SOPHIE'S POV:
Fradici e stanchi raggiungiamo il Range Rover di Harry nel parcheggio.
Non ricordavo che una giornata a Disneyland potesse essere così massacrante. Sono a pezzi. Forse perché quando venivo con i miei genitori ero così piena di energia da poter proseguire no stop per tre giorni di fila.
<<Aspetta!>> mi blocca Harry quando sto per salire sul sedile.
Lo guardo accigliata mente si dirige verso il cofano, aprendolo e tirando fuori da esso due asciugamani.
Torna da me e lo posiziona sul sedile, stando attento a coprire ogni punto che potrebbe bagnarsi.
''Sei serio?'' domando divertita ''Sono sedili in pelle, non si rovineranno''.
<<Si invece>> borbotta <<Ecco, ora si>> si sposta e posso finalmente sedermi.
Fa il giro dell'abitacolo e apre la porta del guidatore, facendo la stessa cosa con il suo sedile.
Una volta seduto si toglie le orecchie da topolino, porgendomele <<Hanno fatto il loro lavoro. Se osi mostrare a qualcuno quella foto ridicola giusto che ti faccio il solletico finché non sputi i polmoni>> mi minaccia.
Ridacchio. Risulta poco credibile.
''Tranquillo, il tuo segreto è al sicuro con me'' mi sistemo sul sedile e passo le mani tra i capelli umidi.
<<Non pensa di strizzarli!>> mi blocca subito lui.
Alzo gli occhi al cielo, sbuffando ''Ti vuoi calmare?'' mimo ''Non strizzerò i capelli nella tua amata macchina''.
Mi guarda poco convinto senza dire nulla, prima di avviare il motore e raggiungere la strada principale.
Il viaggio di ritorno prosegue silenzioso, ma piacevole.
Sembra esserci una strana nuova armonia tra noi, come se gli avvenimenti del giorno prima fossero stati archiviati.
Forse è la consapevolezza che abbiamo un nuovo posto in cui andare quando torneremo a Gainesville, oppure la giornata passata tra prese in giro e risate.
La sua compagnia alla fine non mi è dispiaciuta.
Staccare un po' la spina ha fatto bene ad entrambi.
Arrivati a casa troviamo i miei genitori intenti a ridere e scherzare mentre mia madre prepara la cena. Nala, stesa accanto ai piedi di mio padre, appena sente la serratura della porta scatta in piedi come una molla, correndo verso di noi contenta.
Mi chino per salutarla con un bacio sulla testolina pelosa, prima di entrare in cucina.
<<Oh siete tornati>> ci sorride mia madre <<Com'è andata? Vi siete divertiti?>> domanda curiosa.
<<Kara!>> la sgrida papà con tono divertita.
<<Oh su caro, cono solo curiosa>> borbotta lei lanciandogli in faccia lo strofinaccio umido che teneva tra le mani.
Sorrido divertita ''Si mamma, ci siamo divertiti, ma come vedi'' dico indicando i nostri corpi ''Siamo piuttosto fradici''.
<<Andate a farvi una doccia calda o vi prenderete un raffreddore>> ci rimprovera lei.
Ci dirigiamo verso le scale e, prima di salire, mi volto verso Harry ''C'è solo un bagno, puoi farla prima tu'' sorrido cortese.
Si avvicina, controllando con la coda dell'occhio che i miei siano rimasti in cucina <<Oppure potremmo farla insieme>> mormora, sorridendo sfacciato.
Sbianco a quella battutina allusiva, sentendo la pelle andare a fuoco.
''Sei un idiota'' brontolo ''Muoviti'' gli do un buffetto sul braccio.
Percorre la scala ridacchiando divertito, mentre io immagino l'acqua della doccia scivolare sui suoi muscoli scolpiti.
Accidenti a lui.
Adesso andrò a dormire con questa immagine stampata in mente.
Arrivati al piano di sopra Harry raggiunge la sua stanza, rivolgendomi un'ultima occhiata divertita.
Entro nella mia camera e chiudo la porta prendendo un profondo respiro.
Di questo passo mi farà andare fuori di testa.
Tolgo i vestiti bagnati, ma non prima di aver girato la chiave nella serratura, per essere sicura di trovarlo mentre mi osserva mezza nuda.
Cammino a piedi scalzi fino al mio armadio, prendendo la vestaglia di pile blu con Stitch disegnato sulla tasca e la indosso.
Nell'attesa che Harry faccia la doccia prendo il telefono e guardo le notifiche, trovando un messaggio di Penny.
Penny:
*Foto*
La apro e la mia stanza del campus appare davanti ai miei occhi, con tutte le mie cose negli scatoloni.
Penny:
Ho preso tutto quello che ho trovato. Spero di non aver dimenticato niente. Ci sono posti nascosti in cui hai messo cose sconce come vibratori? *faccina che ride*
Un sorriso divertito mi attraversa il volto a leggere quell'ultima frase. Penny sa benissimo che non posseggo nessun aggeggio di quel genere anche se, continuando così, dovrò procurarmene uno.
Tu:
No Penny ahah nessun rossetto che vibra o pennello con sorpresa.
Penny:
Come stai? Harry si sta comportando bene?
Mi mordo il labbro inferiore, non sapendo se raccontarle o meno quello che è successo ieri notte.
Osservo il campo vuoto dove scrivere il testo del messaggio per alcuni secondi, poi decido che le racconterò tutto una volta tornata a Gainesville.
Tu:
Per ora tutto bene. I miei genitori lo adorano ahah
Penny:
Ha il suo fascino. Chi non si scioglierebbe davanti a quel sorriso.
Tu:
Mh, si. Sapessero cosa fa per vivere scommetto che sarebbe già fuori di casa con una pedata sul sedere.
Penny:
Dettagli irrilevanti *faccina che ride*
Qualcuno bussa alla porta, distraendomi dai miei pensieri.
Mi alzo e mi avvicino, girando la chiave e aprendo solo uno spiraglio nella paura che sia Harry. Sono completamente nuda sotto questa vestaglia e vorrei davvero evitare di farmi vedere così.
Ma invece trovo mia madre con un grande sorriso stampato in faccia <<Posso entrare Tesoro?>>.
''Certo'' apro del tutto la porta e la faccio entrare, richiudendola poi dietro di lei.
Torno a sedermi al fondo del letto e mia madre mi segue, con un grande sorriso <<Allora, come stai?>>.
La guardo storta, con un sorriso divertito a curvarmi le labbra. So benissimo cosa vuole fare, la conosco come le mie tasche. Le sue conversazioni iniziano così solo quando vuole sapere qualcosa per sfamare la sua curiosità da madre.
''Cosa vuoi sapere, mamma?'' domando divertita.
<<Ma niente, perché devi sempre partire premunita nei miei confronti?>> domanda fingendosi offesa.
La guardo con le sopracciglia alzate, sapendo che cederà.
Scuote la testa ridendo <<Va bene, mi arrendo>>.
''E' stato facile'' ridacchio.
Mi osserva con un sorriso più materno, gentile <<Volevo parlare di Harry>>.
''Ah ecco, ora sei più credibile'' alzo gli occhi al cielo, sapevo che sarebbe arrivato questo momento ''Cosa vuoi sapere?'' chiedo sospirando, pronta per rispondere alle sue mille domande che sono sicura farà.
<<Sembra più grande di te>> sorride mentre mi osserva.
Ora che ci penso non ho mai chiesto ad Harry la sua età.
Quanti anni più di me potrebbe avere? Sette, otto?
Come un fulmine mi torna in mente Penny che mi racconta dell'incidente di Claire, la sorella di Harry. Lui aveva diciotto anni e da allora non ha mai più rivisto il padre. Ha detto ai miei genitori che sono dieci anni che non lo vede, quindi.. ''Ha ventotto anni'' dico, rendendomi conto solo in quel momento che abbiamo ben 9 anni di differenza.
Mia madre sembra pensare per qualche secondo alla mia risposta <<E' molto più grande di te>>.
Annuisco ''Ti assicuro che è una brava persona mamma e poi siamo solo amici'' scrollo le spalle.
Poggia una mano sulla mia gamba, puntando gli occhi nei miei <<Si, solo amici>> lo dice con poca convinzione, ma decido di ignorarlo <<Ero curiosa di sapere come conosce la lingue dei segni, ho notato che con te non ha nessun problema a comunicare>>.
Sospiro, sapevo che questa domanda prima o poi sarebbe arrivata ''Ti dirò il motivo, ma devi promettermi che non ne farai parola davanti a lui'' l'avverto.
Annuisce <<Certo, prometto>>.
Prendo un profondo respiro e sposto lo sguardo sulle mie mani poggiate sulle gambe ''Sua sorella è sorda'' dico.
<<Oh>> mormora sorpresa <<Questa non me l'aspettavo>> ammette <<E.. come te? Dalla nascita?>>.
Scuoto il capo ''No, è diventata sorda da ragazza'' decido di dirle solo quello che teoricamente dovrei sapere da Harry. Non voglio raccontarle quello che Penny mi ha confidato dato che non dovrei neanche saperlo.
<<Mio dio, deve essere stato traumatico per quella povera ragazza, com'è successo?>> chiede, portandosi una mano al petto.
''Non lo so. E' un argomento di cui Harry non parla molto volentieri''.
Annuisce piano <<Si, capisco>> sospira <<Tu la conosci?>> chiede.
''No, come ti ha detto Harry vive molto lontano. Quindi non ho avuto il piacere di incontrarla'' mento, sforzandomi di sorridere.
<<Capisco>> un leggero sorriso le curva il volto <<Comunque, sembra un bravo ragazzo. Io e papà siamo contenti che sei riuscita a farti tanti amici all'Università. Magari troverai anche un fidanzato>> mi punzecchia, dandomi due leggere gomitate nel fianco.
''Mamma'' la sgrido, coprendomi il volto con le mani.
<<Cos'ho detto?>> domanda con finta innocenza.
Lo guardo storto ''Non parliamo di ragazzi, per favore''.
Alza le mani in segno di resa <<Va bene, va bene>> ridacchia <<Ma nel caso mi raccomando, le precauzioni sono importanti>>.
A quella frase scatto in piedi come una molla, rossa in volto fino alle orecchie ''Ok, credo che tu ora debba andare, devo farmi la doccia'' la faccio alzare e quasi la spingo fino alla porta di camera mia.
Ride divertita dalla mia reazione <<Va bene, me ne vado>> quando è sulla soglia sono quasi pronta a tirare un respiro di sollievo <<Ma se avessi bisogno di preservativi avvisami>>.
''Mamma, fuori!'' borbotto completamente imbarazzata dalla situazione.
Divertita nell'essere riuscita nel suo intento mi lancia un'ultima occhiata complice, prima di uscire e chiudere la porta dietro di lei, ridendo.
Sospiro, lasciandomi cadere sul letto.
Mia madre è la sua dote migliore: imbarazzarmi.
Ancora una volta, non riesco a dormire.
Il motivo? Ovviamente Harry.
L'ho trovato più di una volta ad osservarmi durante la cena con i miei.
Era taciturno, molto più del solito.
Per di più non riesco a smettere di pensare a quel maledetto bacio. Anzi, a quei maledetti baci.
Nala, stesa sul mio letto, improvvisamente alza la testa, con le orecchie sull'attenti.
Mugugna e mi guarda, prima di scendere e dirigersi a passo spedito verso la porta, puntando poi i suoi grandi occhi scuri su di me.
''Vuoi uscire?'' domando, scrollandomi poi di dosso le coperte.
Con le zampina gratta la porta, mentre mi avvicino.
Apro la porta, credendo di vederla scendere al piano di sotto, invece corre scodinzolando verso una figura nel buio del corridoio che riconosco immediatamente.
<<Ciao piccola>> ridacchia Harry accarezzandole la testolina, prima di alzare gli occhi su di me.
I pantaloni della tuta grigi cadono morbidi sulle sue gambe toniche e una maglietta semplice bianca gli fascia perfettamente il petto, risaltando i muscoli al di sotto.
''Va tutto bene?'' domando, cercando di spostare lo sguardo da quel ben di Dio.
Annuisce <<Si, non riesco a dormire. Stavo scendendo per fumare una sigaretta fuori>> dice sottovoce.
Al buio i suoi occhi chiari sembrano quasi color oceano. I capelli scompigliati gli ricadono sulla fronte e stringe tra le mani il pacchetto di Malboro rosse.
<<Anche tu non riesci a dormire?>> domanda.
Scuoto la testa ''No'' sospiro ''Credo che scenderò a bere un bicchiere di latte'' esco nel corridoio.
Mi mostra un sorrisetto divertito <<E' la tua cura per l'insonnia?>> domanda dirigendosi verso le scale.
Lo seguo, posizionandomi al suo fianco ''Si'' sorriso ''Fin da quando sono piccola'' ammetto.
Nala gcuscia tra le nostre gambe e raggiunge il piano inferiore trotterellando allegra.
Arrivati al piano di sotto Harry mi segue in cucina. Accendo solamente la luce sopra al fornello, giusto per non restare nel buio totale.
Prendo la tazza dal pensile e il cartone del latte dal frigo, sentendo il suo sguardo bruciare sulla mia schiena.
Mi volto verso di lui, trovandolo, come immagino, ad osservarmi ''Ne vuoi un po' anche tu?'' chiedo.
Scrolla le spalle <<Va bene>>.
Prendo una seconda tazza e riempio entrambe di latte, mentre Harry si accomoda sul tavolo della cucina.
Rimetto il latte in frigo e gli porgo la sua tazza, sedendomi sulla sedia accanto davanti alla sua.
Lo osservo di sottecchi, mentre si porta la tazza e un flash back della notte precedente mi riporta alla mente, ancora una volta, quel maledettissimo bacio.
Cerco di scacciare velocemente il pensiero, ma non riesco a distogliere lo sguardo da lui.
Ha un'aria diversa dal solito, sembra preoccupato.
Osserva il latte dentro alla tazza, girandolo e rigirandolo con una flessione del polso.
Attiro la sua attenzione, battendo piano l'indice sulla superficie di legno.
''Qualcosa ti preoccupa?'' domando quando alza gli occhi nei miei.
Sospira, poggiando la schiena contro la sedia.
Rimane in silenzio qualche secondo, scrutandomi dalla sua posizione.
''Se non ne vuoi parlare è ok'' mi affretto a dire.
Non risponde.
Abbasso gli occhi nella mia tazza e mi domando se forse sono stata troppo invadente.
In questo mese ho appreso quanto Harry sia riservato quando si tratta dei suoi problemi o delle sue preoccupazioni. Sono riuscita davvero a strappargli poche informazioni da quando lo conosco e, quella più importante, me l'ha raccontata Penny.
Quasi mi sento in colpa nell'essere a conoscenza di una cosa che, probabilmente, lui non vorrebbe che io sapessi.
<<E' per mia sorella>> rompe il silenzio, stupendomi.
Alzo nuovamente gli occhi su di lui, osservandolo in silenzio.
Sospira e si passa nervosamente una mano tra i capelli <<Non la vedo da tanto e non so come reagirà quando ti presenterò a lei>> ammette <<Sono passati dieci anni, ma ancora non è riuscita ad accettare la sordità. Il medico che la segue nella struttura è preoccupato, perché nell'ultimo periodo ha sviluppato un disturbo alimentare>> sospira ancora <<Mi sento impotente cazzo>> ringhia <<E' mia sorella e dovrei essere in grado di provvedere a lei, di aiutarla. Invece non mi vuole neanche vedere>>.
Sembra arrabbiato con se stesso.
Si colpevolizza per quello che è successo, ma non posso dirgli che non è colpa sua. Non posso perché io non dovrei sapere.
Rimango qualche secondo in silenzio, cercando le giuste parole per poterlo aiutare senza lasciarmi sfuggire niente.
Disturbi alimentari, penso.
Dopo un trauma del genere ci vuole una forza immensa per riuscire ad uscirne.
Facendo i calcoli lei ora ha ventiquattro anni.
A causa di suo padre ha perso l'udito a quattordici anni. Sua mamma è morto due anni fa e tutto quello che le resta è Harry, che fa quello che può per provvedere a lei.
Non riesco davvero a capire perché non voglia vederlo, forse per non ferirlo. Forse perché sa quanto lui si senta in colpa per l'accaduto.
Non so se potrò essere davvero d'aiuto a questa ragazza. Conoscermi potrebbe solo renderla più triste, vedendo che io riesco a condurre una vita piuttosto normale. Posso davvero fare qualcosa per lei?
Sospiro, socchiudendo gli occhi per qualche secondo ''Tu non puoi fare niente Harry, credimi'' stringo le labbra tra i denti, cercando le parole giuste.
Mi osserva, attendendo che io prosegua.
Mi sporgo leggermente in avanti, poggiando i gomiti sul tavolo ''Quando ero bambina tutti mi guardavano con occhi compassionevoli'' inzio ''Era una cosa che destavo. Fino a quel momento non mi ero mai sentita una bambina a cui mancasse qualcosa, ma quando gli adulti mi guardavano come un povero cucciolo ferito, capivo di essere diversa dagli altri. Ci ho messo anni a elaborare la sordità e rendermi conto che sarebbe diventata un ostacolo solo se io gliel'avessi permesso'' faccio una piccola pausa ''Finché non ho messo l'impianto cocleare, gli unici suoni che sentivano erano quelli talmente forti da far tremare i vetri e io li sentivo come un grillo in lontananza nelle sere d'estate. Non sapevo realmente cosa volesse dire sentire, finché non ho messo l'impianto. Per tua sorella è diverso, lei sa cosa vuol dire sentire. Conosce i suoni, conosce la vita da udenti. Questo è il vero trauma'' sospiro ''Quello che voglio dire è che tua sorella non ha bisogno di compassione o di qualcuno che si occupi di lei a tal punto da farla sentire una bambina che non riesce a prendersi cura di se stessa'' mimo cauta, sapendo di star camminando sui cocci di vetri ''Forse dovresti solo starle accanto come un fratello, prendendoti si cura di lei, ma senza farglielo notare'' spiego.
Dal suo sguardo duro capisco che forse ho esagerato.
Avrei dovuto tenere per me certi pensieri ''Ovviamente questo è solo quello che penso io, non sono un medico'' mi affretto ad aggiungere.
Non dice nulla. Tiene semplicemente gli occhi color ghiaccio fissi su di me.
Vedo la sua mente vagare in chissà quale luogo, mentre le sue spalle si alzano e si abbasso a ritmo del suo respiro.
<<Devo fumare>> dice alla fine, alzandosi di scatto dalla sedia.
Osservo la sua schiena mentre esce sul portico, lasciandomi sola nel silenzio della notte.
Sospiro, chiudendo gli occhi.
Accidenti, tagliati la lingua Sophie.
Cerca sempre di proteggere tutti, me compresa.
E' testardo e estremamente prepotente, ma inizio a pensare che sia tutta una messa in scena per nascondere il reale motivo. Si sente il colpa. Non so se solo verso sua sorella e sua mamma, ma lo percepisco. Fa del suo meglio per tenere tutto sotto controllo, tenere tutti al sicuro. Senza mai preoccuparsi di se stesso però. Pur di proteggere gli altri riesce a mettersi in situazione talmente pericolose da rasentare la morte e questo mi preoccupa.
Mi preoccupa perché inizio a credere che se dovesse mai succedergli qualcosa, io.. io..
Io non so come reagirei.
E' diventato una costante.
Per quanto mi irritino il 90% dei suoi atteggiamenti, averlo sempre intorno è diventata una piacevole abitudine.
Ah cavolo, inizio perfino a sperare che una volta che tutto questo sarà finito potrò ancora rivederlo.
Ma che mi passa per la testa?
Bevo una lunga sorsata di latte, svuotando completamente la tazza e allungo lo sguardo oltre la finestra.
Harry non è sul portico come immaginavo. Lo cerco con gli occhi finché non lo trovo poco distante, seduto sull'altalena piazzata sul tronco del grande albero in giardino da mio padre quando ci siamo trasferiti qui, nonostante io avessi già 12 anni. Amavo quell'altalena.
Con un sorriso mi alzo e mi avvicino alla finestra per poterlo osservare meglio.
La sigaretta che stringe tra le dita è ormai quasi del tutto consumata. Si spinge con i piedi, dondolando appena avanti e indietro. Lo sguardo rivolto al cielo in un espressione pensierosa.
La notte è illuminata da una splendida luna candida che gli illumina appena il viso. La pelle sotto ai raggi tenui sembra quasi risplendere.
Il leggero strato di barba che gli copra la mascella si tende insieme ad essa quando respira l'ultima boccata di fumo rimasta e io mi perdo ad ammirarlo.
Sembra un angelo delle tenebre, venuto sulla terra per sedurmi e mandarmi completamente in corto circuito il cervello.
La sua vita dovrebbe terrorizzarmi, eppure non è così.
Traffica armi.
E' un ex militare con una mira impeccabile e sangue freddo da cecchino.
Dovrei scappare. Stargli lontano e avere paura di quello che potrebbe succedermi se continuo a stargli così vicino.
Eppure, non ci riesco.
Eppure, non ho paura.
Eppure, inizio a provare qualcosa per lui.
Eppure.. cazzo.. credo davvero che mi sto innamorando di Harry Carter.
Spazio dell'autrice:
Ciao Nanette/i❤️
Come state?
Beh possiamo dirlo? Sophie è cotta a puntino. Secondo voi quando ci impiegherà Harry prima di accorgersi che anche lui inizia a sentire qualcosa per lei?
Staremo a vedere.
La storia prosegue e sono contenta di potervi dire che ho già molto capitoli pronti. Non vedo l'ora di poterli pubblicare. Preparatevi, ci saranno alcuni colpi di scena.
Come sempre..
Treat people with kindness 🌸 🌸
La vostra
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Miana~