"Mi sono stancato di te, moccioso. Te la vedrai con me adesso!" esclamò il direttore, lanciando a Mida uno sguardo di sfida. Il ragazzo si avvicinò verso il Sioux un passo alla volta. Gli altri gladiatori si allontanarono da lui, lasciandogli la strada spianata guardandolo in cagnesco.
Mida era ad un metro da Lupo che Corre: "Accetto la tua sfida, ma ad una condizione: nel caso in cui io vinca, potrò uscire da questa prigione". "Tze" rispose il direttore: "E nel caso in cui tu perdessi?". "Potrai fare quello che vuoi della mia vita!" affermò con tono fermo il ragazzo.
Lupo che Corre scoppiò a ridere: "Cosa ti fa pensare che ne uscirai vivo da qui? Credimi, era meglio se fossi morto con gli esperimenti che ti abbiamo fatto!". Mida non indietreggiò di un passo e si mise nella sua posa da battaglia, pugno destro davanti al sinistro e gambe pronte a dargli lo slancio.
I loro pugni si scontrarono, causando uno spostamento d'aria. Il direttore prevalse sul ragazzo, che si schiantò sulle pareti dell'Arena. Lupo che Corre si lanciò verso Mida, che parò il suo calcio con il gancio sul braccio sinistro, che si ruppe. Il ragazzo staccò ciò che rimaneva della protesi ed iniziò a combattere con un braccio solo.
Con un montante colpì il mento del Sioux, che sembrava non averne risentito molto. Quest'ultimo lo afferrò per la gamba, lanciandolo verso un gruppo di gladiatori che combatteva tra di loro. Il ragazzo si rimise in piedi e venne investito da una lunga serie di calci e pugni dal direttore. La stanchezza iniziava a farsi sentire e Mida non riusciva più a sopportare quegli attacchi. Nel frattempo, dagli spalti, le guardie continuavano a fare il tifo per il loro direttore.
Dopo l'ennesimo diretto al volto, Mida iniziò a cadere all'indietro. Qualcosa, però, lo svegliò. Sistemò le gambe per riprendere l'equilibrio e, raccogliendo le forze che gli erano rimaste, colpì con un diretto il naso di Lupo che Corre, facendolo sanguinare.
"Tsk, maledetto!" esclamò disgustato il direttore, buttando a terra il ragazzo con un sinistro ed iniziando a prenderlo a calci. "Midinho!" urlò sconvolto Carlos, mentre assisteva alla scena. Raccolse anche lui le energie che gli rimanevano e si lanciò verso il direttore scagliando un Sopro do dragao. Lupo che Corre lo bloccò a mezz'aria, afferrandogli la caviglia: "Non voglio interferenze". Dopodiché lo lanciò dalla parte opposta dell'Arena.
"E tu avresti sconfitto Vincenzo Romeo? Ma non farmi ridere" disse il direttore con tono deluso, mentre continuava a colpire Mida, che era ancora accasciato a terra. Il ragazzo, pieno di ferite e sangue, si mise la mano sulla spalla sinistra: "Devo... togliermi... la pettorina...". Lupo che Corre, notandolo, lo prese di nuovo a calci, colpendolo al nervo sul gomito. Mida continuava a rimanere disteso a terra, accusando i colpi che gli venivano inferti.
"Ehi, direttore" disse una voce dietro quest'ultimo: "Avevi detto che me ne sarei dovuto sbarazzare io!". Lupo che Corre si voltò, vedendo Schnitter sguainare la propria arma. Afferrò il volto dello spadaccino e lo scaraventò a terra: "Hai avuto la tua occasione, adesso taci". Immobilizzato a terra, Schnitter cercava con la mano la katana, che gli era scivolata via. Dopo averlo notato, il direttore gli schiacciò la mano con il piede, fratturandogliela e facendolo urlare dal dolore.
Rialzatosi, Mida calciò la gamba del Sioux, facendogli perdere l'equilibrio. Al momento giusto, gli diede un diretto sul naso, buttandolo a terra. "Sei davvero fastidioso. Lo sai, moccioso?" disse furioso Lupo che Corre, rialzandosi. Mida venne colpito al viso da un gancio, successivamente da una ginocchiata e dopo ancora da una gomitata. Continuava a schizzare sangue a terra, macchiando il pavimento.
In una frazione di secondo, il ragazzo ne approfittò per scappare, ma il direttore lo afferrò per la pettorina, bloccandolo. "Questa può essere l'occasione giusta!" pensò Mida. Con tutta la forza che gli rimaneva, tirò nella direzione opposta i Lupo che Corre. Dopo qualche secondo di sforzo da entrambe le parti, la pettorina del ragazzo si ruppe in due.
Sul petto del ragazzo rimanevano i segni degli aghi che servivano a prelevare il sangue per gli esperimenti. "È stata una mossa astuta la tua" commentò il direttore, facendo cadere il pezzo di metallo a terra: "Ma non ti servirà a molto". Caricandolo con una spallata, Lupo che Corre spedì il ragazzo verso il muro, schiacciandolo. Ciò fece alzare una grossa coltre di fumo, la quale non consentì agli spettatori di vedere nulla.
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La superiorità del direttore nei confronti di Mida è netta. Riuscirà il ragazzo ad elaborare uno stratagemma per vincere?
Nel prossimo capitolo: "Usa gli occhi del giaguaro!"
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