22 aprile 2022
Prima di quanto sperassi erano arrivate le 9 di sera e Charles stava per uscire dalla sua camera per venire con la macchina sul retro del hotel. Fuori c'erano dei fan e l'ultima cosa che volevamo era farci vedere uscire fuori assieme, quindi lo avrei trovato direttamente lì, sperando che non ci sia nessun altro.
Proprio quando volevo che il tempo rallentasse tutto da quando mi aveva scritto sembrava impostato sul 2x. Avevo anche provato a dormire un'oretta ma direi che è stato più un dormiveglia perché la mia mente stava creando un milione di scenari diversi per quello che sarebbe dovuto succedere stasera. Le uniche cose di cui non dovevo preoccuparmi erano i vestiti, il trucco e i capelli visto che avevo un team per quello, e mi sono sentita estremamente grata per questo perché altrimenti con tutte le cose che avevo in testa alla fine mi sarebbe scoppiata.
Alle sette avevo iniziato una chiamata di gruppo con Melissa, Molly e Glen, e in poco meno di mezz'ora avevamo deciso come avrei dovuto prepararmi. Poche volte decidevo da sola, e questa non era una di quelle.
I vestiti che Molly aveva scelto erano semplici ma eleganti e anche se la mia scelta sarebbe stata sicuramente più... accattivante, dovevo adattarmi alla mia valigia e questo sembrava l'unico abbigliamento giusto per un "non appuntamento".
Pioveva si, ma non faceva freddo tanto da farmi indossare anche delle calze -che non avevo- e probabilmente il blazer che avevo sopra il corsetto lo avrei usato solo fino a quando saremmo stati all'aperto. Adoravo questo corsetto di Chanel e la mia intenzione era di usarlo per domenica, ma per la gara avevo altro da mettermi. In più con la borsa bianca della stessa marca ci stava troppo bene per avere ripensamenti.
Per i capelli invece Glen aveva deciso di farmeli lasciare in onde sciolte ma acconciando quelli davanti in due piccole trecce alla francese sopra la testa. Secondo lui non andavano alzati perché il biondo che avevo stava divinamente con i colori dei vestiti e con i gioielli dorati. Ovviamente aveva ragione. Questa però è stata la cosa che mi ha portato via più tempo -tre quarti d'ora per l'esattezza-perché anche il trucco era praticamente quello che usavo sempre se non fosse per il colore differente di lip gloss, e anche se sapevo fare le trecce alla francese da quando ero piccola le mie mani non smettevamo di tremare. Non so per quale preciso motivo, ma lo facevano, e la guida di Glen alla fine è la cosa che mi ha fatto finire in tempo.
Adesso mentre mi mettevo i miei stivaletti bianchi col tacco altri pensieri si stavano aggiungendo ai pensieri precedenti che mi vieto di dare ascolto. Non ora.
Quando mi rimetto in piedi leggo sulla schermata di blocco l'ultimo messaggio.
ᴄʜᴀʀʟᴇꜱ: Sono sul retro, ti aspetto.
e con un ultima occhiata nella borsa per assicurarmi che abbia preso tutto, esco dalla camera ed entro in ascensore. Stranamente non mi sentivo agitata per la prima volta in tutta la nostra conoscenza, direi che il sentimento più adatto era la felicità. Ero felice di rivederlo e sapevo che era contraccambiato.
Percorro i corridoi dell'hotel a testa bassa, sperando di non incontrare nessuno degli autisti in questo momento o qualsiasi altra persona e fortunatamente riesco ad arrivare alla porta in vetro senza ostacoli. Saluto uno dei tanti dipendenti augurandogli una buona serata mentre apre la porta per me e la prima cosa che vedo è Charles. Prima ancora della sua macchina, prima ancora del giardino intorno a noi e prima ancora dei gatti che ci passano di fianco vedo questo bellissimo uomo davanti a me, e mi fermo stupita per qualche secondo per ammirarlo correttamente. I suoi capelli sono perfettamente pettinati all'indietro con qualche ricciolo scuro che va per conto suo, indossa una maglietta a mezza manica bianca che gli aderisce addosso risaltando le sue braccia e ogni piccola cresta lavorata in palestra praticamente ogni giorno, mentre i pantaloni classici neri gli danno quel tocco che fa sembrare un outfit semplice, elegante e raffinato. Poi come se non fosse abbastanza, abbassando lo sguardo sulla sua mano vedo che porta una pochette nera da uomo di Giorgio Armani, proprio quando non poteva essere più perfetto vedo questo. C'è solo qualcosa in un uomo elegante che mi fa cadere in ginocchio, e un uomo elegante e attraente è una della combinazione più pericolose.
Ogni mia terminazione nervosa è consapevole di quando arriva a poco meno di mezzo metro da me, permettendomi di bearmi anche del suo profumo. Solitamente Charles odora spesso di fragranze alla menta, cuoio e con dei toni fruttati che esprimono al cento per cento la sua personalità classica che nasconde una nota ribelle, e lo so bene, mentre stasera il suo profumo è diverso. È leggermente più forte e audace del solito e scommetto tutto sia presente una fragranza legnosa e sicuramente del pepe rosa. Ho notato che fuori dal lavoro è più propenso ad usare profumi diversi... più forti e oggi è un giorno di quelli. Potrei passare ore ad analizzare il suo profumo essendo dipendente da questo genere di cose, ma le sue labbra sul palmo della mia mano mi fanno ritornare subito coi piedi per terra.
I suoi occhi rimangono nei miei mentre mi saluta con un bacio a mano e un ombra di sorriso sul volto che ricambio praticamente subito. Che tale gentiluomo.
<<Ciao Mon Ange.>>
<<Ciao anche a te.>> onestamente l'unica cosa che vorrei fare è annullare qualsiasi distanza ci sia fra di noi e stargli il più vicino possibile, ma sembra che siamo d'accordo che dobbiamo avere discrezione prima di tutto.
<<Ciao anche a te...>> ripete la mia frase lasciandola in sospeso alla fine aspettando che la concluda io.
Ci penso per qualche momento e l'unica cosa che mi viene in mente è il suo nome <<Charles?>> aggiungo in maniera interrogativa, non sapendo se era questo quello che intendeva. Quando mi sorride di nuovo facendo risaltare le sue fossette ho la mia risposta.
<<Grazie.>> e mentre mi affianca per mettermi una mano dietro la schiena lo guardo per un secondo motivo, questa volta chiedendomi come non stia morendo di freddo senza neanche una giacca. Stasera, subito dopo la pioggia che c'è stata oggi pomeriggio, il tempo è diventato un po' più freddo con soli 15 gradi, quindi non riesco a capire perché sembra che in questo momento stiamo vivendo due stagioni diverse. Non appena ritorno con lo sguardo avanti però i miei occhi si spalancano a causa della bellezza davanti a me. Sapevo che Charles aveva una Ferrari, ma non sapevo fosse una 488 pista spider e sopratutto personalizzata in questo modo. Penso di aver appena avuto un colpo di fulmine con un auto e di certo non mi lamenterò per questo. Questo fantastico gioiellino farebbe vergognare anche la mia classica Ferrari nera. La cosa più evidente è la bandiera di Monaco al centro della macchina e il suo numero sul lato sul lato del guidatore, cosa che ritengo spettacolare, ma all'interno ci sono dei dettagli come la sua firma sul telaio posteriore e un'altra piccola bandiera sullo sterzo. Per quando sia consapevole che Charles ama Monaco non mi sarei mai aspettata che avesse la livrea Monegasca, ma la amo e non penso di aver mai visto una macchina così accattivante.
Quando mi apre la portiera della macchina lo ringrazio e mi giro per mettermi la cintura, ma Charles mi precede abbassandosi al mio livello per farlo al posto mio. Rimango a guardare il suo profilo perfetto e ci scambiamo uno sguardo complice quando prima di allontanarsi mi accarezza una gamba. Ritorna presto al posto di guida e non appena siamo entrambi seduti in auto è come se il tempo si fermasse e devo addirittura trattenere il respiro per qualche secondo a causa del mio battito irregolare. Charles sembra non voler mettere in moto mentre rimane fermo con le mani sulle cosce e per distrarmi proprio da esse ne approfitto per guardarmi intorno <<La tua macchina è fantastica. Penso sia la più bella che abbia mai visto.>>
Lui gira la testa verso di me e io deglutisco guardando i suoi occhi che questa sera sembrano verde acqua <<È davvero quello che pensi?>> mi chiede, e io non posso fare altro che annuire. Lui copia il mio gesto più lentamente come se stesse analizzando la mia risposta e presto sulle sue labbra si forma il suo solito sorrisetto canzonatorio che la maggior parte delle volte mi fa credere mi stia prendendo in giro, in particolar modo ora. Gli occhi mi cadono sulle sue labbra quando esce fuori la lingua per leccarsi il labbro inferiore. La sua risatina mi riporta subito con gli occhi nei suoi e aggrotto le sopracciglia confusa dal suo attuale strano comportamento. Si sta prendendo gioco di me, sicuramente.
<<Hai bevuto per caso?>> la mia domanda esce spontanea e questo lo fa solo ridere di più. Proprio quando sono ad un passo dal colpirlo con la borsa per fargli riprendere i sensi lui emette un verso a metà fra un gemito e un lamento e subito dopo si sporge verso di me.
Mentre le sue braccia si stringono intorno a me mormora: <<Mi sei mancata tanto.>> ogni volta che mi ripete questa frase lo trovo sempre più tenero e non solo per la frase in sé, ma soprattutto per il suo accento quando parla in italiano. In inglese è quasi nullo, ma in italiano il piccolo accento francese è una delle mie tante cose preferite di lui. Ma la maggior parte delle persone lo scambiano per un italiano.
Mentre una sua mano è intorno alla mia vita l'altra invece è salda dietro la mia nuca, cosa che ho notato fa spesso. Quando mi stringe, quando ci siamo baciati, quando è rilassato e inizia a giocare con i miei capelli e alla fine si sposta sempre ad accarezzare la mia nuca. Ricambio l'abbraccio chiudendo gli occhi. Charles ha un modo di dimostrarmi affetto che mi fa sentire desiderata e in qualche modo amata, in più è davvero bello abbracciare qualcuno più robusto di Maude o Nicole, le uniche altre due persone con cui ogni tanto, sottolineiamo ogni tanto, dimostro un po' di affetto.
<<Non esagerare, sono passati solo pochi giorni.>> infatti non vedevo l'ora di andarmi a rilassare 48 ore con Nicole in Svizzera subito dopo la gara perché questi tre giorni sono stati probabilmente i più intensi da qualche settimana. Assicurarsi che tutto sia pronto per il gala, organizzare il tempo con le persone che conosco prima di andare via due settimane e mezzo per girare un film e una campagna pubblicitaria, studiare il copione, leggere e analizzare il contenuto delle interviste, assicurarmi di non sovrapporre gli impegni che escono ogni giorno con le domeniche di gara, e liberarmi per le vacanze estive. Alla fine ci ero riuscita e se qualche mal di testa in più mi davano la possibilità di assistere all'altra cosa che amo di più al mondo allora così sia. In più adesso avevo un'altro motivo, cioè l'uomo con me.
Sento Charles sbruffare sul mio collo facendomi rabbrividire e facendomi muovere sul sedile leggermente a disagio per quello che mi provoca <<Non comportarti come se non ti fossi mancato altrettanto.>> la sua voce è solo un altro colpo.
<<Mi rifiuto di darti altre ragioni per cui prendermi in giro.>> affermo.
<<Ma non mi serve, mi basta fare questo...>> borbotta lasciandomi un bacio sul collo.
<<Ok, ok va bene... basta.>> gli metto le mani sul petto per allontanarlo ma me ne pento subito quando vedo lo sguardo da cucciolo nei suoi occhi. Socchiudo gli occhi verso di lui <<Che c'è?>>
<<C'è che sei fredda con me!>> si lamenta mettendomi le mani sulle guance, che mi affretto ad abbassare <<Vedi!>>
<<Si beh, siamo fermi qui dentro da dieci minuti e non so cosa stia pensando il portiere lì fuori.>> indico con un dito l'uomo che mi ha aperto la porta poco fa che è ancora fermo vicino alla porta di vetro <<E i vetri non sono oscurati.>> gli faccio notare con un tono di voce ovvio.
Charles alza gli occhi al cielo e alla fine mi da ragione e torna al suo posto, ma prima mi da un veloce bacio sulla punta del naso che avrebbe fatto guadagnare uno schiaffo a chiunque altro lo avesse fatto, sopratutto oggi che sono più irritata del solito, ma lui è la solita eccezione. Finalmente dopo essersi messo la cintura di sicurezze accende il motore e prima di quanto possa accorgermene è già arrivato a centodieci chilometri orari, e ne ero talmente ignara che se non avessi avuto la cintura adesso sarei nel parabrezza. Aggrappandomi al mio sedile mi giro a guardarlo e proprio come mi aspettavo sta sorridendo. Subito dopo aver dato quello scatto alza leggermente il piede dall'acceleratore e torna sui cinquanta come indicano i limiti di velocità. Ringrazio che non sia partito peggio, so che avrebbe potuto farlo.
Dopo aver superato lo shock iniziale lascio che prende il sopravvento l'adrenalina provata e presto anch'io sta sorridendo, che si trasforma in una piccola risatina. Charles si gira a guardarmi un attimo prima di tornare a guardare avanti <<Questo splendore va da 0 a 100 in 2,85 secondi. E ho a malapena il piede sull'acceleratore.>>
<<È un motore turbo giusto?>> gli domando rilassandomi sul sedile.
Lui annuisce fiero <<3.902 di cilindrata e 720 cavalli. È la mia macchina dei sogni.>>
<<Cazzo!>> l'imprecazione mi esce spontanea e i miei occhi si spalancano con queste nuove informazioni. Non mi aspettavo niente di meno, ma sentirlo da fonte certa è diverso <<Adesso ho voglia di cambiare auto, ma non posso perché sono ancora neopatentata e per ora posso guidare solo quel tipo di Ferrari.>>
<<Oh, giusto!>> esclama picchiettando le dita sul volante <<Hai la patente da quanto? Un anno?>>
<<Un anno e due mesi.>> specifico <<Ma si, ci vorrà ancora un po' per prendere la mia macchina dei sogni.>> sfortunatamente, ma spero che questi due anni passino in fretta perché già mi vedo alla sua guida.
<<E qual'è?>> mi domanda mentre percorriamo una strada completamente dritta, ma piena di semafori ogni pochi metri. Quando ci fermiamo dietro la fila di macchina Charles gira completamente il busto verso di me.
<<Ferrari Sf90, bordeaux.>> sorrido al solo pensiero <<stradale.>> specifico.
Le sue sopracciglia si alzano alla mia risposta <<Immaginavo qualcosa del genere. Mi piace. Adesso so il mio regalo per i tuoi 21 anni.>> comincio a ridere praticamente subito e la mia testa si inclina verso di lui, ma immediatamente torno seria quando mi rendo conto che è capacissimo di farlo per la sua disponibilità economica, la sua impulsività e qualsiasi cosa provi per me.
<<Toglitelo immediatamente dalla testa. Non ci pensare nemmeno.>> ribatto subito puntandogli un dito contro. Alzando un angolo delle labbra si avvicina al mio dito aprendo la bocca per mordermelo, ma allontano velocemente la mia mano e lo fisso <<Sono seria.>>
Lui alza le spalle <<Perché non dovrei?>>
<<Perché odio i regali.>> rispondo <<Questa basta per i prossimi cinque anni, sul serio.>> prendo fra le dita il ciondolo della sua collana mostrandoglielo. I suoi occhi si posano proprio su di essa e rimane a guardarla sorridendo fino a quando il suo sguardo non cade leggermente più in giù sulla mia scollatura. Alzo gli occhi al cielo e poi riprendo a parlare sentendomi meglio di quanto sono entrata qui e questo solo grazie a lui <<In questi mesi non hai imparato ad essere cauto, lo sai?>> domando retoricamente riferendomi a quella volta che in hotel gli dissi che se doveva guardarmi il seno almeno avrebbe dovuto essere meno esplicito.
Quando la prima parola lascia la mia bocca lui torna immediatamente con gli occhi nei miei e scuote la testa facendo una smorfia offesa alle mie parole, e prima che possa ribattere le macchine davanti a noi iniziano a muoversi e lui ritorna a sedersi dritto <<Non hai l'anello.>> mi fa notare.
Scuoto la testa anche se non credo possa vedermi <<Con quello che indosso non andava bene, ma lo metto quando mi vesto di nero.>> questa volta tocca a lui scuotere la testa <<E anche la notte, quando dormo.>> inutile culo apprensivo.
Questa volta annuisce <<Meglio.>> visto? apprensivo. Mi rendo conto che non ha dato nessuna risposta alla mia frase sui regali e credo di sapere anche il perché. Insomma, qualsiasi cosa mi dica (o non mi dica) è impressa sulla sua faccia, quindi immagino che ci abbia salvato da una lunga discussione su questo argomento. Decido di lasciar perdere per ora e inizio a guardare fuori, in cerca di qualche segnale su dove stiamo andando, ma non sono un indovina quindi presto mi arrendo e decido di chiederglielo direttamente.
<<Dove andiamo?>> gli chiedo cambiando visuale e rimanendo a guardare lui e il modo in cui guida. Charles sembra nato per guidare questa macchina ed è tremendamente sexy in tutto e per tutto.
<<Non a mangiare.>> risponde subito e rimango un attimo confusa <<Cioè, non ora almeno, ma andremo a mangiare più tardi.>> specifica gesticolando con la mano destra.
<<Oh, menomale.>> sospiro.
L'espressione di Charles si trasforma presto in pensierosa e riesco quasi a vedere gli ingranaggi del suo cervello girare. Dio, questo ragazzo non riesce proprio a nascondere niente. Socchiude gli occhi e si morde il labbro inferiore e io lo fisso in soggezione in tutto e per tutto, o almeno fino a quando non gira il capo verso di me <<Stasera ti ho detto che sei bellissima?>> la sua è una vera domanda e la mia bocca si dischiude per la sua schiettezza. Può sembrare una domanda banale per lui ma io personalmente non mi immaginerei mai a ruoli invertiti. Comunque scuoto piano la testa <<Davvero? Nella mia testa l'ho fatto tante volte.>> sta sfidando il mio autocontrollo, sul serio <<Sei bellissima Mon Ange.>> sbatto semplicemente le palpebre e rimango in silenzio mentre mi sorride dolcemente marcando ancora di più le sue fossette. Non avrei mai immaginato che stare con un ragazzo che ti piace sul serio e a cui piaci sul serio possa essere così, perché se lo avessi saputo prima avrei prenotato un elettrocardiogramma qualche giorno fa per assicurarmi che il mio cuore stia bene. Se dovessi farmi un autodiagnosi sicuramente non sarebbe così.
Distolgo lo sguardo da lui non essendo più in grado di sostenere i suoi occhi e poco dopo lo sento ridacchiare al mio fianco. Solo il suono della sua semplice risata mi fa sorridere a mia volta <<Stai arrossendo!>> afferma.
<<Non è vero.>> nego scuotendo la testa e accavallando le gambe.
<<Invece si.>> allunga la sua mano verso il mio viso e sento il suo pollice accarezzarmi una guancia <<Vedi!>> so che sto arrossendo e questo gesto non fa che peggiorare le cose.
<<Finiscila.>> borbotto abbassando la sua mano, che non migliora la situazione quando si va ad appoggiare sulla mia coscia.
<<No.>>
<<Vuoi che ti faccia arrossire? Eh?>> lo guardo interrogativamente <<Posso farlo se non la smetti.>> lo ricatto. E sembra funzionare.
<<No...>> questa è la sua unica risposta.
<<Come credevo.>>
***
Charles accosta la macchina all'inizio di una stradina a ridosso di un bosco e poi recupera il suo borsello prima di scendere.
<<Scendiamo qui?>> gli chiedo leggermente titubante. Lui mormora in segno di approvazione lanciandomi un ultima occhiata e chiudendo la portiera dietro di lui. Mi guardo un attimo attorno e alla fine decido di scendere, anche se i tacchi bianchi nell'erba non sono proprio l'ideale. Non appena appoggio una mano sulla maniglia Charles mi punta un dito contro dal vetro del parabrezza e si affretta ad arrivare dal mio lato per aprirmi la portiera come il gentiluomo che è, e che non avrei mai pensato di incontrare almeno in questa vita. È così raro trovare una bravo ragazzo ai giorni d'oggi che spesso ci si dimentica che esistono... da qualche parte.
Proprio in quel momento il telefono nella sua pochette inizia a squillare e nessuno dei due è sorpreso da questo, anzi forse lo sono perché non è già successo prima.
Charles guarda lo schermo e ci pensa qualche secondo prima di rispondere <<Un secondo.>> annuisco rimanendo seduta mentre lui si appoggia con il braccio al vetro della macchina. Con chiunque ci sia dall'altra parte della linea Charles inizia a parlare francese, quindi a parte la frase "si, sono occupato" non ho capito molto, sono abbastanza sicura però si tratti di lavoro perché ho sentito qua e là parole come "macchina" e "pista", ma magari potrebbe essere anche Lorenzo o Arthur. Comunque rimango tranquilla al mio posto e anzi mi godo la visuale del suo bicipite che si tende essendo piegato e la maglietta che quasi aderisce al suo busto in questa posizione, non mi faccio mancare un piccolo sguardo alle gambe, anche se quelle tendo a fissarle maggiormente quando è in pantaloncini perché sono semplicemente... perfette.
<<Je ne comprends pas pourquoi on ne l'a pas fait avant, Lourent.>>
[Non capisco perché non l'abbiamo fatto prima, Lourent]
sento la sua voce alzarsi di un tono e il suo corpo irrigidirsi, e di qui capisco che c'è qualcosa che non va. Per di più è Lourent, quindi si tratta effettivamente di lavoro e improvvisamente sono ansiosa di sapere di cosa si tratta. Oggi era tutto ok con la monoposto, spero veramente con tutto il cuore che questo non sia cambiato <<Quand on a fini le briefing, vous avez dit que vous aviez tout vérifié. Que dois-je faire ? J'ai déjà prévenu que j'avais des projets.>>
[Quando abbiamo finito il briefing avete detto che avevate controllato tutto. Adesso cosa dovrei fare? Ho già avvisato che avevo degli impegni.]
Alzo gli occhi sul suo viso mentre lui si passa una mano sulla mascella, cosa che ho notato fa solo quando è nervoso o pensieroso, per adesso andrei più sulla prima. Gli do un colpettino sulla gamba e lui abbassa la testa per guardarmi, quindi con un cenno del capo indico il suo telefono chiedendogli indirettamente cosa gli stanno dicendo e abbassando il telefono sulla spalla per un attimo mi risponde: <<le devoir m'appelle.>> termina la sua frase in francese (che non credo si sia accorto di aver usato) con un sospiro frustrato. Fortunatamente capisco quello che mi ha detto "il lavoro chiama" così non devo disturbarlo ulteriormente per chiedergli la traduzione. Se è così allora ho capito il problema, non è nervoso per la macchina (non ancora) lo è perché deve andare via, ma per me va tutto bene, verrà sempre prima la formula uno e così deve rimanere, perché la sua carriera vale cento mila volte una serata fuori, e quello che c'è e ci sarà fra di noi non deve influire assolutamente. Anche perché da tifosa sfegatata quale sono non me lo perdonerei mai.
Pochissimi secondi dopo Charles riattacca e buttando la testa all'indietro si lascia andare un verso di disapprovazione e frustrazione. Ma anche lui sa che non può fare niente di che e dopo essersi scusato un paio di volte finalmente riesco a convincerlo a rimettersi alla guida.
<<Era quello che intendevo quando ti parlavo del fatto che fra di noi potrebbe essere complicato.>> decido di parlargli quando torniamo su strada normale e sulla via dell'hotel dove mi lascia prima di tornare all'autodromo per andare in sala riunioni <<Se dovesse succedere che ti perdi degli incontri o arrivi tardi da qualche parte per colpa mia e mio zio lo dovesse venire a sapere mi ucciderebbe letteralmente.>>
<<Lo so, ma... diavolo ho fatto tutte le analisi che dovevo fare nei tempi e abbiamo parlato con Carlos prima che andassi via, me ne sono assicurato apposta.>> risponde guardando la strada davanti a se perché ha accelerato un po' per fare entrambe le cose il prima possibile.
Rimango in silenzio non sapendo quale sarebbe la risposta corretta e dopo qualche momento, per evitare che si venga a creare un silenzio stranamente imbarazzante decido di congratularmi finalmente per la sua qualifica di oggi che ho dovuto seguire dal telefono <<Oh, e complimenti per oggi. È una ottima posizione per la gara.>> evito apposta di nominare il secondo posto sapendo che non gli piace, ma a differenza di Carlos che purtroppo è decimo dopo essere andato a muro a lui il weekend è partito meglio.
Lui sorride leggermente, ma sembra sempre un po' deluso <<Grazie, ma sono quasi 8 decimi da Max. Non è stata proprio fantastica.>>
Scuoto la testa e questa volta tocca a me appoggiargli una mano sulla gamba per conforto <<Datti credito, è stata una bella qualifica Charles. La prossima andrà ancora meglio, ma questo non vuol dire che non sia stato all'altezza di questa.>> lui rimane zitto e fermo per qualche attimo poi annuisce e si gira per farmi un piccolo sorriso di ringraziamento che ricambio lasciandogli di istinto un bacio sulla guancia. E anche se a differenza sua non commento, con la luce dei fari che che vengono da fuori riesco a riconoscere una piccola sfumatura rosa sulle sue guance.
Quando arriviamo nell'esatto posto da dove è venuto a prendermi mi da il nome del ristorante e mi chiede se posso chiamare io per avvisare che non saremmo più potuti passare, dopo aver acconsentito ci salutiamo velocemente e lui non perde altro tempo prima di andare via. Prima iniziano prima può andare a dormire. E gli do completamente ragione.
Proprio mentre vado sulla rubrica per chiamare vedo una di quelle recenti apparteniti a Kelly Piquet e mi torna in mente la nostra conversazione in cui mi chiedeva se ero disponibile per un uscita dopo essere arrivata visto che non avevamo avuto modo di vederci per niente in tutto questo tempo e a questi gp erano presenti sia lei che sua figlia Penelope.
Essendo che adesso l'impegni con Charles sono caduti potrei provare a vedere se sarebbe disponibile per un uscita a cena, se non è già troppo tardi, in questo modo non c'è bisogno di chiamare il ristorante e io non devo andare a cena con mio padre e i suoi amici (o magari una nuovo ragazza).
Non costa niente privarci, no?
***
24 aprile 2022
Il weekend di Imola per noi è stato il più brutto fino ad ora, con Carlos che è finito nella ghiaia al prima giro dopo un contatto con Daniel, terminando la gara e Charles che è finto a muro una decina di giri dalla fine, scalando in nona posizione. Fortunatamente prima della bandiera a scacchi è riuscito a diminuire i danni con due sorpassi e quindi arrivando sesto. Non che questo sia stato meglio perché subito dopo la gara quando è rientrato ai box era arrabbiato e deluso da se stesso tanto da chiedere scusa a tutto il suo team prima di sparire dal retro seguito di corsa da Andrea. In questo momento è il leader del campionato e stava comunque lottando per il secondo posto, quindi posso solo immaginare quanta colpa sta scaricando su se stesso.
Prima di andare via l'unico segno che ho ricevuto da lui è stato un piccolo cenno del capo, dopodiché non è più rientrato dal retro box e una decina di minuti dopo l'ho rivisto direttamente alle interviste. Sono stata attenta ad ogni sua parola come mai prima d'ora e proprio come mi aspettavo è stato sincero al cento per cento e non ha cercato di addolcire in nessun modo il suo errore prendendosi tutta la colpa. Ammiro questa qualità in lui perché nessuno ammetterebbe i suoi errori così esplicitamente. Non ha parlato della difficoltà delle condizioni della pista o magari di come il cordolo su cui è andato era troppo bagnato per le soft o come per lui quelle gomme non erano l'ideale e preferiva le medie... ha semplicemente ammesso il suo errore prendendosi tutta la colpa.
Ho visto come sembrava deluso e per quanto volessi andare ad abbracciarlo non sapevo neanche se gli sarei stata d'aiuto perché ero triste a mia volta e non avevo idea di cosa dirgli per confortarlo se non che è ok sbagliare perché fa parte del suo percorso di crescita ed è il primo anno in cui può davvero lottare per il campionato perciò è normale che non vada tutto perfettamente. Ma ancora... ero convinta che già lo sapesse perché è troppo intelligente per non farlo, forse anche troppo autocritico a volte, ma credo che sia abbastanza completo di suo per sentire queste parole che già sa.
Per di più non so se preferisce avere qualcuno con lui o vuole semplicemente stare da solo per conto suo fino a quando non si calma e io sono troppo codarda per andare a scoprirlo.
Per questo quando mi alzo dalla sedia del box di Charles raggiungo Isa dall'altra parte che è concentrata sul suo telefono, mentre Carlos è uscito subito dopo la fine della gara e non so dove sia andato. Lui non ha parlato assolutamente con nessuno ed è rimasto a guardare in silenzio prima di sparire. Facendo attenzione ai suoi meccanici che hanno già iniziato a smontare le sedie mi fermo al fianco di Isabella per non intralciarli <<Andiamo anche noi?>>
Isa alza lo sguardo dal telefono e mi sorride <<Ciao.>> ridacchia spegnendo il cellulare e rimettendolo nella borsa <<Ho bisogno di uno spritz prima di affrontare Carlos, tu? Immagino che Charles non stia meglio.>>
<<Esatto.>> sospiro allisciando le pieghe inesistenti sul vestito blu di Hermes che indosso oggi. Non so, magari potrebbe anche fargli piacere se andassi personalmente da lui per chiedergli come sta, ma dubito davvero di essergli d'aiuto.
<<Ok, allora andiamo all'hospitality.>> afferma prendendomi a braccetto e salutando Carlos, il cugino di Carlos -ironico vero?- prima di uscire dalla pitlane.
<<Sei sicura che non vuoi andare al paddock club? All'hospitality ci saranno tante persone.>> gli dico mentre camminiamo a zigzag per evitare tutti gli ospiti e i giornalisti che incontriamo <<Andiamo un attimo più veloci? Non voglio essere fermata per ora.>>
<<Certo.>> Isa annuisce aumentando leggermente il passo <<Non posso entrare nel paddock club. Non ho il pass.>> mi ricorda indicando i pass che entrambe abbiamo al collo come delle collane.
<<Giusto.>> annuisco <<Allora immagino che ci servirà più di uno spritz, saranno tutti depressi.>>
<<Si.>> concorda lei. Con tutto l'affollamento che c'è ci impieghiamo quasi dieci minuti ad arrivare e nel frattempo ricevo anche un messaggio da Marta dove mi chiede se salirò o meno sul balcone da loro.
Mi ero quasi dimenticata che qui ci sono anche gli amici di Charles, perché avevamo passato così poco tempo insieme nel paddock dopo la piccola riunione che Marcus aveva voluto con Silvia e Mia che letteralmente l'unica volta che avevamo interagito è stato ieri mentre entravo nel paddock con Kelly dopo la nostra serata alternativa. Ci siamo ritrovati insieme all'entrata e mi sono fermata per salutare i suoi amici e anche lui, ma non c'è stato nient'altro perché sapevamo che avevamo le telecamere puntante addosso. Ovviamente in hotel era diverso, non siamo più potuti uscire insieme perché entrambi ci eravamo già organizzati diversamente, ma ieri prima di andare a dormire ci siamo fermati al bar e abbiamo condiviso una tisana ai frutti di bosco, una cosa quasi sciocca ma che mi aveva resa immensamente felice perché ero con lui e mi ricordava la volta che ci siamo rincontrati.
Alla fine grazie al non appuntamento con Charles non andato a buon fine avevo conosciuto Penelope la figlia di Kelly, che era così carina che mi ha fatto venir voglia di avere una figlia. Ma sono solo attimi. E a quanto pare gli piaccio anch'io, quindi non subisco i suoi dispetti come i bambini che spesso vengono sui set.
Io e Isa siamo qui fuori all'hospitality, abbiamo bisogno di uno spritz, se volete unirvi noi vi aspettiamo.
rispondo al messaggio di Marta e poi gli mando anche un selfie di me e Isa che indichiamo il logo della Ferrari dietro di noi.
<<Puoi mandarmela?>> mi chiede vedendo la foto <<Mi piace, voglio metterla su instagram.>>
<<Certo.>> mentre io gli invio la foto Isa si siede ad un tavolo da due, ma che cambiamo molto velocemente con uno che basti per 6 persone quando Marta mi risponde che stanno arrivando.
<<Aspetto per andare ad ordinare?>> mi domanda Isa.
<<Si, stanno arrivando.>> lei annuisce e prende in mano il telefono per pubblicare la nostra foto su Instagram e ho il tempo di ripubblicarla prima che Marta, Riccardo, Nico e Thomas arrivano dietro di noi sostituendo la pace e tranquillità con commenti a voce alta sulla gara.
<<Saremmo dovuti essere sotto al podio.>> sbuffa Nico lasciandosi andare sulla sedia.
<<Probabilmente siamo noi che gli portiamo sfortuna.>> scherza Riccardo sedendosi al suo fianco.
<<Ma no...>> rispondo ridacchiando piano.
<<Si!>> esclama <<È andato benissimo in queste tre gare e adesso che ci siamo noi finisce nel muro. Non lo distrai tu figurati noi, quindi è ovvio che gli portiamo sfortuna. È così.>> si avvicina di più al tavolo per guardarmi negli occhi e annuire credendo fermamente alle sue parole.
<<Smettila.>> Marta calcia il suo fidanzato da sotto il tavolo e lo guarda male <<Non c'è niente da scherzare quando il nostro amico sta male.>>
<<Ma io non scherzavo.>> sostiene lui ricevendo da Marta un occhiata prima di ignoralo e rivolgersi a me e Isa.
<<Io ci sono per lo spritz.>>
Isa sorride prima di annuire e rivolgersi ai ragazzi <<Voi volete qualcosa?>>
<<Andiamo noi, non preoccuparti.>> le risponde Thomas sorridendo educatamente. Lui e Nico si alzano in contemporanea aspettando Riccardo, che prima di andare lascia un bacio a stampo a Marta e poi tutti e tre entrano per ordinare.
<<Come sta Carlos?>> domanda Marta ad Isa incrociando le braccia sul tavolo <<Anche per lui non è andata affatto bene.>>
Isa scrolla le spalle <<L'ho visto solo una volta prima che si allontanasse per le interviste e poi rientrasse a guardare la gara, ma credo fosse arrabbiato con Daniel perché per lui non è stato corretto.>>
<<Beh, chi non lo sarebbe.>> concorda Marta.
Isa emette un piccolo mormorio <<Per questo ho bisogno di una spritz prima di andare a parlargli, perché non lascia parlare nessuno e poi inizia a parlare interrottamente con Carlos.>>
<<Con Carlos?...>> domanda confusamente Marta.
Io sorrido per la sua confusione mentre Isa gli spiega che esattamente come suo padre anche suo cugino -nonché suo manager- si chiama Carlos <<Quanti Carlos in una sola famiglia.>> questa volta si unisce anche l'altra bionda alla mia risata e non passa tanto prima che i ragazzi ritornano qui. Marta guarda le loro mani vuote e si acciglia <<Dove sono i nostri spritz?>>
<<C'è li portano loro, un momento.>> risponde il suo ragazzo mentre una voce sovrasta la sua per salutarmi. Mi giro a vedere di chi si tratta e sorrido nella maniera più gentile che posso quando vedo John Elkann davanti a me e mi alzo in piedi per salutato.
<<Ciao di nuovo Evelyn.>> mi sorride avvicinandosi per scambiarci un abbraccio.
<<Ciao.>> lo abbraccio a mia volta <<Come stai dopo questa gara?>> mi allontano per guardarlo e lui scuote la testa stringendo le labbra.
<<Esattamente come ti senti tu, non bene. Ma adesso dobbiamo assicurarci come stanno Charles e Carlos.>>
<<Si.>> concordo con lui anche se dentro di me mi chiedo se questo non sia un altro segnale per andare a cercare Charles. John mi ha sempre intimorito con il suo modo di fare ma da quando sono crescita capisco che nel suo ruolo non può dare molta confidenza a tutti e non è semplicemente intimidatorio come ho sempre creduto.
<<Ci vediamo più tardi allora, adesso vado mi aspettano un po' di persone.>>
<<Certo, a più tardi.>> ci salutiamo prima che lui sparisca dentro e io posso tornare a respirare normalmente. Anche se lo capisco mi intimorisce ugualmente.
<<Mi ignora.>> è la prima cosa che dice Isa quando mi risiedo al mio posto.
<<John?>> le chiedo. Lei annuisce <<Non so, forse è perché alcune volte ci troviamo a mangiare insieme con mio zio o perché ci seguiamo su instagram?>>
<<È spaventoso.>> dice Thomas
<<Si, lo è.>> concorda Nico
<<Credo... credo che sia bravo nel dare questa impressione, si...>> ad interrompere questa conversazione su John Elkann sono i nostri drink e ringrazio l'ennesima dipendete della Ferrari e non perdo tempo a bere il primo sorso. Non è la mia bevanda preferita ma meglio questa che niente.
<<Qualcuno di voi ha parlato con Charles?>> ci chiede Riccardo bevendo il suo caffè.
Tutti rispondono negativamente e purtroppo anch'io, infatti Isa mi guarda un attimo confusa <<Niente? Neanche quando è rientrato ai box?>>
<<No.>> scuoto la testa <<È andato subito via.>>
<<Adesso mi sento un pessimo amico.>> borbotta Riccardo concentrandosi sul suo caffè.
<<C'è Joris.>> ci ricorda Nico <<Almeno credo.>>
<<Credo di si, non c'era nei box.>> rispondo bevendo un altro sorso.
<<Ma ha finito le interviste, giusto?>> mi chiede ancora Riccardo. Annuisco <<Allora potrebbe essere lui.>> dice indicandoci un gruppo di persone radunate attorno a qualcosa, ma è impossibile dire chi sia perché sono troppo distanti e potrebbe letteralmente essere chiunque.
<<Potrebbe, non lo so.>>
Marta deglutisce prima di chiedermi: <<Ci sarai al gran premio di Monaco, vero?>>
<<Si, ovviamente.>> rispondo ridendo <<Non mi perderei mai la sua gara di casa.>> Isa mi spinge con il gomito e mi guarda divertita <<Ovviamente anche quella di Carlos, era sott'inteso che intendessi entrambi i piloti.>> so che probabilmente dovrei anche essere totalmente sincera di me e Charles con loro, ma oggi alla riunione avevamo -avevano- concordato che fino a quando io e Charles non avremmo capito prima noi due cose fare allora dovevamo cercare di non creare altre voci su di noi e questo comprendeva anche farci vedere il meno possibile insieme. Mai era meglio, per ora. Anche Silvia aveva avuto dei mesi difficili con Charles per tutto quello veniva fuori su di noi, e le interviste private in particolare erano un dramma, perché ogni giornalista cercava di scovare qualsiasi informazione su di noi.
Thomas socchiude gli occhi su di me e io mi muovo leggermente a disagio perché avrei preferito che ci fosse Charles a rispondere qualsiasi domanda mi faranno <<Mi confondete.>>
<<In che senso?>> no, avrei dovuto semplicemente annuire.
<<Nel senso che so quello che Charles prova per te e se ci conosciamo c'è un motivo, ma entrambi continuate a dire che siete solo amici.>> lui sorride leggermente <<E io non ci credo.>>
<<Neanch'io.>> tossisce Nico.
<<Oh...>> mi schernisce Isa <<Solo amici, eh?>>
Guardo Marta perché spero che abbia qualcosa da dire per togliermi da questo posto scomodo ma lei mi sorride innocentemente prima di aggiungere: <<In realtà vorrei saperlo anch'io. Mi ricordo quello che ha scritto Charles sul tuo braccio quando eri a Monaco.>>
<<Eri con lui a Monaco?>> mi chiede scioccata Isa.
<<Oh, si.>> annuisce Riccardo sorridendo e a questo proposito non mi spiego ancora il comportamento suo e di Hugo quella sera, ma sembra che non sia mai successo perché adesso è totalmente diverso.
<<E cosa ha scritto sul tuo braccio.>> continua a chiedere in nessuno in particolare.
<<Aspetta, ti faccio vedere.>> le dice Marte uscendo il recono dalla sua borsa.
<<Hai fatto la foto?>> le chiedo sorpresa.
Lei ride <<Si.>> mentre sta per girare il telefono verso di lei Riccardo le mette la mano sopra, fermandola, e lei lo guarda confusa prima di cercare di togliergliela, ma Riccardo indica un punto dietro di me e Marta abbassa subito il telefono.
All'improvviso sento dei passi dietro di me e mi sembra di riconoscerli, anche se ho sentito così tanti passi dietro di me nell'ultima mezz'ora che probabilmente mi sbaglio. I passi, certo... ma non la voce.
<<Ciao ragazzi.>> la sua voce arriva a meno di mezzo metro da me e tutto il mio corpo riconosce immediatamente la sua vicinanza. A differenza della sua voce normalmente allegra e calma questa volta è bassa e stanca e non è decisamente la mia preferita.
Ero convinta che fosse qui per salutare i suoi amici invece mi sorprende così tanto quando si abbassa alla mia altezza che rischio di avere un infarto. La sua mano mi stringe dalla spalla mentre mi sussurra <<Vieni di sopra...>> sembra una domanda, ma non lo è, ha semplicemente bisogno che lo raggiunga di sopra. Il contatto dura poco, pochissimo e mentre lui si rialza lo guardo per un momento annuendo d'istinto. Subito dopo va via a passo svelto senza fare nient'altro e mentre sto per girarmi Marta mi ferma.
<<Non farlo, hai due telecamere puntate addosso.>> mi avverte e io alzo gli occhi al cielo. Questa cosa di me e Charles ha invaso il paddock troppo in fretta e questo è il risultato.
Ma adesso, anche dopo tutte le paranoie, l'unica cosa che ho in mente è Charles. Niente telecamere, niente amici, niente gara... niente. Solo Charles.
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Mi sono appena resa conto che se non insistessi così tanto nello scrivere capitoli da 7.000 parole allora farei aggiornamenti più frequenti, ma poi i capitoli non sarebbero gli stessi... credo.
Comunque sia, penso che cambierò liceo perché mi sono accorta che le lingue mi piacciono più della danza e sicuramente per l'università dove voglio andare mi serviranno, perciò seguirò i miei istinti e cambierò indirizzo😊
Se avete dei dubbi fate come me e ricordate che avete solo una vita per farle quello che vi piace. Non ho nient'altro da dire solo che è la prima volta che finisco un capitolo lasciandovi in "sospeso" e non so se mi piace più questo o un finale.
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