Injection: Phoenix Rise

By Saturnine_morose

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Partecipazione ai Wattys2023 Storia realizzata da: Saturnine Morose & Vikibiava °°° Amore, odio, pazzia non h... More

TRAMA + TRAILER
PROLOGO 0.1
PROLOGO 0.2
CAPITOLO 1
CAPITOLO 2.1
CAPITOLO 2.2
Capitolo 3.1
Capitolo 3.2
Capitolo 4.1
Capitolo 4.2
Capitolo 5.1
Capitolo 5.2
Capitolo 6.1 - Intermezzo: Catherine Blossom
Capitolo 6.2
Capitolo 7.1 - "Attrazione febbrile"
Capitolo 7.2
Capitolo 7.3
Capitolo 7.4
Capitolo 8.1 - "Al Chase Field"
Capitolo 8.2
Capitolo 8.3
Capitolo-intermezzo: Victoria Morales
Capitolo-intermezzo: seconda parte
Capitolo 9.1
Capitolo 9.2
Capitolo 9.3
Capitolo 9.4
Capitolo 10.1 - "Eros e Agape"
Capitolo 10.2
Capitolo 11.1 - "La cena"
Capitolo 11.2
Capitolo 11.3
Capitolo 12.1
Capitolo 12.2
Capitolo 12.3
Capitolo 13.1
Capitolo 13.2
Capitolo 13.3
Capitolo 14.1 - Isabella Carter
Capitolo 14.2
Capitolo 15.1
Capitolo 15.2
Capitolo 15.3
Capitolo 16.1 - "Il sapore della vendetta"
Capitolo 16.2
Capitolo 17.1
Capitolo 17.2
Capitolo 17.3
Capitolo 18.1: Diana Smith
Capitolo 18.2
Capitolo 19.1
Capitolo 19.2
Capitolo 19.3
Capitolo 19.4
Capitolo 20.1
Capitolo 20.2
Capitolo 21.1 - "A Gilbert"
Capitolo 21.2
Capitolo 22.1: "Segreti inaccettabili"
Capitolo 22.2
Capitolo 23
Capitolo 24.1 - Il processo
Capitolo 24.2
Capitolo 25.1
Capitolo 25.2
|FINALE|.1
|FINALE|.2

Capitolo 10.3 - "Confronto"

95 16 15
By Saturnine_morose

LILITH

Non riuscivo a distogliere lo sguardo dal suo corpo, soprattutto dalle sue labbra e dai suoi occhi; desideravo ardentemente baciarla, prenderla e scappare insieme da qualche parte lontano da tutti. Avevo superato ogni limite con lei ormai, ma non ne avevo paura, anzi non riuscivo a contenere la gioia.

La mattina dopo aver passato la notte con Tara, avevo scritto a Diana, per condividere con lei la mia felicità e avere delle rassicurazioni da parte sua: sapeva sempre dirmi la cosa giusta, specialmente quando mi sentivo incerta e cominciavo a ragionare troppo sulle cose.

Diana appena aveva letto i miei messaggi mi aveva tempestato di domande, costringendomi a rivelare tutto. La informai anche che Tara sarebbe rimasta da me per il momento e le avevo dato l'impressione, citando le sue parole, di "aver già perso la testa" per lei. Non volevo negarlo: quella ragazza era speciale, in molti sensi, e non mi vergognavo di ammettere di essere completamente e profondamente affascinata da lei. Inoltre non avrei avuto il coraggio di lasciarla da sola in quel momento così difficile per lei, ma riguardo questo non avrei potuto parlarne con nessuno.

Era tutto così confuso e l'unico modo per porre fine ad ogni incomprensione e dubbio era quello di affrontare Victoria e Xavier Morales.

Sapevo bene quali paure stavano soffocando Tara, lo leggevo nei suoi occhi: temeva che in qualche modo la sua famiglia fosse coinvolta in quello che le era successo in passato, nel rapimento da parte di Marc D'Owel.

Come potevano fare del male a dei bambini? A delle persone innocenti?

La notte meravigliosa che avevo passato con Tara si era conclusa con lei addormentata e io che silenziosamente la ammiravo, cercando di trattenere i singhiozzi: vederla così vulnerabile e disperata mi aveva distrutto, mi aveva lasciato con una tristezza e una rabbia infinita. Mi sentivo impotente e io volevo avrei dato tutto per renderla davvero felice.

Nessuno mi aveva mai fatto sentire così viva prima di allora. Tara era bella, intelligente, umile, buona, forte, responsabile, caritatevole e sensibile. Prima di lei non mi ero mai accorta di quanto avessi bisogno di una persona come lei nella mia vita.

Mi sarei battuta per lei, per entrambe.

Avevo già pensato di cambiare corso alla Newrise, rimanendo a lavorare al progetto di ricerca, senza essere coinvolta in un rapporto docente-studente con Tara. pCerto, avrei dovuto trovare una spiegazione adatta da fornire al rettore dell'università e al consiglio dei docenti e del personale, ma in qualche modo sarei sfuggita a quei problemi di poca importanza.

Non mi importava dell'opinione della gente, ma avevo paura che la pressione dello sguardo degli altri potesse pesare troppo su Tara. Questo però non era un argomento su cui potevo riflettere da sola.

Con calma, avrei pensato a tutto con ordine.

<<Lilith?>> distolsi lo sguardo dalla strada per guardare per un attimo la ragazza al mio fianco, che mi sorrideva, stringendo la mia mano che avevo sulla sua coscia.

<<Sì?>>

<<Volevo solo dirti che sei davvero sexy quando guidi.>>
Strinsi i denti cercando di concentrarmi sulla strada davanti a me. <<Non ora...>>

<<Perché no? Accostiamo un secondo...>> propose, avvicinandosi pericolosamente al mio corpo.

<<Siamo quasi arrivate Tara, fai la brava...>> arrossii non riuscendo a nascondere quello che mi stava facendo provare in quel momento. Era così imprevedibile delle volte: solo io sapevo quanto avrei voluto fermare la macchina in quel momento e avventarmi su Tara, ma dovevo resistere.

<<Mhh... preferisco essere punita.>> E dicendo questo, mi colse di sorpresa mordendomi l'orecchio.

<<Tara!>> Mi morsi il labbro, ignorando la sensazione di calore al basso ventre e la voglia di toccare e baciare Tara. Quando fummo arrivate, tirai un sospiro di sollievo: parcheggiai velocemente e la prima cosa che feci fu afferrare il volto di Tara e strapparle un lungo bacio. Lei ansimò sorpresa, poi si strinse a me, incastrando le sue dita fra i miei capelli e perdendosi nella passione insieme a me.

Avrei continuato in macchina, ma era scomodo. <<Entriamo>> le dissi staccandomi dalle sue labbra rosse e carnose. Scendemmo dall'auto, camminando velocemente verso l'entrata e non aspettammo un secondo prima di riprendere il nostro scambio passionale, chiudendo la porta con i nostri corpi, sostenendoci contro la superficie solida.

A quanto pare però quel giorno non avremmo avuto pace come la notte prima.

<<Lilith Morgan?>> suonarono il campanello e una voce familiare raggiunse le orecchie di entrambe. Ci separammo velocemente.

<<Che cosa ci fa qui?>>
<<Non è possibile... non ora, non ora... non me la sento!>>

<<Tara, calmati, ci penso io.>> La strinsi fra le mie braccia, fissando il portone.

Il fatto che Victoria Morales avesse trovato il mio indirizzo, non era una sorpresa. Per poter rintracciare Tara doveva avere al suo seguito persone competenti, ma quello che mi chiedevo, era perché fosse venuta proprio in quel momento.

Tara si aggrappò a me, sembrava terrorizzata e probabilmente lo era. Non avrei mai potuto capire quello che stava passando, ma avrei fatto qualsiasi cosa per lei. Se mi avesse chiesto di allontanare una donna come Victoria, per quanto influente, non ci avrei pensato due volte. Tara, però, chiese di fare entrare la dottoressa, cogliendomi di sorpresa.

Sorrisi, baciandola un'ultima volta: <<Sicura?>> Vedevo nei suoi occhi le emozioni contrastanti, ma capivo come mai volesse vedere Victoria Morales anche se faceva male. Voleva porre fine a tutti quei dubbi che la divoravano da dentro e non la lasciavano respirare.
<<Sì.>> Mi rispose guardandomi con decisione. Mi bastava solo quello.

Suonò il campanello per la seconda volta e il nostro tempo venne tagliato dalla presenza insistente di Victoria Morales. Tara andò ad aspettare in sala sul divano, mentre io aprivo la porta, con espressione grave: <<Victoria?>>

Guardai la donna: aveva l'affanno, sembrava aver corso, e i suoi occhi erano lucidi. Mi afferrò per il braccio, prendendomi alla sprovvista e arretrai spaventata dalla sua reazione.

<<Victoria sarebbe meglio parlarne con calma.>>
<<Lilith, sai che ti voglio bene e sei come una figlia per me, ma... non ho intenzione di aspettare ancora. So che per trovare lei, devo prima parlare con te!>> Era risoluta, dovevo riconoscerlo, ma aver scoperto che cosa fosse successo a Tara, mi aveva reso più cauta attorno a quella donna che conoscevo da tempo. Feci entrare Victoria, dicendole di seguirmi e di prendere fiato. Quando entrò nel salotto e vide Tara, si immobilizzò; divenne pallida come un lenzuolo e mi avvicinai a lei, temendo che svenisse da un momento all'altro. La donna si limitò a sedersi sulla poltrona nera in pelle, voltata verso Tara.

Ero sul punto di allontanarmi per andare a prendere qualcosa da bere per affrontare la conversazione e vidi lo sguardo spaventato di Tara che mi supplicava silenziosamente di rimanere con lei. Le sorrisi, accarezzando la sua spalla con dolcezza.

<<Prendo qualcosa da bere, Victoria vorresti dell'acqua?>>

<<Sì... grazie cara.>> mi rispose debolmente.
<<Tara?>>
<<Anche per me.>>

Victoria fece passare gli occhi da me a Tara, ma non si soffermò troppo su di lei. Molto probabilmente si chiedeva come mai una mia studentessa si trovasse a casa mia o qualcosa del genere, ma per il momento non me ne preoccupai. Era più pressante il bisogno di scoprire che cosa fosse successo a lei e alla sua figlia scomparsa. Lasciavo ancora spazio all'ipotesi che Tara non fosse veramente chi cercava, ma solo perché temevo l'impatto che avrebbe avuto sulla vita della bruna.

Quando tornai dalla cucina, nessuna delle due donne aveva iniziato a parlare: Tara stropicciava la manica della sua camicia, mentre Victoria fissava il pavimento. Comprendendo che non saremmo andate da nessuna parte in quel modo, decisi di rompere il ghiaccio da sola. <<Victoria immagino che tu sia venuta qui per un motivo... che ne dici di iniziare da lì?>>

La dottoressa sospirò e portò finalmente gli occhi su Tara. Io mi misi sul divano insieme a quest'ultima e aspettai pazientemente che discutessero di quello che era successo. Ero pronta in ogni momento a portare via Tara se ne avesse avuto bisogno.

<<Tara devo dirti una cosa->> Tara la interruppe subito: <<Lo so già. Ti ho sentito ieri sera alla festa.>>

La voce gelida della ragazza al mio fianco, colpì duramente la dottoressa che spalancò gli occhi. <<Io... ammetto che non sia stato corretto da parte mia fare delle ricerche su di te... ma, ma dovevo sapere! Tara io ti cerco da anni, devi credermi!>>

<<Voglio vedere le prove che stavi mostrando a tuo marito>> fu diretta, bloccando fin da subito la donna agitata. Tara teneva le mani in grembo, stringendole in pugni e rilassandole di volta in volta: era frustrata, forse stava cercando di mantenere la calma. Portai una mano sul suo ginocchio sperando che le offrisse un minimo di conforto. In quel momento non temevo lo sguardo di Victoria, anche perché era fin troppo occupata a ragionare su come parlare con Tara senza farla scappare via.

<<C-certo...>> con mani tremanti afferrò la sua borsa in pelle bruna, tirando fuori una cartella stropicciata ai bordi, che conteneva un mucchio di carte. Notai solo allora quanto sembrasse stanca: aveva vistose occhiaie e un aspetto sciupato. Era completamente diversa dalla donna che avevo conosciuto anni prima e con cui avevo passato dei bei momenti. Anche Tara sembrò accorgersi delle condizioni della donna e si rilassò, addolcendo il suo sguardo. Quando prese i documenti da Victoria, li lesse velocemente, scorrendo nelle pagine. Vidi con la coda dell'occhio dati che riguardavano analisi del sangue e persino del DNA. Compresi immediatamente che doveva aver approfittato del suo ruolo nell'ospedale per farlo quando Tara era arrivata in pronto soccorso il giorno della tragedia ferroviaria, ma era possibile che conoscesse già la sua identità allora?

<<Perché adesso->> disse ad un certo punto Tara, con un tono basso e sbattendo le carte per terra, alzandosi in piedi per la rabbia: <<Perché non sei venuta a prendermi prima?! Perché?!>> Victoria si sollevò scossa dalle sue parole e feci lo stesso afferrando con la mano la spalla di Tara e avvicinando le mie labbra al suo orecchio: <<Tara fai un respiro profondo okay?>> la ragazza mi ascoltò ma vedevo che avrebbe fatto fatica a calmarsi. Strinsi la sua mano preoccupata per la sua condizione.

<<Tara non sono mai riuscita a trovarti, ma ti assicuro che non ho mai smesso di provarci.>> La dottoressa singhiozzò ed era così vulnerabile in quel momento, che non sarei mai riuscita a credere che volesse fare del male a Tara o che ne avesse fatto in passato.

<<Che cosa devo pensare Victoria?! Sono sempre stata qua a Phoenix! In quei maledetti laboratori... e Xavier... lui lo deve sapere! Lui... lui lavora con Marc vero?!>> Tara si asciugò le lacrime; tremava da capo a piedi. Mi distruggeva vederla in quello stato e non riuscii a trattenermi: la strinsi fra le mie braccia e lei cominciò a singhiozzare contro il mio petto. Accarezzai il suo capo dolcemente, sussurrando frasi che dovevano rassicurarla e la feci sedere nuovamente sul divano.

<<Di che cosa stai parlando?>> la voce di Victoria mi distolse un attimo dal tentativo di fermare il pianto della bruna e compresi che le cose si erano fatte ancora più difficili di prima. Mi occupai di spiegare che cosa fosse capitato a Tara. Lei rimase aggrappata a me, ma stava riprendendo controllo di se stessa. Stava soffrendo troppo e io stavo male con lei. Avrei chiesto a Victoria di andarsene da lì a poco ma prima dovevamo assolutamente chiarire i nostri dubbi.

<<Victoria, quello che sto per dirti non è facile da digerire, mi dispiace, davvero...>> La mia voce non tremava, ma il mio cuore subiva spasmi violenti ogni volta che ripensavo a quello che aveva vissuto la ragazza al mio fianco. <<Tara è stata rapita da Marc e tenuta rinchiusa nei suoi laboratori.>> Continuai ad accarezzare la donna in questione mentre proseguivo con la spiegazione senza essere troppo cruda nei dettagli. Dopo che conclusi il discorso Victoria crollò, fissando il vuoto con un'espressione distrutta.

<<Marc..? Marc ha fatto questo...? E io non lo sapevo...>> la sua voce era rotta dal pianto.

Tara rivolse i suoi occhi lucidi a Victoria e parlò: <<Non mi hai trovata perché mi ha tenuta prigioniera... ma sono riuscita a scappare. Sulla strada, nel giorno della mia fuga, mi ha trovata Penelope Bovary e da quel momento in poi sono cresciuta nel suo orfanotrofio.>>

<<Lo so...>> Victoria ci guardò, asciugandosi le lacrime con un fazzoletto che le diedi. Spiegò che aveva parlato con Penelope e anche lei conosceva la storia dietro alla sua ricerca negli anni e alla scomparsa di Tara da piccola, ma non si sarebbe mai aspettata che dietro a tutto quello, ci fosse una verità così orribile.

<<Tara ti prego di darmi una possibilità. Adesso che ci siamo ritrovate non posso perderti, capisci? Sei mia figlia, io ti amo, non posso vivere senza di te, non posso-! Ho cercato in tutti i modi di trovarti: ho pagato decine di investigatori senza mai trovare una pista... Non sai quanto volte ho litigato con la polizia perché mi dicevano di tornare a casa e smettere di illudermi da sola... Di fare la pazza! E tutte quelle volte in cui ho creduto di averti trovato, per poi scoprire che non eri tu... Mi ha strappato il cuore, distrutto in mille pezzi!>> si sfogò e in quel modo si liberò di tutto quello che aveva patito in quei lunghi anni dalla scomparsa di sua figlia. Trattenni le lacrime davanti alla scena struggente. Tara si alzò dal divano nuovamente, ma questa volta per raggiungere Victoria e una volta che le fu davanti, le prese gentilmente la mano, fissando gli occhi sul volto di sua madre.

<<Possiamo... poco alla volta?>> Le domandò con voce tremante. Potevo immaginare da sola che cosa stesse pensando Tara in quel momento: da quello che mi aveva raccontato, aveva sempre vissuto col terrore che i suoi genitori l'avessero abbandonata e in quel momento si era forse resa conto che non avrebbe mai più ottenuto indietro gli anni che aveva perso con sua madre, con la sua famiglia.

Passarono lunghi minuti in cui madre e figlia parlarono con calma. Ero così orgogliosa di Tara e avrei voluto baciarla, ricordarle quanto fosse speciale, forte e amabile. Avrei dovuto aspettare di essere di nuovo sole per farlo.

Mi allontanai giusto per dare loro un po' di privacy, ma rimasi alla soglia della cucina, pronta ad aiutare Tara se me lo avesse chiesto.
Udii alcune frasi della loro comunicazione:

<<Fino a pochi mesi fa sapevo niente del mio passato... ho sempre vissuto assieme ad un'amnesia inspiegabile, che ha oscurato i miei primi nove anni di vita, lasciandomi solo con un nome, Tara. Non sapevo da dove venivo, chi ero, e la prima cosa che ricordavo era la mano gentile e calda di Penelope che mi portava nel suo orfanotrofio. Come sa, sono cresciuta lì, credendo di essere stata abbandonata.>>

Continuò: <<Anche Penelope ha tentato di risalire al mio passato, ma non è mai riuscita a scoprire nulla... abbiamo fatto numerose visite all'ospedale, da medici esperti, ma nessuno è mai riuscito a comprendere la causa della mia amnesia. Non sapevano come aiutarmi.>>

Alcune cose che stava dicendo Tara erano nuove persino per me.

<<Tutto è cambiato pochi mesi fa: ho sempre avuto gli incubi, ma sono diventati poco a poco sempre più nitidi. Qualcosa ha fatto scattare dei ricordi... Non so di preciso come mai mi sia successo proprio adesso. Non posso girarci intorno... ho scoperto anche io da poco che sono stata rapita da Marc D'Owel e mi ha tenuta prigioniera per mesi... Non ero sola! Altri bambini, come me... Ci ha fatto degli esperimenti...>> e lì si bloccò.

Tara la donna più forte che conoscevo.

Tornai in soggiorno, per riprendere il mio posto al fianco di Tara e quando mi ritrovai con le due donne, Victoria si era ricomposta. La dottoressa ci disse che sarebbe stata davvero felice se avesse potuto rivederci per una cena il giorno dopo: forse aveva coinvolto anche me, perché credeva che Tara non sarebbe andata da sola. La cosa importante era che avrebbero iniziato a lavorare sul loro rapporto gradualmente, dandosi una possibilità. Victoria dopo poco si preparò per andare via e io e Tara ci ritrovammo nuovamente da sole. Quella giornata proprio non voleva darci pace.

Dopo aver chiuso la porta, tornai da Tara, dandole subito un bacio sulla guancia, asciugando le lacrime residue che bagnavano il suo volto.

<<Come ti senti?>>

<<Distrutta, ma meglio rispetto a prima. Ho ancora tante domande da farle, tanti dubbi da chiarire... Lilith non penso che mi abituerò facilmente all'idea di avere dei genitori. Specialmente non dopo aver scoperto che forse mio padre è coinvolto nella mia cattura.>>

<<Perché credi questo?>>

<<Lui e Victoria stanno divorziando per un motivo immagino... Lei ha solo accennato al fatto che hanno cominciato a discutere dopo la mia scomparsa, per delle incomprensioni. Per quale motivo avrebbero dovuto litigare? Potrebbe essere una cosa da nulla oppure il coinvolgimento di Xavier nel progetto di Marc D'Owel...>>
<<Quello che dici è piuttosto grave... Spero non sia così.>>
<<Lo spero anche io.>>

Sospirai, vedendo come non avesse ancora smesso di tormentarsi: il suo passato non voleva lasciarla andare, ma forse avrei potuto aiutarla a distrarsi, nel presente. Rimanemmo in silenzio per qualche minuto, abbracciate sul divano, poi decisi di parlare: <<Che ne dici se ci guardiamo un film stasera?>>

<<Avrai mille cose da fare>> sollevò i suoi occhi scuri sui miei, lasciando un bacio sulla mia guancia: <<Non preoccuparti per me, sto bene. Mi basta la tua compagnia.>>

Mi rendeva così debole con quella sua natura amabile e innocente: <<Al diavolo i miei impegni. Voglio stare con te...>> sperai che capisse dal mio sguardo lussurioso a che cosa stessi alludendo e dal modo in cui mi fissò, doveva aver ben compreso.

<<Questo cambia tutto...>> sussurrò ridacchiando, prima di circondare le mie spalle con le sue braccia e baciarmi sulla bocca, mordicchiando il mio labbro inferiore. Mi faceva impazzire quando lo faceva.

E così ci dimenticammo del film e dei nostri doveri: ci ritrovammo distese sul divano, mentre strofinavamo i nostri corpi l'uno contro l'altro. Cominciai a sbottonare la camicia di Tara e dopo aver ricevuto un verso di assenso, continuai la mia strada di baci caldi verso il suo petto.

<<Mi piace...>>

<<Mh, che cosa?>> le chiesi, guardandola negli occhi. Tara mi rivolse uno sguardo timido e sorrise: <<Quando mi guardi con tutto quel desiderio mi fai sentire come... Come se fossi insostituibile, preziosa.>>

<<Lo sei ai miei occhi>> le rubai un bacio, circondando i suoi fianchi con le mie braccia. Non riuscivo proprio a controllarmi attorno a lei.

Schiuse le labbra e ne approfittai: mentre le nostre lingue danzavano, accarezzai la sua pelle calda, strofinando le sue braccia, le sue spalle, il suo collo...

<<Lilith>> sussurrò separandosi da me delicatamente. Le feci una carezza sul volto, sostenendo il suo guardo: <<Sì?>>

<<Pensi che riuscirò a ricostruire un rapporto con mia madre? Anche se è passato tanto tempo, troppi anni.>>

<<Certo Tara, ne sono convinta. Lei è tua madre, ti ama... Vedrai che andrà tutto bene.>>

Lei annuì debolmente afferrando la mia mano per tenerla fissa sulla sua guancia.

<<Ci sarai? Rimarrai con me?>> Me lo chiese con una dolcezza e vulnerabilità tale che mi fece rabbrividire d'amore per lei. Trattenni il fiato: <<Per tutto il tempo che vorrai.>>

Finalmente Tara sorrise e mi abbracciò. Lasciai un bacio caldo sul suo collo e mi confortai con la sua presenza: temevo che tutti quei problemi e quelle sofferenze avrebbero fatto fuggire Tara. Sapevo che era più semplice scappare invece di affrontare traumi e difficoltà, ma dovevo fidarmi della forza della bruna.

<<Hai fame? Preparo qualcosa se vuoi, altrimenti ordiniamo quello che ti piace.>> le chiesi con dolcezza, accarezzando i suoi capelli. Tara mi fissò: <<Sì.>>

Le presi la mano e la portai in cucina, tirando fuori da un mobiletto due bicchieri e afferrando la bottiglia di vino che tenevo in giro per le occasioni speciali. Magari avrebbe pensato a cose più leggere, forse al nostro incontro in casa di Penelope Bovary.

<<Vuoi?>> Lei annuì osservando il liquido rosso che riempiva il suo bicchiere poi ne bevve un sorso quando glielo porsi. Era seduta al tavolo, col gomito appoggiato sulla superficie e lo sguardo indecifrabile, mentre continuava a bere sorseggiando la bevanda rossa di volta in volta. Era silenziosa.

Che cosa potevo fare per farla stare meglio?

Presi il mio bicchiere dopo essermi versata la bevanda alcolica e afferrai la sedia accanto alla sua, girandola verso di lei prima di sedermi.

<<Tara guardami>> lei lo fece e colsi l'occasione per darle un bacio sulle labbra. Sapevano di vino.
<<Non mi piace quando sei così silenziosa. Io amo ascoltare la tua bellissima voce>> Vidi le sue gote farsi leggermente più rosse. Tara si passò una mano sul volto, nascondendosi dalla mia vista: <<Mh... non riesco a rimanere seria con te.>>

Mi morsi il labbro, appoggiando il bicchiere: le feci segno di fare lo stesso, poi le chiesi di venire verso di me.

<<Lilith! Stai facendo la strana adesso->> non feci caso alle sue parole, godendomi la sua presenza. Le strinsi la vita con le braccia, mentre lei rimaneva seduta sulle mie gambe: volevo in tutti i modi tenermela vicina, perché non tolleravo la lontananza dei nostri corpi. Fare l'amore con lei era stata la mia rovina, lo sapevo bene ma non me ne pentivo.

<<Non farci caso... è colpa tua se adesso non riesco fare a meno di desiderarti.>>

Tara sospirò, ma non riuscì a nascondere il suo sorriso imbarazzato. Passò le sue mani nei miei capelli, baciandomi la guancia, poi le labbra con passione. Mi sarei affezionata ai suoi tocchi, ai suoi baci, al suo profumo, al suo calore, sapevo che non avrei più avuto scampo. Potevo scegliere di allontanarmi, cominciare a prepararmi per future delusioni, ma quello che provavo per lei era fin troppo grande e non riuscivo a negarlo.

Strofinai i suoi fianchi con le dita, sentendo la forma del suo corpo che avevo scoperto intimamente la notte prima e che avevo potuto ammirare, adorare, senza restrizioni. Le sue labbra piene si scontravano con le mie, incastrandosi perfettamente, come se fossero pezzi di un puzzle unico. Mentre giocavamo a rubarci baci, pensai a tutte le esperienze che avrei voluto vivere insieme a lei, alle occasioni che si presentavano nel nostro futuro incerto, e fui finalmente consapevole di come si chiamasse quello che provavo per lei.

Potevo dare un nome a tutte quelle meravigliose e caotiche sensazioni: amore.

<<Ti->> mi fermai giusto in tempo. In quel attimo di passione mi resi conto che stavo per peggiorare la situazione, confessando i miei sentimenti così impulsivamente. Cercai subito di rimediare, sperando che Tara non sospettasse nulla: <<T-ti va di mangiare cinese?>>

_____

Ohi ohi, Lilith a quanto pare prova qualcosa di forte per Tara... non starà correndo? Eppure sembrava la donna più razionale delle due...

P.S.
Per caso qualcuno legge molto Webtoon? (Piattaforma per comics di vario genere)

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