AIDEN POV
Aprii gli occhi, respirando affannosamente. Il sudore mi impregnava tutto il corpo.
Quando mi sedetti contro la testiera del letto, il mio sguardo si soffermò sulla tazza di cioccolata appoggiata sul mio comodino.
Nevaeh.
Mi ricordavo di essere stato così stanco la scorsa notte da essermi addormentato prima che me la portasse. Mi maledissi in silenzio. Anche se non mi ero scusato per ciò che era successo all'interno della sala studio, lei era ancora preoccupata per me.
Non smettevo di domandarmi perché fossi così arrabbiato. Ora che il vaso di Olivia se n'era andato per sempre, ero consapevole che la mia rabbia non fosse dovuta al fatto della rottura stessa. Mi infastidiva che fosse Nevaeh ad averlo rotto, quando doveva essere Olivia stessa a farlo.
Non mi piaceva la paura che stavo provando. Non mi piaceva perdere il controllo.
I miei occhi si posarono sul computer appoggiato sulla scrivania all'angolo della stanza. Non riuscivo ancora a credere a cosa fosse successo. Avrei dovuto sapere che guardare un porno mi avrebbe soltanto fatto del male.
Presi la cioccolata e ne bevvi un sorso, sospirando. Era buona, ma era ormai diventata fredda. Quanto avevo dormito?
L'orologio appeso alla parete segnava, ormai, mezzogiorno. Cazzo. Avevo saltato il lavoro.
Appoggiai la tazza sul comodino. Nonostante l'avessi bevuta, sapevo che c'era qualcosa che mancava.
Se non mi fossi addormentato prima dell'arrivo di Nevaeh la scorsa notte, avrei potuta averla al mio fianco, anche se per poco.
Non avevo ancora recuperato le energie, però mi sforzai di alzarmi dal letto ed uscire dalla mia stanza.
"Nevaeh?" La chiamai, percorrendo il lungo corridoio.
Sono fottutamente stupido. Non sarebbe apparsa magicamente, dovevo cercarla.
Mentre mi avvicinavo alla sua camera, notai che l'attico era praticamente deserto.
Dove diamine sono tutti? Hanno deciso di andarsene e lasciarmi morire a letto?
Ok. Forse sto esagerando, ma davvero, dove cazzo sono?
Mi fermai di fronte alla camera di Nevaeh. La porta era leggermente aperta ed io mi accigliai.
Non era positivo. Non aveva imparato niente dalla sua esperienza? E se non ci fossi io, in piedi, qui davanti?
Nonostante fossi certo che l'attico fosse sicuro, non potevo non pensare che qualche stronzo -- come la guardia di sicurezza che si era rivelata un maniaco -- la aggredisse. Il solo pensiero mi faceva infuriare.
"Nevaeh?" Bussai alla porta, senza ricevere risposta.
Era andata al campus?
Quando stavo per andarmene, sentii un suono provenire dall'interno della stanza, come se qualcosa fosse caduto sul pavimento di marmo.
"Nevaeh?" La richiamai. Ancora, nessuna risposta.
Sapevo che non dovevo farlo, ma volevo soltanto assicurarmi che andasse tutto bene. Era stata già aggredita in passato, quindi ora ero preoccupato per la sua incolumità. Non potevo evitare di pensare alla possibilità che quello psicopatico la stesse osservando di nascosto.
Era impossibile. Lo stronzo era in prigione, vero? Inoltre, non avrebbe mai potuto irrompere nel mio attico.
Entrai in camera di Nevaeh, guardandomi attorno.
Aspettate. Sono io lo psicopatico, ora? Cazzo.
Sentii il suono dell'acqua provenire dal suo bagno e deglutii.
É lì?
Continuai a camminare, nonostante la vocina nella mia testa mi intimasse di fermarmi. Il mio battito cardiaco aumentò, ma non riuscivo a capire se fosse a causa della mia preoccupazione per lei o per altri motivi. Entrambi, pensai.
Mi sentivo così agitato, da poter udire il mio stesso respiro pesante. Ero pienamente consapevole che mi stavo avvicinando al suo bagno. Potevo sentire il suono dell'acqua scorrere.
Fermo. Cosa diamine stai facendo? Esci subito da qui. Fermati.
Nuovamente, non smisi di avanzare. Il mio corpo non voleva fermarsi, come se stesse cercando di provare qualcosa.
Non dovrei farlo, ma ne sentivo la necessità. Il mio bisogno era così forte da farmi uscire di testa.
Qualcosa che era stato rilegato dentro di me per un tempo inesorabilmente lungo ora si stava ribellando furiosamente, come se fosse stato rilasciato un mostro. Si stava dimenando per liberarsi.
Con il cuore che mi palpitava nel petto, come se stesse bruciando, appoggiai la mano sulla maniglia.
Nuovamente, non aveva chiuso a chiave la porta. Non l'aveva proprio chiusa. Cazzo.
Lentamente, aprii leggermente la porta, trovandomi davanti il box doccia.
Il mio corpo perse un battito. I miei occhi si spalancarono quando vidi Nevaeh farsi la doccia con la schiena rivolta alla porta.
La guardai passarsi la mano tra i capelli bagnati e prendersi il suo tempo per lavarseli. Dalla mia posizione riuscivo a vedere la sua schiena nuda, il suo culo tondo e le sue gambe morbide.
Raggelai sul posto, sentendo il sangue scorrermi nelle vene.
Nevaeh si voltò leggermente ed ora i miei occhi studiarono il suo profilo. Si spostarono sul suo collo mentre lei si allungava, permettendo all'acqua di ricadere sui suoi capelli biondi. Un gemito di sollievo lasciò le sue labbra ed io deglutii nuovamente.
Quella vista mi ipnotizzò tanto da non riuscire più a muovermi. Non volevo. Non volevo che una tale bellezza uscisse dal mio campo visivo. Stavo diventando pazzo.
Nevaeh si mosse di nuovo, facendomi vedere il suo seno. Quello fu il momento in cui distolsi lo sguardo.
Sentii il mio corpo tremare vigorosamente dal desiderio. In quel momento, sapevo di dover andare via, prima di commettere un terribile errore.
Uscii dal bagno e poi dalla sua stanza, il più velocemente possibile. La mia mente era ancora in preda al delirio, mentre ripercorrevo a ritroso il corridoio.
I miei pensieri viaggiavano verso sentieri che non potevo controllare. Strinsi i denti, aumentando il passo.
L'unica cosa a cui riuscivo a pensare era quella di piegare Nevaeh contro il muro della doccia.
Sollevarla e farle allacciare le gambe attorno alla mia vita.
Stringerla tra le mie braccia ed udire i suoi gemiti nelle mie orecchie.
Baciare la sua bellissima pelle del collo, succhiandola.
Cazzo.
Non riuscivo a fermarmi. Non riuscivo ad allontanare la mia mente dal pensare a cosa avrei voluto farle.
Entrai nella mia stanza, dirigendomi dritto in bagno. Avevo bisogno di una doccia. Una doccia fredda.
In tempi record, mi spogliai completamente, entrando in doccia. L'acqua mi bagnò i capelli, il volto ed il corpo. Cadeva con un getto forte, quasi brutale ed io potei sentirla lenire i miei muscoli.
Ma non riuscivo comunque a smettere di pensare a Nevaeh.
I miei pensieri continuarono selvaggiamente, mentre stringevo l'erezione nella mia mano. Mi stavo facendo una fottuta sega, per l'amore del cielo. Non era mai stato così duro.
Era tutto ciò che riuscivo a vedere, nonostante gli occhi chiusi. Era tutto ciò che riuscivo ad udire. Il suo dolce gemito mi rimbombò nelle orecchie e, dannazione, mi immaginai di sentire il mio nome fuoriuscire dalle sue labbra, mentre entravo in lei in maniera veloce e profonda.
Cazzo. Cazzo. Cazzo.
Mi lasciai sfuggire un grugnito, immaginandola stringersi attorno a me ed attirarmi a sé mentre diventavamo un tutt'uno, mentre le davo piacere al punto di farla piangere.
Due anni. Era da due fottuti anni che non ero in grado di provare una simile sensazione.
Ma ora? Ora sentivo di poterla divorare.
Con il suo volto nei miei pensieri, trovai la mia liberazione, venendo con un'enorme scarica di sperma. E non si fermò. Continuò a uscire. Quello era il risultato della bestia che avevo ingabbiato dentro di me per tutto questo tempo.
Nevaeh.
Appoggiai le dita tremanti contro il box doccia, ripensando a ciò che era appena accaduto. Il mio petto si alzava e si abbassava velocemente, mentre appoggiavo la fronte contro le mattonelle fredde.
Cosa mi hai fatto?