Dahlia (Antinori's Series #1)

By GovernatorePacifico

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🥇 RINASCERE 🏅#37 su 5.000 DRAMMATICO 🏅#13 NUOVAVITA Antinori's series #1 Francesco Antinori, giovane avvo... More

Presentazione e Cast
Capitolo 1
Capitolo 2
Capitolo 3
Capitolo 4
Capitolo 5
Capitolo 6
Capitolo 7
Capitolo 8
Capitolo 9
Capitolo 10
Capitolo 11
Capitolo 12
Capitolo 13
Capitolo 14
Capitolo 15
Capitolo 16
Capitolo 17
Capitolo 18
Capitolo 19
Capitolo 20
Capitolo 21
Capitolo 23
Capitolo 24
Capitolo 25
Capitolo 26
Capitolo 27
Capitolo 28
Capitolo 29
Capitolo 30
Capitolo 31
Capitolo 32
Capitolo 33
Capitolo 34
Capitolo 35
Capitolo 36
Capitolo 37
Capitolo 38
Capitolo 39
Capitolo 40
Capitolo 41
Capitolo 42
Capitolo 43
Capitolo 44
Capitolo 45
Capitolo 46
Antinori's Series part 2 - Coming soon
Capitolo 47
Capitolo 48
Epilogo

Capitolo 22

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By GovernatorePacifico

Francesco's pov

Mia madre, quando ero piccolo, mi leggeva spesso dei libri per addormentarmi, questo fino a che Giulia, non rivendicò più attenzioni, dato che cresceva. Il mio preferito era  "Il Piccolo Principe", secondo il quale, l'amore è un sentimento nobile molto diverso dal voler bene.

Ti amo, due parole dolcissime che spesso in molti non dicono, perché, se ci pensate bene, si dà loro un'importanza straordinaria. Prima di pronunciarle si vuole essere davvero sicuri di provare amore nei confronti della persona che si ha accanto o di ricevere il medesimo entusiasmo.

"[...] Il piccolo principe strappò anche con una certa malinconia gli ultimi germogli di baobab. Credeva di non tornare mai più. Ma tutti quei lavori consueti, quel mattino, gli sembravano estremamente dolci. E quando, innaffiò per l'ultima volta il suo fiore, e si preparò a metterlo a riparo sotto una campana di vetro, scoprì che aveva una gran voglia di piangere.
Addio, disse al suo fiore. Ma lui non gli rispose. Addio, ripeté.Il fiore tossì. Ma non era perché fosse raffreddato. Sono stato uno sciocco, disse infine al fiore. Scusami e cerca di essere felice.Restò colpito dalla mancanza di rimproveri, e rimase lì sconcertato, con la campana di vetro sospesa per aria. Non riusciva a capire quella dolcezza.E sì, ti amo, disse il fiore. Tu non lo hai saputo per colpa mia. Questo non ha alcuna importanza. Ma tu sei stato sciocco quanto me. Cerca di essere felice e lascia quella campana di vetro. Io non la voglio più.[...] Poi aggiunse: Non indugiare ancora, è fastidioso. Hai deciso di partire. Allora vai. Non voleva che io lo vedessi piangere. Era un fiore così orgoglioso..."

*************

Non sono riuscito a dormire questa notte, l'ho passata seduto accanto a Kevin, su quello sgabello scomodo e troppo basso per me, ma non mi interessava niente, ero con lui.

Ti amo

Non avrei voluto dirlo solo a lui, lo avrei voluto dire anche ad Iso, solo quelle due parole senza altro intorno, proprio per dargli il giusto valore, ma era presto...era presto per tutto...

Era presto per dire a Kevin chi è il suo papà, era presto per dire a Iso che l'avrei sposata anche quello stesso giorno, che ormai stava sorgendo, se solo avesse accettato. Ho sempre odiato perdere tempo...tutto e subito, ma adesso non riguardava più soltanto me, c'era in mezzo un bambino di quasi sei anni e una donna che si era chiusa al mondo per troppo tempo.

Ma come si può chiedere ad una padre di attendere di poter abbracciare il proprio figlio e sentirsi invocare..."papà"

Come si può chiedere ad un innamorato di attendere di poter dire "Ti amo" alla propria amata, solo per sentirsi rispondere le medesime parole

Ma dovevo farlo, dovevo pazientare e finire di rimettere tutti i tasselli a posto...io sapevo e lei doveva accettare

Isolde, la mia Dhalia, il mio sogno proibito, che aveva dato alla luce mio figlio, ma io non c'ero, non so niente di ciò che ha dovuto affrontare da sola, la umiliazioni, le sfide, le paure, il parto!

Come sarà stato tenere tra le braccia quel frugoletto appena nato, sentire il suo primo pianto, come sarebbe stato poter essere accanto alla tua anima gemella, durante il parto...

Avrà sofferto molto?

Chi c'era accanto a lei in quel momento?

Kevin era nato sano, con buoni parametri?

Lo aveva allattato?

Kevin... Kevin Antinori, mio figlio

Non ho visto i tuoi primi passi, non ho sentito la tua prima parola, non c'ero al tuo primo giorno di asilo e non so se potrò mai recuperare il tempo perduto, ma di una cosa sono certo...Ti proteggerò e amerò con tutto me stesso, come amerò e proteggerò la tua mamma se me lo permetterà.

Inaspettatamente gli occhietti di Kevin si aprono, sbatte le palpebre varie volte e poi, come fosse una molla, mi si butta tra le braccia, facendo schizzare via il lenzuolo con l'immagine di Iron Man stampata sopra

<zio Francy che ci fai qua?> lo grida nel mio orecchio, facendomi scoppiare in una risata fragorosa, vedendo il suo entusiasmo di prima mattina, il suo visino con ancora i segni del cuscino, impressi. Mi si avvolge addosso come un koala e io lo stringo forte a me, mi dondolo senza rendermene conto e sorrido godendomi questa felicità che invade tutto il mio corpo.

Sono le sette di mattina e lui è già pieno di energia e vita...la mia vita...

<mi sono addormentato sul divano ieri sera, dopo averti messo a letto e appena sveglio mi sono seduto qua, accanto a te, aspettando che ti svegliassi> strofino il naso sui suoi capelli che profumano di camomilla

<mi piace zio Francy...mi piace svegliarmi con te accanto...e mamma?> un brivido di gioia mi attraversa il corpo a quelle parole

<dorme ancora, che ne dici di andare a prendere i cornetti i pasticceria insieme?, ti lavi e ti vesti, ti aiuto io> lo incoraggio a muoversi, ma capisco subito, che lui non ha bisogno di essere incoraggiato, è un vulcano, infatti dopo due secondi è in bagno a sistemarsi e io ne approfitto per tornare dalla mia Iso.

Apro piano la porta della sua camera e la vedo, la mia Ninfa, sdraiata a pancia in giù, con le braccia che avvolgono il cuscino. I suoi capelli ramati, sparsi sulla sua schiena nuda, le coprono anche il viso ed il lenzuolo che la avvolge solo fino alle fossette di venere, mentre ancora dorme.

Quello che è successo tra noi la sera prima è stato incredibile. I suoi ansiti e gemiti sono ancora vivi nella mia testa e nel mio corpo, ci si sono plasmati, dentro ad ogni cellula e non se ne andranno mai più.

Sento l'acqua del lavandino aperta, il che vuol dire che Kevin si sta lavando. Iso mi aveva detto giorni prima delle autonomie che Kevin aveva conquistato, tra cui prepararsi la mattina da solo, ecco perchè sono tranquillo nel lasciarlo da solo.

Mi siedo vicino al corpo addormentato della mia dea e con il polpastrello del dito indice, percorro la sua spina dorsale, sui cui poso qualche bacio sparso, fin quando, avverto un mugolo. Le sposto un ciuffo di capelli dal viso e le due pozze azzurre che abitano il suo volto, mi si palesano davanti. Mi abbasso fino a sfiorare le sue labbra

<buongiorno mia Ninfa> lo sussurro e le poso un bacio casto sulle labbra, scaturendo un sorriso sul suo volto

<buongiorno Antinori> la osservo mentre inizia a stirare le braccia e la schiena, donandomi la visione di un suo seno scoperto e se non fosse per mio figlio, lo avrei gia iniziato a succhiare e leccare senza ritegno, ma prenso un profondo respiro e afferrando il lembo del lenzuolo, la copro fin sopra la testa

<meglio! o qua succede un dannato casino Iso> lei scoppia a ridere, ma si copre ancora meglio, quando avverte i passi di Kevin avvicinarsi

<merda...è sveglio?> sbotta a filo di voce e io annuisco proprio quando il piccoletto entra nella stanza

<mammaaaa> il grido di gioia riempie la stanza

<ciao amore buongiorno, dammi due minuti e arrivo ok?> Mi viene da ridere, vedendo l'imbarazzo di Iso, impossibilitata ad alzarsi davanti a suo figlio, dato che non le ho permesso di rivestirsi stanotte, la volevo nuda attaccata a me.

Ovviamente a lei non è piaciuta la mia reazione a cui segue la sua, ovvero farmi atterrare un cuscino in pieno viso

<mi potresti aiutare Antinori, invece di stare li a ridere?!> alzo le mani in segno di resa e afferrando Kevin per i fianchi, lo sollevo come un aereo

<noi andiamo a vestirci e usciamo a prendere la colazione Iso> le faccio un occhiolino e lei di tutta risposta ci fa ciao con la mano

<si noi usciamo mamma>

**************

<zio Francy io voglio la ciambella con lo zucchero> Kevin con la faccia schiacciata alla vetrina delle brioche fresche mi indica con l'indice la sua scelta

<Kevin stacca il viso da li, è sporco, ci toccano tutti, non è igienico> mi sta per prendere un attacco d'ansia. Non avevo ben valutato i molteplici rischi che un bambino può correre, quando lo porti in giro.

Il terrore di attraversare la strada con lui per mano...infatti l'ho preso in braccio!

Il terrore di perderlo in mezzo alle persone che camminano sul marciapiede...infatto lo tenevo sempre in braccio!

Il terrore che si tirasse addosso qualsiasi oggetto al disopra della sua statura e gli facesse del male...infatti lo tenevo ancora in braccio!

Questo fino al momento in cui ha rivendicato la sua libertà motoria e l'ho dovuto mettere a terra. Una ventosa...ecco cos'ero, incollato a lui in ogni sui singolo spostamento.

<ok Kevin adesso lo diciamo alla signorina, a mamma che prendiamo?> non conosco i gusti di Iso, in verità non conosco un cazzo di lei, a parte ciò che ho scoperto o che lei mi ha detto, ma non conosco ciò che le piace, ciò che sogna, ciò che le dona gioia a parte Kevin.

E' frustrante e doloroso, ma è proprio quello che voglio scoprire, semplicemente la voglio conoscere.

<mamma il cornetto con il miele o con la cioccolata, è golosa> ride mentre indica, toccando ancora quel vetro

<non toccare Kevin, te l'ho detto> non gli stacco gli occhi dosso.

Mentre attendiamo di essere serviti, ci affianca un uomo, poco più grande di me, con in braccio il figlio, che ad occhio e croce ha l'età di Kevin e sento ciò che dice al bambino

<dai scendi Leo, guarda questo bambino che sta a terra da bravo ometto> mentre il figlio mima un "no" con la testa

<ciao, io sono Kevin e tu?> il mio ometto estroverso, mi lascia senza parole

<L-Leone> balbetta il piccolo ancora abbracciato al padre

<come il re della giungla?> continua Kevin, ormai attirato da quel piccolo introverso e timido ometto. Io ed il padre dell'altro bambino, restiamo in silenzio a goderci la scena, quando lo vedo abbassarsi sulle ginocchia e portare il figlio all'altezza di Kevin

<e tu come ti chiami?> chiede l'uomo al mio piccolino, per cercare di far sciogliere il proprio figlio

<Kevin, io sono Kevin Pearson> sentirgli pronunciare il cognome di Iso, equivale a una coltellata nel petto, che devo incassare

<hai scelto la tua colazione Leone? guarda quante cose, vieni...> Kevin afferra la manina di Leo e lo tira a se, tanto che il bambino è obbligato a scendere dalle braccia del padre, che fa un sospiro di sollievo, sollevandosi eretto

<io v-vorrei una c-ciam-bella> balbetta il piccolo Leo, ma Kevin gli stringe forte la mano e lo porta vicino a se.

<che bambino fantastico suo figlio> le parole mi arrivano dritte nel cuore e sollevando lo sguardo, incontro gli occhi dell'uomo che mi allunga una mano

<Alessandro Wilson, piacere>

Mi sento come in una bolla, tramortito da mille emozioni che mi invadono la testa ed il corpo...Kevin mi lascia senza parole ogni volta, è un bambino innocente, intelligente e estrovervo, con il dono di arrivare al cuore di chiunque si trovi davanti.

<Francesco...Francesco Antinori, piacere mio> afferro la mano dell'uomo e la stringo, ma non troppo.

<Antinori? l'avvocato Antinori, ecco perché non mi era un volto sconosciuto il suo> annuisco, alternando lo sguardo tra Alessandro e Kevin, terrorizzato dal poterlo perdere di vista

<accidenti, non ci credo...sai che ho visto il tuo processo in streaming...scusa, posso darti del tu?> riporto l'attenzione sull'uomo, ma non sono molto concentrato su di lui

<si certo ci mancherebbe, e come mai hai seguito il processo?>

Perchè quest'uomo avrebbe dovuto seguire un processo in Italia, anche se riconosco che il suo nome è italiano

<non ci crederai mai!> ride, scuotendo la testa e catturando la mia curiosità, così afferro la manina di Kevin, che sta parlando ancora con il bambino, per non perderlo e riporto lo sguardo sull'uomo

<a cosa non dovrei credere?>

<sono il nipote di Luigi, Luigi Promanti> a quella rivelazione rimango scioccato. Sapevo che il nipote del Sig. Promanti viveva a Miami, era un medico al Jackson Memorial Hospital, chirurgo per la precisione, ma mai avrei pensato di incontrarlo, sopratutto in questa parte della città

<da non crederci! e cosa ci fai qua?> certo non mi aspettavo che ci vivesse, conoscendo i compensi dei chirurghi negli ospedali privati americani

<beh, mia moglie smonta di turno tra poco, questa è la pasticceria più buona di tutta Miami, così io e Leo, siamo venuti a prenderle la colazione, poi la portiamo al mare...oggi giornata in famiglia! e tu invece?>

Si può inviadiare così una persona appena conosciuta? Non lo sò, ma io in questo momento, vorrei solo poter avere la vita che ha lui...

giornata in famiglia...devo solo pazientare!

<pasticceria migliore di Miami> taglio corto

Alessandro mi sembra una brava persona, mi sono trovato spesso a parlare di lui con Luigi, nei giorni che ho seguito io il caso. Quell'uomo era molto nervoso, avvicinandosi la fine del processo ed avevo capito che parlare della famiglia lo rendeva tranquillo. Non aveva figli, e non si era mai sposato, aveva dedicato la sua vita all'azienda e Alessandro era come un figlio per lui.

<perchè non venite con noi? se non avete impegni ovviamente...chiami tua moglie e ci troviamo qua davanti tra un ora...che dici?>

moglie?

andiamo insieme?

Kevin ti porto al mare, io, te e mamma...

Dovrei riflettere bene, ma non lo faccio!

<direi che è un'ottima idea, ma ci troviamo a casa mia tra un ora se ti va bene, dobbiamo prepararci...>

*****************

<finalmente, stavo per chiamare il numero delle persone scomparse! ho fame accidenti!> sbuffa Iso appena ci vede rientrare.

<mammaaaaa, andiamo al mare io, te, zio Francy, Leone e...> Kevin euforico e incontenibile, salta tra le braccia di Iso e spiffera tutti i nostri piani

<cosa? tu oggi devi stare con Dotty, Kevin> sbotta lei con le mani sui fianchi e volgendo lentamente uno sguardo di fuoco a me e istintivamente alzo le mani in segno di resa

<cambio di piani...ed abbiamo poco tempo, ti spiego tutto in auto! quindi colazione veloce Iso, muoviti che andiamo a casa>

andiamo a casa...

si andiamo a casa Iso, la nostra casa, lo dovrai accettare...

dovremo parlare di molte cose...

<Antinori, ti odio...>

<non è vero Iso...mi ami! muoviti!>

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