Quel che resta intatto lo ded...

By Jessybb4-1

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Rachel ha una vita perfetta, ha avuto un'infanzia felice ed ora ha il lavoro dei propri sogni e il ragazzo pe... More

Introduzione
Capitolo 1
Capitolo 2
Capitolo 3
Capitolo 4
Capitolo 5
Capitolo 6
Capitolo 7
Capitolo 8
Capitolo 9
Capitolo 10
Capitolo 11
Capitolo 12
Capitolo 13
Capitolo 14
Capitolo 15
Capitolo 16
Capitolo 17
Capitolo 18
Capitolo 19
Capitolo 20
Capitolo 21
Capitolo 22
Capitolo 23
Capitolo 24
Capitolo 25
Capitolo 27

Capitolo 26

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By Jessybb4-1

Rachel's pov

Ero in salotto, mi stavo guardando un film prima di ritornare a lavoro quel giorno.

Sentii una melodia provenire dalla stanza del pianoforte.
Misi in pausa il film e mi accostai davanti a quella porta.

"So che non dovresti sentirti distrutta, fa male vederti rassegnata e sconfitta."
Niccolò iniziò a cantare, stava quasi sussurrando quelle parole.
Sorrisi leggermente a quella frase.

"Il rischio era questo, vederci annientati, dal tempo e dai sogni che tanto volevi."
Continuò a sussurrare.

Come era successo la sera prima, distrutta da un sogno impossibile da realizzare.

"Io non ho principi non ho religione, a volte mi pento ma non cerco ragione." Continuò.

Io entrai nella stanza e silenziosamente mi sedetti accanto a lui.

"Le storie hanno un senso, finché non ti siedi." Disse girando la testa verso di me e guardandomi negli occhi.

"Ed occhi negli occhi ti guardi e non vedi."

Lui sorrise leggermente e io posai la testa sulla sua spalla guardando le sue dita che accarezzavano i tasti del pianoforte con la delicatezza più assoluta.

"Voglio starmene fermo.
Fermo.
Ti prego lasciami fermo.
Fermo.
Come il cielo che è fermo, fermo."

Continuò ad accarezzare i tasti componendo una melodia dolce e rilassante.

"Non hai sentimenti mi accusi di questo, ma io non sono quello che scrivo in un testo. La musica esce ma non mi descrive, io creo una canzone ma lei è vita che vive.
Non siamo più sogno e nemmeno passione
Ci siamo poggiati come sul prato le rose.
Io resto sconfitto, fa niente per questo ma ho solo bisogno di starmene fermo..."

Continuò a cantare ed io ero rimasta incantata.

Quando finì la canzone mi guardò.

"Sono riuscita a finirla questa notte." Disse sorridendo.
"Ho iniziato a scriverla qualche mese fa, ma non sapevo come farla iniziare."
"Sono la tua musa quindi?" Chiesi io divertita.
"Probabilmente." Disse.

Sorrisi e lo baciai.

[...]

"Ciao Rachel! Sei tornata, ti senti meglio?" Mi chiese una mia collega.
"Si, molto meglio."
"Bene, ti abbiamo assegnato una nuova ragazza da seguire, le abbiamo assegnato la lezione dalle 17 alle 18."
"Bene, grazie Anna."
Entrai nella mia aula, tolsi la custodia dal pianoforte e per riscaldarmi suonai qualche scala.
Pochi minuti dopo Alessandro entrò dalla porta e mi salutò con un abbraccio.
"Sei tornata!" Esclamò lui felice.
"Si, sono tornata, e visto che abbiamo saltato tante lezioni mettiamoci a suonare." Dissi io sorridendogli a mia volta.

Arrivai all'ultima lezione della giornata, e appena scoccate le 17 qualcuno bussò alla porta.

"Avanti." Dissi gentilmente.

"Devi essere Beatrice, giusto?"
Dissi appena vidi la minuta ragazza entrare nella stanza.
"Si." Disse timidamente.
"Bene. Vieni pure, non ho mai mangiato nessuno." Dissi ironicamente.

Prima di tutto mi presentai e lei fece lo stesso e poi ci sedemmo al pianoforte. 

"Allora, quali sono le ultime cose che hai fatto?" Chiesi.

Cercai di capire a che livello fosse visto che non aveva libri o spartiti con se.

Gli misi uno spartito abbastanza facile da suonare davanti e lei iniziò.

"L'impostazione delle mani è buona, solo che c'è troppa tensione, dovremmo cominciare con qualche scala e magari con qualche brano simpatico per ammorbidire il polso." Dissi spiegandole a grandi linee cosa sarebbe stato il programma per un po'.

"Ok." Disse lei timidamente.

"In che classe vai?" Chiesi giusto per conoscerla un po' e instaurare un rapporto meno serioso.
"Vado in seconda media." Disse lei.
"Quindi sei grandicella dai." Dissi.
"Si." Rispose secca.

Non sapevo come alleggerire quella tensione che c'era nell'aria.
Mentre cercavo una soluzione le lancette dell'orologio riempivano la stanza del loro rumore assordante.
La ragazza si alzò dallo sgabello e iniziò a guardarsi intorno.

Si avvicinò sul divanetto in cui avevo appoggiato la mia borsa aperta da cui spiccava un CD.

"Ti piace Ultimo?" Mi chiese.
"Beh... si." Dissi sorridendo leggermente.
"Sembra quasi ovvio da come lo hai detto." Disse lei sorridendo a sua volta.
"Beh diciamo che per me Ultimo è un grande artista e credo che ogni persona sappia nel profondo che lo è veramente." Dissi.
"Hai ragione. È veramente un grande, è uno dei miei cantanti preferiti." Disse.

Il mio cellulare vibrò nelle tasche dei jeans.
Lo tirai fuori e guardai il nome scritto sopra lo schermo.
Il diretto interessato della conversazione mi stava proprio chiamando in quel momento, e sapeva benissimo che a lavoro non poteva chiamarmi e che non gli avrei risposto, ma appunto perché lo sapeva pensai fosse una cosa grave.
"Puoi scusarmi un attimo Beatrice?" Chiesi alla ragazza alzandomi dalla sedia vicino al pianoforte.
Lei annuì.

"Ciao." Dissi dopo aver risposto alla chiamata.
"So che sei a lavoro, e che sicuramente ti ho allarmata." Disse lui ridacchiando.
"Come lo hai capito?" Chiesi.
"Hai il tono di voce del 'che cazzo è successo stavolta?' " disse.
"Si, ho quel tono di voce, però Nic sto facendo lezione, che succede?" Chiesi.
"Ti vengo a prendere io che voglio portarti a cena piccola fata." Disse.
"E mi hai chiamata solo per dirmi che vuoi portarmi a cena nel bel mezzo del lavoro?" Chiesi.
"E che ti vengo a prendere io." Disse.
"Sei incorreggibile." Dissi scuotendo la testa guardando verso l'alto e roteando gli occhi.
"Ci vediamo dopo amore." E poi chiuse la chiamata.

Come poteva con una sola parola sciogliermi?
Che potere maligno era?

"Scusami Bea." Dissi posando il telefono in tasca.
"Niente, tranquilla." Disse sorridendo.
"Che dici se iniziamo a fare un po' di scale?" Gli chiesi.
Lei annuì e si avvicinò al pianoforte.
Cercai uno spartito nel mio porta listini e appena lo trovai lo misi sul leggio del pianoforte.

"Ok, proviamoci con calma." Dissi.

La lezione passò in fretta e le assegnai anche qualche brano.
"Bene, allora ci vediamo settimana prossima."

Nel mentre Beatrice stava preparando le sue cosa qualcuno bussò alla porta.

"Forse è mia madre." Disse lei guardando l'orologio appeso nel fondo della stanza.

Avevamo prolungato la lezione di qualche minuto, sicuramente sua madre si era allarmata.

"Avanti." Dissi avvicinandomi alla porta.
La porta si aprì.
"Ciao amore." La figura di Niccolò era subito dietro alla porta.
"Oh, ciao." Dissi sorpresa.
"Non dovevi aspettarmi in macchina?" Chiesi.
"Non arrivavi più." Disse lui.

La ragazza accanto a me era rimasta paralizzata.
Per un millesimo di secondo mi chiesi anche il perché, poi realizzai che il mio fidanzato si chiamava Niccolò Moriconi ed era un cantautore famoso.

"Oh, giusto. Nic lei è Beatrice." Dissi.
"Ciao." Disse lui gentilmente.

Lei corse verso di lui e lo abbracciò.
Io sorrisi a quella scena.
Niccolò rimase un attimo immobile a quel gesto impulsivo poi ricambiò l'abbraccio.

Beatrice si staccò dall'abbraccio e mi guardò.
"Sei fidanzata con Ultimo, non ci posso credere." Disse lei.
"Beh... sorpresa." Dissi ridendo leggermente.
"Sei una mia grande fan?" Chiese Nic.
"Tu non sai quanto!" Disse.
"Mi fa piacere, credo che ci vedremo a volte." Disse lui sorridendogli.
"Oh lo spero! Sei veramente un grande artista e autore, ti stimo moltissimo." Disse.
"Oh beh, grazie." Disse.
"Meglio che vada. Ci vediamo settimana prossima." Disse.
"Ciao." Dissi.
"Ciao." Disse poi Niccolò.

Beatrice uscì dalla stanza e ci lasciò soli.

"Che cara."
"Si veramente." Dissi.
"Allora, pronta per la sorpresa?" Mi chiese.
"Si!" Esclamai.
"Bene, ho sistemato tutto in macchina, andiamo." Disse prendendo la mia borsa al posto mio e porgendomi il cappotto.
"Oh ma che gentile." ridacchiai.

Uscimmo dal conservatorio e salimmo in macchina.

"Dove mi porti?" chiesi.
"Non sarebbe più una sorpresa se te lo dicessi." disse.
"Non sarebbe più una sorpresa se te lo dicessi." ripetei cercando di imitare la sua voce.
"Sei proprio una bambina." rise.

"Quanto manca?" chiesi appena mise in moto la macchina.
"A parte il fatto che ho appena acceso la macchina, però ci vorrà più o meno un'oretta per arrivare." disse.
"Uffa..." brontolai.
"Abbi pazienza, ti piacerà."

_______________________________

Angolo autrice 🗝️🪐

Buonasera!

Come state? Finalmente sono tornata dopo un po'.

Ho avuto problemi con Wattpad e ho avuto anche molti impegni, ma con questo capitolo, spero di continuare ad avere un ritmo stabile.

Capitolo un po' di passaggio, niente di nuovo o troppo entusiasmante diciamo, ma piano piano ci avvicineremo a dei capitoli molto interessanti.

Un grande abbraccio. <3

-Jessica



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