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By moggachia

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By moggachia

Mi blocco. Dio gli spaccherei la faccia. "no.Niente di tutto ciò. Stavo leggendo beatamente quando improvvisamente sento i lamenti di quella cagna in calore. Ora se mi vuoi scusare, ho cose più interessanti da fare invece di restare a prendere per il culo te e il tuo animaletto da compagnia." Parlo a manetta senza neanche sapere cosa sto dicendo. Forse ho esagerato, ma dio chissene frega; è stato il momento più imbarazzante di tutta la mia vita .  Mentre esco lo sento borbottare qualcosa ma non ci do troppo peso.

Spingo la porta della biblioteca e suona. Finalmente. Non ce la facevo più a rivivere nella mia mente quella disgustosa scena. Proprio mentre cerco di cancellarla mi si para davanti l'accompagnatore della cagna, ovvero Andrea. "Guarda, guarda. La mia spettatrice numero uno.." "Senti coso dileguati che ho lezione. E poi non sono la tu spettatrice numero uno anzi, ti do un consiglio. Io direi di migliorare le tue prestazioni fisiche in quanto quella bionda ossigenata di Lily, che guarda caso assomiglia al nome di un cane, faceva gemiti forzati. E' una ottima attrice sai. Quindi, tu, ora, dileguati e migliorati che io devo andare." non mi pentirò mai di tutte quelle cose che gli ho detto nonostante io abbia solo detto grandi cazzate.Mi incammino verso l'aula e la trovo aperta. Meno male non posso sopportare due ritardi in un solo giorno quando in vita mia non ne ho mai fatti.

Entro e trovo un uomo. Anzi che dico è un ragazzo, vestito di tutto punto che mi scruta attentamente. E' davvero molto attraente, ma di lui mi colpisce il viso; è davvero perfetto e quei occhi blu notte ti stregano. Arrossisco e abbasso la testa; non posso pensare una cosa del genere del mio nuovo presunto professore di letteratura su..

"Lei è...?" "Ehm io sono Rossi. Entro ora. Ehm quella precedente ero assente e quindi.." dio che imbarazzo "Okay. Si sieda." mentre mi siedo sento il suo sguardo bruciarmi la schiena. Non so perché, non so come, ma c'è qualcosa in lui che mi ricorda qualcuno. Ma chi cavolo?

"Sapete dove sia il signorino Cadetti?" " Eccomi. Giusto non può iniziare la sua bellissima lezione senza me professore su." No oddio siamo seri? perché devo averlo pure durante letteratura? non c'è mai stato prima e ora appare tutto d'un tratto. "Come mai è entrato in questo corso a quasi metà anno scusi?" "Non sono affari suoi. Non mi dica che lei è l'insegnante. Sembra più un pinguino imbalsamato in giovane età." "Grazie per il complimento e ora si sieda. Comunque salve a tutti io sono Nicolò Colombo. Non sono il vostro professore ma faccio solo uno stage di tre mesi dove vi insegnerò a modo mio una parte di letteratura. Prima di iniziare la lezione, facciamo un giro di presentazioni. A parte Cadetti e Rossi, che ho conosciuto entrambi prima, non so nessun vostro nome".

Quindi è solo un tirocinante. Interessante. Più lo guardo più assomiglia a qualche ombra nella mia testa. Chi cavolo è davvero sto qui? Mentre scruto dalla testa ai piedi il nuovo arrivato, noto con la coda dell'occhio che andrea, il quale è seduto dietro di me, mi fissa e cerca di capire chi sto guardando. Non lo capisco è strano sto qui. 

"Bene. Prima di iniziare vi dirò come si svolgeranno le lezioni e tutto il resto. Non ci saranno compiti in classe ma vi consegnerò un diario tra poco e voi dovrete aggiornarlo sempre ogni giorno scrivendoci tutto quello che volete; poi lo porterete a scuola e io a caso ne valuterò alcuni quando me ne andrà. Le ore saranno formate da discussioni di libri, frasi o scrittori. Voglio che vi confrontiate e che esprimiate quello che pensate. E' tutto qua poi alla fine. Parlando di oggi, discuteremo di questa frase scritta da Green e dice *il problema del dolore è che esige di essere vissuto* ora, cosa ne pensate?"

"Oh beh facile prof. Il dolore fa male e ti distrugge talmente tanto da non poterti creare una vita da vivere." la gallinella di turno risponde così come se fosse la cosa  più ovvia di sempre; in realtà tutta la classe sa che fa così per attirare l'attenzione, quindi non mi sorprende più di tanto.

Però, perché ha tirato questa frase così dal nulla parlando del dolore? Non l'abbiamo mai trattato così "apertamente". Il dolore. Gli esseri umani sono destinati, solo per il fatto di esistere, a fare male a qualcuno. E alla fine sia chi fa male sia chi viene colpito soffrono, in modo diverso ma soffrono. Il primo sarà sempre tormentato nei modi più atroci dal proprio cervello per arrivare alla conclusione che hai fatto dei male solo perché sei egoista; il secondo soffre perché è stato colpito, ferito, ma a differenza dell'altro ha la forza di combattere e sconfiggere chi e cosa ti ha abbattuto. 

Non esistono dolori più forti di altri. Sono tutti distruttivi e bisogna essere all'altezza di quello che accade. 

Esige essere vissuto. Non sarebbe tale se accadesse e non lo vivi. Il suo scopo è proprio quello il punto: bisogna solo soffrire. Ti laceri dentro, ti chiudi, odi tutti ma sopratutto te stessa per esser arrivata a tanto.

"Davvero molto.. profondo Jessica." aspetta. Cosa?!? Ho pensato ad alta voce? che figura di merda. "I-io non volevo dare voce a-ai miei pensieri. Mi scusi.." "No certo, tranquilla. Era quello che volevo, proprio sentire ciò che pensate. Ma è un contro senso dire essere all'altezza del dolore ma poi bisogna soffrirne. Cosa vuoi dire?" "I-io penso d-di aver detto a-abbastanza. Potrei andare in bagno?" dio sto balbettando. Non sopporto avere l'attenzione di tutti, in più se Andrea continua a fissarmi così seriamente muoio. Ho bisogno di rinfrescarmi le idee. "Va bene. Sicura di stare bene? Hai bisogno di aiuto?"non voglio rispondere. Non saprei neanche cosa dire. Certo, avrei bisogno di aiuto, ma lì dentro nessuno mi è amico/a quindi.. 

Mi incammino verso il bagno ma sbatto contro un semaforo. No aspetta ma è Lily. "Sta attenta dove cavolo metti i piedi cagnolina. Non ti hanno ammaestrato bene per caso?" okay forse ho esagerato ma dio se lo meritava, e vedere la sua faccia diventare rossa come il fuoco aumenta il mio orgoglio. "TU! Tu devi stare lontana da me e sopratutto dal MIO Andrea. Se ci provi anche lontanamente a pensare che potresti avvicinarti a lui ti sbagli di grosso. Ti credi solo una bulletta del cazzo, ma no ti sbagli sai. Qui comando io." okay sono ufficialmente diventata sorda. Sembra una gallinella in calore che sta scappando dal suo padrone per non essere mangiata. Non so se vi ho dato l'idea ma vi assicuro che è molto irritante. "Senti amore, primo a me di te e del tuo amichetto non importa un fico secco. Secondo, tranquilla io sono l'ultima della lista che lo vuole, anzi che dico non lo desidero proprio quel animale senza cervello. Terzo, non sono una bulletta del cazzo come dici tu, ma dico solo quello che penso. Mi dispiace davvero se ti ho offeso con le tue parole. ora se non ti dispiace devo andare a lezione a differenza tua che sei qui a girarti i pollici." ed è tutto vero quello che penso, cioè sul serio chi se li tocca quei due. AHAHA mi viene solo da ridere. E poi io bulletta? non ci penso proprio è l'ultimo dei miei pensieri. E durante questo meraviglioso colloqui con la cagnolina, è suonata la campanella e non sono riuscita ad andare in bagno. Mi calmerò poi oggi pomeriggio. Intanto mi dirigo verso l'aula di matematica. 

Entro e dell'insegnante neanche l'ombra. Meglio così.

Mi siedo al mio solito banco in prima fila danti al professore e attendo il suo arrivo scarabocchiando qualche frase qua e la. Guardare negli occhi spaventa, vedi l'assoluta verità delle cose. tutto può mentire, ma gli occhi.. gli occhi non possono nascondere.. non riescono celare nulla: una fine, un amore, una delusione, una rassegnazione. se vorrete conoscere le risposte, serve una voce, basta guardarsi. ma guardarsi non è da tutti, guardarsi è un pò restare nudi e indifesi, in balia di altre pupille che arrivano fino all'anima.. e li non ce nulla che possa farvi nascondere, nessun muro, nessun angolo buio. Questo è quello che il mio cervello elabora fino a quando sento qualcuno che si siede vicino a me. Ma aspetta lei non è Alessia? "Ehi ma cosa ci fai qui?" "Non hai ascoltato il prof? Sono qui perché devo finire una verifica" sorride lievemente e mi rendo conto che oggi non è proprio giornata. "Ah. Okay. Buona fortuna" 

Tra equazioni, disequazioni e parabole finisce la lezione e suona la campanella della ricreazione. Come sempre mi metto nel mio angolino a leggere ma una figura mi impedisce la luce. Alzo lo sguardo e mi trovo il professore di letteratura.





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