Da quella notte, il rapporto tra me e Zoe si è fatto sempre più strano.
Ha iniziato a venire all'Ultra in modo molto più sporadico, soprattutto negli orari di punta in cui il locale è affollato e non posso dedicarle il tempo che vorrei. E quando le scrivo un messaggio per chiederle di scendere, mi risponde con qualche scusa "dolori da ciclo, sorry" o "ho troppo da studiare :("
Sono convinta che si senta in imbarazzo. E un po' la capisco, perché anche io mi sento come se avessimo scopato, anche se non è effettivamente successo. Ovviamente, nessuna delle due ha mai menzionato quella chiamata.
Sicuramente adesso sono consapevole del fatto che sia attratta da me, almeno un minimo. Perché dai, la tensione sessuale tra noi è innegabile.
Parlarne con Jonah mi aiuta a sfogare i miei pensieri, naturalmente senza fare riferimento alla sua doppia identità e lavoro segreto. Perché va bene che a Jonah confido tutto, ma non mi permetterei mai di dire i fatti personali di Zoe ad altri. Nei miei racconti, ometto quel piccolo dettaglio.
Stasera il locale è particolarmente pieno, essendo sabato, e sto servendo un Mojito a un cliente quando vedo entrare Zoe con un ragazzo al suo fianco.
Accidentalmente, verso il contenuto del drink sul bancone. La vista di Zoe dopo tanto tempo mi rallegra, ma sapere che è venuta qui con qualcun altro mi manda in bestia.
Mi scuso con il cliente per aver rovesciato il suo Mojito, e pulisco in fretta il tavolo mentre i miei occhi non fanno che fissare i due nuovi arrivati.
Lui è notevolmente più alto di lei, ha i capelli neri e scompigliati che continua a spettinarsi con le mani. Ha il viso allungato e ben definito. È muscoloso e i suoi bicipiti stanno stretti nella camicia nera aderente, leggermente sbottonata. Ha l'aspetto del classico ragazzo che fa innamorare tutte nei libri.
Riconosco che sia un bel ragazzo, e questo mi infastidisce particolarmente. E la cosa che mi fa ancora più rabbia è che Zoe non mi rivolge neanche uno sguardo.
I due si siedono a un tavolo, e io ne approfitto per avvicinarmi a loro.
"Buonasera, cosa vi porto?" Faccio finta di non conoscerla mentre prendo le ordinazioni.
"Per me un Gin Tonic." Risponde lei, ma già lo sapevo.
"E per il tuo fidanzato?" Chiedo io, rivolgendo un'occhiata al ragazzo. Non la guardo, ma sento i suoi occhi puntati su di me.
"Un Negroni, grazie." Tosto. E il fatto che non abbia battuto ciglio al sentire la parola fidanzato mi allarma leggermente.
Quando mi giro per tornare al bancone, sento una rabbia incontrollata che mi ribolle nella gola. So di non avere il diritto di essere gelosa, ma non riesco a pensare razionalmente.
Jonah nota che c'è qualcosa che non va, e mi chiede se preferisco che ci pensi lui. Nego con la testa. Ci penso io.
Per tutta la serata, li osservo dalla mia postazione di lavoro con uno sguardo velenoso. Lei le tocca la mano, i loro piedi sotto il tavolo si sfiorano, il braccio di lui circonda la sedia di lei, sono troppo vicini.
Quando la vedo alzarsi per andare in bagno, prontamente faccio cenno a Jonah che torno subito, e la raggiungo.
Sento il rumore dello sciacquone tirare da una delle toilette. Quando apre la porta, siamo l'una di fronte all'altra, e mi guarda alzando un sopracciglio. Cammino verso di lei facendola indietreggiare, entriamo entrambe nel bagno e chiudo a chiave. Lo spazio è ristretto ed occupato per lo più dal gabinetto. Siamo particolarmente vicine.
"Sei gelosa?" Fa un mezzo sorrisetto, mentre appoggia delicatamente le spalle al muro.
Sembra che lo faccia apposta, come se fosse un gioco.
Avanzo verso di lei ancora di più, i nostri seni si toccano appena. Appoggio un braccio sulla parete dietro di lei, voglio provocarla.
"Dovrei?" Chiedo, guardandola intensamente.
"Forse." La sua risposta mi agita ma non lo do a vedere. "Oscar è.." Continua lei ma la interrompo prima che finisca.
"Ah, Oscar." Rido. Non so cosa ci sia da ridere, è più un risolino nervoso. Oscar.
"Sei gelosa." Adesso non è più una domanda ma un'affermazione.
Posiziono anche l'altra mano sul muro in modo che lei sia incastrata tra le mie braccia, senza però toccarla. Mi chino leggermente e avvicino il mio viso al suo.
Le mie labbra accarezzano il suo orecchio, e garbatamente passo la lingua sul suo lobo. Poi, sempre in direzione del suo orecchio, sussurro: "Lui ti fa eccitare così?"
Zoe sospira. "Tu non mi fai eccitare." Bugiarda.
Indossa una gonna e ha le gambe leggermente divaricate.
Avvicino il mio ginocchio nella sua apertura. Lentamente, dolcemente, sensualmente. Sento la sua coscia a contatto con la mia pelle, e poi la mia gamba prosegue il suo movimento sempre più un alto.
Quando sfioro le sue mutande, trattiene il respiro.
Avverto la sua voglia di creare attrito, di sfregarsi sul mio ginocchio. Ma non lo faccio. Voglio che il desiderio rimanga tale.
Sebbene la mia coscia stia toccando la sua intimità solo di striscio, percepisco il suo calore, è umida.
È eccitata.
"Il tuo corpo mi dice il contrario."
Zoe si stacca dalla mia presa e prima di uscire dal bagno mi lancia un'ultima occhiata sfuggente. A quanto pare svignarsela nei momenti più piccanti è la sua specialità, e lascia bagnate e insoddisfatte sia me che lei stessa.
Quando torno dietro il bancone, noto che l'atmosfera in sala è cambiata. Il dj ha messo della musica movimentata, e la maggior parte dei clienti adesso si alzano dai tavoli per ballare. Tra di essi anche Zoe e Oscar.
Zoe si muove eroticamente a contatto con i suoi fianchi, e lui le cinge le mani intorno alla vita. Ballano in sintonia, in modo sensuale.
Cerco di osservarli il meno possibile, la loro visione mi disturba. Al posto di Oscar dovrei esserci io. Tuttavia, in un modo o nell'altro il mio sguardo si posa sempre su di loro. Sui suoi movimenti, il suo corpo, il suo fondoschiena.
Mi distraggo per qualche minuto preparando un cocktail, e quando torno a cercare la sua sagoma in pista, rimango perplessa da ciò che vedo.
Zoe sta baciando Oscar.
Non è un bacino dolce o leggero. No. È un bacio spinto e affamato, intravedo la sua lingua che si muove nella bocca di lui da diversi metri di distanza.
Prendo un grosso sorso dal drink che ho appena versato nel bicchiere, ingoiando più della metà del suo contenuto in una sola volta.
Ciò che vedo non mi piace ma non riesco a smettere di esaminarli.
Poi, Zoe apre gli occhi. Ma non guarda lui. Guarda me, che sono dietro di lei a più di due metri.
Continua ad aprire e chiudere la bocca mentre le loro lingue si studiano. Il suo sguardo è penetrante e profondo, mi consuma. Ho il corpo in fiamme.
Per non so quanti minuti, lei guarda me e io guardo lei.
Dopodiché, Oscar si stacca dal bacio per dirle una cosa all'orecchio. Zoe è costretta a interrompere il nostro intenso gioco di sguardi. E poi, li vedo uscire dal locale mano per la mano.
Nota dell'autore:
Ecco a voi Oscar.