Ad ogni costo

By ValentinaKoLeon

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Luna e' all'apparenza una brava ragazza come tante, con un carattere forte. Daniel sembra invece il solito r... More

Capitolo 1 - Luna
Capitolo 2 - Dan
Capitolo 3 - Luna
Capitolo 4 - Dan
Capitolo 5 - Dan
Capitolo 6 - Luna
Capitolo 7 - Dan
Capitolo 8 - Luna
Capitolo 9 - Dan
Capitolo 10 - Luna
Capitolo 11 - Dan
Capitolo 12 - Luna
Capitolo 13 - Dan
Capitolo 14 - Luna
Capitolo 15 - Dan
Capitolo 16 - Luna
Capitolo 17 - Dan
Capitolo 18 - Luna
Capitolo 19 - Dan
Capitolo 20 - Luna
Capitolo 21 - Dan
Capitolo 22 - Luna
Capitolo 23 - Dan
Capitolo 24 - Luna
Capitolo 25 - Dan
Capitolo 26 - Luna
Capitolo 27 - Dan
Capitolo 28 - Luna
Capitolo 29 - Dan
Capitolo 30 - Luna
Capitolo 32 - Luna
Capitolo 33 - Dan
Capitolo 34 - Luna
Capitolo 35 - Dan
Capitolo 36 - Luna
Capitolo 37 - Dan
Capitolo 38 - Luna
Capitolo 39 - Dan
Capitolo 40 - Luna
Capitolo 41 - Dan
Capitolo 42 - Luna
Capitolo 43 - Dan
Capitolo 44 - Luna
Capitolo 45 - Dan
Capitolo 46 - Sonia
Capitolo 47 - Luna
Capitolo 48 - Dan
Capitolo 49 - Luna
Capitolo 50 - Dan
Capitolo 51 - Luna
Capitolo 52 - Dan
Capitolo 53 - Luna
Capitolo 54 - Dan
Ringraziamenti

Capitolo 31 - Dan

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By ValentinaKoLeon

Quando la vidi vibrare dal piacere sotto di me, venni anche io. Era la prima volta che mi capitava. Il suo piacere appagò il mio. Vederla sprigionare quel forte sentimento mi completò.

Ero stato con altre donne ed ero compiaciuto quando loro raggiungevano il culmine del piacere, ma non allo stesso modo. Mi resi conto che le usavo, le usavo per raggiungere il mio di piacere.

Osservai attentamente i suoi occhi, che rimasero aperti e inchiodati ai miei ad ogni fremito. Sprigionavano luce.

«Dan...» mi chiamò quando il mio bacino scattò per l'ultima volta.

«Sei bella anche quando vieni!» sussurrai.

Diventò rossa e mi tirò a se.

«Ti amo!» esclamò forte.

«Questo lo sospettavo...» le risposi schietto.

«Sei il solito cretino!» rispose lei tirandomi uno schiaffetto sul petto.

«Ti amo anche quando mi dai del cretino... pensa come sono messo!» sorrisi.

I suoi occhi si incupirono.

«Prometti che non mi lascerai mai!» mi disse.

«Non ti libererai mai di me. Se suona come una minaccia è perché lo è!»

«Non sto scherzando...» rispose lei a denti stretti.

Era paura quella che lessi nei suoi occhi. Paura di perdermi. Paura di perdersi. La capivo. Entrambe avevamo messo il nostro cuore nelle mani dell'altro. Era una cosa forte. Dovevamo confidare nel fatto che l'altra persona lo avrebbe dovuto custodire preziosamente, per sempre.

«Sei la persona migliore di cui potessi innamorarmi. Non so se riuscirò mai a farti capire quanto mi senta fortunato ad averti, quanto in fondo sapessi, inconsciamente sin dall'inizio che saresti stata quella giusta. Quella prima volta che ti vidi a quella cena, fu come incontrare una persona che non si è mai vista, ma che allo stesso tempo si ha la sensazione di conoscere da sempre. Mi bastò guardati negli occhi. Sentivo che avresti fatto parte della mia vita, ma non avrei mai immaginato quanto sarebbe stato meraviglioso averti.»

Avevo parlato ininterrottamente e quando finii mi resi conto che Luna stava piangendo. Le lacrime gli scendevano lente sul volto sorridente. Com'era possibile che sorridesse e piangesse allo stesso tempo?

Mi abbracciò disperata e poi mi baciò lentamente. Sentii sulle labbra il sapore salato delle lacrime.

Le lasciai prendere fiato, poi iniziai a farle il solletico e incominciò a ridere di gusto.

Restammo a letto fino all'ora di cena. Sentimmo rincasare i nostri genitori e ci precipitammo al piano di sotto, prima che loro salissero e ci trovassero nudi nella stessa stanza.

Avevamo deciso di evitare di dirglielo, per ora.

«Luna, che hai fatto al collo?» domandò Sonia, scostandole i capelli e osservando il succhiotto violaceo che le avevo lasciato sul collo.

Luna sgranò gli occhi e diventò rossa.

«Ma nulla mamma, sarà una puntura di zanzara!» rispose lei.

«Certo come no...» sussurrai sorridendo.

Luna mi fulminò con lo sguardo.

«Cosa intendi Daniel?» mi stuzzicò lei.

«Non so... da qui per quello che vedo direi che è un succhiotto...» risposi.

Mi avvicinai e le scostai la ciocca di capelli, come poco fa aveva fatto sua madre. La sentii sussultare quando la mia pelle entrò in contatto con la sua.

«Rettifico, mi sembra un morso di vampiro!» esclamai rivolto a Sonia, che alzò gli occhi al cielo esasperata.

«Da quando te e Luna vi parlate?» esclamò mio padre sbucando dalla cucina.

«Da quando ti importa con chi parlo?» risposi con una domanda.

«Colpito e affondato! La cena è pronta, tutti a tavola!» esclamò mio padre, cambiando discorso.

«Scusami, non ho resistito!» sussurrai a Luna, appena mio padre e Sonia si girarono.

Poi le palpai il sedere e lei tirò un urletto di sorpresa.

I nostri genitori si girarono all'unisono e guardarono Luna spaventati.

«C'era un insetto sul muro!» suggerì io.

Mi guardò grata e mi sorrise.

«Sitter ti siedi vicino a me!» esclamò Marta, sbucando dal soggiorno. Fino a pochi minuti prima era stata davanti la televisione a guardarsi chissà quale stupido cartone.

«Certo!» le rispose Luna.

Una volta a tavola Sonia esordì con una sorpresa.

«Ragazzi sono passata per caso davanti l'agenzia viaggi e pubblicizzavano un offerta a Palma di Maiorca per cinque notti ad un prezzo da vero affare, quindi ho prenotato!»

Fantastico! Me li sarei tolto di torno per cinque giorni, così io e Luna saremmo potuti stare da soli.

«Che bella notizia!» esclamò Luna, guardandomi.

So a cosa stava pensando e mi eccitai al solo pensiero.

«Ho preso una tripla e una doppia» continuò Sonia.

Cosa diavolo aveva fatto? Tre più due faceva cinque. Aveva prenotato anche per me e Luna, senza prima chiederci nulla. Ma che problemi aveva?

«Quindi hai prenotato una stanza anche per me e Daniel?» domandò Luna pallida.

Giusto. Non ci avevo riflettuto! Io e Luna nella stessa stanza, mi piaceva questa idea.

Sonia strabuzzò gli occhi.

«Certo che no!» rispose riluttante all'idea di noi due insieme. Poi aggiunse «Staremo io, te e Marta nella tripla. Giorgio e Daniel nella doppia, ovviamente.»

«A ecco...» sussurrò Luna, non troppo entusiasta.

Se continuava così, sua madre avrebbe capito che c'era qualcosa che non andava.

«Ti sarebbe piaciuto stare in stanza con me Luna, vero?» domandai guardandola allusivo.

Lei arrossii.

«Daniel...» accennò mio padre per intimarmi di smetterla.

«Perché stamattina eri nudo in stanza di Luna?» esclamò ingenua Marta, interrompendo tutti.

Oh merda. Quella era l'ultima cosa che mi sarei immaginato di sentirle dire, ma aveva ragione.

«Nudo? Marta ma che cosa dici?» domandò Sonia incredula alla figlia.

«E' colpa mia! Dormo a petto nudo e stamattina sono andato da Luna a chiederle un consiglio su come comportarmi con il preside, per la piccola sospensione che ho avuto. Così la piccola Marta ci ha trovati insieme» esclamai tutto d'un fiato.

Luna mi guardava fiera di quella scusa che ero riuscito ad inventarmi tempestivamente. Allungai una mano sulla testolina di Marta e gli arruffai i capelli.

«Non preoccuparti, non ti porterò via Luna!» le sussurrai all'orecchio.

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