Folly Beach. Attrazione Divina

By MartinaSchiavo18

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"Ciao, principessa. Ti sono mancato?" "Direi proprio di no. E non chiamarmi in quel modo." "Sai, principessa... More

Annuncio/ Avvertenze 💥
Cast 😌
Prologo
Capitolo Due
Capitolo Uno
Capitolo Tre
Capitolo Quattro
Capitolo Cinque
Capitolo Sei
Capitolo Sette
Capitolo Otto
Capitolo Nove
Capitolo Undici
Capitolo Dodici
Capitolo Tredici
Capitolo Quattordici
Capitolo Quindici
Capitolo Sedici
Capitolo Diciassette
Capitolo Diciotto
Capitolo Diciannove
Capitolo Venti
Capitolo Ventuno
Capitolo Ventidue
Capitolo Ventitre
Capitolo Ventiquattro
Capitolo Venticinque
Capitolo Ventisei
Capitolo Ventisette
Capitolo Ventotto
Capitolo Ventinove
Capitolo Trenta
Capitolo Trentuno
Capitolo Trentadue
Capitolo Trentatre
Capitolo Trentaquattro
Capitolo Trentacinque
Capitolo Trentasei
Capitolo Trentasette
Capitolo Trentotto
Capitolo Trentanove
Capitolo Quaranta
Capitolo Quarantuno
Epilogo

Capitolo Dieci

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By MartinaSchiavo18

In un posto pieno di figli di papà che si curavano solo delle apparenze, il divertimento stava nel saper leggere dietro le righe, tra gli sguardi pieni di peccato che ognuno di loro lanciava nella speranza che nessuno li notasse.

Io però ero sempre stato un ottimo osservatore, facevo il coglione per dissimulare la mia capacità di guardare oltre. E siccome dovevo distrarmi dai problemi che mi ero lasciato alle spalle a Los Angeles, ma che a quanto sembravano volermi seguire, e mi annoiavo con molta facilità, avevo deciso di svelare ogni più piccolo segreto di quel gruppo di amici.

Per questo fu per me facile notare come Adam guardava la biondina, Jade, il modo in cui la provocava non aveva niente a che fare con il suo approccio con le altre ragazze, anche se a un osservatore poco attento poteva sembrava che il mio amico facesse l’idiota con lei esattamente come con tutte le altre. In realtà Adam si tratteneva, ed era questo che rendeva diverso il suo approccio con Jade.

C’era però una cosa che non riuscivo proprio a capire: perché mi aveva detto di stare lontano anche dalla principessina mora, e soprattutto perché, nonostante fosse perso per Jade, non mancava mai di lanciare un’occhiata a Astlyr. Proprio in quel momento, mentre era in acqua con noi, un’ombra sembrò offuscare i suoi occhi già scuri osservando lei che parlava con quel damerino di Nate.

«Tutto bene?» chiesi cogliendolo in fragrante.

Lui sembrò ridestarsi. «Sì, certo» dissimulò facilmente.

Ma io non avevo intenzione di mollare. «Forse dovrei dimostrare a quel figlio di papà come soddisfare una principessina.» Speravo che provocandolo lui mi rivelasse qualcosa.

Il mio amico si voltò a guardarmi e assottigliò lo sguardo come se mi volesse incenerire. «Ti ho già detto di stare lontano da Astlyr, Elijah, non farmelo ripetere.» Il suo tono secco non ammetteva repliche, ma io continuai.

«Sei indeciso tra la bionda e la mora?» gli sussurrai così che solo lui potesse sentirmi.

Adam sgranò gli occhi come se avessi appena bestemmiato e si guardò intorno, forse per accettarsi che nessuno mi avesse sentito. «Ma che cazzo dici?» Si innervosì subito, e questo non fece altro che aumentare la mia curiosità.

«E allora perché ti scaldi così?» lo provocai.

Lui mi spinse via. «Smettila di fare il coglione, El, non sai di cosa parli.»

E, detto questo si allontanò da me. Il suo atteggiamento era strano, come se ci fosse qualcosa di grosso dietro e che il pensiero che uscisse fuori lo terrorizzasse.

Così, non contento, approfittai del momento in cui Nate si allontanò da Astlyr per andare a disturbare proprio lei.

«La principessa è rimasta da sola?» esordii avvicinandomi a lei più del necessario.

Astlyr non indietreggiò, mi puntò i suoi occhi neri come una notte senza stelle addosso. «Non deve esserti rimasto nemmeno un neurone, altrimenti avresti già capito che non devi rivolgermi la parola.»

Sbuffai una risata. «Non capisco perché tutto questo astio, principessina, non può essere solo perché ti ho rubato il taxi, che poi avevo prenotato prima io.»

Lei mi puntò un indice contro, non si faceva problemi a contrastarmi. «Primo, potevi benissimo condividerlo, secondo non è quello il motivo.»

«E quale sarebbe, Mulan, illuminami.» Incrociai le braccia al petto e attesi.

Lei ignorò il soprannome che le avevo affibbiato e che le calzava a pennello e ribatté decisa, io dovetti sforzarmi di restare con gli occhi fissi sul suo viso e non squadrare quel corpo coperto solo dal bichini che avrebbe fatto girare la testa a chiunque.

«Ogni volta che tu o quel Blake siete in una foto di Adam, non manca uno spinello» disse l’ultima parola a voce più bassa, come se fosse una parolaccia. «E io odio la droga.»

«La droga» la canzonai. «Non credi di esagerare?»

Era veramente quello il suo problema? E poi sicuramente, considerando quello di cui ci facevamo io, Adam e Blake, l’erba doveva essere l’ultimo dei suoi pensieri.

«Adam parla sempre troppo, e invece di voi non dice mai niente, questo mi porta a pensare che non siete una buona compagnia.» Mi squadrò dall’alto in basso con un’espressione imperscrutabile.

Come dicevo, ero molto bravo a captare le intenzioni altrui, ma gli occhi di quella ragazza erano un pozzo nero senza fondo, impossibile da leggere. Mi sentii un po’ a disagio sotto quella ispezione, tanto che mi schiarii la gola e cambiai argomento. «Anche Adam parla poco di te» la incalzai. «Ed è strano, perché delle altre ragazze parla veramente tanto…»

Un luccichio che non riuscii a decifrare illuminò le sue iridi, ma era comunque una reazione.

«Stai fuori da cose che non ti riguardano, troglodita.» Se ne andò via senza darmi il tempo di replicare.

C’era qualche segreto grosso in quella storia, ormai ne ero convinto, e curioso com’ero, non mi sarei dato pace fino a quando non lo avessi scoperto.

Quel troglodita non faceva altro che girarmi intorno, sembrava che volesse ficcare il suo naso perfetto intorno a cose che non lo riguardavano.

Mulan. Avevo perfettamente sentito come mi aveva chiamato, ma lo avevo ignorato. Non doveva sapere che fosse il mio cartone animato preferito, così come era anche per me un esempio da seguire nella vita di tutti i giorni.

«Ast!» mi sentii chiamare e fermai la mia corsa verso casa.

Nate mi stava raggiungendo, aveva indossato la camicia sul pantaloncino del costume, ma l’aveva lasciata aperta e così potei bearmi del tuo fisico asciutto e perfetto.

«Vai via?» mi domandò fermandosi a un passo da me.

«Sì…» mi limitai a rispondere, perché non volevo in alcun modo spiegare che le domande di quell’Elijah mi avevano messa a disagio.

Vidi Nate deglutire, portare lo sguardo verso la spiaggia che avevamo appena lasciato e poi verso il basso.

«Che succede, Nate?» Mi avvicinai a lui e gli accarezzai il braccio scoperto.

«Lo so che non posso permettermi di essere…» sembrò soppesare la prossima parola. «Geloso… Ma proprio non mi va che ti giri intorno.»

Il mio cuore saltò un battito, lasciai il braccio di Nate come se avessi preso la scossa, il mio stomaco si contorse, colpito da emozioni contrastanti. Il fatto che Nate fosse geloso di me, mi faceva venire voglia di sorridere, ma subito pensai a Adam, che non faceva altro che ronzarmi intorno e che prima o poi avrebbe fatto capire ciò che era successo l’estate precedente.

«Nate…» provai a parlare, ma non sapevo cosa dire perché non volevo sbilanciarmi.

«Lo so» mi interruppe lui portando i suoi occhi finalmente su di me. «È stupido comportarmi così, mi sono esposto solo ieri sera con te e non posso pretendere nulla, tu sei libera.»

Sorrisi e senza pensare gli gettai le braccia al collo, i nostri visi erano a un centimetro di distanza e il mio cuore rischiava di uscire dalla cassa toracica. «Speravo di non esserlo in realtà.» Mi morsi il labbro inferiore e a Nate non sfuggì quel particolare perché fece scendere lo sguardo proprio lì per poi riportarlo sui miei occhi.

«Lo so che è presto, e voglio andarci piano» sottolineai senza lasciarlo andare, e lui mise le sue mani sui miei fianchi avvicinandomi ancora un po’. «Ma per quanto mi riguarda non voglio girarci intorno.»

Ho aspettato anche troppo. Ma quello lo tenni per me.

«Dici che è strano?» lo spronai a dire la sua perché quel silenzio mi stava uccidendo.

Lui scosse la testa e i nostri nasi si sfiorarono. «Dico che sono un ragazzo molto fortunato e speravo che tu la pensassi come me.» Quelle parole mi causarono uno sfarfallio nello stomaco. «Voglio che tu sia la mia ragazza, Ast.»

«Lo sono, Nate.» E senza pensarci oltre mi appropriai delle sue labbra.

Fu un bacio lento e dolce che rischiò di sciogliermi.

Quando ci staccammo, Nate attorcigliò un ciuffo dei miei capelli nel dito. «Quindi non mi prendi per folle se ti dico che sono geloso di quell’Elijah?» pronunciò quel nome come se fosse una parolaccia.

«Elijah?» domandai aggrottando le sopracciglia.

Non si stava quindi riferendo a Adam prima?

Tentai di non far vedere il mio sollievo.

«Nate» scossi la testa divertita. «Non devi preoccuparti minimamente di quel troglodita, non lo guarderei neanche se fosse l’ultimo uomo sulla faccia della Terra.»

Nate sembrò rassicurato dalle mie parole, mi baciò ancora e poi con le mani intrecciate tornammo verso casa.

Spazio autrice ✨

Certo, Astlyr, ricorderemo queste tue parole 🌚

Fatemi sapere cosa ne pensate del capitolo e se vi è piaciuto lasciate una stellina ✨

Ci vediamo lunedì prossimo con Folly Beach 😎

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