ALISSA
Chiudo lo sportello del sedile anteriore della macchina di Matt, mentre Alex esce da casa mia con tanto di carrozzina in una mano e seggiolino per auto nell'altra. Il mio fidanzato si precipita ad aiutarla, e lei lo guarda come se vedesse il sole per la prima volta dopo anni. È completamente assuefatta da lui, ancora. Inutile dire che la cosa mi renda estremamente gelosa, vulnerabile e terribilmente insicura. Ed è inutile dire anche che so benissimo la differenza che vedo nei suoi occhi quando lui guarda lei o quando guarda me.
So bene che non prova nulla per Alex, che non la considererà più della mia amica in difficoltà, so che fa tutto quello che fa solo perché mi ama e perché, in un certo senso, gliel'ho chiesto io. Ma questo non significa che non mi risalga la bile alla gola ogni qual volta li vedo insieme e ripenso a tutto quello che è successo.
Quando ho perdonato Alex, credevo che sarebbe stato più semplice sopportare i pensieri su quello che c'è stato tra loro e su tutto il male che mi fatto la mia amica. Ma non è così. Non è facile per niente.
Quando sono vicini, io mi sento morire e il dover far finta di nulla mi toglie il respiro. Vorrei urlarle di stare lontano dal mio fidanzato, ma non posso. Non che lei ci provi con lui, ma lo vedo come lo guarda. Cerca di trattenersi, ma gli occhi le cambiano quando lui rientra a casa dal lavoro e noi siamo sul divano a vederci un film. Le brillano quando Matt gioca con il piccolo Damian. E quando sa che lui sarà presente nei nostri incontri tende sempre a curarsi un po' di più. Sicuramente è una cosa inconscia, perché le credo quando continua a ripetermi che vuole rimediare ai suoi errori e riprendere il nostro rapporto. E poi, ho promesso di aiutarla. Amo Damian come se si trattasse di Sophie o dei miei stessi figli, e non posso permettere che finisca nelle mani di un drogato. Anche se al momento non è un grande problema. Per una volta, Robert Scott ha avuto un'utilità. Diciamo. Una sua conoscenza di lunga data è una persona importante tra la polizia, per cui è bastata una soffiata da parte di Matt su Logan per farlo perquisire dalla polizia e trovare una quantità tale di cocaina da portarli a pensare che, non solo ne facesse uso, ma che la spacciasse anche. Per cui, ora è agli arresti domiciliari in attesa del processo. Credo che per un po' di anni non sentiremo parlare di lui.
«Allattamento e vestiti eleganti? Mai più. È una tortura!» Si lamenta lei, entrando in macchina, mentre Matt prende posto davanti al volante.
«Tutto bene?» Mima con la bocca. Annuisco e gli sorrido, prima che metta in moto. Come sempre, mi appoggia la mano sulla coscia, poi risale ad accarezzare la pancia. La cosa che amo di più di questo gesto, è che lo fa in maniera del tutto inconsapevole, mentre canticchia le canzoni della radio e guarda la strada di fronte a sé. Tiene semplicemente la mano lì, come se non potesse fare a meno di toccarla, come se volesse avere la certezza che è tutto reale. Che noi siamo reali e anche la nostra famiglia lo è.
Gli poggio il palmo della mia mano sulla sua e lui si volta a guardarmi, regalandomi un veloce sorriso. È felice. Eppure, io lo so che gli manca qualcosa. Suo padre non ha preso la notizia nel migliore dei modi, ma non ci ha stupito affatto. Non si parlano non so nemmeno da quanto e so che, per quanto odi suo padre, sperava che lui potesse cambiare nel vederlo finalmente felice. Certo, Raylee e Aiden erano contentissimi e ci supportano e siamo andati a trovare sua madre nella clinica psichiatrica per darle la notizia. È scoppiata a piangere, ci ha abbracciati per almeno dieci minuti e ha continuato a lacrimare per l'intero pomeriggio. Ma io continuo a vederla, quella patina di tristezza negli occhi di Matt, che mi spezza l'anima.
Appena arrivati di fronte alla chiesa dove si svolgerà la cerimonia, mi costringo ad accantonare momentaneamente i miei pensieri. Ora, l'unica persona a cui devo pensare e su cui mi devo concentrare, è mia sorella Harper. E sul suo fidanzato, quasi marito, che è fermo davanti l'ingresso, con i suoi genitori accanto, mentre cammina avanti e indietro e si asciuga le mani sudati sull'abito sartoriale. Dire che è bellissimo sarebbe un eufemismo. I suoi occhi verdi brillano di lacrime trattenute e ansia, lo smoking lo fascia perfettamente e i capelli biondi sono tirati all'indietro, lasciando completamente scoperti i suoi lineamenti perfetti.
«Ehi!» Gli poggio una mano sulla spalla e lui si volta. Non mi dà nemmeno il tempo di sorridergli, che mi attira nel suo abbraccio.
«Dio, credo di stare per impazzire.» Mormora con la bocca tra i miei capelli.
«Oh, avanti, sei il numero due di una della aziende più importanti della città, credo che riuscirai a gestirlo.» Ridacchio sul suo petto.
«Quello è solo lavoro. Harper e Sophie sono la mia vita.» Inevitabilmente, mi sciolgo. Stringo ancora di più le braccia attorno alla sua vita, schiacciando il mio pancione contro il suo addome.
«Ehi, vacci piano stallone, quella è sempre la mia ragazza. Cerca di ricordartelo.» La voce di Matt mi arriva alle spalle e sento il petto di Dylan tremare per una risatina sotto la mia guancia. Mi lascia andare, poi si piega verso la mia pancia per lasciarci un bacio e sussurrare qualcosa.
«Mi raccomando, promettetemi che farete sempre, sempre impazzire vostro padre. La mamma, no, lei lasciatela stare.»
Scoppio a ridere.
«Non sei per niente divertente.» Borbotta Matt, mettendo il broncio, ma si vede che sta trattenendo una risata. «Allora, sei pronto?» Gli domanda, poi, prima di dargli un abbraccio amichevole e una pacca sulla schiena.
«Pronto è un parolone. Ma non sono ancora svenuto dalla tensione, per cui credo di non potermi lamentare.»
«Ce la farai, campione.»
Salutiamo i genitori di Dylan, poi quando arriva Abbie, lascio a lei le crisi esistenziali dello sposo e io mi vado a sedere in prima fila dalla parte della sposa, insieme a mia madre e Sophie. Matt prende posto al lato dell'altare e Abbie si posiziona al suo opposto, dietro Dylan.
La marcia nuziale parte e Harper entra, accompagnata da mio padre. Dio, è stupenda. L'abito è ancora più bello dell'ultima volta che lo avevo visto, è ampio e il corpetto aderisce perfettamente alle sue curve. Il velo le copre il viso, ma i suoi occhi lucidi si riconoscono lo stesso. Lancio un'occhiata in direzione di Dylan e non posso più trattenere le mie lacrime, quando vedo le sue rigargli le guance, mentre cerca di asciugarle velocemente, senza riuscirci. Il mio viso diventa presto una valle di lacrime e Sophie, a cui non sfugge mai nulla, mi prende la mano e me la bacia in un gesto affettuoso, che ha solo l'effetto di farmi piangere ancora di più.
Sentendomi osservata, volto la testa verso Matt, che mi fissa intensamente e cerca di mimarmi con la bocca qualcosa. Ma i miei occhi appannati rendono la lettura del suo labiale assolutamente impossibile. Me li asciugo, perché ho la necessità di sapere cosa mi voglia dire. E, una volta che la mia visuale è più nitida, lui ripete: «Ti amo.»
Sto per rispondere, per urlare al mondo intero che lo amo anche io, che è la mia metà mancante, che è la parte più bella della mia vita, ma il prete inizia a parlare, attirando tutte le nostre attenzioni su di lui e sulla coppia che gli è seduta di fronte.
Quando la cerimonia finisce, il mio viso è un completo disastro. Ma sono contenta di constatare che quello di mia madre non è messo assolutamente meglio. Almeno non sembrerò una pazza. O comunque, non l'unica.
Usciamo dalla chiesa insieme, con lei che mi stringe le spalle con un braccio e tiene Sophie con la mano libera. Intanto, Matt e Abbie si avvicinano all'altare per firmare il registro dei testimoni.
Una volta arrivati alla villa dove si svolgerà il ricevimento, corro in cerca della truccatrice e della parrucchiera. Mia sorella ha voluto che rimanessero anche per la festa, forse perché aveva previsto delle lacrime. E io sono un completo disastro.
Trovo la truccatrice vicino a Harper, occupata a ritoccarle il trucco, mentre la fotografa attende pazientemente. La parrucchiera, invece, è occupata a fare tutt'altro. Come infilare ripetutamente le mani dei capelli del mio uomo. Certo, è il suo maledetto lavoro, ma c'è qualcosa nel modo in cui lo guarda che è in grado di farmi rizzare tutti i peli del corpo, nonostante abbia fatto una ceretta ovunque nemmeno tre giorni fa. E poi, crede davvero che mi sia dimenticata della faccia che ha fatto quando ho nominato i suoi capelli prima? Voglio ucciderlo, ma prima voglio uccidere lei.
Calma, Alissa, sei una donna incinta.
Oh, fanculo. La prendo a sberle.
Mi precipito verso di loro, con gli occhi spiritati, le narici che fremono dalla rabbia e le labbra strette l'una all'altra. Dylan alza le sopracciglia e mi scruta attentamente, appena mi vede, come se volesse capire le mie intenzioni. Ci mette poco a decifrarle, tanto da dare una leggera gomitata a Matt per avvertirlo. Traditore ingrato!
Matt strabuzza gli occhi, e le motivazioni possono essere solo due. O si sente colto sul fatto, o legge la pazzia sui lineamenti del mio viso.
«Ehi, amore!» Si libera dalle mani della parrucchiera e mi viene incontro, facendo finta di non rendersi conto della furia che sgorga libera dal mio corpo.
«Avevi detto di non aver fatto nessuna faccia quando ho parlato dei tuoi capelli.» Sibilo, stringendo gli occhi.
«Infatti, non l'ho fatta.»
«Hai dimenticato di dirmi che figa pazzesca fosse la parrucchiera, però!»
«Cosa? Non ci avevo nemmeno fatto caso.» Alza le mani davanti al petto, a mo' di difesa.
«Sì, e gli asini volano. Levati, ora, io e la ragazza abbiamo un discorsetto da fare.»
Inarca le sopracciglia e sgrana gli occhi, mentre io mi avvicino a colei che ci stava provando spudoratamente con il mio Matt.
«Ciao...»
«Elena.»
«... Elena. Ho bisogno che mi sistemi l'acconciatura, per favore.» Fingo un sorriso e mi accomodo sullo sgabello dove prima era seduto Matt. «Ti diverti, Elena?» Le domando, mentre sento lo sguardo di Matt fisso su di me. In realtà, anche i due sposini mi guardano, solo che loro sono decisamente divertiti. Matt, oh, Matt sembra piuttosto in ansia.
«Sto lavorando, ma comunque, sì, è un bel matrimonio.»
«Già. Pieno di bei ragazzi, vero?»
Lei si fa visibilmente rossa, mentre Matt mormora un: «Oddio.»
«Sì, beh, non ci ho fatto veramente molto caso.»
Ridacchio. «Ma certo. Ma certo, Elena.» Alzo gli occhi e incrocio i suoi, e questo le basta per capire perfettamente le mie intenzioni. «Dopotutto, stai solo lavorando, giusto?»
«G-giusto.» Balbetta lei.
«Bene, allora magari potresti andare a lavorare un po' più lontano dal mio fidanzato, non credi, Elena?»
«Ok, ora basta!» Matt prende in mano la situazione. «Scusala, sono gli ormoni.» Si giustifica con la parrucchiera, che lo guarda imbambolata.
«Non sono gli ormoni, è che sono incazzata, razza di idiota!» Sbraito, mentre lui mi tiene stretta la mano e mi trascina lontana da Elena, e da quello che sarebbe stato il luogo della sua morte. Sì, forse i miei ormoni mi stanno facendo veramente impazzire.
«Sei completamente fuori di testa.» Matt scuote la testa e ridacchia, appena ci fermiamo dall'altra parte della sala.
«Quella stronza ti toccava i capelli.»
«Beh, è il suo lavoro.»
«Non farmi arrabbiare, Matt, lo riconosco quando una donna vuole finire nel tuo letto.»
«Va bene, Killer, che ne dici di calmarti?» Si avvicina di un passo e mi prende tra le sue braccia. «Anche se...» Alzo lo sguardo a cercare i suoi occhi. «Cazzo, se me lo fai venire duro quando fai la pazza gelosa.» Sento le mie guance bruciare, mentre Matt si abbassa per baciarmi. Mi bagna le labbra chiuse con la lingua, mentre mi prende la mano e me la porta sul cavallo dei suoi pantaloni, come se non stessimo a una festa piena di famiglie, bambini e tutti i nostri amici e familiari.
«Matt.» Cerco di rimproverarlo, ma il suo nome esce dalla mia bocca come un gemito basso. Il suo pene ha uno spasmo e si indurisce ancora di più sotto il palmo della mia mano.
«Non ci vede nessuno.» Siamo in un angolino abbastanza appartato e io sono troppo eccitata per fare la puritana. Lo bacio. La mia mano libera finisce tra i suoi capelli, vanificando il lavoro di Elena, mentre l'altra si stringe attorno alla sua erezione.
«Cazzo.» Ansima lui. «Cazzo, zuccherino, tu mi farai impazzire prima o poi.»
«Promettimi che non mi tradirai e non ti stuferai di me.»
Alza di scatto la testa e mi guarda, confuso e anche ferito, come se l'avessi in qualche modo insultato. Ma l'amore rende insicuri. E l'insicurezza rende paranoici.
«Cosa? Come ti salta in mente?»
«Promettimelo e basta.» Prendo il suo viso tra le mani, mentre lui scuote la testa.
«Non hai bisogno di sentirtelo dire.»
«Sì, invece. Ti prego.»
Mi fa indietreggiare, fino a farmi adagiare sulla parete dietro di noi. Mi aggroppo alle sue spalle ampie, continuando a supplicarlo con gli occhi.
«Io ti amo, amore mio.» Mi bacia, e stavolta non si limita solo a sfiorarmi le labbra. Me le forza, facendo penetrare la sua lingua, spingendomi a chiudere gli occhi e ad abbandonarmi a lui. Non è solo un bacio, è una promessa. È la promessa. Non ha risposto alla mia supplica utilizzando le parole, ma lo sta facendo con i fatti. Le sue labbra toccano le mie, comunicandomi che saranno le uniche per lui. Che io sono il suo tutto, come lui è il mio. Che non mi tradirà e che non si stuferà di me. Che non mi lascerà mai sola. «Te lo prometto.» Sussurra sulle mie labbra umide.
«Sì.»
«Sì, cosa?» Mormora distrattamente, mentre la sua bocca si abbassa ad accarezzarmi il collo.
«Sì, voglio diventare tua moglie.»
Smette di baciarmi e alza la testa per guardarmi negli occhi. «Hai detto di sì?»
«Sì. Voglio diventare la signora Scott. Lo voglio con tutta me stessa. Voglio che il tuo cognome sia anche il mio per sempre. Voglio metterti la fede al dito, in modo che tutti sappiano che tu sei mio. Voglio urlare quel "fin che morte non ci separi". Voglio vederti aspettarmi all'altare. Voglio che il nostro amore diventi una promessa di fronte a Dio e alle nostre famiglie. Voglio amarti per sempre e starti accanto fino a quando tu me lo permetterai. Voglio te, per tutta la vita.»
«E io voglio te, per la mia.» Appoggia la fronte alla mia e respira pesantemente, come se si stesse trattenendo dal piangere. «Mi rendi l'uomo più felice della terra, Alissa Williams. E ora, mi concederesti un ballo?»
Sorrido e lascio che mi prenda la mano per trascinarmi verso la pista, dove sta andando un pezzo movimentato. Matt mi lascia per un attimo e lo vedo avvicinarsi al dj, e subito dopo dagli amplificatori suona Thinking out loud di Ed Sheeran, una delle mie canzoni preferite. Torna da me con un sorriso compiaciuto, mi prende la mano e mi fa fare un giro su me stessa, prima di attirarmi a sé. La pancia non ci permette di stringerci come vorremmo, ma le sue mani sui miei fianchi e i suoi occhi fissi su di me, bastano a esprimere tutto quello che sta provando in questo momento.
«Chiudi gli occhi.»
«Perché?»
«Chiudili e basta.» Mi ordina, ma la sua voce è così dolce che non posso fare a meno di obbedire. Serro le palpebre e attendo, mentre lo sento togliere la mano destra dal mio fianco.
«Posso?» Domando, impaziente di sapere cosa gli passi per la testa.
«Aspetta.» Si muove ancora un po', poi allontana anche l'altra mano e fa un piccolo passetto indietro. «Apri.»
Sbatto le palpebre per riabituarmi alla luce, anche se scarsa in questo momento. Abbasso gli occhi nel piccolo spazio tra noi, dove le mani di Matt tengono stretta una scatolina aperta.
«Oh, Dio.» Mi copro la bocca con la mano e gli occhi mi si riempiono di lacrime.
«Ce l'ho da mesi, e ora vorrei che finalmente lo indossassi.» Lancia un'occhiata alle sue spalle, poi i suoi occhi tornano di nuovo su di me. Le sue spalle e la sua corporatura alta e forte mi coprono dal resto della pista da ballo. Perché Matt lo sa, sapeva che non avrei voluto una proposta vistosa, di fronte a tutti, che avrei voluto che questo momento fosse solo nostro. E lui l'ha reso reale e perfetto.
«Sì, certo che sì.» Scoppio a piangere, mentre lui tira fuori dalla scatolina il meraviglioso, e al tempo stesso semplice, solitario d'oro bianco. Gli porgo la mia mano sinistra e lui mi infila l'anello, proprio come ha fatto quando eravamo a scegliere quello per Harper con Dylan. Solo che ora è tutto reale. Da quel momento ne abbiamo passate tante, forse troppe. Ma le abbiamo sempre superate. Ci siamo lasciati e poi ripresi, siamo cresciuti insieme, ci siamo innamorati ogni giorno di più, siamo andati a vivere insieme e nella mia pancia, ora, c'è il frutto del nostro amore, il risultato di tutto quello che abbiamo vissuto in questi anni.
Gli circondo il collo con le braccia e mi tiro sulle punte per raggiungere la sua bocca.
«Grazie.» Sussurro sulle sue labbra, poi mi appoggio con la guancia sul suo petto e mi lascio cullare dal suo battito cardiaco.
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Buonaseraa! Come state?
Nuovo capitolo e finalmente è arrivata la rispostaaa! Fatemi sapere che ne pensate nei commenti!
Vi comunico che siamo ufficialmente alla fine anche di EVERYDAY, non ci saranno ancora uno o due capitoli, ma comunque siamo agli sgoccioli e so già che Matt e Alissa mi mancheranno tantissimo :(
Intanto, buona lettura! Vi adoro <3