Nel corso dell'umanità, poeti, filosofi, scienziati, hanno sempre cercato di collocare in qualche modo L'Essere Umano nel mondo che lo circondava. Adesso non credo di dilungarmi troppo su questo concetto dato che a scuola nelle lezioni non se ne parlava più di tanto di questi filosofi e si studiava solo le frasi scritte sui libri scolastici e non il pensiero profondo insito in quelle parole, quindi posso considerarmi un'autodidatta se faccio delle semplici supposizioni?
Ci sono state e tutt'ora esistono una serie di categorie; sono mutevoli, nate appunto dall'evoluzione di questi studi e di questi pensieri. Nel mondo moderno sono molto volubili, da cui danno vita a molti pensieri, ma io mi volevo soffermare più sui termini per descrivere una data persona. Dopo queste inutili riflessioni, che fin da quando ero piccola ho buttato miseramente al gabinetto, per essere educata, ti confesserò come ho sempre giudicato IO le persone.
Le ho semplicemente divise in due categorie: Utili ed Inutili.
Le perone Utili, come puoi supporre dal nome, sono quelle che ti servono in un modo o nell'altro.
Sono quelle ragazze gentili che ti danno una mano a fare i compiti solamente se le sorridi e le dici che le vuoi tanto bene.
Sono quei ragazzi a cui basta sbattere le ciglia e guardarli in modo malizioso, per far si che cadano ai tuoi piedi e che facciano tutto quello che vuoi, come Luigi, il tizio che mi doveva aggiustare la stampante.
Sono interessanti, gente con cui puoi passere del tempo sia perché sono simpatici sia perché con loro non ti annoi mai.
Le persone Inutili invece, come dice il nome, sono inutili.
Non vale nemmeno la pena descriverli; sono quelle persone stupide da cui non puoi trarre vantaggio, quelle che invece hanno bisogno di aiuto e ti cercano nei momenti meno opportuni. Sono insicuri, non puoi nemmeno farci conversazione senza che ti mettano ansia nell'ascoltarli. Sono noiosi.
So che non è un giudizio carino, ma ti avevo promesso di raccontarti tutto e così sto facendo, per la prima volta dico la verità su me stessa.
Ebbene, nella tabella delle persone inutili, nella mia mente si era fatto avanti un nome, il primo ed insignificante nome di un ragazzino delle elementari che piagnucolava e che mi rompeva sempre i timpani con la sua vocetta stridula. Eravamo vicini di banco ed era molto stupido, tanto da copiare da me ad ogni compito ed io naturalmente alzavo subito la mano per dirlo alla maestra, ma neanche due secondi che mi prendeva il braccio e me lo stritolava e strattonava piangendo dicendo di non fare la spia. Era insopportabile, ed in più aveva una strana ossessione nei miei confronti e per tutti i cinque gli anni l'avevo sempre come vicino di banco, con quella vocetta stridula che diceva sempre, "Melania, Melania, vuoi giocare con me?" Era il primo della lista delle persone più Inutili che avessi mai incontrato, era il TOP, il genere di persona che appena vedevi per strada cambiavi subito direzione per non inciampare in una conversazione inutile e senza senso. Di quel bimbo non ricordo molto, dato che non ci siamo più visti dopo le elementari, o meglio dire che io mi sono dileguata. Ma vorrei specificare che faceva di cognome Colonna. Non ricordo il nome di quel bimbo, ma so che era un Colonna, lo so bene perché lo prendevamo sempre in giro con, "Colonna,Colonna, che piange stringendo le sottane di sua nonna."
Non poteva essere vero, mi dicevo mentre Dario Colonna mi slegava delicatamente da quelle catene dopo che mi aveva liberato dalla minaccia di Mr.Walnut. Non poteva essere lui quel Colonna.
"E quindi... Ti chiami Dario? Bel nome." Gli dissi mentre era chinato e mi aiutava a togliermi quelle catene. Mr. Walnut invece controllava fuori la porta se non ci fossero Vaganti problematici nelle vicinanze.
Lui alzò lo sguardo, quegli occhi grigi e affilati potevano realmente tagliare di netto la mia testa per quanto erano in collera. Era davvero arrabbiato con me. Distolsi lo sguardo, anche per l'imbarazzo nell'aver fissato troppo allungo quegli occhi.
"Fai silenzio." Mi disse gelido, quasi avesse scordato la passione con cui mi aveva detto parole tanto dolci da dietro la porta, e alla fine mi liberò.Mi toccai per prima cosa il mio collo, per cancellare definitivamente la presenza di quella lama fredda e minacciosa, poi dovevo fare qualcosa per calmare Drufus, era infuriato con me a causa di quel tentativo di fuga mal riuscito. Quando mi alzai in piedi, neanche avevo avuto il tempo di ringraziarlo che mi strattonò per il braccio facendomi avvicinare a lui. Era di fronte a me, mi guardava con occhi fieri e pieni di ira, che mi emozionarono e mi spaventarono allo stesso tempo. Abbassai lo sguardo, e nel mentre lo facevo mi davo della stupida. Non dovevo mostrarmi debole in un momento come quello!
"G-grazie," gli dissi, sperando che accettasse la mia gratitudine nell'avermi salvata.
"La prossima volta che tenterai di scappare," mi sussurrò all'orecchio. "Non ti salverò e lascerò che te la cavi da sola. Bugiarda."
A quelle parole tentai di distaccarmi da lui, abbassargli la cresta dicendogli di non darsi troppe arie e di non darmi della bugiarda dato che aveva mentito anche lui con la storia dei ragazzi innamorati, ma quando Mr.Walnut rientrò nella stanza, lui mi tappò la bocca, ma non con le mani.
Drufus mi baciò all'improvviso, le sue labbra stranamente calde si posizionarono più prepotenti che mai sulle mie. Un azione tanto spontanea quanto calcolata, era palese che l'avesse fatto perché Mr. Walnut ci stava guardando. Mentre Drufus aveva gli occhi chiusi, io li avevo spalancati per la sorpresa. Mi aveva appena rubato un bacio, che farabutto! Lo distaccai da me, ma lui non sembrava offendersi da quella brusca interruzione.
"Melania, sono contento di averti ritrovata." Mi disse con un leggero sorriso, che oserei dire malizioso, mostrando delle piccole fossette. Io invece lo guardai come se fosse il diavolo a parlare.
"Che gioia!"Esclamò Mr. Walnut da dietro interrompendo fortunatamente quella scenetta. "Quanto vorrei ritornare giovane per rivivere momenti come questi." Il signor senza testa era più emozionato di me. Era evidente che il piano era andato a buon fine e che Mr. Walnut non era più una minaccia per me, anzi era diventato un prezioso alleato.
Ecco, Mr. Walnut può essere l'esempio di una persona Utile. Si era offerto di sua spontanea volontà di accompagnarci da Lilium, e sosteneva che sarebbe stato al mio fianco di fronte a lei. Ed in più lui era un Vagante importante nell'edificio In Mezzo, un così detto controllore, e così era spiegato il motivo di così tanto rispetto e terrore nei suoi confronti. Drufus invece, anche se mi aveva appena salvato la testa, era comunque Inutile. Che altro aveva fatto se non prendermi in ostaggio e baciarmi senza il mio permesso? Chi mi diceva che alla fine non me l'avrebbe staccata lui la testa e portata da Lilium per prendere il biglietto?
In realtà si chiamava Dario Colonna, ma non poteva essere quel ragazzino che mi tormentava alle elementari, quello piagnucoloso e lamentoso, erano completamente diversi caratterialmente, due opposti, e neanche indagai di più su quella storia dato che mi dava solamente il nervoso.
Mentre camminavamo per l'edificio alla ricerca della Sala di Controllo, la stanza dove Lilium mi stava aspettando, Mr. Walnut era davanti a noi accompagnandoci e difendendoci con la sua presenza autoritaria. Era talmente alto e aveva spalle così larghe da incutere timore a chiunque.
"Dario senti..."Sussurrai al ragazzo non facendomi sentire da Mr. Walnut.
"Drufus." Mi congelò senza neanche guardarmi ed io alzai gli occhi sospirando.
"Drufus, come facevi a sapere che quel piano avrebbe funzionato?" Chiesi riferendomi alla recita alla Romeo e Giulietta di poco fa.
"Tutti sanno che Mr. Walnut era una persona romantica, descriverebbe per ore la sua storia d'amore con una cameriera finita poi tragicamente ed è per questo che gli è stata rubata la testa. Lilium non ne poteva più di quelle storie e per farlo tacere gli mozzò il capo, ma inutilmente dato che, non si sa come, continua ancora a parlare." Rispose diligentemente come a suo modo.
"Hai fatto proprio un bel lavoro." Lo pensavo veramente, era stata un'ottima idea ingannarlo in quel modo. Ma una piccola parte di me diceva che non dovevo gonfiare ulteriormente l'ego di quel ragazzo. Con questi sentimenti contrastanti, cercai un modo per farmelo amico e per prima cosa dovevo raffreddare la sua ira che covava dentro o almeno addolcirlo.
"È stata un'ottima idea far finta di essere innamorati, sai mentire bene anche tu Drufus!" Gli dissi dandogli una pacca sulla spalla. Sinceramente? Quel contatto fisico era talmente calcolato che un robot avrebbe trasmesso più affetto.
"Ti sbagli." Lui si voltò verso di me cambiando di poco la sua perenne espressione. Sembrava rilassato.
Mi disse, e notai un pizzico di divertimento nella sua voce che mi aveva disorientato,"Te l'ho già detto. Io dico sempre la verità."
"Non è vero!"Gli replicai subito dopo, alzando la voce e attirando l'attenzione di Mr. Walnut. Gli sorrisi, come per dirgli che andava tutto bene e continuai bisbigliando a Drufus.
"Ti vorrei ricordare il salvataggio di poco fa? Sei un attore nato Drufus, non ti nascondere dietro una maschera di perbenismo e di finta lealtà verso te stesso. Si fiero del tuo lato oscuro." Dissi coprendomi perfino la bocca per non essere capita dalla nostra guardia del corpo e facendo un discorso da super malvagio dei cartoni animati.
Lui mi fermò con una singola frase che fece rimanere in silenzio me, Melania Ombrelli, per più di tre secondi.
"Chi ti dice che ho mentito?"
Tre... Due... Uno...
"Che cosa?!"Urlai di nuovo, temendo che il rosso dei miei capelli nascosti sotto lo zuccotto diventasse più acceso del solito. Poi realizzai che ero in imbarazzo, e poche volte lo sono, te lo posso assicurare. Quel ragazzo che mi guardava divertito era riuscito in una cosa impossibile.
"Ragazzi," ci chiamò in tempo Mr. Walnut.
"Siamo arrivati alla Sala di Controllo."