Groupie|Luke Hemmings

By lukesfab

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"Con il termine groupie si sono identificate, a partire dagli anni sessanta, le ragazze che accompagnavano le... More

Capitolo 1.
Capitolo 2.
Capitolo 3.
Capitolo 5.
Capitolo 6.
Capitolo 7.
Capitolo 8.
Capitolo 9.
Capitolo 10.
Capitolo 11.
Capitolo 12.
Capitolo 13.
Capitolo 14.
Capitolo 15.
Capitolo 16.

Capitolo 4.

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By lukesfab

Salgo sul jet e rimango a bocca aperta. Non era un aereo, era una casa. C'erano poltrone morbide e divani disposti lungo tutto lo spazio disponibile. Tavolini in legno lucidi e altre comodità. C'erano delle tende chiuse suppongo attorno a delle poltrone negli angoli.

-wow- sussurro osservando tutto nei minimi particolari.

-wow è proprio l'affermazione esatta- ribadisce Ashton.

Lo guardai e sorrisi. Fin ora era l'unico che dimostrava un briciolo di umanità nei miei confronti.

- O MIO DIO È PERFETTO - urlò Brianna.

Sbuffo e faccio roteare gli occhi.

-Dio non la sopporto- borbotto allontanandomi da tutti e andando verso una tenda chiusa.

Volevo stare da sola e pensare.

Apro la tenda e mi catapulto dentro, gettandomi sul divanetto.

Porto le ginocchia al petto e ci affondo la testa dentro.

Era la mia opportunità di vivere il mio sogno, ma si era presentata come un incubo.

I miei idoli mi odiavano perché mi consideravano una troia e approfittatrice.

La mia compagna di avventura lo era veramente e mi aveva già dichiarato guerra.

Devo semplicemente essere me stessa ma non è facile se si ha un muro davanti.

Sento la tenda aprirsi e alzo la testa di scatto. Vedo il moro voltato di spalle, impegnato a chiudere la tenda.

Si gira e posa i suoi occhi su di me, portandosi una mano sulla fronte e poi tra i capelli e espirando violentemente.

Uno sbuffo, giustamente.

Ero di troppo.

-ciao- lo saluto accennando un sorriso.

-ciao- risponde facendo cadere con fare scocciato il braccio sulla coscia.

Rimane in piedi guardandosi attorno.

-Puoi sederti se.. se vuoi.- dico con voce debole e incerta.

Non sono sicura di aver fatto la cosa giusta ma prima inizio a farmi conoscere meglio è. Non posso sprecare la mia opportunità per degli stupidi pregiudizi.

Se dovevo giocare allora dovevo farlo bene e con sincerità.

Senza insicurezza.

Non devono pensare che io menta e soprattutto non voglio lasciar campo libero a Brianna.

Farò di tutto pur di impedirgli di usarli come se fossero suoi giocattoli.

Dovevo lottare con le unghie e con i denti per vincere questa battaglia.

Calum si siede affianco a me, ma rimane rigido e con mezza gamba fuori dal piccolo divanetto per evitare di sfiorarmi.

-Non farti strane idee, lo faccio solo perché la fuori è molto peggio.- chiarisce riferendosi a Brianna e i suoi patetici tentativi di portarsi tutti a letto fin dal primo giorno.

-E perché pensi che qui sia meglio?- chiedo sfidandolo.

-Beh, almeno tu non hai iniziato da subito. Non so se sia una tattica o altro ma per ora preferisco stare qui.-

Soffoco una risata e scuoto la testa.

Lo guardo.

-Non sono qui per quello, Calum.- puntualizzo.

Distolgo lo sguardo e appoggio la testa al finestrino, ignorando la sua presenza.

Passano alcuni minuti in silenzio, poi il moro decide di parlarmi.

-Perché allora?- chiede.

-Cosa?-

-Perché sei qui?-

-Per seguire i miei idoli magari? rispondo seccata.

-Credi davvero che lascerebbero che due fan vivano con noi tutto il tempo gratuitamente, se nemmeno ci fanno avvicinare a voi?-

-io..- cerco di dire qualcosa ma non riesco. Calum ha ragione.

-No, te lo dico io. Non lo farebbero mai.- risponde al mio posto.

-Se siete qui è perchè vogliono che ci distraiate dal lavoro, non che ci stressiate di più. E di solito le groupie lo fanno in quel modo.- continua.

-Io non riesco ad essere come Brianna, mi dispiace.- sbotto.

-Allora non farlo- risponde avvicinandosi e guardandomi come se mi stesse rimproverando.

- Mi prendi in giro? Hai appena detto che è quello che dovrei fare! - alzo la voce.

-No. È quello che hanno fatto tutte ed è quello che probabilmente farai anche tu.-

Mi stava facendo innervosire in un modo osceno.

-No- ribatto con sicurezza -ti sbagli--

-Sai quante ragazze dicevano come te e poi sono andate a letto con tutti e quattro? Tutte.-

Apro la bocca per rispondergli ma la tenda si spalanca e incrocio i suoi occhi azzurri come il cielo. Quante volte ho desiderato di poterli vedere così da vicino.

Calum scatta in piedi.

- Ti sei già dato da fare? - chiede Luke ridendo.

-no tu?- risponde lasciandoci da soli, senza nemmeno sentire la sua risposta.

-non ancora- precisa con un ghigno dipinto sul viso e squadrandomi.

-Carina- conclude.

-mi fa piacere- rispondo secca.

Voleva darsi da fare il ragazzo eh. Idiota.

Mi volto e guardo fuori dal finestrino.

-beh io mi siedo se non ti dispiace-

Il suo braccio sfiora il mio e non riesco a trattenere un brivido.
Insomma, era Luke Hemmings. Ed era seduto al mio fianco.
Sto sclerando interiormente ma fuori sono impassibile, forse un po troppo direi.
Guardò un punto fisso e stringo i pugni per la tensione.
-Beh?- chiede con fare scocciato, interrompendo quel silenzio più che imbarazzante.
-Cosa?-
- È così che corteggi una persona? Standotene per i cazzi tuoi, uh? - il suo tono era tagliente.
- non sono qui per corteggiare nessuno- cerco di imitare il suo tono ovviamente senza successo.

Luke ride. Una risata gelida e strafottente.
- A dopo... - dice alzandosi. Si interrompe e poi prosegue -Come hai detto che ti chiami?-

Allison, idiota. Vuoi che ti faccio il disegnino, stronzo?
Ovviamente la voglia di rispondergli in questo modo è altissima ma mi limito a dire il mio nome, ignorando il suo sguardo e il suo atteggiamento irritante.
-Ciao Allison- disse andandosene.
-ciao Luke- sussurrai comprendomi il viso con le mani, quando ormai la tendina si chiuse alle sue spalle, lasciandomi in un mare di pensieri.

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