solamente cosa devo fare per farmi perdonare e ti giuro che la farò, qualsiasi cosa sia"

"Perdonare?" Una risata gutturale si alza placida intorno a noi, facendomi ghiacciare il sangue nelle vene. "Non è questione di perdono Daniel, ma di rispetto, e mi spiace dirtelo, ma al momento tu il mio lo hai perso totalmente"

I suoi occhi sono talmente scuri da sembrare buchi neri, e io mi piego davanti al loro peso, fino a far toccare terra alle miei iridi, già velate a causa di alcune lacrime puttane, che cascano silenzione sull'asfalto scuro mischiandosi alla pioggia.

Stai davvero piangendo Dan?

"Se è questo quello che ti senti..." sussurro ormai senza difese. "Sappi però che lotterò con le unghie e con i denti per riaverti. Non ho nessuna intenzione di mollarti, non più"

Ma è troppo tardi. Quando alzo lo sguardo Rebecca se n'è già andata.

Vorresti urlare forte, gridare fino a strapparti i pomoni, eppure rimani in silenzio, ad aspettare che il dolore passi, nel tentativo di tornare a vivere, facendo finta di nulla.

Alice Word 🌿

Ciao a tutti, vi lascio un nuovo capitolo, che seppur tanto pensato non mi convince più di quel tanto. Spero comunque che possiate apprezzarlo.

Con affetto

Alice.

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