True Lies

By NenneBerti_00

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Dopo la ribellione e l'uccisione della Barbie, Zulema riesce a evadere con Saray e Riccia lasciando Macarena... More

Prologo
Capitolo 1
Capitolo 2
Capitolo 3
Capitolo 4
Capitolo 5
Capitolo 6
Capitolo 7
Capitolo 8
Capitolo 9
Capitolo 10
Capitolo 11
Capitolo 12
Capitolo 13
Capitolo 14
Capitolo 15
Capitolo 16
Capitolo 17
Capitolo 18
Capitolo 19
Capitolo 20
Capitolo 21
Capitolo 22
Capitolo 23
Capitolo 24
Capitolo 25
Capitolo 26
Capitolo 27
Capitolo 29
Capitolo 30
Capitolo 31
Capitolo 32
Capitolo 33
Capitolo 34
Capitolo 35
Capitolo 36
Capitolo 37
Capitolo 38
Capitolo 39
Capitolo 40
Capitolo 41
Capitolo 42
Capitolo 43
Capitolo 44
Capitolo 45
Capitolo 46
Capitolo 47
Capitolo 48
Capitolo 49
Capitolo 50
Capitolo 51
Capitolo 52
Capitolo 53
Capitolo 54
Capitolo 55
Capitolo 56
Capitolo 57
Capitolo 58
Capitolo 59
Capitolo 60
Capitolo 61
Capitolo 62
Capitolo 63
Capitolo 64
Capitolo 65
Capitolo 66
Capitolo 67
Capitolo 68
Capitolo 69
Capitolo 70
Capitolo 71
Capitolo 72
Capitolo 73
Capitolo 74
Capitolo 75
Capitolo 76
Capitolo 77
Capitolo 78
Capitolo 79
Capitolo 80 - epilogo
PARLIAMO
NEW STORY

Capitolo 28

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By NenneBerti_00

Faccio un piccolo saltino e mi afferra per il sedere mentre lego le gambe intorno alla sua vita. Le costa un po' visto la spalla ma sembra che non le interessi. I miei occhi sono chiusi e le labbra sono impegnate con le sue, così come le nostre lingue mentre sento che mi sta spostando.

Mi molla sul materasso, scoppio a ridere mentre lei si risistema sopra di me "Adesso non ti muovi di qui per nessun motivo" mi ordina, rido ancora di più mentre lego le cosce intorno a lei come un serpente che avvolge la sua presa.

"Senti senti la Zahir" gioco con il bordo del suo vestito "Chi non sapeva resistere a chi? Non ricordo"

"Stai zitta, Macarena" mi ripete e mi prende le labbra tra i denti. Mi lascia dei morsi prima di baciarmi in un modo totalmente diverso, pieno di desiderio. Il suo sapore non è mai stato così intenso. Mi tiro su a sedere e le prendo il viso. Ci baciamo per un'infinità di tempo, le sue mani mi prendono il vestito e lo alza, le permetto di sfilarmelo. È la prima volta che mi vede in intimo. Vederla cieca dal desiderio è una soddisfazione immensa e mi congratulo mentalmente con me stessa per aver scelto questo abbinamento in pizzo bianco. Le sue labbra sono sul mio collo, sulla mia scollatura. Mi morde, mi lecca, in ogni gesto mi fa sentire come se non desiderasse altro che me. Un fuoco divampa dentro di me, concentrandosi tutto in mezzo alle mie gambe. Le sue unghie mi graffiano la schiena, gemo di dolore e penso che avrò sicuramente i segni, cosa di cui non mi importa assolutamente. Prendo il suo vestito e lo alzo, voglio vederla senza. Mi permette di sfilarglielo e lo lancio sul pavimento. La vista del suo corpo così scoperto accende ogni desiderio, ogni intenzione più profonda di farla mia. È straordinariamente sexy e non posso fare a meno di guardarla con cieca ammirazione. Appoggio le labbra sulla sua scollatura e bacio quella porzione di seno lasciato scoperto dal reggiseno a balconcino. Lei mi accarezza i capelli spingendo la mia testa contro il suo corpo. Le mie mani le accarezzano, è la prima volta che mi faccio strada su tutta la sua pelle che si riempie di brividi di eccitazione, sorrido nel sentire il respiro farsi più pesante così come il mio.

Bussano alla porta "Maca, sono Riccia"

Io e Zulema ci stacchiamo di colpo e possiamo chiaramente leggere il panico negli occhi dell'altra "Cazzo" è quello che sussurro, la butto giù dal letto, scoppia a ridere ma la sua mano sulla bocca attutisce la voce mentre raccatta il suo vestito da terra e si nasconde dietro la porta mentre io indosso velocemente il mio "Arrivo, un attimo" ci guardiamo un attimo e con un cenno d'intesa apro la porta "Ehi!"

"Senti volevo dir.. perché hai il fiatone?" Mi chiede guardandomi accigliata.

"Fiatone? Non ho il fiatone" mento spudoratamente mentre vedo con la coda dell'occhio Zulema sghignazzarsela.

Riccia mi guarda mentre fingo una disinvoltura innaturale "Hai il vestito al contrario" mi guardo e vedo l'etichetta in bella vista. Merda.

"Stavo entrando in doccia quando hai bussato, mi sono rivestita di corsa senza farci attenzione" rispondo mentendo spudoratamente per la seconda volta.

"Volevo dirti.. sai che ieri sera io e Saray abbiamo.. si insomma hai capito" la situazione sta diventando imbarazzante per troppe ragioni che non sto nemmeno ad elencare, lo sguardo mi cade su Zulema ancora in intimo dietro la porta. Una visione talmente seducente da farmi dimenticare che ho davanti la Riccia "Maca, mi stai ascoltando?"

Scatto sull'attenti, nemmeno mi avesse richiamato l'attenzione mia madre "Sì ovvio!" Zulema soffoca una risata e io allungo la mano per mettergliela sulla bocca "Saray me lo ha detto.."

Zulema, stronza fino al midollo, sta passando la lingua sulle mie dita. Sensazione che mi causa non pochi problemi di autocontrollo "Ti volevo chiedere se per te ci sono problemi"

"Problemi? Affatto" scuoto la testa con decisione, Zulema mi sta succhiando le dita e so che mi sto bagnando solo per questo "Sono... molto felice per voi"

Nel momento in cui spero che la conversazione sia conclusa arriva la gitana "Allora Bionda? Niente da dirci sul tuo pomeriggio con Zulema?" Al sentire quelle parole, la mora smette di stuzzicarmi ed entra maggiormente nel panico.

"È sempre la solita stronza" rispondo con decisione e lei mi morde forte un dito "Ahi! Cazzo!"

Spalanco lo sguardo di colpo, lei sta ridendo mentre le altre mi guardano un po' perplesse "Maca? Sei sicura di stare bene?"

"Una meraviglia.." annuisco convinta di ciò che sto dicendo "..A parte la parentesi di Hierro la giornata.. sta andando abbastanza bene"

"Abbastanza?" Sento bisbigliare scocciata, le tiro un calcio che mi restituisce subito il doppio più forte.

"Ahi!" Dico di nuovo e poi camuffo smorzando la mia espressione di dolore aggiungendo "Hai... Hai saputo che cosa facciamo domani?"

"No.. perché tu sì?" Mi chiede Sary incuriosita.

"No.. speravo che tu lo sapessi" rispondo fintamente ingenua.

"Adesso la cerco e glielo chiedo" mi risponde convinta.

"Noooo!" Zulema si copre il viso con le mani e io faccio lo stesso "È nervosa, abbiamo appena abbondantemente.. discusso.. è meglio se la lasci stare per un po'.. magari.. magari parlaci domani"

"Sei strana, sicura che vada tutto bene?" Mi chiede Riccia sinceramente preoccupata.

"Mai stata meglio" rispondo con un sorriso smagliante.

"Vuoi venire un po' fuori? Volevamo vedere le stelle" Mi chiede ingenuamente, non so come svicolarmi.

Gitana le mette una mano sulla spalla "Lasciamola cambiarsi.. se vuoi, ci raggiungi"

"Allora buonanotte Maca" mi manda un bacio da lontano e si incammina per il corridoio.

La gitana resta ad osservarmi "Hai bisogno di qualcosa Saray?"

"Maca.. un battito di ciglia per dire sì, due per dire no" la guardo confusa e poi mi chiede "È da te?"

"Buonanotte Gitana" le chiudo la porta in faccia senza risponderle.

E poi sento dirle dall'altra parte "Sei una stronza!"

Io e Zulema ci guardiamo e scoppiamo a ridere "Le hai davvero aperto con il vestito al rovescio e il fiatone di una che ha corso la maratona di New York e non ha fatto due più due?" Si sdraia sul letto con una mano sulla bocca mentre continua a ridere.

"Ridi, ridi.. tra un po' mi viene un cazzo di infarto" indico la porta chiusa ma continuo a ridere "Secondo te, lei lo ha capito?"

"Saray?" Mi chiede come se fosse ovvio "Ne sono quasi certa" si tira su a sedere "D'altronde mi guardi in un modo, Biondina, che neanche a un cieco passerebbe inosservato"

Avanzo sedendomi sulle sue gambe "Ah sì? E in che modo ti guarderei?"

"Più o meno nello stesso modo in cui ti guardo io" mi accarezza le cosce piano "Con voglia"

"Devo andare, lo sai? Tra poco Riccia tornerà a chiamarmi.." Appoggio le mani ai lati del suo viso e le accarezzo le guance.

"Devi?" Mi chiede come se volesse riprendere quello che abbiamo interrotto "È assillante"

"Devo" appoggio le labbra sulle sue e la bacio "Ehi.. stai pur parlando della mia amica. Un'amica che a contrario tuo c'è sempre stata perciò shh Zahir" le lascio tanti piccoli baci casti sulle labbra prima di alzarmi da lei. Apro l'armadio e tiro fuori la mia unica felpa e un paio di shorts. Questo vestitino è troppo leggero per stare in riva "Potresti sempre venire giù con me"

Si alza e mi prende per i fianchi "O tu potresti sempre restare qui con me"

Sbuffo divertita mentre la guardo. Dirle di no mi costa davvero tanto ma la verità è che, pensandoci bene, sono spaventata. Sarebbe la mia seconda donna, in termini sessuali, una donna per cui sento qualcosa, e non una donna qualsiasi ma Zulema Zahir.

Scuoto leggermente la testa mentre lascio che mi stringa i fianchi "Non possiamo restare qui"

"È un altro paletto che metti, bionda?" Mi chiede divertita appoggiando la fronte contro la mia "Se continui così, inizierà a formarsi una staccionata"

"Addirittura?" Rido mentre le sue labbra scendono per sfiorarmi il collo.

"Scommetto che riesco a convincerti a restare" mi sussurra mordendomi appena l'orecchio.

Mi piace.
Cazzo se mi piace.
Mi sono fregata con le mie mani, so che lei non è soltanto questo lato apparentemente tenero e giocoso.
Lei prima di tutto è fatta di spine. Spine velenose lunghe dieci centimetri. Mentre io in questo momento mi sento un palloncino.

Mi spinge contro l'armadio, immobilizzandomi con il suo corpo "Lasciati andare, Macarena" mi sussurra in maniera così provocante da smuovermi tutto. Non sono più sicura che i miei organi interni siano al posto giusto.

Posso farlo?
Posso davvero lasciarmi andare con lei?

Mi bacia da strapparmi via il fiato. Le nostre lingue si uniscono. Mi tira con sé mentre lei indietreggia e so bene dove mi sta conducendo. Per la terza volta nella stessa sera sto rischiando di superare quel limite. Il mio unico limite. Quel confine che avevo tracciato con tanto giudizio e responsabilità. Quella linea rossa che so bene serve per proteggerci entrambe da noi stesse.

Ma cosa serve essere razionali quando tutto del proprio corpo mi sta spingendo in un'unica direzione: Lei.

Si sdraia e mi porta con sé. La bacio. La bacio come se mi aggrappassi a questo, all'unica cosa di cui sono certa: la desidero.

Nell'esatto momento in cui il mio vestito ha ritoccato terra, tutto mi è parso tremendamente offuscato. La razionalità è venuta meno davanti a questo e non mi sono fermata. Non ho pensato. Ho solo lei in mente e sulla pelle, come se si stesse impadronendo di me e le permetto di farlo. Il mio reggiseno sparisce e la mia carne, la mia pelle, bruciano. Anche il suo vola via, non so chi ha avuto l'iniziativa ma ad un certo punto si ritrova senza. I nostri seni si scontrano quando ci baciamo. Tremo leggermente, potrebbe essere il freddo dell'aria condizionata ma so che non è la temperatura la causa. È lei. Mi sdraia sotto per posizionarsi sopra. Non parliamo, non ci guardiamo neanche. Stiamo dando sfogo a quelle fantasie che ci tormentano da giorni. Siamo salite su questa giostra ed è evidente che sta piacendo ad entrambe ma ho come la sensazione che quando tutto questo si fermerà, quando la musica avrà suonato l'ultima nota, dovrò fare i conti con quello che siamo.

La sua mano mi accarezza il ventre mentre la bacio, le nostre labbra sono maltrattate e gonfie ma poco importa perché continuano a farlo. Scende giù fino ad accarezzarmi il centro da sopra le mutandine. Sono bagnata per lei e non tarda a farmelo notare "Non lo scopriremo mai.. non è vero bionda? Il tuo mai però si misura in settimane"

"Zulema.. sai fare altro oltre a pavoneggiarti come una stronza?" Le chiedo mordendole le labbra.

Inizia a fregare con un certo ritmo. Un ritmo frenetico che mi fa impazzire. Ansimo incontrollatamente. Scosta le mutandine e sento le sue dita accarezzare le mie pieghe "Sei supponente anche quando gemi per me? Scopriamolo" entra con prepotenza e spinge, in un continuo movimento di entrata e uscita "Sei un po' troppo silenziosa" continua ad affondare aggiungendo un terzo dito e gemo. Gemo incontrollatamente.

"Sei una figlia di puttana, Zulema" le dico mentre la mia testa, il mio corpo, è suo. Come se ormai tutto fosse suo. Come se mi stesse strappando via altri pezzi di me.

"Se lo fossi, resteresti a metà.. ma stasera voglio le urla" tocca ogni punto giusto, come se sapessi perfettamente come darmi il massimo del piacere, come se avesse fantasticato tutto questo tempo e finalmente potesse dare libero sfogo alla sua immaginazione.

Non so come, la mia mente ha un balzo in avanti temporalmente indefinito, so solo che arrivo all'apice e quando lo faccio tutto esplode, il mio corpo compreso. Inarco la schiena e con la bocca aperta emetto un suono gutturale nel momento in cui l'orgasmo mi colpisce.

La giostra si ferma. Abbiamo frantumato quel limite mandandolo in pezzi.

Ricerco il suo sguardo solo adesso che ho bisogno di un'unica certezza: di non aver fatto una cazzata.

Lei mi guarda. Il suo sguardo non è dolce, non è sereno, non è felice. È serio e più spunta un sorrisetto stampato sul viso che mi fa rabbrividire "Te l'avevo detto che ti avrei sottomessa" in quell'istante, in cui tutto si gela e un brivido percorre la mia schiena, capisco che sono solamente finita nel suo gioco malato e che mi ha battuta.

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