Le ore passano in una danza fluida tra conversazioni e movimenti. Il Night Pearl è un vortice di luci colorate e suoni travolgenti, ma ogni volta che i miei occhi si posano su di lei, tutto il resto svanisce. «Alice», come si è presentata, è affascinante. I suoi occhi nocciola brillano sotto la luce soffusa del locale, e mentre parliamo mi accorgo di quanto sia intrigante, persino quando scherza su argomenti banali. La osservo mentre si muove. Le sue spalle sfiorano le mie mentre balliamo, e ogni contatto è come una scarica di elettricità. Il suo vestito bianco avvolge perfettamente le sue curve, ogni volta che si muove sembra che il tessuto scivoli leggero su di lei. I suoi capelli castani sono raccolti, ma qualche ciocca ribelle cade, incorniciandole il viso. Quando i suoi occhi incontrano i miei, per un attimo mi perdo, lasciando che il desiderio si faccia strada.Ogni sorso di whisky mi scalda, ma la vicinanza di lei mi incendia. Le note della musica cambiano ritmo, più lente, più sensuali, e io le prendo la mano, attirandola più vicino a me. Le sue mani sono morbide, e quando le mie scivolano leggere sulle sue spalle, sento un tremito leggero attraversare il suo corpo. Lei non si allontana. Anzi, sembra cercare il contatto, come se anche lei fosse intrappolata nello stesso magnetismo.Mentre balliamo, il nostro respiro si sincronizza, e c'è una tensione palpabile tra di noi. Non abbiamo più bisogno di parole. Quando le sorrido, lei abbassa lo sguardo, e non posso fare a meno di chiedermi cosa stia pensando in questo momento. Mi inclino verso di lei, il profumo delicato che emana si mescola all'aria densa del locale, e le sussurro all'orecchio: «Ti va di continuare la festa da me?».Lei mi guarda per un attimo, un sorriso complice si forma sulle sue labbra, poi annuisce con una leggerezza che rende tutto più eccitante. Mentre usciamo dal locale, sento l'adrenalina crescere. La serata è ancora giovane, e l'aria notturna di Manhattan è fresca contro la pelle. Camminiamo fianco a fianco, la distanza tra noi è minima, le sue dita sfiorano le mie casualmente mentre ci avviciniamo al mio appartamento.L'attesa rende tutto più intenso. Il nostro silenzio non è imbarazzante, ma carico di possibilità. So che sta pensando la stessa cosa che penso io: cosa accadrà quando arriveremo.
Arrivati a casa, le offro un whisky, e lei accetta immediatamente. La guardo mentre si scolano il drink in un solo sorso, e mi rendo conto che sta andando pesante con l'alcol. Ma chi se ne frega, giusto? La situazione è troppo eccitante per preoccuparsi di questo.Le porgo un altro whisky, e lei lo beve con gusto, i suoi occhi nocciola brillano mentre sorride. Non riesco a distogliere lo sguardo da lei. «Ma dove ti ho già vista?» mormoro ad alta voce, più per me stesso che per lei.«Ti ringrazio,» risponde con un sorriso malizioso, e sento un impulso irrefrenabile. È il momento di passare alle cose serie. Senza pensarci troppo, inizio a baciarla. La sua bocca è calda e invitante, e lei ricambia con passione. Siamo entrambi presi dalla frenesia, e il mondo intorno a noi scompare.Con un movimento deciso, le tolgo il vestito, i suoi occhi si allargano per un attimo, ma non oppone resistenza. Inizio a baciarla ovunque, la pelle liscia e calda sotto le mie labbra. Cazzo, è così bagnata, e non posso credere a quanto mi stia eccitando. «Il preservativo?» penso, ma non riesco a trovarlo. «Aspetta un attimo, vado a prenderlo», dico, mentre la mia mente è in un turbine di desiderio e brama. Ma quando torno, non ci posso credere: si è già addormentata. Ma che cazzo! La guardo, incredulo. Domani la voglio fuori dal mio appartamento, eppure non posso ignorare quanto sia sexy e vulnerabile. Aspetta, ma chi diavolo è? No, cazzo. Quella è la ragazza che il mio autista stava mettendo sotto!«Oh mio Dio,» penso, col cuore che batte all'impazzata. Lei abita in quelle zone? Crede di venire nel mio quartiere e rimorchiare qualche ricco? Se lo scorda. Sbuffo, dirigendomi dall'altra parte del letto. Non posso credere che sia finita così. Ma tanto, ci penserò domani.
ERMINA:
Mi sveglio a notte fonda, avvolta da una leggera confusione e da un intenso profumo di whisky. La luce fioca del lampione filtra attraverso le tende, disegnando ombre sul pavimento. Ma dove diavolo sono? Oh cazzo, non ci credo! Ho scopato a casa di questo tipo e non riesco nemmeno a ricordare il suo nome. Un brivido di panico mi percorre la schiena. Le mie mani cercano freneticamente i vestiti sparsi sul pavimento. Sento il cuore battere forte mentre mi rendo conto di quanto ho bevuto. Non avrei mai dovuto esagerare così. Mi alzo lentamente, cercando di non fare rumore. La testa mi gira e ho bisogno di aria fresca. Faccio un passo e il pavimento freddo mi fa sobbalzare. Devo andarmene. Voglio smammare prima che si svegli e scopra che sono un completo disastro. Infilo i pantaloni e la camicetta, ma ho quasi paura di girarmi e guardare questo tipo nel letto. Mi chiedo se stia dormendo come un ghiro o se stia già pensando a come liberarsi di me.Il pensiero di essere scoperta mi fa aumentare il battito cardiaco. Prendo la borsa, ma appena la sollevo, la sua forma familiare mi ricorda che non dovrei nemmeno essere qui. Questo è un appartamento di un estraneo, uno che non so nemmeno se avrei dovuto frequentare. La mia vita è già abbastanza caotica senza che io aggiunga un mistero su chi sia questo tipo.Riesco a muovermi verso la porta con un misto di ansia e adrenalina. La maniglia è fredda e la sensazione mi fa tornare alla realtà. Respiro profondamente, conto fino a tre e la apro lentamente. Il creaking della porta sembra risuonare come un allarme. Spero che non si svegli. Fuori dal suo appartamento, il corridoio è silenzioso, ma il mio cuore batte all'impazzata. Corro verso le scale, i miei passi che echeggiano nel vuoto. Non voglio pensare a quello che è successo. Solo voglio tornare a casa, tornare alla mia vita di merda e dimenticare tutto.Scendo le scale di corsa, desiderando che il mondo si allontani con ogni passo. La brezza fresca della notte mi colpisce in faccia quando finalmente esco. Mi ritrovo in strada, il cielo notturno è punteggiato di stelle, ma io non ho tempo per ammirarlo. Voglio solo tornare nel mio misero appartamento e sepoltarmi nel mio letto. Alzo il colletto della giacca per proteggermi dal freddo e inizio a camminare verso casa. Spero che il tipo non si ricordi nemmeno di me quando si sveglierà. Non so se mi dispiacerebbe o meno. Ma una cosa è certa: non ho mai più intenzione di bere così tanto. Non voglio trovarmi di nuovo in situazioni in cui non so come ci sono arrivata. Finisco per ridere tra me e me. La vita è un casino, e io sono solo una brava ragazza che ha perso il controllo per una notte.Arrivata a casa, afferro la chiave e apro la porta. La mia stanza è buia e silenziosa, e questo è esattamente quello di cui ho bisogno. Scivolo nel letto, le lenzuola fresche contro la mia pelle, e chiudo gli occhi, cercando di dimenticare la notte che ho appena trascorso. Ma un pensiero non riesco a togliermelo dalla testa: chi era quel tipo, e perché le sue labbra erano così familiari? Con la mente ancora affollata di pensieri e immagini di quella notte, mi lascio cullare nel sonno, sperando che al mio risveglio tutto sia solo un brutto sogno.
**Blake:**Il suono insistente della sveglia mi strappa dal sonno profondo. Sbatto le palpebre, cercando di adattarmi alla luce che filtra dalla finestra. Resto sdraiato per un momento, godendomi il calore delle coperte, ma la realtà mi colpisce come un pugno nello stomaco. È giovedì, una lunga giornata di lavoro mi attende e non posso permettermi di perdere tempo. Mi alzo dal letto, un po' intontito, e in un gesto automatico non mi volto per guardare dall'altro lato. Ho bisogno di caffeina. Scendo in cucina e accendo la macchina del caffè, il suo rumore familiare riempie l'aria di un aroma confortante. Mentre aspetto, i pensieri si affollano nella mia mente. La serata con quella ragazza è stata... intensa, ma essersi addormentata mi fa sentire come un idiota. Passano venti minuti e il caffè è pronto. Mi prendo un sorso, bruciandomi leggermente la lingua, ma non me ne frega niente. È ora di sbatterla fuori. Mi rendo conto che sto procrastinando, così rientro nella stanza per affrontare la situazione. Ma quando entro, mi accorgo con stupore che non c'è nessuno. Il letto è sfatto, eppure di lei non c'è traccia. "No? Non ci credo!" esclamo ad alta voce, il disprezzo evidente nella mia voce. Questa stronza ha avuto anche il coraggio di andarsene senza nemmeno un saluto? Non ha nemmeno pensato di lasciare una scusa per non avermi fatto godere fino in fondo? Mi sento umiliato, come se fossi stato un giocattolo per lei. "Ma che razza di oca!" penso tra me e me, furioso. Mi avvio verso il soggiorno, dove il sole inizia a filtrare attraverso le tende. Faccio un respiro profondo, cercando di placare la mia irritazione. La sua assenza mi fa sentire come un coglione, e l'idea di averla lasciata entrare nel mio appartamento senza nemmeno sapere chi fosse mi fa incazzare ancora di più. Mi vesto in fretta, l'ufficio mi aspetta e ho bisogno di distrarmi da questa faccenda. Non posso permettermi di pensare a una ragazza che non ricordo nemmeno. Mentre mi allaccio la cravatta, cerco di scacciare quel pensiero dalla mente. La vita è piena di distrazioni e, di certo, non mi mancherà il lavoro oggi.Esco di casa, la mia mente è concentrata sulle riunioni che mi aspettano. La mattina è fresca e frizzante, ma l'aria non riesce a rinfrescarmi dal senso di irritazione. Salgo in auto e mi dirigo verso l'ufficio, le strade si affollano di gente che si affretta, proprio come me. Arrivato in ufficio, la mia segretaria, Emily, mi saluta con un sorriso. Non riesco a sopportare il suo ottimismo. "Buongiorno, Blake! Pronto per una nuova giornata?" mi chiede, ma non ho voglia di rispondere. Faccio un cenno e mi dirigo verso il mio ufficio.Appena entro, un'ondata di lavoro mi travolge. I report da esaminare, le email da rispondere e le riunioni in programma. Ma la mia mente continua a tornare a quella notte. Come ha potuto lasciare il mio appartamento senza nemmeno un messaggio? Quella ragazza era solo un'avventura, eppure il suo comportamento mi ha lasciato un senso di frustrazione. Il mio assistente mi interrompe, portandomi la prima serie di documenti. "Ecco i dati che hai richiesto, Blake," dice, e io lo guardo distrattamente, cercando di concentrarmi. Ma la mia mente è ancora altrove. Chi era realmente quella ragazza? Cosa ci faceva nel mio appartamento? Cerco di mettere da parte i pensieri mentre mi immergo nel lavoro. Ma non posso fare a meno di sentire che la mia vita sta per diventare più complicata. La mattinata scorre lentamente, tra una riunione e l'altra, e ogni volta che qualcuno menziona "lavoro" mi sento sempre più distante, come se fossi in un altro mondo. Eppure, un pensiero persiste: non è finita qui. Non può finire così.