Amore in pista~Lewis Hamilton

By BlackArya

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Marica è una ragazza italiana che ha come unico obiettivo: finire medicina il prima possibile. Non vuole dist... More

Capitolo 1
Capitolo 2
Capitolo 3
Capitolo 4
Capitolo 5
Capitolo 7
Capitolo 8
Capitolo 9
Capitolo 10
Capitolo 11
Capitolo 12
Capitolo 13
Capitolo 14
Capitolo 15
Capitolo 16
Capitolo 17
Capitolo 18
Capitolo 19
Capitolo 20
Capitolo 21
Capitolo 22
Epilogo

Capitolo 6

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By BlackArya

 La mattina della gara sono tesissima, non so cosa aspettarmi. Ieri durante le qualifiche mia zia mi ha visto in tv, mi sarei aspettata di sentirla prima, ma grazie al fuso orario non è riuscita a seguire le prove libere. Subito dopo essere stati ripresi mi è arrivata la sua chiamata, a quanto pare hanno ritrasmesso anche l'intervista del giorno prima, perché mi ha detto che ero apparsa simpatica, sincera e molto alla mano. Mi ha chiesto come ci siamo conosciuti e per quale motivo non l'avevo avvertita della novità, ho cercato di spiegare le mie motivazioni, ma non mi sembrava molto convinta. La conclusione è stata che vuole essere invita ad un gran premio "come minimo".

Come sempre i vestiti che indosso gli ha scelti Lewis, jeans chiari slim con maglia bianca della Mercedes. Ho deciso di legare i capelli con una coda molto alta, mi sono messa un po' di correttore e del mascara. Mi mancano solo le scarpe. Lewis mi ha scelto delle sneakers molto comode della sua linea, ma voglio fare qualcosa di diverso, così tiro fuori le mie decolleté argentate di Michael Kors. Dal primo istante in cui le ho viste nella cabina armadio me ne sono innamorata, inoltre si abbinano perfettamente alla freccia argento, ovvero la macchina di Lewis. Quando esco dalla camera, Lewis e Angela stanno parlando, ma il rumore dei miei tacchi li distrae e mi guardano sorpresi.

"Che succede? Non sto bene?" Lewis apre la bocca per dire qualcosa ma non esce nulla, così la richiude decidendo di lasciare rispondere Angela.

"Stai benissimo, ma sei sicura di voler portare i tacchi? Avevi detto che stavi più a tuo agio con le scarpe basse e oggi tutti gli occhi saranno puntati su di te"

So che ha ragione, molto probabilmente inizieranno a farmi male o prenderò una storta, ma voglio farlo "Si sono sicura".

"Ok allora andiamo!"

"Stai proprio bene sai? Non mi aspettavo quei tacchi"

Siamo in macchina, io e lui siamo dietro soli mentre Angela è davanti con l'autista, comunque parla piano per assicurarsi che senta solo io.

"Le ho messe perché si abbinano alla tua macchina e poi le adoro, sono le mie preferite"

"Sul serio? Io quando le ho viste sul catalogo ho insistito per averle"

Sono sorpresa, non credevo tenesse così tanto a certe cose. "Allora devo ringraziare te per averle nella cabina armadio, comunque credo che queste me le prendo."

Scoppia a ridere, mi giro per guardarlo e noto quanto sia rilassato. Anche i giorni prima era molto tranquillo prima che io lo facessi agitare, ma ora sembra proprio felice. Mentre io sono un fascio di nervi. 

"Come fai a stare così tranquillo?" la mia domanda lo costringe a girarsi verso di me per guardarmi negli occhi.

"Cosa ti spaventa la gara o il fatto che dobbiamo affrontare i giornalisti?"

"Non lo so" abbasso lo sguardo perché rispondergli guardandolo negli occhi è troppo difficile "Credo entrambi, sono sicura che mio padre guarderà la corsa e quindi verranno a sapere tutto. In più dovrò stare con l'ansia per non so quanti giri"

"Perché stai con l'ansia? Sono io quello che sta in pista a 300 km/h"

"Lo so bene, il problema è che tu sai quello che fai mentre gli altri possono solo vedere e sentire i tuoi team radio"

"Credevo ti piacesse vedere le gare" mi guarda infastidito, come se gli avessi mentito.

"Io amo le corse, ma odio quando inizi a vedere i fantasmi"

"Vedere i fantasmi?" si è girato verso di me sul sedile e mi fulmina con lo sguardo.

"Si ogni santa gara ad un certo punto ti lamenti che qualcosa non funziona e uno si preoccupa che veramente ci sia qualcosa che non va, ma è solo frutto della tua immaginazione. Lo fai per far sembrare grandiosa ogni tua vittoria. Però ti assicuro che visto da fuori è molto fastidioso"

Ora mi sento molto meglio. Se devo tifare per lui, cosa che facevo anche prima di nascosto, non voglio stare con la paura che la macchina si fermi o che le ruote finiscano o qualsiasi altro problema creda di avere, è paranoico.

"Guarda che non mi invento nulla! Tutto quello che dico è vero"

"E allora perché alla fine ti va sempre tutto bene?"

"Ragazzi per favore dovete discutere proprio ora?" Angela cerca di intromettersi ma Lewis non ha intenzione di lasciar perdere.

"Allora è questo il problema? Voi che mi vada male così può vincere Leclerc no? Perché a te dà fastidio che alla fine io riesca sempre a gestire la situazione. Voglio farti notare che è questa la differenza tra un campione e un bravo pilota."

"Pensi che non sia in grado di riconoscere che sei un campione? Lo so bene e l'ho detto anche alla stampa"

"Che vuoi dire?" mi guarda sorpreso, come se non fosse stato al mio fianco durante l'intervista con Mara.

"L'intervista dell'altro giorno, non l'hai sentita?"

"Beh hai parlato in italiano e non ho capito nulla" "È stata tradotta in non si sa quante lingue possibile che tu non l'abbia ascoltata?"

Angela dal posto davanti passa il suo cellulare a Lewis, proprio con il video dell'intervista e la traduzione in inglese "Ti avevo detto che dovevi sentirla".

In questo momento la adoro, così impara questo presuntuoso a credere di sapere sempre tutto. Crede di essere superiore a tutto e tutti, non pensa che anche qualcun altro possa avere un minimo di cervello.

Mentre ascolta il giornalista che traduce le mie parole, lo vedo sorridere quando faccio l'esempio tra Ronaldo e Neymar, poi resta stupito quando alla fine dico che preferisco lui tra i vecchi.

"Non so se devo prenderlo come un complimento o come un insulto, visto che mi consideri a fine carriera"

"Non ho mai detto che ti considero a fine carriera, ho detto che hai esperienza diversamente dai ragazzi ventenni che sono arrivati da poco in Formula 1"

"Beh se la metti così allora lo accetto come un complimento!" mi sorride divertito. Ormai sembra divertirsi quando iniziano i nostri battibecchi, sembra quasi che lo faccia apposta a stuzzicarmi, per suscitare una mia reazione.

Nel frattempo siamo arrivati e scendiamo dalla macchina pronti ad affrontare il turbinio di gente e di flash. Vicino a lui mi sento pronta ad affrontare tutti. Sarà l'aurea di luce che emana e si riflette su chi gli sta accanto, così gli sguardi affascinati ora non sono rivolti solo a lui, ma anche a me.

Sento la sua mano stringere la mia che è gelata, mentre percorriamo la strada fino ai box. Questo è l'unico gesto che mi permette di capire che è lì con me, da quando siamo scesi, infatti, non sono più riuscita a vederlo in faccia, perché entrambi camminiamo tenendo uno sguardo fisso e fiero in avanti. Lui ci riesce benissimo, io mi limito ad imitarlo.

Quando siamo finalmente ai box, faccio un profondo respiro, come se fossi rimasta in apnea per tutto il tempo, forse l'ho fatto sul serio.

"È andata bene visto?" e sinceramente soddisfatto, mi sorride e mi fa l'occhiolino.

"Si ma non è stato facile, soprattutto perché andavi velocissimo e non era facile starti dietro"

"Non è colpa mia se volevi sembrare più slanciata e hai scelto quei tacchi"

Di nuovo cerca di stuzzicarmi per accendere la miccia. Decido di restare calma per non litigare proprio prima della gara.

"Ok! Però devi ammettere che sono perfette?" "Su questo ti do ragione!"

"Oh finalmente riuscite a parlare senza uccidervi. È tanto difficile?"

Entrambi scoppiamo a ridere. Da quando ci siamo conosciuti non abbiamo fatto altro che urlarci contro, non rendendoci conto che la povera Angela, che si trova sempre tra noi, ci avrebbe volentieri fatto fuori.

La mezz'ora prima della partenza è un disastro, perché i piloti salgono sulle macchine e le portano in pista e una volta arrivate sulla griglia di partenza, tutto il box si sposta sulla pista e i piloti scendono di nuovo dalle loro auto, fino a quando non arriva il momento del giro di formazione. Fino a quel momento la pista diventa un bordello. Vi sono tutte le persone dei box delle varie scuderie, giornalisti di tutte le nazionalità, che cercano qualche pilota disposto a farsi intervistare, per finire tutti i vip che hanno il pass per stare lì e fotografare ogni cosa.

Sembra una gabbia di pazzi, la cosa più strana è che i piloti in questa poltiglia riescono a concentrarsi.

Io sono vicino a Lewis e lo guardo stupita. Indossa la solita tuta bianca, con la quale l'ho sempre visto in tv e con la quale sta veramente bene. Sarebbe un peccato se passasse alla Ferrari solo perché la tuta bianca secondo me gli sta molto meglio di quella rossa.

Inoltre porta i suoi occhiali da sole a specchio, anche questi di una delle linee realizzate da lui in collaborazione con uno dei suoi sponsor.

È molto concentrato soprattutto perché viene da due sconfitte a causa di Leclerc e in più parte dietro a lui. Vuole vincere a tutti i costi e io ho paura che se dovesse andare male possa prendersela con me.

"Sei agitata perché hai paura che battendo il tuo idolo possa ferire il suo ego?"

La voce di Lewis mi distoglie dalle mie vere paure, noto che non sta guardando me, invece osserva il suo avversario.

"In realtà pensavo al fatto che sarai attaccato da due Ferrari e dovrai fare tutto da solo"

Angela che si trova dall'altro lato di Lewis spalanca gli occhi come se avessi detto qualcosa che non dovevo dire. Effettivamente la mia affermazione di certo non tranquillizza, ma non l'ho detta con cattiveria, piuttosto voglio assicurarmi che lui non si faccia sorprendere. Per assicurarmi che lui non l'abbia intesa male lo guardo dritto negli occhi, ma lui sorride.

"Che c'è ora ti preoccupi per me? In ogni caso sono perfettamente in grado di affrontare questa situazione." Porta una mano sul mio viso, con il pollice inizia a disegnare dei cerchi sulla mia guancia. "Non preoccuparti per me, preoccupati per i miei avversari" e con il solito occhiolino sancisce le ultime parole.

Quando sto per rispondere inizia a squillare il mio telefono così lui lentamente allontana la mano. Quando vedo il nome sul display decido di rimandare la conversazione ad un altro momento, possibilmente quando non sono con Lewis e soprattutto non davanti alle telecamere.

"Perché non rispondi?" "È mio padre, meglio se ci parlo dopo"

Lui solleva lo sguardo su di me e vedo un velo di nervosismo. "Quindi sta vedendo la gara?"

Annuisco e lui inspira profondamente. Si toglie gli occhiali e invece di passarli ad Angela che gli stende il casco, li dà a me. Il gesto non dovrebbe significare nulla, ma per me e anche per lui è importante, perché è come se mi affidasse una parte di lui. 

Lo so forse sto esagerando, sarà questa strana atmosfera di ansia e di scarica elettrica che mi circonda, riesco a sentire l'adrenalina che percorre i miei vasi. Ora vorrei correre e prosciugare il mio corpo da tutte queste emozioni che non riesco a definire.


// Spazio Autrice

Ciao ragazzi, spero che la storia vi stia piacendo. Come ormai avrete capito è ambientata nel 2019, più esattamente negli ultimi tre mesi di mondiale. So che sono passati diversi anni, ma l'ispirazione e un primo schema della storia è nato proprio in quel periodo. Questa è la prima volta che pubblico qualcosa scritto da me, e vedere persone disposte a leggere la mia storia, mi rende molto euforica. Quindi vi ringrazio immensamente e vi lascio un video, fatto da me (mi scuso se non è il massimo), sperando di stimolare la vostra curiosità. 

Baci😘, BA

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