- Allora, come è andata con Seto? - chiese improvvisamente Tea, passeggiando tra le vie del centro.
- Ho ottenuto la collaborazione! - esclamò entusiasta l'amica, raccontandole sommariamente come si era svolto e accennando al suo primo incontro con Seto da bambini.
- E? - cercò di incalzarla.
- E... cosa? Lunedì firmeremo il contratto – affermò Shyla non capendo dove Tea volesse andare a parare.
- Lo sai a cosa mi riferisco, stando a quello che mi hai raccontato, Seto deve avere una cotta per te -
- Tea! - la rimproverò Shyla- non credo proprio, e poi io lo vedo solo come un amico. Penso che valga la stessa cosa per lui - replicò alzando le spalle.
- Sarà, ma a me sembra che ti tratti in modo diverso, anche se devo verificare di persona - puntualizzò, facendole l'occhiolino.
- Mi è venuto un dubbio però: come mai tuo padre si era messo in affari con Gozaburo Kaiba? – le chiese curiosa Tea - non sapeva che tipo di persona fosse? -
- Purtroppo mio padre era stato imbrogliato. Gozaburo gli aveva rivelato che voleva smettere con il traffico delle armi e che gli servivano fondi per la riconversione dell'apparato produttivo, per questo fu organizzato quel party. Il giorno dopo a mio padre giunse una soffiata sulle losche intenzioni di Gozaburo, e cioè che voleva usare i soldi raccolti per comprare diversi capannoni per ampliare il mercato delle armi. Fece quindi in tempo a bloccare il trasferimento del ricavato a quel schifoso verme, devolvendolo tutto in beneficenza -
- Capisco, ho sempre saputo che tuo padre è una persona buona - commentò Tea.
- Piuttosto... e che mi dici di te? C'è nessuno in particolare? - le sorrise l'amica maliziosa.
- Assolutamente no! - rispose tutta rossa in volto.
- Il colore della tua faccia suggerisce qualcos'altro - la punzecchiò Shyla - ho notato che quando il faraone prende la parola sussulti sempre -
- Ma non è vero! -
- Dillo alla tua faccia che in questo momento sembra un pomodoro maturo - la scherzò toccandola con il gomito. Era contenta che la sua amica avesse un interesse verso qualcuno, eppure non poteva fare a meno di avvertire una strana sensazione di fastidio, quasi di gelosia. Cestinò quell'impressione, attribuendo la colpa del suo improvviso stato emotivo allo stress accumulato, anche se sapeva che non poteva ignorare la strana sensazione di familiarità ogni volta che il faraone prendeva la parola. Parlare con lui era... facile, come se lo conoscesse da una vita.
- Posso farti una domanda? – chiese poi improvvisamente seria, lasciando cadere il discorso di poco prima - il faraone non ricorda davvero quasi niente del suo passato? -
- Se consideri che non si ricorda nemmeno il suo vero nome...- commentò Tea triste - come mai questa domanda? - domandò curiosa.
- Lascia stare, non è importante - la liquidò Shyla.
Quella notte Shyla si coricò presto. Aveva bisogno di riflettere... il nuovo lavoro, il racconto di Tea... Era strano ma una parte di lei sapeva che poteva affrontare ciò che stava succedendo, mentre un'altra ne era spaventata, anzi terrorizzata. Sapeva che scavare a fondo della questione era tanto importante quanto estremamente doloroso.
Si sdraiò sul letto sbuffando, Kuriboh le si accucciò accanto e lei cominciò ad accarezzarlo distrattamente, finché crollò vinta dal sonno.
- Che posto magnifico - mormorò estasiata ai bordi di un fiume, immersa nel verde lussureggiante.
- Aspettami!! - gridò una vivace bimba di 5 anni dai capelli castano chiaro, sorpassando Shyla e rincorrendo lungo la sponda del fiume un bambino con una lunga tunica bianca, retta in vita da una striscia di velluto blu.
La bambina, non prestando attenzione ad una buca, finì per cadere in terra sbucciandosi le ginocchia.
Shyla le corse incontro chiedendo se avesse bisogno di aiuto, ma la bambina continuava a tenere la testa china e non sembrava né vederla né sentirla. In suo aiuto accorse l'amico, o così immaginava che fosse.
Quando si avvicinò, lo osservò meglio: aveva gli occhi color ametista e una strana capigliatura che le ricordava qualcuno, ma in quel momento era come se i suoi ricordi fossero stati congelati.
- Ti sei fatta male? - chiese preoccupato il bambino.
- No, mi sono solo sbucciata - rispose lei sorridendo, facendo finta che non le dolesse.
Non appena la bambina alzò il viso, Shyla rimase di sasso... assomigliava a lei!
- Dai vieni ti porto in spalletta a casa - propose caricandola sulla schiena.
Shyla si svegliò di soprassalto. Cos'era stato? Un sogno? Quel bambino sembrava... no, non era possibile.
Aveva una certa somiglianza con Yugi, ma aveva la pelle ambrata, e poi c'era quella bambina identica a lei... solo con una carnagione differente.
E perché il cuore batteva all'impazzata? Ma soprattutto, cos'era quella sensazione di terrore che le stava stringendo il cuore in una morsa senza motivo?
Anche Kuriboh si svegliò e sfregò la testolina contro il braccio di Shyla per cercare di calmarla.
Andrà tutto bene, le comunicò con il pensiero.
Lei lo prese e lo strinse tra le braccia, mentre il battito del cuore tornava regolare.
In questo breve capitolo vediamo Tea che si comporta come farebbe qualunque amica: indagare sul rapporto che lega Shyla a Seto. Lui sarà davvero interessato a lei in senso amoroso?
E visto che la nostra protagonista non può stare tranquilla neanche quando dorme, ecco che si sveglia sull'orlo di un attacco di panico. Come mai tutte queste strane sensazioni?