REVOLUTION

By benedettaalo

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[STORIA IN CORSO] -POTRÀ SEMBRARE UN CLICHÉ, MA PRIMA DI GIUDICARE UNA STORIA, DOVRESTE SAPERNE TUTTO IL CONT... More

𝐈𝐧𝐭𝐫𝐨𝐝𝐮𝐳𝐢𝐨𝐧𝐞
𝐂𝐚𝐩𝐢𝐭𝐨𝐥𝐨 𝟏
capitolo 2
capitolo 3
Capitolo 4
Capitolo 5
Capitolo 6
Capitolo 7
Capitolo 8
Capitolo 9
Capitolo 10
Capitolo 11
Capitolo 12
Capitolo 13
Capitolo 14
Capitoli 15
Capitolo 16
Capitolo 17
Capitolo 18
Capitolo 19
Capitolo 20
Capitolo 21
Capitolo 22
Capitolo 23
Capitolo 24
Capitolo 25
Capitolo 26
Capitolo 27
Capitolo 28
Capitolo 29
Capitolo 30
Capitolo 31
Capitolo 32
Capitolo 33
Capitolo 34
Capitolo 35
Capitolo 36
Capitolo 37
Capitolo 38
Capitolo 39
Capitolo 40
Capitolo 41
Capitolo 42
Capitolo 43
Capitolo 44
Capitolo 45
capitolo 46
capitolo 47
Capitolo 48
capitolo 49
Capitolo 50
Capitolo 51
Capitolo 52
Capitolo 53
Capitolo 54
Capitolo 55
Capitolo 56
Capitolo 57
Capitolo 58
Capitolo 59
Capitolo 60
Capitolo 61
Capitolo 62
Capitolo 63
Capitolo 64
Capitolo 65
Capitolo 66
Capitolo 67
Capitolo 68
Capitolo 70
Capitolo 71

Capitolo 69

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By benedettaalo

Vi consiglio di ascoltarla con questa canzone non
appena leggere queste prime sei pezzettini, ovvero quando vedete il testo della canzone!

In quei giorni sembrava che il mio mondo avesse avuto una specie di black out, come se avessi spento tutte le luci per non vedere più le ombre che mi circondavano, non avevo più voglia di inseguirle o di aver paura di loro, avevo pensato che mettere in pausa la mia vita per un attimo non era poi così male, eppure le federe del cuscino bagnate, la fronte imperlata dal sudore e tutti quei brutti sogni pronti a diventare dei veri e propri incubi non mi facevano riavviare l'intero sistema. Il fatidico mal di testa non poteva più essere una scusa eclatante per saltare altri giorni di scuola, i miei genitori iniziavano a sospettare ci fosse qualcosa di anomalo nei miei comportamenti, ma non domandarono il perché e io gliene fui davvero grata. Avevo bisogno di spazi.

Il corridoio sembrava molto più lungo se percorso in solitudine, ma la verità è che io avevo paura di sollevare lo sguardo e di ritrovarmela davanti, per come mi sentivo guardarla negli occhi e sostenere il suo sguardo sembrava impossibile, eppure quegli occhi tanto vispi, e vivaci adesso provavano per me soltanto rabbia, commiserazione forse. Provavo a immaginare. Nella mia testa pianificai una tattica, o una cosa simile per affrontare quella giornata: entro in classe, ascolto o almeno ci provo e torno a casa.
Entro, ascolto, torno, indicai sulle punte dei polpastrelli. Afferrai i libri dell giornata e con gesto veloce chiusi l'armadietto dirigendomi al secondo piano. Avrei persino dovuto pensare di mettermi una tuta che potesse mimetizzarmi e invece la maglietta celeste, i pantaloni bianchi non sembravano esser un ottimo modo per passare inosservati. Abbassai la testa, avevo paura di qualche incontro visivo con lei.

"Ehi." Mi sentì chiamare, cercai di velocizzarmi facendo finta di essere distratta da qualsiasi cosa, che fosse la parete piena zeppa di cartelloni, le mie fantastiche e noiosissime scarpe di sempre, o persino la voce stridula di Kimberly dall'altro capo del corridoio, adesso ci mancava soltanto Tyler tra le altre cose, mi obbligò ad arrestare la mia fuga quando strillò il mio nome come se non ci fosse un domani, dopo qualche secondo strinse il mio braccio in una stretta ferrea, le sue gambe ringraziavano, mentre le mie le avrei volute sgridare, ma non ero così pazza da discutere con due arti "Mi ignoravi?"
chiese retoricamente, scontento con tono canzonatorio, avrei voluto rispondere che sì, avrei voluto ignorare tutti e tutto ma rilassai le spalle e con un modo beffardo lo presi in giro "Certo che no, in questi giorni non sono venuto apposta, non volevo vedere la tua pessima faccia." In verità un po' mi era mancato ma questo non glielo avrei detto, non l'avrei ammesso.

Ci pensò qualche attimo, si rese conto di quanto fosse una tale cavolata, avvolse il suo braccio sulle mie spalle e mi avvicinò a lui "Ho bisogno di staccare un po' la spina, voglio dire a volte necessito proprio di cambiare aria, hai mai provato questa strana sensazione?" Cercò di spiegarmi, ma io afferrai subito il concetto, quanto avrei voluto scomparire per poi riapparire piena di vita, scomparire per poi tornare più forte come una batteria ricaricata.
"Non ti biasimo, non sono stati giorni felici."
Palesai ricevendo un'occhiata incuriosita, scrollai le spalle non dissi nulla nello specifico, mi limitai a guardarlo di sbieco in silenzio mentre camminavamo per poi ritrovarci di fronte al distributore automatico.

"Facciamo una cosa adesso." Esortò prendendo qualche spiccio dalla tasca dei suoi jeans chiari, lo squadrai per un po', i suoi pantaloni fasciavano perfettamente le sue gambe lunghe e atletiche, mentre la maglietta bianca, gli donava tantissimo, ce l'aveva al di sotto della sua felpa, ma poteva vedersi benissimo dalla sua zip abbassata, inserii le monete all'interno di quell'enorme frigo a gettoni "Prendiamo le nostre cose, queste buonissime barrette- ne allungò una che agguantai prontamente- e facciamo una piccola gita, chiamala gita scolastica."
"Suona bene." Ammisi sorridendo stupendomi persino di me stessa, non ero il tipo di persona da saltare le ore scolastiche senza pensare alle conseguenze, o tantomeno alla faccia dei miei genitori quando avrebbero scoperto una scappatella da scuola, ma non avevo nessuna intenzione di pensarci oggi.

Eravamo scappati letteralmente, quella povera bidella non aveva fatto in tempo a correre verso di noi troppo affaticava dalla sua età avanzata, si era arresa alzando il manico per la scopa, non avevo nemmeno fatto caso a quello che ci aveva urlato dietro, troppo in ansia per scappare via e ridere allo stesso momento, Tyler mi fece salire sulla sua schiena e solo dopo una decina di passi veloci arrivammo alla sua magnifica Audi nera, inserii le chiavi e mi avvertii di inserire la cintura, fortunatamente non obiettai, visto la sua manovra brusca per scappare via da quell'enorme edificio.
Collegai il mio cellulare alla radio mentre le note di Fight song, scorrevano a tutto volume.

"Like a small boat on the ocean
Sending big waves into motion
Like how a single word
Can make a heart open
I might only have one match
But I can make an explosion."
Osservai il paesaggio correre in fretta dal finestrino, la strada che scorreva velocemente e la musica che rendeva tutto così paradisiaco, presi un lungo sospiro e chiusi gli occhi per godermi qualche istante di tranquillità.

"And all those things I didn't say,
Wrecking ball inside my brain, I will
scream them loud tonight.
Can you hear my voice this time?"
Avevo iniziato a cantare dimenandomi come una pazza scatenata sul sedile, mi sentivo davvero felice, spensierata come se tutto quello che avessi vissuto negli ultimi giorni fosse un ricordo troppo lontano per rammaricarsi, mi sentivo dannatamente libera, euforica, ma soprattutto me stessa.

"This is my fight song
Take back my life song
Prove I'm alright song
My power's turned on
Starting right now i'ill be strong
I'll play my fight song
And don't really care if nobody else
believes
Cause I've still got a lot of fight left in me."
Adesso anche il moro al mio fianco stava cantando con me, lui intonato io molto meno, avevo messo la mia mano vicino la sua bocca per fargli immaginare un microfono anche se si trattava semplicemente di un semplice pugno, poggiai una mano sulla sua spalla mentre lui teneva le sue ben salde al volante, di tanto in tanto si voltava in fretta per sorridermi per poi rivolgere i suoi occhi si fronte a se, gli schioccai un bacio sulla guancia e gli sussurrai un grazie.
A volte ci si dimentica di dire grazie o scusa, sembrano paroline così scontate eppure stavano a dire "so che ti sei preoccupato per me." O "mi sono reso conto di aver sbagliato." In tutta risposta mi accarezzò la coscia solleticandomela.

"And I don't really care if nobody else believes
'Cause I've still got a lot of fight left in me
Know I've still got a lot of fight left in me."
La canzone finì all'incirca nello stesso momento in cui Tyler con una mossa repentina la parcheggiò con qualche manovra, scesi e stesi le braccia, poi spensò il telefono per non farmi rintracciare da nessuno, non volevo alcun pensiero per la testa se non passare in compagnia un po' di tempo con lui.

"Quanto vuoi scommettere che riesco
ad arrivare in spiaggia prima di te?" Incrociai lo sguardo sfidandolo, sapevo che non avevo nessun vantaggio contro di lui, per questo lo feci bloccare a circa tre metri di distanza da me "Tu inizi da lì, mentre io da qui, e non guardarmi così, hai le gambe più lunghe delle mie, questo vantaggio mi serve okay?" Continuava a osservarmi con disappunto, ma ovviamente non era arrabbiato infatti la sua faccia mutò trasformandosi in un sorriso compiaciuto, lui però aveva obiettato "Però si parte al mio tre. Propose in cambio, annuì di conseguenza.

Il suo conto alla rovescia era iniziato, contava così lentamente che mi voltai per vedere cosa stesse combinando, dopo circa un secondo contro ogni mia aspettativa, corse verso di me e mi prese in braccio, proprio come quando nei film si vede lo sposo che prendeva in braccio sua moglie, mi teneva stretta con forza mentre io urlavo come una bambina al luna park e cingevo le mie braccia intorno al suo collo "Ci stavi per far mettere sotto a una macchina." La mia voce non assomigliava affatto a un rimprovero, anche se avrei voluto che lo sia, perlopiù sembrava fossi persino emozionata per tutto ciò seppur un po' spaventata. "Era tutto calcolato, non ti avrei messa in pericolo." Si fermò un secondo per scavalcare un piccolo muretto che divideva il marciapiede da quell'immensa distesa di sabbia e quella tavolozza azzurra che luccicava sotto ai raggi del sole, era così bello osservare quel panorama, peccato che mi ritrovai fradicia dalla testa ai piedi, mi aveva buttata in mare con la delicatezza di un elefante. Non mi dispiaceva affatto però, mi stesi a morto, socchiusi gli occhi mentre cercavo di godermi quel momento di estremo relax, poi mi girai "Allora tu non vieni?" Sventolai le mani in aria, appoggiò la felpa e la maglietta sulla spiaggia e con una rincorsa e qualche bracciata si ritrovò vicino in un batter d'occhio.

Si verificò tutto con rapidità, l'avevo abbracciato avvolgendo le mie gambe attorno al suo bacino, mi teneva stretta a lui, adagiai la mia testa sulla spalla sinistra solleticandoli il collo con il mio fiato, il mio cuore batteva così forte che temevo potesse sentirlo persino lui, poi con un gesto fulmineo scattai all'indietro per poter puntare il mio sguardo nei suoi occhi, non sapevo dove avevo preso tutto quel coraggio, in fin dei conti lui mi intimidiva a momenti,
poi mi scrutò anche lui e immaginai di prendere fuoco, sentivo un formicolio appropriarsi del mio viso. "E se ci andassimo a sedere?" Propose tenendomi sempre dalle cosce quando acconsentì ci ritrovammo in meno di un baleno sulla spiaggia con la sabbia attaccata ai pantaloni tutti bagnati.
"Spogliati, ti darò la mia maglietta." Il suo non sembrava un ordine, per questo dopo averlo obbligato a voltarsi tolsi i miei indumenti per mettere quella maglietta bianca che larga com'era e lunga abbastanza mi faceva sentire a mio agio.

"Ascolta ho una cosa da darti, forse non è il momento adatto ma penso ti faccia utile,
era per questo che l'altro giorno ti ho chiesto
di vederci nel pomeriggio." Dissi cambiando tono, ero abbastanza seria, forse mi irritava il fatto che mi avesse ignorata senza nemmeno rispondermi, mentre io mi ero preoccupata per lui. Si grattò la nuca in difficoltà "Avevo il telefono negli spogliatoi, dico sul serio perché non avrei dovuto risponderti?"
fece spallucce, mi rilassai visibilmente poi raccattai nella tasca nei jeans un piccolo foglietto che ebbe cura di conservare nella custodia del telefono per non perderla "Ti ho procurato questo numero, penso che tu possa risolvere presto il tuo mistero, e finalmente avrai tutto ciò che hai sempre sognato, ovvero scoprire la verità." Ero ottimista, sgranò gli occhi e rimase così, interdetto e paralizzato mi stritolò forte forte a sé "Non immagini quanto te ne sono grato." Poi si alzò in fretta e corse via, in un chiosco non troppo lontano, potevo vederlo muoversi in fretta, poi mise qualcosa dietro la schiena. Lo guardai meravigliata, ero così contenta.

"Mi stai fissando troppo, non ti piace?" Si informò un po' titubante abbassai la testa cercando di fargli uno scherzo, poi mi voltai di lato "È davvero bellissima." Urlai saltandoli sopra, letteralmente quasi, non si resse con le braccia e cadde con la testa sulla sabbia, mentre io mi trovavo solo a qualche centimetro dalle sue morbidissime labbra.
Cazzo. Poi mi tenne stretta per non farmi allontanare, puntò i suoi occhi nei miei e con un sussurro mi chiese Sei davvero innamorata di me?

Avevo sentito bene, possiamo tornare indietro di qualche minuto per tagliare questa scena e farne una diversa? E ora?









•••
Ehilà ragazzi come state?

Vi è piaciuto il capitolo, cosa ne pensate?
Dai, dai, dai voglio tanti tanti commentiii!
Oltre a questo se vi va lasciate una stellina e/o un commento di supporto!

PROSSIMO AGGIORNAMENTO
5 SETTEMBRE

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