Fuoco & Ghiaccio [Z.M. UA]...

By FabiolaBruzzone

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I Romanzi del Filo Rosso: Libro I Some say the world will end in fire, Some say in ice. From what I've tasted... More

Prologo
Il Cast
1.
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ANNUNCIO
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52.
53. -parte 1-
53. -parte 2-
54.
55.
Speciale 50mila
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ANNUNCIO
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70.
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72. - parte 1 -
72. - parte 2 -
73.
74. Speciale San Valentino
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78.
78. Speciale Zain's POV
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100.
101. Speciale 100mila+
ANNUNCIO
102.
103.
104.
105.
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112.
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115.
116. - parte 1 -
116. - parte 2 -
117.
118.
119.
120.
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125.
126.
Epilogo
Ringraziamenti
Non è finita...

6.

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By FabiolaBruzzone

N/A: se vi va, ascoltate 'Exit Wounds' degli Script mentre leggete, è la canzone che più si addice al capitolo.







Lily









Era uno di quei giorni al locale. Un giorno da pattini a rotelle.

"I-Io non credo che sia il caso...non può funzionare, Lily..."
"Oh, andiamo! Di che hai paura? Ci sono io a tenerti!"

Chi avrebbe mai detto che Zain avesse paura di qualcosa?

Il ristorante era pieno di clienti, la famiglia di un bambino aveva organizzato la festa di compleanno da noi e di conseguenza avevamo un gran bel da fare.
Al ci aveva permesso di muoverci sui pattini per servire più in fretta ed io ero assolutamente d'accordo! Ero agile su quegli affari e per di più divertiva me e i bambini.
L'unico problema era che Zain si rifiutava di imparare.

"Che fifone che sei! È facile! E poi mi hai detto che sai andare sullo skate, no?"
"Sì, ma non vado sullo skate portando in mano pietanze!" Era letteralmente terrorizzato!
Sapevo che non era carino da parte mia, ma non riuscii a trattenere le risa.
"Non provare a ridere tu!" Mi minacciò puntandomi col dito.
"Scusa! È solo che dovresti vedere la tua faccia!"
"Oh, molto matura Lilibeth, davvero!" Ora aveva l'espressione imbronciata mentre si teneva stretto al bancone per non cadere.
Risi ancora.
"Se non avessi questi così ai piedi te l'avrei già fatta pagare!"
"Davvero? E cosa faresti, sentiamo!" Incrociai le braccia al petto con aria di sfida.

Non ridere! Non ridere!

"Oh, credimi, non vuoi saperlo!" Disse guardandomi con un ghigno sulla faccia.
Quell'affermazione mi fece arrossire, ma feci la disinvolta.
"Beh, allora finché sono sui miei pattini sono al sicuro!" Esclamai, sfuggendogli per andare a servire i clienti.
Lo guardai da lontano divertita, mentre lui, ancora attaccato al bancone, mi scuoteva la testa col suo inconfondibile sorriso sghembo.

Era tutto più bello vicino a lui. Anche un'operazione monotona come quella di riempire i barattoli di ketchup e senape diventava divertente.
Zain aveva fascino e carisma, non si trattava solo di bell'aspetto.

Tornai al bancone, sfoggiando le mie abilità di pattinatrice e lui mi guardò rapito mentre gli mostravo come fare a frenare e tutto il resto.
"Sei brava sul serio... Non ce la farò mai!"
"È solo questione di pratica! Vieni, ti aiuto."
Lo presi per le mani ed immediatamente lui si aggrappò stretto a me.

Come fa ad avere le mani sempre così calde?

"Piccoli passi... così..."
Ci avvicinammo pericolosamente l'uno all'altra, tenendoci per gli avambracci, cercando di non cadere. Guardava a terra, teso come una corda di violino.
"Ecco fatto! Ci stai riuscendo!"
"Già, dici che mi prendono ai campionati juniores?"
Risi con lui: "Magari è ancora un po' presto, ma hai del potenziale!"
"Oh, grazie!"

"Non preoccuparti, Zain! Non sei obbligato ad imparare a pattinare ovviamente, ma te la cavi!" Disse Al da dietro il bancone.
"Grazie, boss! Ce la metterò tutta!" Zain si girò a guardare Al.
In quel momento non se ne accorse, ma lo avevo lasciato andare e stava perfettamente in equilibrio.
Non appena si girò di nuovo verso di me e si accorse di non avere più un supporto, andò nel panico.
E ovviamente scivolò.
"Woah! Sono qui, tranquillo!" Dissi afferrandolo prontamente prima che potesse cadere.
Tirò un sospiro di sollievo e mi lanciò un'occhiataccia.
"Non provarci mai più!" Sussurrò.
Eravamo vicini. Troppo vicini.
"Scusa..." Eravamo occhi negli occhi. Mi morsi il labbro involontariamente ed il suo sguardo scese sulla mia bocca.
"Che ne dici se per oggi continuiamo senza queste trappole ai piedi?" Propose sorridendo.
Ridacchiai e acconsentii alla sua richiesta.

A quanto pare abbiamo un'idea diversa di divertimento al lavoro.

"TANTI AUGURI A TE, TANTI AUGURI A TEEE!"
Il coro per il festeggiato catturò la nostra attenzione ed alcuni ragazzini chiedevano altre bibite.

"Vado io, non preoccuparti!" Disse facendomi l'occhiolino.
Si tolse i pattini e me li consegnò per riportarli nello spogliatoio.
"Okay, torno subito!"

Oggi non c'è nulla che può togliermi il sorriso. — Almeno così credevo.

Non appena ritornai in sala, notai nuovi clienti entrare dalla porta.
Era una ragazza, seguita da un altro ragazzo.
Per un secondo mi si fermò il cuore non appena vidi entrare lui.
Lo osservai attentamente per esserne certa, ma dentro di me ebbi la conferma nell'istante in cui i miei occhi si posarono su quella persona.

Chris.

Ero totalmente paralizzata, ma nella mia mente stava succedendo il terremoto ed il muro che avevo costruito per lasciarci dietro il passato crollò in mille pezzi.
Non sentivo nulla intorno a me se non un fischio nelle orecchie. Ero insensibile eppure sentivo un forte dolore dentro di me. Un dolore che tornava a farmi visita dopo cinque anni.
L'incidente, la morte dei miei genitori, la nascita di Lucy, mia zia e Chris che mi tenevano la mano al funerale, la sua progressiva indifferenza nei miei confronti e le liti sempre più frequenti tra noi.

'Non sei più tu da quel giorno... Sei qui fisicamente ma con la mente sei lontana... È meglio se restiamo amici... Io non me la sento più di andare avanti così...'

Le sue parole tornavano a rimbombare nella mia testa e facevano di nuovo male.

Devo uscire da qui! Devo uscire prima che qualcuno si accorga delle mie lacrime! No, non devo piangere!

Con la coda dell'occhio notai Zain da lontano avvicinarsi a me e pregai che non si accorgesse di nulla. Mi mossi velocemente verso la porta, che dava sul retro del locale. Dovevo respirare un po' di ossigeno, perché all'improvviso sembrava non essercene più là dentro.

"Lily!" Gridò il mio collega.

No, no! Lasciatemi stare!

"Lily, aspetta!" Sentivo che mi correva dietro, ma non volevo che mi vedesse piangere, mi avrebbe presa per matta.
Spalancai la porta col maniglione antipanico ed uscii all'aperto. Una ventata d'aria gelida sferzò il mio volto, ma l'accolsi volentieri. Avevo il fiato corto come se avessi corso per chilometri.

Non voglio sentire più nulla! Basta con questo dolore! Perché non riesco a dimenticare?

"Lily!"
"Zain, per favore, torna dentro!" Esclamai dandogli le spalle.
"Stai bene? Cos'è successo? Perché sei corsa via in quel modo?"
"Sì, sto bene, non preoccuparti, ho solo bisogno di un po' d'aria fresca."
"Sei sicura?"
"Sì, te l'ho già detto, ora per piacere, lasciami in pace e torna al lavoro!" Dissi bruscamente. La voce però mi tremava, in parte per il freddo ed in parte per lo shock.
"Sai, non sei molto convincente..." Sentii Zain avvicinarsi sempre di più a me.
"Zain, ti supplico, va' via!" Ero incapace di trattenere i singhiozzi ormai.
"No." Disse solenne.
Cercava di guardarmi in faccia ma io glielo impedivo girandomi di nuovo dall'altra parte.
"Lily, dimmi cosa ti è capitato, ti prego..."
Cercavo di allontanarmi, ma lui continuava a seguirmi, fino a che non mi trovai con le spalle al muro. Non potevo più scappare.
"Zain, ti prego..." Sussurrai.
"Ti ho già detto che non ho intenzione di andarmene, Lily. Dimmi cos'è successo!" Appoggiò le mani al muro bloccandomi ogni via d'uscita.
"Vuoi farti licenziare forse?!"
"Non m'importa." Disse tranquillo. "Tutto ciò che m'importa ora sei tu."
Già semplicemente con la sua vicinanza emanava calore, come faceva con quel freddo?!
"C'è pieno di clienti là dentro! Finiremo nei guai!"
Era tutto inutile, Zain era irremovibile.
"È per quel tizio che è entrato prima? Lo conosci? Ti ha fatto del male?"
Era incredibile, mi faceva quasi paura la sua capacità di capire le situazioni!
Non risposi e nascosi il viso tra le mani.
"Lily, guardami..." Ordinò in tono calmo e dolce.
Quando vide che io mi ostinavo a non farlo, mi afferrò i polsi e lentamente mi scoprì il viso.
"Lily...se quello ti ha fatto del male, io giuro che-"
Scossi la testa dicendo no con forza: "Non provare a fare niente! Lascialo stare! Non voglio vederlo...non voglio sentirlo...non voglio che tu perda il lavoro!" Singhiozzavo senza sosta.
"Ssshhh...vieni qui..." Disse lui con voce profonda. Mi tirò a sé, avvolgendomi fra le sue braccia.
Immediatamente un'ondata di tepore mi pervase.

Proprio come nel mio sogno.

"Ti prometto che non farò nulla, ora calmati, andrà tutto bene..." Mi sussurrava all'orecchio.
Esitante, lo strinsi a mia volta, aggrappandomi alle sue spalle e nascondendo 'stavolta il viso nell'incavo del suo collo. Sapeva di fumo e profumo da uomo. Respirai a fondo il suo odore.
Lentamente ritrovai la calma, mentre lui mi cullava nel suo abbraccio.

C'era freddo, ma in quel momento non lo sentivo. Sentivo solo un gran tepore e finalmente il mio pianto si placò.

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