"I been livin' with devils and angels,
Realize you and I are in the same boat"
Why Try - Ariana Grande
Il locale era affollato, come lo aveva immaginato. La musica era forte e le faceva vibrare il corpo. Izzy e Johanna si erano subito allontanate. Will, dopo averle fatto l'occhiolino, era scomparso con Tessa. Malfoy era comodamente seduto su un divanetto mentre delle ragazze facevano di tutto per attirare la sua attenzione.
Lo guardò per un po' ma, alla fine, si impose di andarsene.
Raggiunse a fatica il bancone: aveva sentito che bere aiutava. Ordinò , ripetendo ciò che aveva sentito dire alla ragazza accanto a lei, e mandò giù tutto di colpo. Le bruciava la gola ma non pensava più a Malfoy sul divanetto.
-Herm! Vieni a ballare?- Urlò una voce alle sue spalle.
Voltandosi notò Johanna farle segno di seguirla, si alzò e venne trascinata in pista.
-Ma io non so ballare!- Protestò cercando di sovrastare, inutilmente, la musica.
-Cosa?- Johanna la guardò senza capire, muovendosi a ritmo di musica.
Hermione la guardò, indecisa e leggermente intimorita, provando infine a imitarla. Non era male ballare. Anzi: le piaceva.
Izzy arrivò con dei bicchieri che passò alle ragazze. Bevvero tutte e tre, tornando alla musica dopo.
C'era qualcosa di estremamente liberatorio nel muoversi in quel luogo e in quel modo. Si sentiva una ragazza normale, che usciva la sera. Tornò al bancone per bere ancora e ancora.
A ogni bicchiere la gola bruciava meno.
A ogni bicchiere la mente si offuscava.
A ogni bicchiere Malfoy si allontanava dai suoi pensieri.
Al bicchiere dopo si avvicinava.
***
Si trovò a ballare con le ragazze su una piattaforma. Johanna le aveva detto di seguirla e lei aveva eseguito gli ordini.
Le piaceva Johanna: era libera, sfrontata.
Quando sì girò vide Malfoy guardarla curioso. Quasi meravigliato. Ovviamente nessuno credeva che si sarebbe ubriacata e avrebbe ballato così, vestita in quel modo. Ma lo stava facendo. E le piaceva.
Lo vide alzarsi e avvicinarsi alla piattaforma, la sua testa le arrivava alle ginocchia. Si arrampicò per raggiungerla e chinarsi su di lei con fare tranquillo.
-Ti si vede la biancheria, Granger.
La ragazza arrossì violentemente.
-E a te che importa? Malfoy.
-Pensavo fossi più pudica, mezzosangue. Ecco tutto.
-Tu non mi conosci.- Lo guardò negli occhi. Non avrebbe dovuto.
Il ragazzo però capì e si morse un labbro. Non la conosceva ma avrebbe potuto farlo.
Hermione distolse subito lo sguardo.
Aveva lasciato sfuggire ciò che non avrebbe dovuto. C'era una muta affermazione nei suoi occhi: "Io voglio conoscerti." aveva pensato.
"Io voglio che tu mi conosca." Pensò guardando la folla che li circondava.
Il buio nascondeva il suo rossore, almeno in parte. Nascondeva anche lo stupore del ragazzo.
Celava tutto quello che non poteva succedere alla luce del sole. Non poteva esserci nulla fra di loro. Quante volte se lo era ripetuto? Quante volte si era vista insultata e derisa? Ne aveva perso il conto.
Non c'era motivo di volerlo. Ma lei voleva lui. Lì, in quel preciso momento, in quel posto.
Voleva stringerlo e... e cosa? Si era distratta con il vuoto. Lo guardò di nuovo negli occhi. Richiese uno sforzo minimo grazie ai tacchi di Izzy che la alzavano abbastanza da poterlo guardare in faccia.
Indagò gli occhi blu, poi guardò oltre di essi, oltre la nebbia che li celava. Cercò un segno, un qualsiasi sentimento umano. Un indizio su chi avesse davvero davanti perché, per sette anni, aveva sempre saputo che, in verità, molto sotto, c'era qualcosa oltre al suo crudele modo di fare.
Draco la guardava senza capire cosa stesse succedendo. Perché si era scomodato ad avvertirla? Alla fine non era neanche male la vista. Per quanto Mezzosangue, era sempre una ragazza, con sembianze da ragazza; con qualcosa da guardare.
La osservò cercando di decifrarne l'espressione.
Si sentiva scavare dentro ma non capiva come fosse possibile. Se fosse possibile.
La lasciò fare per un po' fino a quando non vide sulla sua espressione che aveva trovato qualcosa.
Preso dal panico distolse lo sguardo. Non poteva permettere alla Mezzosangue di vedere.
Nessuno doveva sapere.
***
Hermione lo guardò confusa, che si fosse sbagliata? Che in verità non ci fosse quella persona dolce da qualche parte? Che fosse solo un inganno della sua mente offuscata dall'alcol? Però aveva notato la preoccupazione sul suo volto. Aveva visto i suoi occhi e anche dietro di essi. Forse era stata la sua anima.
Sapeva di essere una persona difficile, e sapeva che anche lui lo era. Infondo questo avrebbe potuto portarli a essere amici.
Amici.
Lei non voleva essergli amica ma, sapeva anche che, era il massimo a cui poteva puntare con Malfoy. Lo guardò un'ultima volta e scese andando a sedersi sul divanetto prima occupato dalle corteggiatrici dei biondo.
Draco la guardò andarsene a bocca aperta. Non doveva pensarci, era ubriaca e lui non nascondeva nulla. Si era preoccupato, si, ma non per lei ovviamente. Aveva paura che le venisse da vomitare e che gli avrebbe sporcato i vestiti.
Cercando quasi di convincersi di questa sua affermazione, la raggiunse e tornò a sedersi con fare indifferente. Johanna lo aveva trascinato a quella festa. Sapeva come la pensava lei. Sapeva che li immaginava insieme e sapeva che, se Johanna voleva qualcosa, in un modo o nell'altro, la otteneva.
Ma lui non si sarebbe messo con la Mezzosangue. Non lo avrebbe fatto perché non poteva, non perché non voleva. La voleva ma non gli era permesso.
Gli anni a deriderla e odiarla erano serviti, ma non avevano cancellato i suoi pensieri. Dal Ballo del Ceppo non aveva pensato ad altro. Durante la battaglia, mentre tutti lo guardavano andare da Voldemort, l'aveva cercata con la coda dell'occhio. Ora la guardava stesa, a occhi semichiusi, su un divanetto in una discoteca.
Determinata come allora. Come era sempre stata.
Ma lui era bloccato. Come sarebbe sempre stato.
***
-Andiamocene Granger.
-Perché?
-Perché lo dico io.
-E perché dovrei fare cosa dici tu, Malfoy?
-Perché anche tu sai di dover andare, non ti reggi in piedi.
-Ti preoccupi per me?- Un sorriso divertito le modificò i lineamenti.
-Ho comunque un codice morale, Granger. Sei una donna in difficoltà.
-Non sono in difficoltà.- Protestò decisa.
-No? Alzati.- La guardò come a provocarla.
La ragazza ricambiò lo sguardo con ira funesta, poi si alzò determinata a restare in piedi e a fargli capire quanto si sbagliava. Lei poteva stare in piedi. Draco fece lo stesso per poterla sorreggere in caso di bisogno. La vedeva già stesa per terra.
-Visto?
-Vedo che tremi.- Sogghignò il biondo.
-Non è vero. Io non sto tremando.
-No. Certo che no.- La prese in giro.
Hermione lo guardò, serrando la mascella, e si avvicinò a lui puntandogli un dito contro il petto.
-Che vuoi, Mezzosangue?- Disse lui, abbassandosi per sentire le parole pronunciate dalla sua bocca che si muoveva già da prima che la sua voce lo raggiungesse.
-Voglio che tu la smetta di crederti migliore di tutti gli altri! Voglio che tu smetta di mentire a te stesso!
-Io non mento a me stesso.- Disse con tono gelido.
-No, certo che no.
Quando fece per fare un altro passo inciampò e gli cadde addosso; poggiando le mani sul suo petto e sentendo il suo cuore battere. Draco la prese al volo per riflesso, prima ancora di capire cosa stesse facendo. Se lo avesse saputo lo avrebbe fatto comunque?
Hermione alzò il volto per guardarlo. Di nuovo quei occhi blu. Draco notò il suo sguardo, ma non reagì.
Non reagì vedendola avvicinare e non lo fece neanche dopo. Non reagì sentendo le sue labbra, il suo sapore. Non subito.
Hermione non pensava che avrebbe fatto qualcosa di diverso dal spingerla la parte. Rimase invece sorpresa di essere ricambiata. Sconvolta delle sue labbra premute contro le proprie.
Stava baciando Draco Malfoy e lui stava ricambiando il bacio.
Stava baciando una serpe. Lei, Grifondoro, stava baciando lui, Serpeverde.
Draco la rimise in piedi, senza staccarsi dalle sue labbra.
Alcuni secondi. Era successo in alcuni secondi.
Quando lui si allontanò scombussolato, lei lo guardò e si morse un labbro. Cosa aveva fatto?
Draco notò il suo labbro ma distolse lo sguardo subito. Avevano esagerato con l'alcol entrambi, ecco perché era successo.
Nonostante avesse bevuto poco, quella era la scusa migliore per il suo comportamento da sconsiderato.
-Ti riporto a casa, Granger.