É una splendida giornata di sole a New York, del resto, l'estate é ormai alle porte.
Le strade sono gremite di gente: studenti che si dirigono verso l'università, lavoratori che camminano in direzione degli uffici e turisti che sono giunti nella grande mela per visitare i più famosi luoghi e monumenti della città.
Davanti la scuola di canto situata a pochi passi dal Metropolitan Museum of Art, una giovane dai lunghi capelli biondi se ne sta a braccia conserte e si guarda attorno, forse in attesa di qualcuno.
Un'auto colore blu notte si ferma proprio di fronte a lei. La ragazza allora non perde tempo e si avvicina al veicolo, sul quale sale pochi istanti dopo. «Hi, dad!» esclama, sporgendosi di poco verso l'uomo che si trova alla guida e lasciandogli un bacio sulla guancia.
«Hi, my darling.» risponde lui, con un leggero sorriso. «Scusami se ho fatto tardi, ma oggi c'è più traffico del solito.»
«Non preoccuparti.» lo rassicura la figlia, sistemandosi meglio sul sedile.
«Com'è andata a lezione?» le domanda il padre, lanciandole una breve occhiata.
«A meraviglia!» la biondina conserva alcuni spartiti all'interno dello zainetto. «Ci stiamo impegnando molto, la signorina Miller vuole che lo spettacolo di stasera risulti impeccabile.»
«Sarà un concerto memorabile, ne sono sicuro.»
«Speriamo fili tutto liscio.» l'altra ride leggermente e accende la radio.
«Want you to text me
Say that you miss me
But I'm stuck here reading paragraphs how I did you wrong
Oh, I wish it was easy
You didn't hurt any feelings
Now I can't look back on us without it bumming me out»
Le note di ugly, la sua canzone preferita, riempiono l'intero abitacolo.
«I hope you're sleeping good
Getting all that off your chest
But you showed me all your true colors
And I start to wonder
How I'd ever go back now»
Nella sua mente tornano a galla alcuni ricordi legati all'esperienza più bella che abbia mai vissuto, esperienza risalente a diversi mesi fa.
«Why'd you have to go and make it so ugly
With every word that you said?
Why'd you have to go and mess with all the memories?
Now there ain't nothing left
You stepped on the flowers, I'll never forget it
No, I don't hate you, I just hate how it ended, ended
Why'd you have to go and make it so ugly?»
La ragazza volge lo sguardo fuori dal finestrino, mentre New York scorre veloce sotto ai suoi occhi e la musica fa da sottofondo ai suoi pensieri.
«Can't take it all back
Can't take it all back now
If you didn't freak out maybe you would be here right now, now
Can't take it all back
Can't take it all back now
If you didn't freak out maybe you would be here right now, now»
Una lacrima di nostalgia le solca il viso. I suoi sentimenti, da allora, sono rimasti gli stessi. Forse, sono addirittura diventati più forti.
«Elizabeth,» la voce dell'uomo le solletica le orecchie e la fa tornare alla realtà. «siamo arrivati.»
Liz prende lo zaino e apre lo sportello, poi scende e si dirige verso la porta di casa. Non appena mette piede all'interno dell'abitazione, ad accoglierla é il delizioso profumo delle lasagne e cotolette che sua madre sta preparando in vista del pranzo.
«Tesoro,» la richiama Vera, sorridente. «com'è andata la giornata?» le chiede, lasciandole un bacio sulla fronte.
«Bene, bene.» risponde semplicemente la figlia. «Vado a cambiarmi, torno fra un istante.» la avvisa, per poi camminare in direzione della sua stanza.
La bionda emette un lungo sospiro e, dopo aver aperto l'armadio e aver afferrato una maglia e degli shorts comodi, si cambia in fretta, successivamente si siede sul letto e controlla i messaggi che le sue amiche le hanno inviato.
Pochi istanti più tardi, spinta dalla nostalgia, apre la galleria e inizia a sfogliare le fotografie scattate all'interno della casetta di Amici. Ha così modo di rivedere i volti dei suoi compagni, seppur solamente attraverso lo schermo.
Istintivamente prende fra le mani il ciondolo dalla pietra verde che porta al collo e un sorriso malinconico si fa spazio sul suo viso.
Il programma si é concluso da poche settimane, ormai, e lei lo ha seguito con molto interesse, fino alla fine.
«Elizabeth, é pronto!» la voce della madre interrompe il flusso dei suoi pensieri.
Liz si alza e torna in cucina. Prende posto accanto ai suoi e intavola una conversazione con loro.
«Manca pochissimo allo spettacolo,» constata la donna, ad un certo punto. «ti ho preso un vestito per l'occasione!» esclama, felice.
«Davvero?»
«Sì, sono sicura che lo adorerai!»
La cantante annusice impercettibilmente e, per l'intera durata del pasto, non fa altro che fantasticare sulla serata che la attende.
*
*
*
Al Broadway theatre é tutto pronto per l'inizio del concerto. Gli artisti che dovranno esibirsi si trovano già dietro le quinte, intenti ad eseguire le prove generali sotto lo sguardo attento di Amber Miller, una delle più famose e brave insegnanti di canto di New York.
Liz se ne sta un pò in disparte, pare proprio che l'ansia abbia preso il sopravvento. A tal proposito, Evelyn e Phoebe, le sue migliori amiche, le stanno accanto e tentano di rassicurarla in ogni maniera possibile.
Circa mezz'ora più tardi, la giovane si avvicina al sipario e dà una sbirciata alla platea. Nonostante la confusione, nota immediatamente i suoi genitori, seduti in prima fila, e diversi compagni di scuola.
Ad un certo punto, dopo aver fatto vagare il proprio sguardo per l'intero teatro, scorge un volto familiare, molto familiare. Sbatte velocemente le palpebre, credendo di esserselo immaginato e, quando riapre gli occhi, sembra essere sparito.
Non ha tempo di porsi alcuna domanda, poiché la signorina Miller chiama tutti all'appello. Fra due minuti esatti si andrà in scena.
La biondina prende un respiro profondo e, una volta che il sipario si alza, ogni timore abbandona la sua mente. É pronta a dare il meglio di sé.
*
*
*
«Tesoro mio, sei stata fantastica!»
A spettacolo concluso, Vera corre verso Elizabeth e si congratula con lei, abbracciandola forte.
«Sei nata per brillare, bambina mia.» Mike le si avvicina e la stringe a sé.
«Girl, you really got it!» esclama Phoebe, su di giri.
La diretta interessata sorride raggiante e li ringrazia per i complimenti.
«Oh, who's that guy looking at you?» le chiede Evelyn, facendo un cenno con il capo in direzione dell'uscita.
Liz si volta e spalanca lievemente la bocca. Adesso non ha più dubbi.
Senza dare spiegazioni, si allontana dal gruppetto e cammina a passo lento verso la misteriosa figura. Si ritrova presto davanti a lui.
«Ne é passato di tempo.» dice il ballerino d'hip hop, squadrandola da capo a piedi. É più bella di quanto ricordasse.
«Samu,» mormora lei, poggiandogli una mano sul braccio. «sei davvero tu? Sei tornato da me?» domanda, credendo si star sognando.
Il ragazzo sospira pesantemente, poi annusice piano. «Sì,» biascica, sfiorandole la guancia. «e stavolta non ho intenzione di andarmene.»
Gli occhi dell'altra si fanno lucidi. Per poco non scoppia a piangere dalla gioia. «Vieni, andiamo in un posto tranquillo.» afferma, trascinandolo via con sé.
Pochi minuti dopo, i due si ritrovano in un punto panoramico della città.
«Cosa ci fai qua?» chiede la biondina, guardando Samuele con aria estasiata.
«A settembre inizierò a frequentare una scuola di danza qui, nei prossimi giorni visiterò la struttura. Questo, però, non é l'unico motivo per cui mi trovo a New York... ho saputo che ti saresti esibita, ero curioso di sentirti cantare e, a proposito, sei stata magnifica. Sono contento che tu abbia ritrovato te stessa.» spiega lui, mettendosi le mani in tasca. «E poi, volevo starti vicino.»
Liz abbassa lo sguardo per un momento e si morde il labbro, visibilmente commossa. Vuole starle vicino.
«Mi sei mancato.» ammette, appoggiando la propria fronte sulla sua.
Il ballerino, che dapprima fa sfiorare le loro bocche, dà inizio ad un bacio tanto dolce quanto passionale.
«Resti ancora per molto?» gli domanda lei, allontanandosi leggermente.
«Riparto fra qualche giorno, trascorrerò l'estate a casa, con la mia famiglia.» la informa Samu, depositandole un bacio sulla punta del naso. «E tu?»
«Mi piacerebbe venire con te.»
Samu rimane piacevolmente sorpreso da tale affermazione. «Lo faresti davvero?»
Elizabeth sorride lievemente. «Con te andrei fino in capo al mondo.»
Il castano ricambia il sorriso, poi le cinge i fianchi. «Ti amo.» le sussurra all'orecchio.
La cantante chiude gli occhi per un momento, le sembra di essere tornata indietro nel tempo. Quelle due parole, apparentemente semplici, nascondono un significato profondo. «Io amo te, non ho mai smesso.»
Samuele si china verso di lei e, per l'ennesima volta nell'arco di pochi minuti, la bacia nuovamente. A fare da sfondo alla scena sono le luci della città, che spiccano nell'oscurità della sera.
«Dimmi che sarà per sempre.» bisbiglia Liz, staccandosi di poco da Samu.
Il ballerino la osserva a lungo, consapevole del fatto che vorrebbe starle accanto per il resto della vita, poi le rivolge un sorriso sincero; é sicuro di ciò che vuole.
«Per sempre.»
Eccoci giunti alla fine di HALL OF FAME 🌃
Innanzitutto, vorrei ringraziarvi per il supporto che avete sempre dimostrato: grazie infinite per le letture, i voti e i commenti, grazie per avermi accompagnato in quest'avventura... spero che la storia di Liz e Samu vi abbia emozionato, così come ha emozionato me durante la sua stesura ❤️
Probabilmente, in un futuro non troppo lontano, scriverò un altro racconto inerente ad Amici, anche se al momento non so darvi delle indicazioni precise a riguardo 🤔
Vi saluto con affetto, miei cari lettori, a presto! <3