Tre x Lei

By deborahdonato4

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Questa è la storia di Dan, Alan e Chris. Tutti e tre hanno alle spalle una vita lunga e difficile, ognuno di... More

Parte 1. La rosa incolore - Capitolo 1
Capitolo 2
Capitolo 3
Capitolo 4
Capitolo 5
Capitolo 6
Capitolo 7
Capitolo 8
Capitolo 9
Capitolo 10
Capitolo 11
Capitolo 12
Capitolo 13
Parte 2. Tre x Lei - Capitolo 14
Capitolo 15
Capitolo 16
Capitolo 17
Capitolo 18
Capitolo 19
Capitolo 20
Capitolo 21
Capitolo 22
Capitolo 23
Capitolo 24
Capitolo 25
Capitolo 26
Capitolo 27
Capitolo 28
Capitolo 29
Capitolo 30
Capitolo 31
Capitolo 32
Capitolo 33
Capitolo 34
Capitolo 35
Capitolo 36
Capitolo 37
Parte 3. Seimila dollari più interessi - Capitolo 38
Capitolo 39
Capitolo 40
Capitolo 41
Capitolo 42
Capitolo 43
Capitolo 44
Capitolo 45
Capitolo 46
Capitolo 47
Capitolo 48
Capitolo 49
Capitolo 50
Capitolo 52
Capitolo 53
Capitolo 54
Epilogo. Cinque anni dopo

Capitolo 51

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By deborahdonato4

Era il primo maggio quando Elizabeth Kristen Missy ricevette un misterioso pacco giallo.

Avendo un appuntamento con uno dei suoi amanti segreti, Elizabeth decise di non dedicare la sua attenzione al pacco: lo lasciò sulla scrivania e andò a fare la doccia. Si chiese dove Miles Secrets l'avrebbe portata quel giorno. Doveva fare molta attenzione a non farsi scoprire, non solo da Alan e Daniel, ma soprattutto da Christopher. Miles era un suo compagno di scuola, e con lui sarebbe stato più difficile mentire se li avesse visti insieme. Agli altri poteva dire che erano vecchi compagni di scuola, e che si erano incontrati alle giostre.

Miles sapeva bene dei pericoli a cui andava incontro. Anche lui, come lei, o forse diversamente da lei, era fidanzato, e dovevano fare attenzione anche alla sua insignificante ragazza. Marika Smith era pericolosa, secondo il suo ragazzo. Non solo con la lingua sapeva farlo urlare per un'ora, ma sapeva anche fare a pugni.

Elizabeth uscì dalla doccia e ammirò il suo splendido corpo nudo allo specchio, sorridendo. Non era affatto male.

Aveva ancora tutto il benessere della giovinezza dalla sua parte. Aveva diciotto anni, quasi diciannove, e sapeva che, giunta all'età della madre, avrebbe dovuto smetterla di divertirsi, e sposarsi un uomo pieno di soldi, per poi continuare a cornificarlo a suo piacimento. Lei adorava fare sesso con tanti ragazzi diversi, e si malediva per essersi affezionata a quei tre idioti così tanto. Se non fosse stato per la fragilità di Daniel, per la poca autostima di Alan e la bravura di Christopher con le mani, era sicura che loro tre avrebbero avuto solo un posto nella sua lunga lista.

Invece, lei li aveva scelti, e aveva finito per innamorarsi di tutti e tre.

Quando aveva iniziato a frequentarsi con Daniel, aveva provato a fare la brava ragazza, la ragazza fedele ed innamorata ciecamente, ma non era riuscita. Daniel procedeva con calma, a gradi, aveva appena perso la gemella e non voleva mettersi fretta; e lei non voleva sembrargli una facile. Questo però non le aveva impedito di provarci con Jordan Black mentre lui era schifosamente ubriaco, e aveva finto anche con quel ragazzo, che aveva pianto a dirotto nel riconoscerla il mattino seguente. Nel giro dei mesi successivi Jordan l'aveva chiamata quando si sentiva particolarmente solo, per un totale di cinque volte. Non erano molte, ma era un vero record. Di solito si scopava i ragazzi fino a stancarsi di loro, e con Jordan non era ancora successo.

Osservandosi allo specchio, Elizabeth ricordò la sua relazione con Daniel. Quando lo avevano fatto insieme per la prima volta, ne era stata così entusiasta! Daniel era l'amante perfetto che imparava velocemente. Di solito lasciava i ragazzi dopo due o tre incontri, ma Daniel era così gentile e attento e premuroso, e lei non si era sentita in grado di mollarlo. Ed era anche stata sicura che Daniel non avrebbe retto ad un'altra perdita.

Mentre cercava il momento adatto per lasciare Daniel, Elizabeth aveva frequentato uomini più grandi. E, un giorno di marzo, aveva incontrato Alan Brody Mars. Quel giovane moretto le aveva messo addosso una gran tenerezza. Lo aveva osservato per quasi mezz'ora da lontano, aveva osservato la sua espressione sconfitta e le lacrime che non intendevano scendere. Gli si era avvicinato guardinga, fingendo di parlare al telefono. Lui l'aveva guardata e i suoi occhi avevano fatto il resto. Lei gli si era accostata, aveva visto il sangue e si era spaventata, era stata intenzionata ad aiutarlo. Alan l'aveva baciata in modo così goffo che Elizabeth aveva sentito il suo cuore spalancarsi. Mentre lo guardava fuggire via con l'auto in tutta fretta, aveva seriamente preso in considerazione l'idea di lasciare Daniel. Aveva preso il cellulare per chiamarlo, ma poi ci aveva ripensato. Poteva continuare benissimo a divertirsi alle spalle di Daniel come aveva fatto fino a quel momento.

Elizabeth camminò per giorni e poi per settimane in quel parco. Finalmente lo rivide. E aveva un piano ben studiato in mente. Si sarebbe presentato con il suo secondo nome – non con uno falso come faceva con le storielle – e avrebbe iniziato una breve storia con lui. Ottenuto quello che voleva, pensava stupidamente Elizabeth, lo avrebbe lasciato e si sarebbe dedicata solo a Daniel in attesa di un pesce più grosso.

Ma le cose non andarono come il suo piano ben delineato. Con Alan il suo cuore si aprì di nuovo e non riuscì a scappare da lui quando le cose cominciarono a diventare ufficiali. Alan era così tenero a suo modo, così imbranato e nerd. E lei decise di truccarsi in modo diverso, di comportarsi in modo diverso. Alan frequentava una scuola per secchioni ricchi, diversa da quella di Daniel, quindi poteva stare con entrambi contemporaneamente. Aveva controllato, non avevano amicizie in comune, Alan e Daniel. Poteva farcela.

La Beth di Dan decise di concludere quell'anno di scuola a giugno e di mettersi a lavorare. La Kristen di Alan, invece, stava finendo le lezioni in una scuola del centro, e finse di iscriversi anche per l'anno successivo.

Fu una vera fortuna per lei notare che Alan Brody Mars, oltre ad essere timido e riservato, fosse anche un verginello incapace di gestire una relazione. Non le chiedeva mai cosa facesse, e quando lei decise che era giunto il momento di fare sesso, a lui non sembrava importare di nient'altro che fosse il suo corpo. Un po' era rimasta compiaciuta nel sapere che era stata la prima ragazza di Alan, e aveva sorriso teneramente al ragazzo che stava per morire eccitato sotto di lei.

Con il passare dei mesi, Elizabeth notò che tra i suoi due ragazzi c'era molta differenza. Il ragazzo dai ricci rossi era gentile e premuroso, e probabilmente non si rendeva nemmeno conto di comportarsi con lei come se fosse una sorella, tranne quando facevano l'amore; il ragazzo moro, invece, dagli occhiali giganti che sotto suo consiglio decise di mettere le lenti a contatto perché più pratiche, si era trasformato in fretta in un ragazzo rude a letto. Le piacevano i ragazzi rudi, ma solo quelli alti un metro e novanta e muscolosi. Voleva lasciare Alan perché non si comportava in modo adeguato per un uno della sua taglia, ma preferì continuare a ferirlo stando con lui.

Era una punizione adeguata.

Poi, un giorno, mentre andava a prendere un amico all'università, incontrò il ragazzo con il fisico dei suoi sogni. Era biondo, alto più di un metro e novanta, con gli occhi azzurri, che si guardava attorno confuso e in imbarazzo. Elizabeth capì subito che si trattava di un giocatore di basket, e si eccitò molto al solo pensiero. Lasciò che lui l'abbordasse, e ricordava ancora le parole esatte di Christopher Simons: «Mi scusi. Non ho potuto fare a meno di sentirla parlare... è brava in aritmetica?» Elizabeth non ricordava più come avesse risposto. L'incredulità a quella domanda era stata tanta, quasi palpabile. Come poteva un ragazzo di quelle dimensioni farle una domanda del genere? Poteva trovare qualcosa di meglio da dire per portarsela a letto.

Invece, come poi scoprì, Christopher aveva davvero bisogno di un aiuto in algebra. Anzi, no, aiuto era poco. Gli serviva un miracolo. Mentre spiegava la lezione al biondo, Elizabeth perse la pazienza e litigò con lui. Gli aveva detto che era un incapace. E Christopher le aveva dimostrato che non era un incapace. Ne era rimasta scioccata ma, visto che gli aveva detto il suo terzo nome, Missy, decise di aprirsi anche con lui. E una volta che lui si fu calato i pantaloni, pensò di non aver sbagliato nello scegliere la sua nuova preda.

E non l'aveva nemmeno scelto sbagliato. Christopher Simons era ricco, anche se non gli piaceva mostrare la sua ricchezza. Accettò lo yacht che il padre gli regalò a gennaio solo per farlo contento e per smetterla di litigare con la madre. Sperava di smetterla, ma Christopher aveva una madre parecchio stronza che riusciva sempre a metterlo di malumore.

Lei non si era mai mischiata davvero ai problemi familiari dei suoi ragazzi. Certo, per mesi aveva cercato di spingere Daniel da uno psicologo, perché sentiva che c'era qualcosa che non voleva dire a nessuno, un segreto, uno parecchio brutto. Con Alan non aveva mai parlato della sua famiglia, e sapeva che ad Alan non piaceva parlarne. Christopher, invece, non avrebbe accettato consigli, anche perché non c'era nulla da fare. Quella donna bionda sempre ubriaca e pronta a urlare contro i suoi figli era la sua mamma, e non poteva farci niente. Anche quando il bel volto del suo terzo ragazzo era stato sfregiato dal fratello lei non si era voluta immischiare.

Perché una volta che si sarebbe lasciata immischiare da loro, quando avrebbe iniziato a voler bene ai loro fratelli o sorelle o genitori, sarebbe stata un'impresa ardua farsi lasciare. I genitori di Christopher non l'avevano mai conosciuta, e nemmeno i suoi fratelli. Aveva visto due o tre volte i genitori di Dan, e quelli di Alan li aveva incontrati poche volte quando usava il bagno nel pieno della notte. La signora Mars non si era mai soffermata a lungo. Elizabeth era sicuro che se le diceva di essere la figlia Isabel, la donna avrebbe annuito. Non aveva mai provato, però, perché aveva paura che quella donna strana annuisse davvero.

Ora, guardandosi allo specchio, era soddisfatta di quello che vedeva. Una ragazza di diciotto anni con un corpo splendido priva della capacità di lasciarsi andare all'innamoramento. Sapeva che un giorno lontano sarebbe successo, ma per ora voleva solamente divertirsi ancora e ancora. I tre ragazzi con cui stava la facevano sentire bella e desiderata, e Christopher la ricopriva di regali. Daniel le comprava qualcosa ogni tanto, e Alan solamente alle feste importanti. Era sempre senza soldi, ma Elizabeth non gli aveva mai fatto una colpa.

Elizabeth aprì l'armadietto del suo bagno e osservò sorridente i tre scomparti che si era creata. Sopra c'erano i nomi dei tre ragazzi, e in ognuno c'erano cosmetici diversi. Ognuno di loro la voleva in un modo differente, ma almeno su quella cosa che lei offriva loro erano tutti d'accordo.

Chiuse l'armadietto e aprì il secondo, dove teneva gli altri trucchi. Se doveva uscire con Miles Secrets, doveva sembrare un po' dark, anche per fare in modo di non essere riconosciuta per la strada da chicchessia. Una volta aveva visto vagamente una ragazza bruna che si ricordava di aver incontrato alla GSM, ma era sicura di essersi sbagliata. Dopo un po', a fare quello che le piaceva, si diventava un po' paranoici. E se non lo eri, avevi qualcosa di sbagliato.

Si truccò e si pettinò, poi andò nella sua stanza e aprì l'armadio, ignorando i tre scomparti per i tre ragazzi. Indossò un reggiseno nero con i teschi, una t-shirt nera e dei jeans attillatissimi altrettanto neri. Indossò un paio di stivali alti poi, mentre si decideva ad andare, lo sguardo le cadde sul cellulare che stava squillando e si avvicinò. Miles le aveva scritto che sarebbe arrivato tardi di mezz'ora: la sua ragazza voleva che passasse da lui per aiutarla con il trasloco. Lei gli rispose che andava bene, poi si sedette sulla sedia con un sospiro, chiedendosi se non fosse il caso di chiamare uno dei tre per sentire la loro voce. Ma lo sguardo le cadde su quella misteriosa busta gialla che, immobile, aspettava che lei la aprisse.

Sembrava chiederle quello.

Elizabeth guardò la scrittura elegante che aveva segnato il suo nome e indirizzo, e scoprì di non riconoscerla. Che fosse qualche abbonamento di riviste che si era dimenticata di annullare? Prese la busta in mano e la girò, chiedendosi dove fosse scritto il mittente, ma non lo trovò. Perplessa, l'aprì e lasciò cadere il contenuto sul tavolo. Si bloccò, il cuore a mille. Dalla busta caddero quattro foto, scattate da qualcuno che sapeva qualcosa di fotografia.

La busta le cadde dalle mani sul pavimento, e per fortuna non ne uscì nient'altro.

Con le mani che le tremavano, Elizabeth prese le quattro foto in mano e le fissò senza parole. Nella prima, vide lei e Dan che si baciavano con passione su una panchina. Quella sarebbe stata una foto magnifica, perfetta per lei e il suo ragazzo dai capelli rossi, se nelle altre tre foto ci sarebbe stato lo stesso volto.

Cambiò foto, e guardò senza parole lei e Christopher in un negozio, entrambi sorridenti. Lei teneva in mano il costume blu che ora si trovava dentro un cassetto, il terzo, quello segnato con il nome del biondo. Avevano appena finito la sveltina nello stanzino. Si leggeva dai loro occhi rilassati, e dai capelli scompigliati di lui.

La terza foto era sempre con Christopher, ma scattata sulla riva del molo dello yacht del biondo. Lui le stava toccando il sedere, sempre con quel sorriso luminoso.

Nella quarta, invece, lei si riconobbe in un bellissimo vestito che poi era stato sprecato. Teneva la mano di Alan Brody, e i loro occhi dicevano tutto. Erano al ristorante.

Lasciò cadere le foto e si seppellì il volto tra le mani. Com'era possibile? Chi l'aveva seguita? E perché? Chi aveva scoperto il suo segreto?

Tremante, riprese le foto. Notò che nelle foto l'avevano inquadrata perfettamente, tranne in quella con Daniel. Lei dava quasi le spalle al fotografo, ma era impossibile non riconoscersi.

«Cosa cazzo è successo?» urlò, scaraventando le foto per la stanza. Si alzò in piedi tremante e volle uscire, quando mise il piede sulla busta gialla e sentì che dentro c'era ancora qualcosa.

La raccolse e la svuotò sul tavolo con gli occhi pieni di lacrime. C'erano più di una dozzina di foto, tutte con lei e uno dei tre: il rosso, il moro o il biondo. Si risedette sulla sedia e fissò le foto, le mani tra i capelli. Non riusciva a pensare concretamente a qualcosa.

Guardò i volti dei suoi tre ragazzi, poi prese tremante il cellulare – lo stesso che usava per Christopher – e mandò un messaggio a Miles, scrivendogli che non voleva uscire, che non si sentiva bene. Un minuto dopo spense il cellulare e fissò le foto, le lacrime le scorrevano sul volto. Ma erano lacrime di rabbia.

Era stata scoperta, e solo vederne la prova di fronte a sé la feriva. Era stata scoperta come una stupida. Doveva fare più attenzione.

Si ripulì delle lacrime, poi notò che era caduta anche una busta assieme alle foto. La raccolse, e notò che vi era scritto Alla cortese attenzione della signorina Elizabeth Kristen Missy. Si sentì mancare, ma l'aprì lo stesso, notando che era una lettera, scritta con la stessa calligrafia delle due buste.

Ciao, Elizabeth Kristen Missy.

Come avrai di certo notato, ho scoperto il tuo schifoso segreto. Io SO cosa stai facendo a questi tre poveri ragazzi, e d'ora in poi, se uscirai con loro o con qualcun altro, voglio che TU ricordi che IO lo so.

Ti diverte fare tutto questo? Hai mai pensato a loro? Alle loro vite, ai loro sentimenti?

Be', mentre tu ti diverti alle spalle dei bravi ragazzi, io mi voglio divertire con te. Voglio qualcosa in cambio del mio silenzio, e il silenzio costa parecchio.

Però, Beth Kristen Missy... Sei proprio una ragazza movimentata, eh? Ho fatto tante altre foto, ma non erano uscite bene come queste.

Se il prezzo che mi verserai sarà equo, questi ragazzi non verranno mai a conoscenza di queste foto. Che ne pensi? Vale la pena aprire il portafogli? E non quello di altri, ma il tuo.

Mi accontento di seimila dollari. SEIMILA DOLLARI. Naturalmente, con qualcosa in più. Gli interessi, di sicuro. Perché è nel TUO interesse che questa storia non venga a diffondersi. A me non importa,se oltre la tua vita devo rovinare anche quella di altri.. Comunque, gli interessi lascio che li decidi tu, non al di sotto dei mille dollari.

Pensa attentamente a quanto può valere un silenzio in una situazione del genere. E sappi anche che io spenderei soltanto la benzina per diffondere questa notizia.

Daniel Hugh Morrison. Alan Brody Mars. Christopher Simons.

Sono loro tre, giusto? I ragazzi delle foto. Il rosso, il moro, il biondo. Be', ognuno fa i suoi compiti, io ho fatto i miei, tu hai fatto i tuoi sbagliati.

Per il pagamento, non preoccuparti. Tra una settimana, esattamente il QUATTRO di maggio, ti invierò un altro messaggio su dove mi consegnerai i soldi.

Spero che la tua coscienza sporca non ti faccia stare troppo male.

Ah, se proverai a fuggire, tutto questo verrà reso pubblico con qualche tua bella fotografia. E un nome gigantesco.

A presto,

il Fotografo degli Scatti Piccanti

Elizabeth si sentì svenire quando concluse di leggere la lettera. La rilesse quattro volte per sicurezza, poi la abbandonò sul tavolo con le dita un po' tremanti. Ottenere il denaro richiesto dal Fotografo era facile, ma se una volta consegnati Lui avesse continuato a voler confessare tutto quanto? Doveva mettersi in contatto con i tre ragazzi, e scaricarli il più presto possibile.

Lo sguardo le cadde di nuovo sulle fotografie. Erano belle, quel genere di foto da appendere al muro e sorridere ogni qualvolta vi si posa lo sguardo. Ma la domanda che la opprimeva di più era: come aveva fatto a non notare il fotografo? Soprattutto al ristorante con Alan. Negli altri due posti era plausibile, uno zoo e un centro commerciale, ma un ristorante...

Forse il Fotografo si trovava lì per caso e le aveva scattato la foto. Ma era improbabile. A meno che non l'avesse seguita.

Elizabeth smise di pensare, fissando i volti dei suoi tre ragazzi in silenzio. Il rosso, il biondo, il moro. Se loro già sapevano tutto? In quelle ultime settimane le erano sembrati tutti diversi, un po' più chiusi, e tutti avevano la tipica scusa: Daniel pensava ancora alla sorella; Alan era, be', strano di suo, e Christopher aveva dei problemi in famiglia.

Forse loro lo sapevano, ed era per questo che...

Elizabeth balzò in piedi, il cuore che le batteva furiosamente nella cassa toracica, forse per ricordarle che esisteva ancora.

La soluzione era così semplice! Loro l'avevano scoperta, e da chissà quanto tempo custodivano il suo segreto! Non era possibile che ne fossero all'oscuro, ricordando i loro strani comportamenti nei suoi confronti.

Fissò la lettera, poi annuì lentamente mentre altri ricordi le affacciavano alla mente.

Dovevano saperlo, non c'erano altre spiegazioni. Quei tre idioti le avevano proposto di uscire in tre giorni consecutivi, gli stessi giorni immortalati dalle fotografie. Magari poteva escludere Alan dalla categoria idioti, in mezzo c'era il loro primo – e unico – anniversario come coppia. Ma gli altri due che scusa avevano? Solo che ne erano a conoscenza.

L'avevano scoperta tutti e tre.

Di mezzo doveva esserci anche qualcun altro, lo stesso che aveva scattato le foto e compilato la lettera. Rileggendola, riusciva a sentire la voce aspra di Alan che la dettava. Forse erano due persone differenti, ma quei tre sarebbero riusciti ad ingegnarsi così tanto? Certo, Alan era intelligentissimo, e anche Daniel non scherzava, ed era sicura che anche Chris vi avesse messo il suo zampino. Ma come potevano aver continuato a baciarla e fare l'amore con lei conoscendo la verità?

Elizabeth si morsicò un dito, pensierosa. Forse solo uno di loro sapeva, e quel qualcuno, uno dei tre, voleva dei soldi. Ma nessuno di loro sarebbe stato così stupido...

Be', c'era di mezzo qualcuno. Erano in quattro, o forse cinque. Alan o Christopher dovevano aver chiesto aiuto a qualcuno dei loro fratelli.

Elizabeth scoppiò improvvisamente a ridere, calmandosi. L'avevano spaventata davvero, per qualche minuto. Se non avessero fatto lo sbaglio degli appuntamenti, probabilmente non avrebbe mai pensato a loro in combutta. Li avrebbe incontrati nel loro territorio, e li avrebbe affrontati. E sputtanati. Oh sì, lo avrebbe fatto.

Sapeva esattamente cosa dire per tutti e tre. Li avrebbe insultati, presi in giro, mortificati a morte.

Avrebbe fatto in modo che la loro storia con lei non l'avrebbero dimenticata mai.

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