Dopo ben due settimane la rividi, mi batteva il cuore a mille.
Come poteva farmi questo effetto una ragazza che neanche conoscevo?
Nell'ora di pranzo la vidi al solito posto, da sola.
Dissi alle ragazze che sarei andata da lei.
"Ciao Camila" dissi con un tono simpatico
Lei alzò lo sguardo, non si era accorta della mia presenza
"Ciao" disse, fredda.
"Posso sedermi qui con te?"
"Si, certo" fece un piccolo sorriso, stava diventando rossa.
Non volevo metterla in imbarazzo, mi dispiaceva vederla così, però era carina la sua timidezza.
"Come mai non sei venuta in questi giorni?" Diedi un morso al mio panino.
Ci fù un momento di silenzio, lei era con lo sguardo fisso sul suo bicchiere pieno.
"Sono stata male" Disse
Cazzata, glielo si leggeva in faccia, ma non volevo sapere cosa le fosse successo, non volevo essere pesante, così feci finta di crederle.
"Senti, ti và di sederti con noi? Siamo in quel banco laggiù" Indicai le ragazze, che ci guardavano e sorridevano, Normani salutò con la mano.
Camila si girò a vedere ma si rigirò subito, riportando il suo sguardo sul bicchiere.
"No, grazie. Non mi piace stare con molte persone" Disse, sincera.
"Ah, in realtà pensavo il contrario dato che vedo ogni giorno con tantissime persone" Sorrisi
Fece una piccola risata.
Dio, quant'era bella.
"Diciamo che non sono una di tante parole, così preferisco stare sola" Disse, ancora con il sorriso sulle labbra.
"Ah-ah. Mi dispiace per te, ma non voglio vederti più sola, da oggi ti romperò ogni giorno le palle" Dissi, divertita.
Si mise a ridere, mi faceva sentire bene sentirla ridere.
Suonò la campannela
Salutai Camila e mi diressi verso la mia classe.
"Lauren!" Mi chiamò Camila.
"Si?" Mi voltai per guardarla
"Grazie per avermi difesa l'altro giorno" Disse, guardando a terra.
"Oh, Camila. Non ringraziarmi, per quegli stronzi ci vuole una lezione e noi gliela deremo"
Feci una mossa di Karate.
Camila mi stava fissando e poi scoppiò a ridere.
"Ci si vede Camila" risi anch'io.
Le altre ore passarono normalmente.
Finì la scuola, tornai a casa.
Questo pomeriggio mi sarei vista con le ragazze, decidemmo di andare ad una festa, dato che domani non c'era scuola.
Cominciai a prepararmi, avevamo appuntamento alle ventuno e trenta
Mi feci la doccia, mi misi un vestitino nero, arrivava sopra il ginocchio, dei tacchi anch'essi neri, mi truccai, mi feci i capelli e scesi. Chiesi a mia madre il permesso per prendere la macchina e dopo il suo consenso andai a prendere le ragazze.
Ci dirigemmo alla festa, si svolgeva a casa di uno della nostra scuola. Arrivate ci andammo subito al bancone per prendere qualcosa da bere.
Un bicchiere tira l'altro finì che ci ubriacammo.
Io Ally e Dinah andammo a ballare.
Mentre Normani era sul divano che si baciava con un ragazzo.
Dopo aver ballato, mi sentivo un po' male, così uscii fuori a prendere una boccata d'aria.
"Ehi, tutto bene?"
Alzai lo sguardo, era un ragazzo alto, moro, con i capelli leggermente mossi.
Non gli risposi.
"Vuoi sederti?"
Guardai a terra, respirando profondamente.
"Vuoi che ti prendo un po' d'acqua?"
"Senti, se non vuoi che ti vomiti addosso, sparisci da qui!"
Mi innervosii.
Si mise a ridere.
"Che cazzo ridi?!" Dissi, arrabbiandomi ancora di più.
"Sei così dannatamente sexy quando ti arrabbi. Vieni, fatti abbracciare un po'."
Si avvicinò e cominciò a toccarmi il fondo schiena.
"Per tua informazione sono lesbica" Cercai di liberarmi dalla presa, ma non trovavo le forze.
"Che importa?"
Mi baciò il collo. Sentii una sensazione di disgusto
"Ti vuoi togliere dai coglioni adesso?!"
Gli diedi uno schiaffo, lui idietreggiò e lo spinsi cosicché cadde a terra, era ubriaco.
"Sei solo una lesbica del cazzo"
Disse buttato a terra ridendo.
Cercai di rientrare dentro, anche se vedevo sfuocato e ondeggiavo. Quando entrai bevvi ancora, fnchè non andai in bagno e vomitai. Mi sciacquai la faccia, stetti in bagno per un po' di minuti, finchè non tornai a ballare. Finita la feste, entrammo tutte in macchina e ci addormentammo lì.
Giorno dopo
"Laaauren! Laureeen!"
"C-che c'è?"
Erano le ragazze, tutte sveglie.
Guardai l'orario.
Erano le dieci
Avevo dormito quattro ore.
"Andiamo a casa, sù"
Disse Dinah
Passò mezz'ora prima che cercai di tornare al mondo reale.
Dopodiché accompagnai le ragazze, arrivai a casa mia e cercai di non fare rumore, finalmente vedevo il letto. Mi ci buttai ancora vestita.
Mi svegliai alle diciassette, avevo un mal di testa terribile, scesi giù a prendermi qualcosa da mangiare e qualcosa per farmi passare il mal di testa.
Trovai mia madre che mi stava fissando.
"Mamma(?)" Dissi
"Lauren, tutto okay? Sembra che ti sei fatta dieci uomini"
"Mammaa!" Urlai.
Lei stava ridendo.
Poi si mise seria.
"Lauren, appena torni un'altra sera così non entri in casa.
Ieri sera ho visto a che ora sei rientrata!"
"Si, mamma okay."
Presi tutto quello di cui avevo bisogno e me ne andai di nuovo a in camera.
Guardai il cellulare, c'erano dei messaggi dal gruppo delle ragazze.
"Da Ally:
Buongiorno principesseeee!"
"Da Dinah
'Giorno"
"Da Ally:
Ieri sera seratone eh!"
"Da me: Specialmente per Normani.. "
"Da Normani:
Cosaaa? Che ho fatto?"
"Da Dinah:
Hai limonato con uno strafigo e poi non ti abbiamo più vista per un bel po'"
"Da Normani:
Ops"
Decisi di chiudere la chat, dato che non mi importava. Andai a farmi una doccia e verso le venti andai a fare una passeggiata al mare.
Il mare, il mio posto preferito.
Ci andavo quando volevo pensare, o quando volevo rilassarmi un po'.
Poggiai il telo sulla sabbia e mi misi a guardare le stelle.
Era una sensazione che amavo.
Sentire quell'aria fresca, l'odore del mare, le stelle.
Si fece tardi, così andai a casa, cenai e poi mi rimisi a letto a dormire.
Il giorno dopo non vedevo l'orario di tornare a scuola, per vedere Camila.
Le avevo promesso che le avrei parlato ogni giorno, perciò...
Arrivai a scuola, a prima ora ero con Dinah, la lezione passò tranquillamente, avevamo chimica e io non capii nulla... Ma va bene così.
A seconda ora ero con Normani, avevamo storia.
C'era Camila nella nostra classe, dissi a Normani se non le dispiacesse lasciarla sola e mi lasciò andare senza alcun problema, anzi a lei faceva piacere, perché sapevo che mi avrebbe fissata tutto il tempo.
"Ehi Camila" Dissi
"Ciao Lauren" Disse lei con un sorriso stupendo.
"Non ti chiedo se posso sedermi, perché ti ho promesso che da ieri ti avrei assillata" sorrisi
Scoppiò in una piccola risata.
"Ti piace storia?" le dissi, mentre prendevo i libri dallo zaino.
"Si, mi piace sapere cos'è successo prima che arrivassimo noi"
"No, mia cara, non andremo d'accordo così" sbuffai divertita
Scoppiò di nuovo in una risata.
Lei rispondeva ridendo.
Arrivò la professoressa, iniziò a spiegare cose.
Con la coda dell'occhio guardavo Camila, era messa con il gomito sopra il banco e con la mano si teneva il viso, stava seguando la lezione attentamente.
Io ero messa con le braccia incrociate sul banco e il viso piggiato su. Cambiai posizione, mi misi con la schiena poggiata sullo schienale della sedia, per guardare meglio Camila, in modo tale che non mi vedesse.
Era così bella: il suo viso, le sue labbra, il suo nasino.
"Signorina Jauregui" Disse la prof
"Si?" risposi, portando lo sguardo su di essa.
"È più importante guardare la signorina Cabello o ascoltare la lezione?"
A quella frase mi sentii prendere a fuoco.
Camila si girò verso di me, con un sorrisetto.
Adesso ero io quella in imbarazzo e non lei.
"Em.. Ascoltare la sua lezione"
Dissi con un filo di voce.
"Bene, allora guardi me"
Cercai di concentrarmi alla lezione, ma non ci riuscivo.
Vedevo Camila che prendeva appunti sul suo quaderno, aveva una caligrafia stupenda. L'ora successiva era di nuovo con Normani. Salutai Camila e mi diressi nell'altra classe.
Normani mi fissava, aveva qualcosa da dire, lo sapevo.
"Certo che con Camila, prima hai fatto una figura di merda"
Scoppiò a ridere.
Io rimasi seria.
"Grazie eh!"
"Sicurmante non si è accorta che le piaci" Disse
"E chi ha detto che mi piace?"
La guardai strana
"Dai, Lauren. A me puoi dirlo!"
"Normani, non mi piace nessuno, okay? Adesso perché una lesbica sta cercando di aiutare una ragazza non significa che mi piaccia" Mi innervosii.
Invece non era vero, a me Camila piaceva, era così misteriosa. Mi piaceva il suo silenzio, la sua risata. Ma era una semplice cotta, ne ero certa.
"Okay, okay. Mi arrendo!"
Dopo quell'ora c'era la pausa pranzo. Sarei andata da Camila, ma quando arrivai lei non c'era al suo tavolo.
La cercai per tutta la mensa, ma non c'era, andai fuori, mi girai tutta la scuola, nulla.
John, pensai che l'avessero presa di mira di nuovo.
La campanella suonò e tornai in classe.
Finita la scuola non avevo visto ancora Camila, cercai di non pensarci più, ma non ci riuscivo.
Chissà dov'era.