Come il sole, il ragazzo, cercava nel suo piccolo di prendersi cura di lei, la sua luna.
Cercava disperatamente di tenerla al sicuro, di proteggere la sua anima pura dall'oscurità.
Credeva anzi ne era certo, che fosse lui l'oscurità, lui il pericolo, lui il male che avrebbe potuto danneggiarla.
Per questo si rammentava che doveva allontanarsi, tenersi a distanza di sicurezza per permettere alla ragazza di poter essere al sicuro.
Però quello che lui non sapeva era che la ragazza, reputava lui il suo posto sicuro.
Lei riusciva a sentirsi tale solo con lui al suo fianco.
Per quanto Draco avesse spezzato il cuore di Jane molteplici volte, lei desiderava ancora che il biondo continuasse a fare parte della sua vita, stravolgendola con i suoi modi di cui lei non voleva farne a meno.
Soffrivano entrambi per volere altrui ma continuavano ad amarsi senza sosta, non potendo fare diversamente.
Draco
Scoprire la verità poteva fare male ma costudire un segreto, dava modo alla tua anima, di morire lentamente, spegnersi e appassire.
L'aria faticava ad entrare nei polmoni facendo sfociare il tutto nel panico.
Una forte fitta al petto ti costringeva a piegarti in due dal dolore e nonostante urlassi per aiuto era come se la tua testa si trovasse sott'acqua.
Un malessere perenne che non ti dava pace, costringendoti ad isolarti, impedendoti di essere aiutato.
Le mie mani iniziarono a tremare quando terminai di leggere quella lettera che aveva aumentato il mio malessere.
{✉️}
Il tempo scorre e non possiamo più aspettare.
Agisci presto e completa il compito che ti è stato assegnato.
Non fallire, anche un solo sbaglio non ci sarà perdonato.
È l'unica occasione che abbiamo per riscattarci e non puoi mandare tutto a monte.
Siamo nelle tue mani, non deludermi ancora.
-L.M
Non deludermi ancora.
Racchiusi la lettera in un pugno, stropicciandola, rivolgendo poi lo sguardo sulle mie scarpe.
Un senso di rabbia mi si divulgò dentro, lasciando cadere dai miei occhi lacrime calde che presero a scivolare lungo le mie guance arrossate.
Avevo un grosso carico sulle spalle ma ero senza forze.
Stanco.
La mia attenzione, poco attimi dopo, si spostò verso la porta della stanza che in uno scatto si spalancò, rivelando la figura di Theodore.
<<Che cazzo ci fai qui?>> Domandai frustato, continuando a stringere la lettera tra le mani.
<<Non mi hai lasciato altra scelta, sono venuto qui per avvisarti, resta lontano da Jane, non lo ripeterò di nuovo>> Minacciò, puntandomi un dito contro.
<<Puoi minacciarmi quanto ti pare ma sappi che non servirà a molto>> Replicai annoiato, rilassando le spalle.
<<Credi che non sappia quello che stai nascondendo Draco? Quello che cerci disperatamente di tenere segreto a Jane?>> Azzardò a dire, lasciando comparire un ghigno di soddisfazione sul viso.
Aveva il coltello dalla parte del manico.
<<Esattamente, siamo simili, più di quanto pensi>> Continuò avanzando verso di me.
<<Sono come te, nascondiamo lo stesso segreto>> Sussurrò in modo chiaro affinché potessi comprendere bene quelle parole che non avrebbe ripetuto una seconda volta.
<<Ma a differenza tua non nascondo il mio futuro matrimonio>> Aggiunse beffardo, incrociando le braccia al petto.
<<Quindi se non vuoi che lo scopra ti conviene ascoltarmi>> Mise in chiaro, irrigidendosi notevolmente.
<<Fatti da parte, hai avuto la tua possibilità ed hai fallito miseramente quindi non avvicinarti più a lei>> Ordinò.
<<Tu dovresti allontanarti da lei, non metterla in pericolo>> Cercai di farlo ragione, facendo risuonare quelle parole come una supplica da parte mia.
<<Lei non deve entrare in tutto questo!>> Urlai arrabbiato prima di afferrarlo per il colletto e sbatterlo al muro.
<<Io non la lascio ma questo non significa che lei sarà in pericolo>> Obbiettò cercando di farmi mollare la presa.
<<E se ti ordinasse di portarla da lui? Se decidesse di volerla? cosa saresti in grado di fare? vorresti opporti?>> Domandai rabbioso, sentendo il sangue ribollirmi nelle vene.
<<Vuoi giocare con il fuoco? fai pure ma non ti permetterò di scottarla con le tue stronzate Nott>> Affermai serio continuando a tenerlo premuto contro la parete.
<<Vuoi che lei sappia di te e Astoria? sai, sarebbe più semplice per me se le raccontassi tutto...così riuscirei a tenerla lontana da te>> Ammiccò facendo ricomparire il ghigno.
<<Se davvero te ne importasse qualcosa di lei mi daresti ascolto! Lei per te è solo un trofeo da mostrare, nulla di più!>> Dissi la mia a denti stretti, completamente fuori controllo.
<<E per te cos'è? un giocattolo?>> Beffò per poi spingermi via.
<<Non ti azzardare a mettere in mezzo il nostro rapporto! non puoi fare paragoni>> Precisai stringendo i pugni.
<<Non sono qui per questo>> Replicò aggiustandosi la giacca.
<<Quello che volevo che sapessi lo sai, cerca di fare la scelta giusta, d'accordo?>> Mi avvertì strizzandomi l'occhio prima di sparire dietro la porta della camera.
Bastardo.
<<Cazzo! Vaffanculo>> Gli urlai contro prima di scaricare un paio di pugni contro la parete fredda, spaccando in due le nocche delle mie mani.
Il sangue iniziò a scorrere tra le dita sporcando il palmo della mano.
<<Che cosa succede?>> Domandò una voce che mi fece drizzare le orecchie.
Quando rialzai lo sguardo mi accorsi che due occhi verdi mi scrutavano, cercando di capire cosa fosse appena accaduto.
<<Oh...Draco>> Mormorò spaventata, accanendosi verso di me.
<<Cosa hai fatto? cos'è successo?>> Continuava a domandare con spavento, alternando lo sguardo dal mio viso alle mie mani ricoperte di sangue.
<<Che ci fai qui?>> Fu' l'unica cosa che riuscii a dirle prima che il solito magone mi impedisse di parlare.
<<La porta era socchiusa e volevo sapere come stessi dopo ieri sera>> Si giustificò come se l'avessi rimproverata di qualcosa.
<<Dobbiamo andare in infermeria, devi medicarti>> Propose sfiorando in modo delicato le mie dita per poter afferrare la mia mano.
<<No, sto bene>> Proclamai irritato, ritraendomi al suo tocco.
<<D'accordo allora lascia che ti medichi io>> Continuò ad insistere, conducendomi successivamente in bagno dove prese tutto l'occorrente dal kit medico.
<<Non c'è ne bisogno>> Precisai prima di irrigidirmi al suo tocco.
In quel momento desideravo solo che andasse via.
<<Non sono d'accordo>> Ribattè iniziando a disinfettare i vari graffi.
<<Ti va di dirmi cos'è successo?>> Chiese con tono basso e rilassante prima di soffiarmi sulle ferite per evitare che bruciassero a causa del disinfettante.
<<Non tutto ciò che mi succede ti riguarda quindi direi di no e adesso se non ti dispiace vorrei restare da solo>> Ammisi con durezza, cercando di non far trapelare nessuna emozione.
<<Non me ne vado>> Si imputò, guardandomi e aspettando che le dicessi qualcosa.
<<Perchè devi rendere sempre tutto così difficile?>> Sbottai perdendo le staffe.
<<Vattene e lasciami in pace>> Terminai per poi uscire dal bagno.
<<Parlami, dimmi cosa c'è che non va>> Continuò ad insistere, alzando a sua volta il tono di voce.
Probabilmente le nostre urla arrivavano dritte in sala comune.
<<Dovresti tenere buono quel cane da guardia che ti porti dietro>> Dissi voltandomi verso di lei.
<<Ma di che- Theodore?>> Domandò Confusa.
<<Proprio lui>> Tronai, lasciando cadere le braccia lungo i fianchi per poi aprire la porta, aspettando che uscisse.
E così fece, con le lacrime agli occhi e la confusione stampata in viso.
Mi lasciò solo, sbattendo la porta alle sue spalle.
<<Perdonami se ti sto facendo del male..>> Dissi in un sussurro per poi riportare l'attenzione alla lettera che stringevo ancora nella mano.
Sentivo di non avere più il controllo di nulla, mi sentivo annullato completamente e nessuno mi avrebbe aiutato ad uscirne.
Jane
Tutto quello che ti chiedo è di restare.
Rimani.
Il suo continuo rifiuto non faceva altro che alimentare il male che mi logorava l'anima.
Volevo solo che si aprisse con me, lasciandomi conoscere il motivo della sua continua angoscia.
Alla fine però era così il ragazzo che amavo.
Idee disordinate, un po' rovinato e l'anima sempre in fiamme.
Proprio come me.
Flashback.
<<Smettila di tirarmi!>> Esclamai irritata, cercando di fermare la corsa del biondo.
<<Mi seguiresti se smettessi?>>
<<No>> Risposi secca, dimenandomi.
<<Ti sei risposta da sola>> Replicò riprendendo il percorso.
<<Dimmi almeno dove mi stai portando>> Chiesi con finta aria annoiata.
<<A contare le stelle>> Precisò, decidendo di far incrociare i nostri sguardi.
<<Sono ancora arrabbiata con te>> Gli rivelai, mantenendo un'espressione seria, cercando di non lasciar trasparire nulla.
<<Nah, sono sicuro che non lo sei>> Ammiccò prima di scoccare un bacio sulla mia guancia.
<<Ti odio>> Piagnucolai attirandolo verso di me per poi fiondarmi nelle sue braccia, beandomi del suo profumo.
<<Sei poco credibile, dai vieni qui>> Mi spronò a sedermi sul letto d'erba.
<<Poggia la testa qui>> Disse prima di indicarsi il petto, dove successivamente mi appoggiai.
<<Sono numerosissime stasera>> Constatai, osservando il cielo scuro ma adornato da miriadi di stelle luminose.
<<Contiamole>> Propose puntando un dito in alto.
Sorrisi ampiamente quando una sensazione di pace e felicità si fece spazio dentro me facendomi sentire, per la prima volta, libera.
Fine Flashback.
Quella fu' una delle poche volte in cui mi sentii totalmente completa.
Era con lui che avevo trascorso le mie giornate migliori e pensare a come era declinato il nostro rapporto, arrivando addirittura a non rivolgerci parola, era un pugno dritto allo stomaco.
<<Avete sentito? Katie Bell è finita in infermeria, girano voci che sia grave>> Ci diede la notizia Blaise , entrando in sala comune, attirando l'attenzione di tutti.
<<Caspita! cosa le sarà successo?>> Domandò Pansy, destabilizzata dalla notizia.
<<Io ho un brutto presentimento...>> Ammisi guardando i due per poi riportare l'attenzione sulle mie mani.
<<Adesso però devo andare in biblioteca>> Avvisai prima di lasciare la stanza e inoltrarmi tra i corridoi bui e freddi dei sotterranei.
All'improvviso qualcosa catturò la mia attenzione o per meglio dire una voce.
<<Forse ho fatto una fattura ad Annabell, forse no..a lei cosa importa?>> Chiese mentre i suoi passi echeggiavano nell'aria.
<<Draco..>> Sussurrai, sbarrando gli occhi prima di coprirmi la bocca con una mano.
<<Ho giurato di proteggerti, ho pronunciato il voto infrangibile>> Rispose l'altro con discrezione.
Quella era la voce di Piton.
<<Non ho bisogno di protezione, sono stato scelto per questo! fra tutti gli altri, io! e non lo deluderò>> Affermò duro, liberandosi dalla presa di Severus.
<<Hai paura Draco, tendi di nasconderlo ma è evidente quindi lascia che ti aiuti>> Gli tese la mano.
<<No! sono stato scelto! questo è il mio momento!>>
Furono le sue ultime parole prima di andarsene, lasciando risuonare nell'aria solo il rumore dei suoi passi.
Scelto? Per cosa?
Deludere? Chi?
Proteggere? Da cosa?
Voto infrangibile? Per quale motivo?
Tante altre domande si sovrapponevano a quelle già preesistenti, creando ulteriore caos.
Perché aveva fatto una fattura ad Annabell?
Cosa lo aveva spinto a farlo?
Avrei dovuto parlarne con qualcuno?
Avrei dovuto chiedergli spiegazioni?
<<Lo dirò a Pansy>> Dissi tra me e me, sperando che quella fosse la scelta giusta da fare.
Dopo essermi assicurata che nessuno fosse nei paraggi, tornai indietro verso la sala comune Serpeverde, sperando di trovare la Corvina.
<<Pansy!>> Scattai non appena misi piede in stanza.
<<Hey, che succede? sei pallida>> Rivelò con preoccupazione, attendendo una risposta.
<<So cosa è successo a Katy>> Sputai fuori affannosamente, cercando di regolare il mio respiro.
<<Gli è stata fatta una fattura, è stato Draco>> Continuai, scrutandole il viso, sperando che non mi ridesse in faccia.
<<D- Draco? come fai ad esserne sicura?>> Domandò in panicata, incrociando le braccia al petto.
<<Ho sentito parlare lui e il professor Piton nei corridoi...parlavano di voto infrangibile, l'essere scelto, protezione, di non voler deludere non so chi...>> Raccontai velocemente, accompagnando il tutto con dei gesti.
<<Percepivo che mi stesse nascondendo qualcosa ma nel profondo speravo che fosse solo una mia paranoia e invece...>> Dissi dispiaciuta, portando le mani al viso fino a coprirlo.
<<La cosa più importante e che tu non ne faccia parola con nessuno>> Mise in chiaro, poggiando una mano sulla spalla per attirare la mia attenzione che automaticamente scattò sulla sua figura.
<<Ci parlerò io e cercherò di fare in quadro generale della situazione, d'accordo?>>
Annuii leggermente col capo prima di vedere la ragazza uscire dalla camera con urgenza.
Avevo fatto la cosa giusta?
<<Perché non me ne hai parlato! perché?>> Urlai con frustrazione, dando un calcio all'aria per poi risedermi su una delle tante poltrone.
Il non poter far nulla mi faceva sentire impotente e insignificante.
Se solo fosse stato necessario avrei ribaltato il mondo per lui, l'intero mondo.
<<Mi manchi tanto>> Proclamai, iniziando ad esternare le varie sensazioni che provavo, fissando quella foto appesa al muro di Cedric, che aveva portato via con se' un pezzo del mio cuore.
<<Non devi, sono qui con te>> Rispose lui, regalandomi uno dei suoi dolci sorrisi.
<<Lo so, riesco a sentirti..solo che la presenza spiritica spesso non basta>> Confessai abbassando lo sguardo, iniziando a percepire un senso di solitudine.
<<Mi piacerebbe molto abbracciarti, specialmente in questo momento, riesco a percepire come ti senti, vorrei tanto aiutarti>> Sospirò dispiaciuto, facendo scemare l'espressione allegra che aveva sul volto.
<<Lo stai facendo, non rattristarti, non ti si addice Tasso>> Gli feci notare con una lieve risatina.
Mi mancava quel fascio di luce che sono lui riusciva a far penetrare nella mia vita.
Era una persona così speciale che quando entrava nel tuo piccolo mondo non riuscivi più a farne a meno, desiderando che ti stesse sempre vicino e quando non era così, la sua assenza, la percepivi fin nelle ossa.
Draco.
Nel mentre ero concentrato a scrivere una risposta soddisfacente alla lettera di mio padre, qualcuno decise di interrompermi.
<<Draco, apri! è importante>> Disse una voce al di fuori della porta che mi affrettai ad aprire.
<<Pansy, che succede?>> Chiesi notando la sua agitazione per poi farle spazio, lasciando che entrasse in stanza.
<<Jane, ha ascoltato la tua conversazione con Piton, ha scoperto che sei stato tu a mandare Katy in infermeria>> Svuotò presto il sacco, gesticolando di tanto in tanto.
<<Non ha ancora ben chiaro il punto della situazione, è molto confusa>> Aggiunse poco dopo, sperando che quel piccolo dettaglio alleggerisse quella situazione scomoda.
<<Cazzo! questo non ci voleva! sta diventando tutto così complicato>> Esclamai frustato per poi infilare una mano nei capelli.
<<Perché non ci hai dato gli sviluppi? perché non ne hai parlato con me e Blaise? siamo dalla stessa parte! avremmo potuto aiutarti!>> Scattò rabbiosa verso di me.
<<Doveva solo consegnare quella stupida collana a Silente! è stata lei che ha mandato a monte tutto>> Mi giustificai, rispondendo a modo.
<<Quindi adesso cosa facciamo? sai che non si fermerà finché non otterrà delle risposte>> Mi ricordò con ansia, mordicchiandosi un unghia.
<<Credo sospetti anche di me>> Ipotizzò portando lo sguardo fuori dalla finestra dove si potevano ammirare le acque, in quel momento meno scure, del lago.
<<Ci metterà poco ad arrivare alla soluzione, è molto sveglia e anche molto intuitiva>> Dissi con sconforto, non sapendo cosa fare.
Mi sentivo legato e non avevo nemmeno le forze per liberarmi dalle corde che mi tenevano fermo.
<<Dobbiamo parlarne con i nostri genitori, solo loro possono darci una mano>> Propose la corvina, come se fosse l'unica soluzione.
<<No. nessuno al di fuori di noi due verrà a sapere di questo. Se ne parliamo con loro, esporremmo lei, mettendola indubbiamente in pericolo ed è l'ultima cosa che voglio>> Tuonai, spezzando i suoi passi.
<<Troveremo una soluzione ma non in questo momento, abbiamo la mente completamente offuscata e non riusciremmo a pensare a qualcosa di efficace quindi lasciamo passare questa giornata, vedremo domani cosa fare>> Decisi e con essa cercai di chiudere la discussione.
<<D'accordo, allora finché non troveremo una soluzione a questo problema tieniti a distanza da lei, cerchiamo di non complicare ulteriormente le cose>> Mi consigliò e dopo avermi rifilato un'occhiata uscì, assicurandosi che nessuno l'avesse vista.
<<Smettila, smettila di cercare risposte, non sai in che guaio ti stai cacciando Jane>> Imprecai impaurito.
Temevo per la sua vita.
Temevo per la sua anima.
Temevo che lui potesse volerla.
Il solo pensiero mi terrorizzava.
Flashback.
<<Come hai potuto fallire miseramente in questo incarico?>> Domandò allibito mio padre che continuava a guardarmi con la solita espressione di disgusto.
<<Ho eseguito le istituzioni alla perfezione, è stata la ragazza ad aver complicato tutto>> Replicai in mia difesa.
<<L'hai scelta tu o sbaglio?>> Continuò, sostenendo la sua ipotesi.
<<Sei un disastro, sbagliare un lavoro così stupido!>> Sbraitò, lasciando che sussultassi.
<<Lo capisci che siamo in bilico tra la vita e la morte Draco? siamo nelle tue mani! non puoi permetterti di fare sbagli>> Ribadì, aumentando il miei sensi di colpa.
Mi strinsi nelle spalle non appena uno spiffero di vento entrò dalla finestra, facendosi spazio nell'enorme stanza fino a sfiorarmi la schiena dove un brivido di freddo mi costrinse a tremare.
<<Ne sono consapevole padre, non era mia intenzione commettere errori>> Confessai timoroso, continuando a tenere lo sguardo basso.
Mi sentivo tremendamente in colpa per averlo deluso da non riuscire nemmeno a sostenere il suo sguardo di ghiaccio.
<<Sei una continua delusione>> Sputò fuori sprezzante, dandomi il colpo di grazia.
Avevo fallito.
Ancora e ancora.
Forse non ero degno di essere un Malfoy.
<<Questa è stata l'ultima volta che hai agito per conto tuo, da adesso in poi seguirai, alla lettera, tutto ciò che Severus ti dirà di fare, sono stato chiaro?>> Inarcò un sopracciglio, stringendo di tanto in tanto il suo vecchio bastone.
<<Sì padre>> Risposi raddrizzando la mia postura.
Ripresi a sentire, di nuovo, l'enorme peso di quel macigno che, mio padre, aveva caricato sulle mie spalle.
Non appena misi piede fuori dallo studio, immediatamente incrociai lo sguardo dispiaciuto di mia madre, che proprio come me, in quella storia, era solo una vittima degli sbagli imperdonabili che mio padre aveva commesso in passato.
<<Andrà tutto bene>> La rincuorai, accennando un sorriso per poi accarezzarle la schiena, sperando che quel gesto le portasse un po' di sollievo.
Fine Flashback.
Mia madre.
L'anima buona della nostra famiglia.
L'unica persona da cui mi sentivo davvero amato.
La donna della mia vita.
Sorrisi lievemente ripensando a quei pochi abbracci che c'eravamo scambiati, dove ogni volta riuscivo a percepire il suo calore, la sua dolcezza e tutto l'amore nei confronti di suo figlio.
{📜✍🏻🕯}
L'ultima volta che ci siamo visti, ho percepito la vostra paura.
Ho visto i vostri occhi spenti e la vostra anima tormentata da chissà quali atroci pensieri.
Non mi piace vedervi in quello stato, non lasciate spegnere la vostra luce radiosa da questa situazione.
Andrà tutto bene, risolverò tutto e ritorneremo a vivere una vita serena come qualche anno fa' dove ero all'oscuro di tutto ciò.
Sistemerò quest'errore e prometto che vi porterò via, lontano se lo vorrete, solo se lo vorrete davvero.
Sono felice di avervi e mi dispiace non avervi vissuto abbastanza ma rimedierò.
Mi godrò il resto della vita al vostro fianco Madre.
Tranquillizzatevi, non permetterò a niente e nessuno di farvi del male.
Vi voglio un bene immenso.
-D.L.M
Dopo essermi assicurato che la lettera fosse sigillata bene, la diedi al mio gufo che quasi immediatamente iniziò il suo viaggio.
Era difficile ammettere che non sarei mai stato l'orgoglio di mio padre.
Non mi avrebbe mai apprezzato nonostante scorresse lo stesso sangue nelle nostre vene.
Ma non avevo intenzione di demordere.
Questa volta lo sarebbe stato, sarebbe stato orgoglioso di suo figlio.
"Ho tanto sperato che non cedessi alla tentazione ma a quanto pare ho sbagliato, hai lasciato che quella ragazza ti rendesse debole."
Ne valeva la pena, per lei qualsiasi cosa ne valeva la pena.
{📜✍🏻🕯}
Mi piacerebbe incontrarti dove tutto finisce, magari ai confini del mondo.
Dove il tuo mondo sono io e il mio mondo sei tu.
Dove immaginare noi due insieme non suoni sbagliato.
Dove potrei amarti senza paure.