Bora~bakugokatsukixreader

By gentlegirl01

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Bakugoxreader. รˆ la mia prima storia, spero vi piaccia๐ŸŒธ๐ŸŒธ [Presenza di linguaggio forte (in realtร  ci sono d... More

introduzione
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By gentlegirl01

Parte lemon lieve, non c'è nulla di che, quindi non vi lamentate se non 🧹🧹 che io vi ho avvisato

Le sue labbra si muovevano costanti sulle tue, esplorandole come se fosse la prima volta.

Spinti da un movimento brusco della ruota, cadeste sui sedili. Ti prese per mano e ti portò verso di sé. Ti fece sedere a cavalcioni sulle sue gambe e ritornò sulle tue labbra. Tracciò con una scia di baci la linea della mascella e arrivò al tuo orecchio, che mordicchiò giocosamente.

"Dillo ancora."

Sussurrò contro di esso con voce rauca.

"Ti amo."

Sussurrasti a tua volta. Prese la strada per il tuo collo, passando la lingua sulla tua pelle scoperta.

"Ancora."

Il suo respiro contro la pelle nuda ti stava facendo venire la pelle d'oca.

"Ti amo."

Appoggiò una mano sul tuo seno e tornò sulle tue labbra.

"Ancora."

"Siamo su una ruota panoramica."

Rimproverasti imbarazzata.

"Lo so."

Dottoressa Grazia Alcazzo lo chiamavano. Pensasti.

Abbassò con una mano il colletto della tua maglia rivelando la tua spalla, mentre con l'altra massaggiava il tuo seno. Vi appoggiò le labbra e iniziò a lasciare una scia di baci che portavano alla clavicola.

"Ho detto ancora."

"Ti amo."

Dicesti. Non sapevi se lo stesse facendo per sbloccarti o se fosse solo un piacere personale, forse entrambi, forse nessuno dei due.

Succhiava la tua pelle e lasciava piccoli morsi sparsi per le tue spalle. Le tue dita affondavano nei suoi capelli e ti donavano stabilità.

Okay fine è stato un piacere

"Stiamo per arrivare."

Sussurrasti. Il biondo lasciò uscire un verso di disapprovazione e ti sistemò la maglia.

"Quando siamo a casa riprendiamo."

Sussurrò nel tuo orecchio, per poi alzarsi e porgerti la mano. Non sapevi chi dei due fosse più rosso. Da una parte c'eri te totalmente in imbarazzo, ancora incredula di essere riuscita a dirgli "ti amo", dall'altra c'era il biondo, il cui rigonfiamento si poteva scorgere dai pantaloni.

Uscisti trascinata dal ragazzo, se non fosse stato per lui saresti rimasta chiusa dentro con la testa fra le nuvole.

"Domani si torna."

Dicesti demoralizzata.

"Ci sarà il corso per riprendere la licenza provvisoria, ti è arrivata l'email della scuola?"

"Sì, anche se pensavo di rifare direttamente l'esame da privatista. Non ne sono sicura, la segretaria di mio padre si sta informando."

Il ragazzo annuì.

"Inoltre la possibilità di rivedere l'idiota che non mi ha fatto prendere la licenza mi fa bollire il sangue."

"Attenta a dirlo, potrebbe succedere davvero."

Disse prendendoti in giro.

"Scherzaci, una volta è successo. Avevo circa sette anni. Per fortuna c'era mia madre accanto, altrimenti non sarei qui a parlarti. Fu una delle esperienze più traumatiche mai vissute."

Dicesti ridendo. Non era male essere una bambina, saresti volentieri tornata indietro. Nei primi anni di sviluppo del quirk non ti era permesso allontanarti dai tuoi genitori o uscire di casa, vista la pericolosità, quindi era tutto un giocare e divorare i milioni di libri che ti forzavano a leggere.

Il rapporto con tua madre non era male, anzi. Forse era questo che ti faceva più male, la profonda sensazione che il degradarsi del vostro rapporto fosse stata colpa tua. A volte invidiavi t/nf. Invidiavi il fatto che lui un rapporto non l'ha mai avuto, che non ha mai dovuto soffrire il dolore di vedere qualcuno a cui tanto tenevi farti male.

Con tuo padre era più semplice. Sedeva a capotavola con un grande giornale e non parlava mai. Ogni tanto ti chiedeva "progressi?", nient'altro. Ti faceva arrabbiare il non essere mai considerata, ti faceva sentire invisibile. Verso i nove anni, quando imparasti a controllare il quirk, iniziasti a rimpiangere i tempi in cui eri invisibile.

"T/n!"

"Eh?"

Chiedesti spaesata.

"Siamo arrivati, dove hai la testa?"

Ti rendesti conto di essere effettivamente arrivata a casa, nonostante non ricordassi nulla del viaggio in treno. A dire la verità, neanche ricordavi di essere salita sul treno.

"Ah, scusami. Stavo pensando alla licenza e mi sono un attimo scollegata."

"Dormi abbastanza ultimamente?"

Chiese poggiandoti una mano in fronte per sentire la febbre. Dormire? Io? HAHAHAHAH Pensasti.

"Sì, come mai?"

"C'è qualcosa che ti turba?"

Sì, tu fino a mezz'ora fa. Pensasti.

"No. Ci vediamo da te in un quarto d'ora. Mi cambio e arrivo."

Dicesti sorridente. Il pensiero di stare con lui dopo la ruota panoramica mandò un forte brivido lungo la tua schiena. Il ragazzo annuì e si avviò verso casa. Facesti lo stesso. Inseristi le chiavi nella toppa e apristi la porta.

"T/n!"

Sentisti la voce di tuo fratello.

Quando alzasti lo sguardo, qualcuno ti stava appeso al collo.

"T/n!"

Urlò una voce femminile.

"Aki...?"

Chiedesti staccandola. Ecco perché ti evito ogni volta che vieni a casa nostra. Pensasti.

La squadrasti. Era passato un po' di tempo dall'ultima volta che l'avevi vista. Aveva i capelli più lunghi e indossava degli occhiali spessi.

"Come stai?"

Chiedesti sorridendo falsamente. Dopo che aveva rifiutato tuo fratello non l'avresti perdonata facilmente.

"Bene! Ho saputo che sei stata la settimana a casa, avresti potuto chiamarmi."

Disse sorridente. Guardasti t/nf. Sapeva che ti dava sui nervi, così tossì leggermente.

"Questi sono Tanya e Colin. Colin e Aki sono cugini, mentre Tanya è-"

"La mia ragazza."

Disse Aki sorridendo. Osservasti le due persone. Tanya, capelli neri, corpo slanciato e con forme meno accentuate rispetto ad Aki. Aveva degli occhi neri come la pece e indossava degli anelli spessi sulla mano destra, mentre la sinistra era nascosta nella tasca. Perdonami t/nf, ma non potevi competere. Pensasti, comprendendo la scelta di Aki e sentendoti in colpa. Colin invece era alto, molto alto, non era brutto nemmeno lui, ma il biondo era più bello.

"Piacere, sono t/n."

Dicesti sorridente. A-Aspetta, ma è un appuntamento a quattro? Ti chiedesti.

"In ogni caso, sarà meglio che vada, divertitevi e fuori da camera mia."

Minacciasti.

"Vengo con te, devo mettere il telefono in carica."

Disse tuo fratello. Saliste insieme le scale.

"Allora? Che te ne pare?"

Chiese emozionato.

"Anch'io avrei scelto Tanya."

Rispondesti schietta.

"Grazie. Parlavo di Colin idiota."

"È carino, immagino."

Facesti spallucce.

"Potresti mostrare un po' più di entusiasmo."

"Disse quello che ha tentato di lapidare il mio ragazzo."

"Touchè."

"-ndi dalle stelle."

Entraste in camera tua.

"Non dovevi caricare il telefono?"

"Devi raccontarmi."

Sospirasti.

"Ce l'ho fatta!"

Esclamasti prendendogli le mani fra le tue, semi-gridando per la felicità. Fece lo stesso e vi metteste a saltare sul posto, entrambi emozionati.

"Sia chiaro, sto festeggiando il tuo coraggio, non il vostro rapporto."

Sorridesti.

"Tanto lo so che l'hai già accettato."

"Come ti pare. Farò meglio a tornare giù prima che vengano a cercarmi. 'Notte!"

" 'Notte!"

Dicesti, andando a prepararti.

Spazio autrice

Rara immagine di me che nel mezzo della giornata mentre mi ricordo che devo aggiornare:

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